Tutta la storia del museo di Ugento

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Una foto del museo dopo i diversi lavori di ristrutturazione

Il Museo Civico Di Archeologia e Paleontologia ha sede all’interno dell’antico Convento dei Francescani di S. Maria della Pietà, nel centro storico di Ugento.
La struttura venne fatta edificare nel 1430 per volere di Raimondello Orsini del Balzo, Conte di Ugento e fu per lungo tempo luogo di rifugio e preghiera per i Frati Minori Osservanti.
Nel 1866, all’indomani dell’Unità d’Italia e in virtù della legge sulla soppressione delle congregazioni religiose, il monastero viene devoluto al Demanio dello Stato. Nello stesso anno il Comune di Ugento richiede alla Regia Prefettura la concessione dei locali dell’ ex convento da destinare a nuova sede della Caserma dei Reali Carabinieri.
In seguito i locali del cinquecentesco complesso monumentale si trasformano in aule scolastiche e uffici della nuova sede Municipale.
La destinazione d’uso cambia di nuovo nel 1968, anno in cui viene istituito il Museo civico di Archeologia e Paleontologia intitolato a Salvatore Zecca, colui che più di tutti volle la realizzazione del museo. Fu lui a rinvenire fortuitamente la statua dello “Zeus stilita” (a Ugento nel 1961 lungo via Fabio Pittore) e a battersi per il riconoscimento ufficiale dell’opera che in seguito sarebbe stata l’icona del nostro paese.
Fino ad arrivare agli anni 2000, quando direttore del Museo a gestione comunale era Walter Zecca, figlio di Salvatore.

Questo fino a febbraio 2011, quando il comune pubblica un bando di gara del valore di 80mila euro e mette al bando il nome di Salvatore Zecca, che da questo momento in poi non apparirà più in nessun riferimento del museo. La gara riguarda l’intera gestione del patrimonio archeologico e storico-culturale del Comune di Ugento: Il nuovo museo di archeologia, il museo Colosso, il complesso monumentale della Cripta del Crocefisso e della Chiesa della madonna di Costantinopoli con annessa area archeologica, il Castello, Palazzo Rovito (bibliomediateca, archivio storico e biblioteca).

Per aggiudicarsi la gestione del patrimonio archeologico, il bando prevedeva che i privati versassero al Comune 10mila euro (più iva) l’anno, per quattro anni. La convenzione fu definita come rinnovabile e poteva durare in tutto otto anni. Il Comune stimò introiti per tre milioni di euro (precisamente 2.960mila euro). Parliamo dunque di un canone di 80mila Euro a fronte di un fatturato previsto di 3 milioni di euro

L’unica ditta a partecipare al bando è lo “Studio di consulenza archeologica” di Paolo Schiavano, a sua volta editore del giornale locale “Lo Scirocco”, da anni vicino agli ambienti del vicesindaco Massimo Lecci.

Sulla gestione del patrimonio archeologico, sono anche state svolte delle indagini da parte della magistratura, a seguito della denuncia proprio dell’ex direttore del museo Walter Zecca. Sull’ultimo bando, si aggiungono poi altri due esposti alla magistratura.

Uno è a firma del comitato “Io Conto”, che tra le tante anomalie riscontrate, si chiede anche a che cosa si riferisca la clausola di risoluzione del contratto, che recita: “Il mancato rispetto dell’indicazione dell’Amministrazione di sostituire personale ritenuto idoneo”. Cioè l’Amministrazione si riserva il diritto di decidere chi dovrà lavorare con la ditta vincitrice del bando, senza che il personale scelto dal Comune passi da graduatorie pubbliche di merito. ‘Io conto’ sottolineava anche, tra le tante stranezze, la perfetta corrispondenza tra i requisiti richiesti dal bando e le attività svolte in sette anni dalle persone che hanno presentato l’unica proposta.

Le attività a cui si riferiva il comitato erano anche quelle di restauro di alcuni beni storici del nostro comune, tra cui il lavori di restauro della cripta del crocefisso, che innescarono una serie di polemiche e denunce che portavano a conoscenza lo stato dei luoghi, a loro dire, peggiorativi rispetto a prima dei lavori.

Furono molti i tecnici a pronunciarsi sul problema dovuto all’umido naturale presente nella cripta che rendeva i suoi affreschi particolarmente brillanti, perchè sempre coperti da una leggera patina d’acqua. Patina che scomparì una volta aperto il passaggio dell’aria ostruito da secoli.

