Ordinanza per la pulizia dei terreni privati

Riproponiamo per intero il testo dell’Ordinanza n. 55 del 31/05/2022 del sindaco del Comune di Ugento

Considerato Che:

-che da verifiche degli organi competenti è emerso che non tutti i proprietari ed i conduttori di fondi confinanti con le strade comunali e vicinali provvedono ad una adeguata manutenzione del verde, delle ripe e dei propri fondi;
-che l’abbandono, l’incuria e la mancanza di un’adeguata manutenzione del verde privato e pubblico da parte dei proprietari, dei conduttori dei fondi e aree site nel territorio comunale, possono causare rischi per la propagazione di incendi, con conseguente grave pregiudizio per l’incolumità pubblica e privata;
-che gli abbruciamenti di stoppie, di residui colturali e selvicolturali, di pascoli nudi, cespugliato alberati, nonché di terreni agricoli temporaneamente improduttivi, sono consentiti solo esclusivamente a seguito di autorizzazione del Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, secondo i termini e modalità stabiliti dalle prescrizioni della Regione Puglia.
Considerato che la presenza di terreni, recintati e non, siti all’interno e all’esterno del centro urbano, ricoperti da una folta vegetazione spontanea, rovi e arbusti, oggetto di deposito di materiale di risulta e di rifiuti eterogenei, possono provocare, seri problemi di igiene, dando luogo alla proliferazione di ratti e di animali nocivi di ogni specie, nonché sono potenziale causa di incendi, con conseguente pregiudizio per l’incolumità pubblica e privata;
Rilevato che la regolare fruizione della viabilità pubblica, può essere ostacolata dalla negligenza dei proprietari e conduttori delle aree incolte e dei frontisti che non eseguono tempestivamente la corretta manutenzione dei terreni di proprietà, provvedendo al taglio delle siepi e dei rami di piante che si protendono oltre il ciglio stradale, creando impedimento, tra l’altro, alla corretta visione della segnaletica stradale;
Accertato che, per quanto riguarda le strade comunali, spesso non vengono osservate le norme sopra richiamate oltre a tutte le altre norme e cautele che disciplinano l’uso e garantiscono la normale circolazione e la sicurezza della viabilità;
Ritenuto necessario mantenere costantemente sotto controllo, sia da parte dei privati che degli enti proprietari o a qualunque titolo responsabili, la pulizia e la cura di aree ricadenti nel territorio comunale;
Atteso che è indispensabile adottare opportuni provvedimenti tesi all’esecuzione di urgenti interventi di pulizia di terreni incolti e di aree degradate, con particolare riferimento a quelle poste in prossimità di civili abitazioni;
ORDINA
Allo scopo di eliminare le cause che possono costituire innesco di incendi, creare situazioni potenzialmente di pericolo per la circolazione stradale, nonché pregiudizio all’igiene pubblica, con conseguente aggravio del pericolo per l’incolumità delle persone:
Ai proprietari, ai conduttori e ai detentori a qualsiasi titolo di terreni appartenenti a qualunque categoria d’uso del suolo, siano di proprietà di Enti pubblici o di privati (soggetti giuridici o persone fisiche), nonché ai responsabili di cantieri edili e stradali, ai responsabili di strutture artigianali e commerciali, con annesse aree pertinenziali private, di procedere agli interventi di pulizia di seguito elencati, che dovranno essere comunque tutti effettuati ciclicamente in modo da garantire la perfetta pulizia e manutenzione dei luoghi, in ogni caso ENTRO E NON OLTRE IL 15°GIUGNO 2022, e successivamente, ogni qualvolta necessario, consistenti in:
1) Sfalcio dell’erba, regolazione delle siepi, taglio di piante, di rami, del fieno, delle sterpaglie e della vegetazione incolta e sfalcio di tutta la vegetazione secca anche in aree coltivate, ricadenti nella proprietà privata e pubblica, ricadenti nel territorio comunale;
2) Regolazione delle siepi, taglio di rami delle alberature e piante e rimozione dello sfalcio, nonché dei rifiuti, nelle aree private e pubbliche site nelle vicinanze di abitazioni, ed in particolare nelle aree private prospicienti o che aggettano su strade ed aree pubbliche o di uso pubblico, a tutela della viabilità e della fruizione delle stesse;
3) Rimozione dello sfalcio e dei tagli, dalle aree di cui ai precedenti punti 1) e 2) e conseguente smaltimento e conferimento (o riciclo) secondo le modalità previste per legge;

Curioso risulta notare come i lavori di manutenzione del verde effettuati per conto del Comune non rispettino l’ordinanza, in particolare il punto 3, con residui di sfalcio e potatura rimasti sui marciapiede e bordi strada.

