Home Blog Pagina 169

L’evoluzione digitale del sistema mafioso

L’evoluzione digitale del sistema mafioso

Lo scorso 9 maggio, presso la Camera dei deputati, la Fondazione Magna Grecia ha presentato un interessante ed “innovativo” rapporto dal titolo “Le mafie al tempo dei social”. Il dott. Nicola Gratteri, procuratore della Repubblica di Catanzaro, ha evidenziato che: “Le mafie sono lo specchio della nostra società e si sono evolute per stare al passo con i tempi, mutano con il mutare sociale”. Accanto alla criminalità organizzata che chiede il pizzo, si accompagna quella più evoluta, che vive, seduta nei salotti e nei ristoranti accanto a dirigenti in giacca e cravatta. 

Questo studio nasce con un quesito: come è cambiata la comunicazione delle mafie oggi che il mondo virtuale è entrato prepotentemente nella nostra vita reale? 

La rivoluzione digitale ha determinato un cambiamento radicale nel modo di comunicare delle mafie che, in maniera graduale, hanno ricalibrato il loro codice di riferimento: oltre alle parole, la mafia oggi si nutre di segni grafici, foto, trend e tracce sonore. I social network (Facebook, YouTube, Twitter, Instagram e TikTok) si sono impadroniti della rete, dei nostri computer e dei nostri smartphone al punto tale da essere riusciti a generare una dimensione osmotica in grado di assicurare una nuova forma di integrazione immateriale nel mondo reale. Le organizzazioni criminali, al pari ormai di ogni realtà sociale, singola od organizzata che sia, necessitano di “raccontarsi” e quindi di “collocarsi, etichettarsi” in quei perimetri sociali ove possono distinguersi attraverso i post di denuncia dell’antimafia sociale: se gli esperti prima interpretavano il fenomeno organizzandone il racconto, ora si può assistere direttamente al reality show delle mafie semplicemente aprendo le nostre app e selezionando il flusso di contenuti suggeriti dagli algoritmi. O ancora, seguendo i trend virali degli hashtag o di determinati generi musicali.

Tutti i giorni, ognuno nella propria quotidianità può facilmente rendersi conto di quanto il linguaggio comune sia cambiato e soprattutto si sia adattato al lessico e all’interattività dei social. Quante volte al giorno diciamo ad un amico o ad un collega: “aspetta, adesso ti taggo, oppure condivido; o ancora ringraziamo con una faccina, etc.”. Una forma di adattamento che è stata praticata anche dalla criminalità organizzata, dacché l’interessante ed innovativo studio si pone l’obiettivo di definire i contorni e i contenuti delle modalità con cui le mafie oggi vengono raccontate e comunicano nel mondo digitale. 

Anche i sodalizi criminali comunicano attraverso le emoji che assumono un significato diverso a seconda del contesto. Qualche esempio? Il leone: coraggio e forza; le catene: carcere e vincolo affettivo; il cuore nero: lutto, tristezza, malvagità; la siringa con la goccia di sangue: fratellanza. Sono tutti modi alternativi, meno tracciabili dall’algoritmo ma ben riconoscibili dai destinatari, che connotano la scelta dei contenuti pubblicati. Foto, frasi e citazioni unite agli emoji riscrivono il linguaggio virtuale della mafia, creando un nuovo gergo criminale digitale. Non solo, in un’eterna contrapposizione “noi-loro”, l’appartenenza o la simpatia verso un clan, si dimostra indossando vestiti della stessa marca, spesso della linea streetwear, esibendo i medesimi accessori, ascoltando le stesse canzoni, usando gli stessi emoji, meme, hashtag.

È evidente che se il mondo cambia, con esso, inevitabilmente, cambia anche il fenomeno mafioso. La rapidità e la profondità del cambiamento del primo, da sempre, sono andati di pari passo con le trasformazioni che hanno in qualche modo influito sul secondo. E questo, tanto più oggi che l’entità e la celerità degli impatti di un progresso tecnologico a dir poco tumultuoso, incidono in modo così marcato e pervasivo sul modo di vivere, di lavorare, di relazionarsi e sulla quotidianità di ciascuno di noi. 

Tim Bernes Lee, colui che ha inventato il web, ha sostenuto che la rete non rappresenta una trasformazione tecnologica, ma una vera e propria trasformazione sociale, dove cioè la parola d’ordine è “condivisione”. Termine più opportuno a fronteggiare le nuove sfide poste da un mondo sempre più in bilico tra realtà analogica e virtualità digitale.