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180 mila euro per tutelare i boschi comunali di Ugento

Con la Misura 8, Sottomisura 8.3 “Sostegno ad interventi di prevenzione dei danni al patrimonio forestale causati dagli incendi, da calamità naturali ed eventi catastrofici” vengono stanziati 180mila euro per la tutela dei boschi comunali in località fontanelle e Lido Pineta

Visto il verbale di gara del 15.03.2022 risulta che l’appalto dei lavori in argomento è stato
aggiudicato provvisoriamente dalla ditta SPROVIERI Srl, con sede in Corigliano Rossano (CS) per l’importo lavori di €146.452,19 oltre ad € 4.170,00 per oneri di sicurezza non soggetti a ribasso, pari ad un importo complessivo contrattuale di € 150.622,19 oltre IVA, in relazione al ribasso offerto del 29,817% sull’importo di € 208.671,88 posto a base di gara;

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Conoscere per custodire: la vipera comune

La vipera comune nel Parco Naturale Litorale di Ugento.

Finalmente la tutela dell’ambiente è entrata a far parte della Costituzione.

Infatti, è stata approvata la proposta di legge che modifica gli articoli costituzionali 9 e 41, al fine di tutelare l’ambiente, le biodiversità, gli animali e gli ecosistemi.

In uno degli articoli si legge la: “La Repubblica tutela… l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni…”.

Il Parco naturale regionale litorale di Ugento, si rivela dunque un vero e proprio “scrigno” di biodiversità, per la presenza al suo interno di flora e fauna di assoluto pregio.

Per proteggere al meglio questo prezioso tesoro naturalistico, è necessario, dunque, svilupparne consapevolezza.

A partire da questo numero andremo, perciò, alla scoperta di alcune di queste specie, sempre più minacciate a causa della continua distruzione del loro habitat, ma che resistono e trovano condizioni favorevoli all’interno del Parco.

Vipera comune (Vipera aspis hugyi)

Ne è un esempio la vipera comune (Vipera aspis hugyi) che a differenza di quello che può suggerire il nome, comune non lo è affatto.

Nonostante sia relativamente diffusa in Italia, in provincia di Lecce è presente quasi esclusivamente sulla costa orientale, dove risulta essere sporadica ed estremamente localizzata.
All’interno del Parco trova rifugio principalmente sulle dune e negli ambienti retrodunali.

La vipera Comune fa parte della famiglia dei viperidi, ed è l’unica specie velenosa presente nel territorio salentino. È un serpente molto elusivo, che raggiunge dimensioni modeste (gli esemplari maschi non superano i 50 cm di lunghezza e le femmine i 70 cm).

Riconoscibile per il color grigio-marrone, o rossastro, con una striscia scura a zigzag sul dorso che corre lungo tutto il corpo; caratteristica che lo differenzia notevolmente dalle altre specie, innocue, presenti sul nostro territorio.

Nonostante sia velenoso, si tratta di un animale pacifico; può attaccare l’uomo solo se fortemente minacciato, infatti, le rarissime aggressioni registrate sono state spesso ai danni di chi ha cercato di catturarlo, ucciderlo o ha messo incautamente le mani sotto cumuli di pietra senza fare attenzione alla sua presenza.

Tartarughe, inaugurate le nuove sale del Museo di Calimera

Il 28 dicembre scorso presso il Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera, sede del Centro Recupero Tartarughe Marine, si è tenuta l’inaugurazione di due nuove sale, una destinata alla riabilitazione delle tartarughe ed una espositiva contenente riproduzioni in scala 1:1 del ciclo di vita delle tartarughe.


La sala di riabilitazione è già operativa da circa un anno, ma la sua inaugurazione è stata rimandata a causa della pandemia che ha costretto il centro alla chiusura forzata per un lungo periodo, spiega il Direttore del Centro Piero Carlino, ed ha permesso di migliorare qualità e quantità dell’azione nel recupero e nella tutela delle tartarughe marine, specie sempre più minacciata a causa di diversi fattori come ad esempio la pesca accidentale, l’impatto con natanti o l’ingestione di plastica che ormai viene riscontrata in oltre l’80% degli esemplari ospitati.


Durante l’evento sono intervenuti, tra gli altri, il Sindaco di Calimera Gianluca Tommasi, l’europarlamentare On. le Andrea Caroppo e l’assessore regionale con delega all’ambiente Anna Grazia Maraschio e il Direttore del Museo, Antonio Durante, che ha illustrato come l’importante lavoro portato avanti in questi anni abbia permesso al CRTM di diventare un vero e proprio punto di riferimento per le attività di tutela e recupero non solo in Italia, ma in tutto il bacino del Mediterraneo.

Tantissimi sono stati in questi anni gli esemplari di tartaruga marina, principalmente della specie Caretta Caretta, la più comune del mar Mediterraneo, salvati dal Centro di recupero in quasi quarant’anni di attività, grazie anche a prestigiose collaborazioni con Università, organizzazioni ed all’aiuto fondamentale dei volontari come i Seaturtlewatcher, ragazzi e ragazze che con grande impegno affiancano gli operatori del centro durante lo svolgimento delle attività ed in particolare nelle operazioni di monitoraggio della costa salentina.

Biodiversità del Parco Naturale di Ugento

La Biodiversità del Parco Naturale di Ugento è un tema a molti sconosciuto per la molteplicità e qualità di flora e fauna presenti.

Roberto Gennaio di Taviano, Naturalista e divulgatore scientifico, ha pubblicato lo scoso luglio un libro che raccoglie i suoi studi naturalistici di oltrevent’anni, svolti nel parco naturale di Ugento.

Conosco i luoghi da sempre e questo luogo per me è magico tanto che l’ho definito ” la mia Amazzonia” per la varietà incredidibile di biodiversità animale e vegetale presente. 

E’ un territorio particolare rispetto ad altre realtà territoriali del Salento, forse perchè sono presenti una serie di habitat che insieme formano il vasto ecomosaico del parco.

Così Roberto descrive la ricchezza della fauna del parco di Ugento.
Copertina de “Percorso di biodiversità nel parco naturale litorale di Ugento”

“Percorso di biodiversità nel Parco Naturale Litorale di Ugento” di Gennaio Roberto, edito da Edizioni del Grifo, è un viaggio tra scienza e fotografia.

Ha già ricevuto grandi critiche sia per i contenuti che per le centinaia di foto presenti, animali e piante che molti non sapevano che fossero presenti qui da noi o nel territorio del parco.

Vent’anni di studi e ricerche sul territorio che hanno permesso di censire una ricca biodiversità, addirittura scomparsa altrove, e la “scoperta” di nuove piante spontanee ed esclusive del nosro ecosistema. Per esempio la Serapias apulica sub specie uxenntina o la Ophrys japiygica.

Descrive anche diverse specie di uccelli, circa 190 in tutto. Alcune tra esse sono rarissime per il Salento, come per esempio la Cicogna nera, il pellicano, lo storno roseo e molti altri ancora.

Tuttavia quest’opera mette in guardia sul progressivo deturpamento dell’ambiente.

Nel corso del tempo questi habitat sono stati sempre presi di mira da: opere di urbanizzazione, dagli incendi, dall’antropizzazione diffusa e da vari e continui illeciti, che hanno sempre più frammentato e deturpato la naturalità del paesaggio.

Nella trattazione, vengono elencati tutta una serie di driver che continuano a minacciare questi habitat fragili e peculiari, tutelati a livello europeo dalla Direttiva CEE Habitat, e la biodiversità ad essi relegata.

La differenza tra il Parco Naturale di Ugento e altre zone tutelate del Salento sta proprio nella ricchezza
degli habitat presenti, tra cui fondamentale la zona umida caratterizzata dal reticolo dei canali e dei bacini
presenti.

Ma nel corso del tempo questi habitat sono stati sempre presi di mira da opere di urbanizzazione,
dagli incendi, dalla antropizzazione diffusa, e da vari e continui illeciti che hanno sempre più frammentato
e deturpato la naturalità del paesaggio.

Estratto del libro.

Troviamo una rassegna sugli habitat e la relativa vegetazione. Dalla battigia verso gli habitat più maturi dell’entroterra.