Peraltro, emerge ormai una “terza” dimensione: “l’interrealtà”, uno spazio laddove si mescolano le esperienze sia dell’una che dell’altra. Nell’uso quotidiano del linguaggio, non possiamo fare a meno del verbo “condividere”, che definisce l’azione sociale di “mettersi in relazione con gli altri”, tra le più efficaci sul piano della conservazione dei caratteri di reciprocità e di dialogo all’interno di un’area sociale sempre più interattiva. Momento quindi di “costruzione del sé”, anche nel proprio contesto di riferimento, in un inesauribile scambio tra apparenza ed essenza (immagine che ognuno di noi ha di sé nei vari contesti sociali in cui è immerso, espressione di specifici punti di vista e prospettive, legato allo sviluppo cognitivo del soggetto e alle differenti esperienze che egli affronta nel corso della sua vita e in relazione con gli altri).

10×10: la mia proposta per il centro storico e il commercio di Ugento

10x10 ugento riapre la proposta per far ripartire ugento

La crisi del commercio a Ugento è ormai un fatto assodato che sta portando con sé l’aggravarsi di una situazione economica generale che rischia di sfilacciare i delicati equilibri di un paese che sembra vivere in stand-by da circa 20 anni. I Negozi continuano a chiudere mentre il paese si trasforma lentamente in un’enorme quartiere dormitorio al servizio dei 50 giorni di piena stagione estiva.

Una situazione figlia di una crisi economica nazionale ma anche della completa mancanza di programmazione territoriale e commerciale nel comune di Ugento, che ancora oggi aspetta la redazione definitiva del PUG e di un piano del commercio che si possa dire tale.

Abbiamo già trattato su questa testata la faccenda, portando alla luce una realtà che è già ben nota a tutti: intere zone del nostro paese abbandonate avendo perso il presidio civico, oltre che economico, che il tessuto commerciale delle piccole attività rappresenta. Ma sottolineare tutti gli errori di 20 anni di completo immobilismo in questo senso non basta. Bisogna anche avanzare proposte concrete.

La mia è molto semplice, mutuata da altri comuni italiani in cui ha avuto un notevole successo, si chiama: 10×10 Ugento Riapre. Il principio è semplice, aiutare piccole attività commerciali ad insediarsi e fare rete nel centro storico di Ugento e Gemini attraverso l’erogazione di un contributo a fondo perduto di 10 mila euro e l’azzeramento delle tasse comunali per 10 anni, fino ad un massimo di 25 nuove attività che sottoscrivano un accordo d’intenti con il comune di Ugento.

La spesa per le casse pubbliche è presto calcolata, si tratta di un investimento da 250 mila euro una tantum, facilmente rinvenibili dai proventi della tassa di soggiorno, e un mancato gettito di circa 500 mila euro in 10 anni, gettito che comunque ora non esiste.

In pratica con meno della metà di quello che abbiamo speso per le piste ciclabili potremmo aiutare 25 famiglie a formarsi, 25 progetti a crescere e svilupparsi, 25 nuove speranze di vedere finalmente il nostro paese vivere, proprio in quei luoghi che per tanti anni abbiamo lasciato abbandonati: Via Sallentina e tutto il bellissimo borgo antico di Ugento, Piazza San Vincenzo e via Messapica, senza dimenticare piazza Regina Elena e tutto il fantastico borgo vecchio di Gemini.

Un’opportunità di sviluppo fattiva per il nostro paese e per i suoi abitanti, coloro che tutti i giorni lo vivono e permettono agli altri di poterlo vivere. Ed è proprio in questo senso che questa proposta diventa ancor più importante, perché oltre a 25 nuove attività, potremmo avere 25 nuovi commercianti messi in rete al servizio del nostro paese e della sua immagine nel mondo, sempre più importante nell’offerta turistica di un territorio che inizia a sentire forte la concorrenza di nuove mete esotiche.

Un piccolo investimento, senza gridare grosse cifre o chieder grazie ad amici in regione. Un gesto realizzabile per il bene di tutti noi. Una proposta che con il cuore sottopongo alle istituzioni del nostro paese, in particolar modo all’assessore Enzo Ozza, al sindaco Salvatore Chiga.

Una proposta che incontrando la volontà politica potrebbe essere scritta e attuata nel giro di pochi giorni.