Caratteristica vegetazione della macchia mediterranea e piccoli nuclei di boschi di leccio, che costituivano la vegetazione forestale secoli fa questi luoghi e gran parte del Salento.

Roberto presenta, inoltre, degli approfondimenti su habitat particolari, come gli ambienti carsici o le praterie di Posidonia, su specie di flora e di fauna rari o poco conosciuti.

Infine una serie di check list, sulla flora, le farfalle, i rettili, i mammiferi, i pesci, concludono il corposo studio

Riteniamo importante informare e invitare ad una maggiore conoscenza e presa di coscienza dei cittadini di Ugento e dei suoi ragazzi che spesso non conoscono il proprio territorio.

Un territorio martorizzato per una serie di azioni deleteriee e incivili di tutti noi. Un luogo che in molti ci invidiamo, ma che non sappiamo gestire e tutelare.

Leggere la natura per ripensare il nostro essere

La peggiore catastrofe è l’allontanamento dalla natura.

Nel mondo la più grande catastrofe è l’essere umano, che essendosi allontanato dalla natura, ha la pretesa di fare di meglio rispetto al suo modello.

Sono convinto che tutte le cosiddette catastrofi naturali, dalle conseguenze disastrose, siano provocate dagli uomini.

Un essere umano, il cui cervello abbia ancora un po’ di spazio libero e non sia già pieno zeppo di tutte le possibili assurdità che gli vengono inculcate, non può tardare a capirlo.

Coloro i quali, sin dall’infanzia, hanno avuto modo di cogliere la perfezione della natura, ammirano il suo modo di procedere e non penseranno mai di poterlo migliorare.

Ogni tentativo in questa direzione è pura e semplice illusione e ogni “successo” è solo apparente ed effimero.

La cosa più importante è saper leggere la natura. Osservarla e chiedersi: sono ben inserito nel ciclo della natura o sono, proprio io, l’elemento che ne turba l’equilibrio? Ho smarrito la strada?

Ogni singolo individuo, non importa se essere umano, animale o pianta, ha un compito da assolvere. Ognuno deve assumersi la responsabilità delle proprie azioni, in ogni momento, in ogni occasione:

solo in questo modo condurrai un’ esistenza responsabile. Se non lo farai ti renderai colpevole nei confronti della natura.

Queste sono le mie profonde convinzioni e il mio atteggiamento interiore: di tutto ciò che faccio la responsabilità è mia, non nei confronti di una comunità, di una chiesa o di un partito, ma nei confronti della natura, che sia albero, animale o ruscello.

Se adotterai questo atteggiamento, anche tu riceverai dalla natura l’energia di cui hai bisogno per agire nel modo giusto. Riceverai la forza, la convinzione e la gioia di vivere, comprendendo il motivo per cui sei al mondo e abbandonando la paura che a lungo ti e’ stata instillata.

La paura è la causa principale delle catastrofi.

A causa della paura si commettono quasi tutti gli errori e nascono le opinioni più assurde. Ecco la causa del disastro che tutti noi stiamo vivendo. Per paura, l’essere umano non si assume le responsabilità che gli spettano. Per paura vive nella stupidità, nell’avidità, nell’avarizia, nell’odio, nell’invidia e nella gelosia.

Uno contro l’altro invece che uno con l’altro.

L’essere umano si è allontanato profondamente dalla natura, diventando il più grande parassita del nostro pianeta. Questo atteggiamento danneggia soprattutto sé stesso: non prova più gioia nel vivere perché non riesce a percepire il naturale scorrere delle cose. Non riesce più a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato.

L’uomo è nemico di sé stesso.

L’irresponsabilità dell’essere umano rispetto ai rischi trova un esempio in Giappone. Qui, i reattori nucleari erano stati progettati per resistere terremoti di magnitudo 8,25 della scala Richter. Nel marzo del 2011, tuttavia, si è verificato un terremoto di magnitudo 9. Diversi reattori sono esplosi rilasciando radioattività nell’ambiente circostante.

Fukushima, radiazioni record in uno dei reattori nucleari danneggiati nel 2011.

Questo ci dimostra che gli uomini fanno ciò che dettano i loro pensieri e le loro teorie, ma nella natura rimangono tante cose che nessuno può immaginare, perché la natura non conosce confini.

Qualunque controllo si pensi di avere su di essa è un illusione.

Osservare i processi della natura non è difficile.