Laura de Nuzzo passa ufficialmente alla Lega. Eletta come delegata ANCI

laura de nuzzo delegata anci con la lega

Cari tutti,
con immenso piacere, ma soprattutto con grande emozione, sono lieta di annunciarvi il mio insediamento oggi, come Consigliere Regionale presso l’ANCI Puglia (Associazione Nazionale Comuni Italiani).
Ricoprirò questo nobile incarico con la stessa coerenza, professionalità e serietà che ha sempre caratterizzato il mio percorso politico, rispondendo PRESENTE ad ogni istanza proveniente dai miei cari concittadini per lo sviluppo del nostro territorio.
Un ringraziamento particolare, va poi, al Sen.Roberto Marti per la fiducia riposta nei miei confronti, per avermi dimostrato costante vicinanza e per la sua fondamentale presenza sul territorio.
VINCE LA SQUADRA!🇮🇹

Il post FB di Laura De Nuzzo

Questo il testo che accompagna la foto di Laura De Nuzzo assieme agli altri neo eletti delegati ANCI in quota Lega. Diventa così ufficiale il passaggio della consigliera comunale di minoranza tra le file del partito di Alberto da Giussano, così come testimoniato dal post del rappresentante regionale de La Lega Roberto Marti

Una notizia che arriva pochi giorni dopo l’ufficialità dell’addio al Movimento Regione Salento da parte di Laura De Nuzzo, che con questa scelta sembra voler riaffermare i ruoli dei partiti classici, esprimendo l’esigenza di tornare ad una “normalità politica” in un paese attualmente guidato da un’amministrazione che riesce a tenere insieme esponenti del Partito Democratico insieme ad altri di Fratelli d’Italia.

In questo senso è impossibile non esprimere pubblicamente un encomio alla consigliera comunale di Ugento, che in un periodo che risente ancora dell’antipolitica strisciante messa in circolo dal fenomeno pentastellato (sono in maggioranza anche loro?!?), compie una scelta coraggiosa e sicuramente controcorrente, che spiazza i suoi ex alleati come anche i suoi detrattori.

Se infatti erano in tanti a non spiegarsi il comportamento di Laura De Nuzzo, erano altrettanti a suggerire malignamente un prossimo aiutino da parte dell’avvocata ugentina a questa amministrazione comunale che continua a perdere pezzi. Una eventualità che sembra essere scongiurata dall’ufficialità di questa decisione, che fa di Laura de Nuzzo forse la prima delegata regionale anci che abbia avuto Ugento, tra l’altro sedendosi nelle file dell’opposizione.

Una elezione che comporta nuove responsabilità da parte della consigliera comunale, chiamata anche ad un’ulteriore prova di coerenza che passerà sicuramente dalla creazione di una radicale alternativa rispetto all’attuale maggioranza di Ugento, sempre più connotata a sinistra, dopo il cambio di casacca di Massimo Lecci, l’elezione ad enfant prodige di Vincenzo Scorrano (rappresentante ugentino della corrente del partito democratico che fa capo a Loredana Capone) e il sempre maggiore spazio preso dalla consigliera Gabriella Soglia, altra consigliera comunale che non condivide la storia politica di destra del Sindaco e del suo vice.

Bisogna essere oggettivamente onesti nei confronti di Laura De Nuzzo, che negli ultimi consigli comunali si è dimostrata essere sinceramente agguerrita nei confronti della linea schizofrenica e democraticida presa da questa maggioranza e portata avanti con sempre maggiore vemenza dopo la questione legata alla realizzazione del forno crematorio e la dura doccia di realtà dovuta affrontare dal sindaco Salvatore Chiga. Più volte abbiamo apprezzato i toni della consigliera, ma anche gli argomenti che non di rado ha condiviso con il nostro giornale e le nostre inchieste.

Per tutto questo salutiamo questa novità nel panorama politico ugentino in maniera positiva, con la speranza che finalmente la politica del nostro paese possa farsi “normale”, con politici che non hanno paura di dire da che parte stanno e rappresentanti che non hanno bisogno di vergognarsi della propria storia al solo fine di mantenere le mani salde sul potere.

La politica dell’emergenza e la cultura dell’emergenza

La politica dell’emergenza e la cultura dell'emergenza ugento

I gravi e drammatici eventi accaduti in questi giorni nei territori dell’Emilia Romagna spingono tutti ad una seria riflessione: cittadini, amministratori e istituzioni. 

Il punto su cui focalizzarsi riguarda molteplici aspetti che partono dalle strategie politiche e arrivano ai piani d’azione, passando dagli interventi pragmatici di sicurezza pubblica e protezione civile. Le emergenze, con i loro rischi e pericoli, devono essere oggetto di interesse, costante e continuo, dello Stato, che attraverso la sua ramificazione territoriale ( Regioni, Province e Comuni e non solo!) deve agire tanto attraverso azioni di prevenzione, quanto con processi di condivisione.

Non c’è dubbio che la connessione tra politiche e strategie dell’emergenza ed il concetto di pubblica sicurezza, ed ancor più di pubblica incolumità, si innesti all’interno di una complessità sociale che sempre più si alimenta con fenomeni ed eventi legati a circostanze emergenziali originate prevalentemente e frequentemente da squilibri climatici, ai cui effetti devastanti si assommano e azioni e inazioni umane. Si disvela palese un convogliamento di competenze e interventi che sono tecnico – specialistiche e trasversali.

Ad esempio, l’elaborazione e l’aggiornamento di un “piano locale di protezione civile”, necessità di un monitoraggio continuo da parte di ogni Ente locale, il quale deve considerare la dinamicità degli scenari, di come cambi il territorio ed il clima. Che accerti quanto e come siano assicurate le necessarie risorse emergenziali: capacità di coordinamento, mezzi, economie e potenzialità tecnologiche. Uno strumento che, tra l’altro, deve essere “interiorizzato” dalla popolazione. Ne conosca l’esistenza e l’utilità; e sappia i limiti e le potenzialità dell’ambiente che la circonda, così acquisendo un’adeguata cultura dell’emergenza. 

In Italia, il Servizio Nazionale di Protezione Civile interessa l’intera organizzazione statuale, dalla funzione centrale alla funzione periferica, dai ministeri sin alla più piccola municipalità, ma è opportuno sottolineare, altresì, che coinvolge anche la società civile, la quale partecipa attivamente al Servizio, soprattutto attraverso le Organizzazioni del Volontariato. Il modello organizzativo/operativo/applicativo della Protezione civile italiana, oltre ad essere strutturalmente correlato alle politiche dell’emergenza, si fonda su due principi fondamentali che attengono rispettivamente alla cultura dell’emergenza ed alla cultura del rischio. La “prevenzione” e l’“emergenza”, completano il quadro.

Se con il primo si fa riferimento alla conoscenza del territorio e delle soglie di pericolo per il rischio idrogeologico, dacché l’essenzialità dell’informazione della popolazione e dell’indicazione dei comportamenti da adottare in relazione al rischio del territorio di appartenenza e/o di insediamento; nella fase emergenziale, fondamentali sono i “piani di emergenza”, in base ai quali i Comuni sono preposti alla pianificazione e gestione dell’evento, con l’individuazione degli scenari di rischio del territorio, della strategia e del modello di intervento, delle responsabilità e del sistema di scambio di informazioni tra istituzioni centrali e periferiche.

Orbene, da quanto appena riportato, che utilità possiamo ricavare per la nostra comunità, 

Intanto l’esercitazione con simulazione di un terremoto di alcuni giorni fa che ha visto coinvolte diverse “risorse nazionali e locali”, costituisce un buon inizio sia per la fase “addestrativa” degli operatori in campo, sia soprattutto per la costruzione di una cultura dell’emergenza. 

La paura per le conseguenze delle calamità è certamente non desiderabile da ogni cittadino, ma è e rimane un elemento della nostra vita umana, di cui è possibile ridurne il rischio e con la quale occorre imparare a convivere. Conoscendola e studiandola cin insegna ad affrontarla, a gestirla per imparare a sopravvivere, prima e dopo un disastro. naturale. In effetti, prima è necessario capire, imparare e conoscere. Dopo è indispensabile sapere cosa fare e come farlo per evitare conseguenze irreversibili ed irreparabili. Tutto ruota attorno a madre natura, alla quale, prima o dopo, dobbiamo restituire ciò che le abbiamo chiesto in prestito. 

Buona la prima per i Falchi Ugento

buona la prima per i falchi ugento

Ugento è diventata recentemente il fulcro dell’entusiasmo degli appassionati sportivi, grazie al momento d’oro che diverse società e ASD stanno vivendo, un momento al quale partecipano di diritto anche i Falchi Ugento, che battendo in gara 2 il Triggiano, approda alla fase successiva dei playoff per approdare nella serie B di pallavolo.

La partita di ritorno si è svolta ieri presso il Palazzetto dello Sport di Ugento, una struttura moderna e accogliente che si è dimostrata essere una cornice ideale per l’evento. Gli spalti erano gremiti di tifosi entusiasti, pronti a sostenere le proprie squadre e a vivere ogni singolo momento di gioco con intensità.

Il match ha regalato momenti di pura eccitazione, con scambi spettacolari e azioni di grande tecnica. Ogni giocatore ha dato il massimo di sé, dimostrando abilità atletiche e strategie di gioco di altissimo livello. Il pubblico ha potuto ammirare il talento dei giovani atleti, facendo crescere l’entusiasmo e l’emozione di ogni singolo punto di una partita tirata fino al 5° set.