Se ti liberi dal comportamento negativo, il tuo sguardo si apre e la natura ti suggerisce tutto ciò di cui hai bisogno: saranno i tuoi sensi a dirti ciò che è giusto e sbagliato.

Impari a comunicare con l’ambiente in cui vivi e con gli esseri viventi che ti circondano.

Lo impari dalle piccole cose, nel tuo giardino, con i tuoi animali o nella tua fattoria, e poi lo ritrovi nelle grandi, nella tua comunità, nel tuo quartiere oppure dall’aeroplano quando sorvoli l’intero paese.

Ecco che si apre il libro della natura.

Appena te ne renderai conto avrai il compito di impegnarti a favore di ciò che hai riconosciuto come giusto e dovrai segnalare gli errori, impedire che se ne commettano o far sì che vi si ponga rimedio.

Dovrai e potrai integrarti nella perfezione della natura.

A questo scopo dovrai essere disposto a liberarti di tutti i comportamenti scorretti, fossilizzati, da superare, e di tutti i pensieri negativi. Dovrai smaltire i rifiuti che hai nella testa per creare nuovo spazio per l’osservazione e la percezione della natura.

Solo allora capirai che alluvioni, siccità, carestie, epidemie, desertificazioni e incendi devastanti non sono catastrofi naturali, ma logiche conseguenze di comportamenti umani sbagliati nel corso di generazioni.

Liberate 60 tartarughe a largo di Torre San Giovanni

Salgono a sessanta le tartarughe nate da un nido trovato a Pescoluse. Merito dei volontari dell’associazione SEATURTLE Watcher in collaborazione con dei tirocinanti dell’Università del Salento.

Lavoro minuzioso e paziente il loro, scaturito da un’operazione durata 80 giorni. È, infatti, di quasi tre mesi fa il ritrovamento di un nido a Posto vecchio, Salve. Monitorate e tenute sotto controllo hanno fatto finalmente capolino lo scorso 26 ottobre e tutta l’operazione è durata ben 72 ore sino all’emersione dell’ultima tartaruga. Necessario l’intervento dei volontari che, consci delle possibili difficoltà delle neonate di raggiungere la libertà, hanno supervisionato l’evento per poterle aiutare nel caso fosse andato storto qualcosa e per massimizzare l’immersione di più tartarughe possibili.

Profondi conoscitori degli ambienti marini e in particolare delle testuggini, il centro di recupero Tartarughe Marine del Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera, rappresenta ad oggi una realtà di riferimento per lo studio, la conservazione, ed il monitoraggio delle tartarughe marine dei mari Salentini.

La decisione presa è stata quella di liberare le piccole al largo, poiché le condizioni meteo non risultavano ottimali per una schiusa naturale. La buona riuscita è stata coadiuvata dalla Lega navale di Torre San Giovanni, fornitrice di un gommone che ha permesso ai volontari di raggiungere un luogo consono alla liberazione.

Senza esitazione alcuna le piccole tartarughine hanno preso il largo in cerca della loro strada.

Oltre alla buona notizia bisogna segnalare la presenza di altre uova, l’ultimo nido in attesa, nella zona di Torre San Giovanni. Embrioni vitali ma forse un po’ pigri, dato che ancora non vogliono saperne di schiudersi, ma si sa, le tartarughe sono animali longevi e la sanno lunga su come si passa il tempo.

Eventi come questi sono tutt’altro che rari sulle nostre spiagge e sono importantissimi per la fauna mediterranea.

La tartaruga marina comune è la specie maggiormente presente nella nostra zona ma può capitare che qualche altra faccia un giro in queste acque miti. Da considerarsi il fatto che tutte e sette le specie esistenti nel mondo sono considerate a rischio estinzione, minacciate dalla cattura accidentale e dalla distruzione dei siti riproduttivi.

Per questo motivo il lavoro di questi volontari è lodevole e prezioso allo stesso tempo.

https://youtu.be/tV0VoorbQ-I

Il centro di recupero Tartarughe Marine del Museo di Storia Naturale del Salento di Calimera è raggiungibile su Facebook cliccando sul seguente link: https://www.facebook.com/centrorecuperotartarughemarine.

L’equilibrio marino è a rischio a causa della mano dell’uomo, tuttavia è magnifico sapere che esistono giovani che hanno a cuore il futuro del mondo e di tutti i suoi abitanti, nessuno escluso.

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