I Falchi se la dovranno vedere ora con la Conad Lecce, squadra già incontrata e battuta nel girone del campionato regolare. Riportiamo l’intervista all’allenatore avversario pubblicata sui social dei nostri prossimi avversari.

RIGUARDA LA PARTITA

La maggioranza di Ugento sconfessa l’assessore Congedi

la maggioranza boccia la proposta dell'assessore congedi_

Continuano le fibrillazioni all’interno della maggioranza di governo a Ugento, questa volta manifestate nella prima commissione permanente dello scorso 11 maggio che ha introdotto il consiglio comunale di oggi.

Questa volta la battaglia politica si è svolta sull’istituzione di una commissione per le pari opportunità, con il consigliere di minoranza Tiziano Esposito che ha presentato una mozione che impegni la maggioranza alla sua istituzione. Un invito preso al volo dall’assessore al ramo Chiara Congedi, invitata alla commissione come firmataria di una proposta di regolamento in tal senso. (Proposta del Consigliere Congedi, ai sensi dell’art. 24 del Regolamento sul funzionamento del C.C., avente ad oggetto l’Istituzione della Commissione Pari Opportunità”)

Una commissione però che ha visto la presentazione di un atto analogo anche da parte di un’altra consigliera di maggioranza, quella Gabriella Soglia che ha poi visto approvata la sua proposta, al contrario invece di quella dell’assessore Chiara Congedi, bocciata nonostante la sua introduzione in commissione:

Interviene l’Assessore Congedi spiegando che la sua proposta trae spunto dall’operato del Comune di Tuglie; la Commissione da lei pensata ricalca i tratti di una Consulta e riferisce di un bando di cui è venuta a conoscenza ad inizio anno. La Commissione de quo sarebbe aperta ad Associazioni, esperti ed amministratori politici.
La presidente Soglia interviene evidenziando che anche la sua proposta prevede la possibilità di far partecipare esperti esterni ma non anche politici.

La Cons. De Nuzzo e Musarò chiedono il motivo di un regolamento parallelo (Reg. Soglia) a quello dell’Assessore Congedi.
Il regolamento Soglia è diverso perchè si apre all’esterno. Differiscono per composizione e funzioni.
Il Cons. Scorrano smentisce quanto affermato dall’Ass. Congedi in merito al requisito specificato all’interno del bando predetto

una parte del verbale di commissione

Ci troviamo quindi ancora una volta di fronte ad una smentita arrivata per voce del capogruppo PD Vincenzo Scorrano, che prende la parola per confutare quanto detto dall’assessore Chiara Congedi a favore di quanto proposto dalla collega Soglia. Ne è una prova l’esito delle votazioni delle proposte, che hanno visto passare la sola n°35, a firma della presidente Gabriella Soglia, che per questo verrà discussa e ratificata dal consiglio comunale che si svolgerà fra poche ore.

Verbale-DIGITALE-I-commissione-11.05.2023

Ancora una volta, dunque, la maggioranza di governo e l’assessore Chiara Congedi si trovano a votare in maniera differente, su un provvedimento che, tra le altre cose, riguarda specificamente le deleghe assegnate all’ex presidente del consiglio comunale di Ugento.

Andrea Salvadore ai saluti. Un fulmine a ciel sereno per Ugento

salvadore saluta ugento calcio

Arriva come un fulmine a ciel sereno il comunicato stampa di Andrea Salvadore, che decide di fare il primo passo nell’interrompere il proficuo rapporto con l’Ugento Calcio, dopo un biennio ricco di soddisfazioni che ha visto la compagine ugentina riuscire addirittura a giocarsi i playoff.

Dopo 2 anni di permanenza nella società A.S.D. Ugento Calcio, piazza nella quale ho raggiunto risultati che sono sotto gli occhi di tutti (e alla quale inevitabilmente rimarrò legato)
COMUNICO UFFICIALMENTE la Scelta di concludere il mio rapporto lavorativo dopo un accurata riflessione.
Auguro pertanto all’attuale dirigenza le migliori soddisfazioni sportive e ringrazio la città e la tifoseria per il supporto e la stima riconosciutami durante la mia permanenza.

Il comunicato del mister

Raggiunto al telefono il mister non ha voluto aggiungere altro oltre quello già riportato nel comunicato, confermando che al momento non ci sono stati contatti con altre squadre.

Ricevi i nuovi articoli via mail, ogni lunedì.

Non inviamo spam! Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.