Il secondo esposto alla magistratura invece riguardò la composizione della Commissione giudicatrice: secondo il titolare della ditta Archeo Laboratorio Beni culturali, con sede ad Ugento, i componenti della commissione erano incompatibili a giudicare l’unica proposta presentata a causa delle pregresse attività di collaborazione tra giudicanti e giudicati.

Nonostante tutto questo l’amministrazione di Ugento tira avanti e conferma la concessione dei beni alla società “Studio di consulenza archeologica” che da questo momento in poi disporrà di tutto il patrimonio storico e culturale ugentino fino ad oggi, nonostante la scadenza della concessione rinnovata nel 2015, poi prorogata nel 2019.

Un lasso di tempo in cui altre polemiche si sono abbattute sulla gestione, riguardanti il pagamento delle utenze (di competenza del gestore ma di fatto pagate dal comune) e del canone di locazione che a dire dell’opposizione cittadina non sarebbe mai stato corrisposto al Comune di Ugento. Un fatto ricordato anche da Valeria Carlucci al momento delle sue dimissioni nella passata consigliatura.

Effettivamente abbiamo potuto verificare come:

  • con determina n. 1492 del 26/10/2012 il responsabile del Settore Lavori pubblici e manutenzione del Comune di Ugento ha provveduto alla liquidazione di euro 311,60 euro  a favore della Ditta Kone Spa quale servizio di manutenzione ordinaria dell’ascensore installato presso il Museo Civico di Ugento;
  • con determina n. 1502 del 29/10/2012 il responsabile del Settore Lavori pubblici e manutenzione del Comune di Ugento ha provveduto ad impegnare per gli anni 2012, 2013 e 2014 la somma € 2.492,80 € 2.492,80 € 2.492,80€ 2.492,80 IVA compresa, necessaria al pagamento delle competenze relative al contratto di manutenzione dell’ascensore installato presso il suddetto Museo per il periodo 01.11.2012 al 31.10.2014 (in piena vigenza della concessione tra il Comune e lo Studio di Consulenza Archeologica, che prevede che la manutenzione ordinaria debba spettare al concessionario ex art. 5);
  • con determina n. 841 del 5/7/2013 il Responsabile del Settore Urbanistica e Assetto del territorio del Comune di Ugento ha proceduto a liquidare le fatture presentate dalla Società Enel Servizio Elettrico per il periodo
    marzo e aprile 2013 ricomprendendo, tra l’altro, anche quelle relative al Nuovo Museo Archeologico di Ugento sito in via Roma di Ugento per un importo complessivo di € 980,61 € 980,61€ 980,61 € 980,61 sull’intervento 1050103 CAP. 690 art. 2 “Musei e biblioteche”, del bilancio 2013 in corso di formazione, impegno n° 303/2013 assunto
  • con determina n° 314 del 13.03.2013; con determina n. 1186 del 10/9/2013  il Responsabile del Settore lavori pubblici e manutenzione del Comune di Ugento ha proceduto a liquidare le fatture presentate dalla Società Enel Servizio Elettrico per il periodo giugno e luglio 2013 ricomprendendo, tra l’altro, anche quelle relative al Nuovo Museo Archeologico di Ugento sito in via Roma di Ugento per un importo complessivo di € 3 .107,54 sull’intervento 1050103 CAP. 690 art. 2 “Musei e biblioteche”, del bilancio 2013 in corso di formazione, impegno n° 303/2013 assunto con determina n° 314 del 13.03.2013.

10 anni in cui il sistema museale di Ugento non ha certo brillato: una gestione zoppicante, molte volte improvvisata con personale scarso e con una formazione non idonea, come denunciato da alcune recensioni che si possono trovare sul web.

Sarà forse per questo che il Comune di Ugento il 20 giugno 2019 pubblica l’avviso di manifestazione d’interesse per la gestione del patrimonio museale,  smentendo tutto quello certificato nel precedente bando di gestione con un piano finanziario rivisto che prevede ricavi per 109mila euro l’anno (872mila in 8 anni) a fronte di 106 mila euro di spese annue, previste e normate nel dettaglio nel lungo capitolato d’appalto.

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PIANO_ECONOMICO-FINANZIARIO

CAPITOLATO

Si presentano in 2: oltre il precedente gestore presenta un’offerta la Orione s.r.l. di Maglie, azienda del ramo che ha già in gestione altri musei in provincia. Si insedia per questo una commissione giudicante composta da quattro persone, 3 esperti più un dirigente comunale in qualità di segretario verbalizzante:

  • Prof. Ludovico Solima – Professore Associato confermato in Economia e Gestione delle Imprese
    presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Titolare della cattedra di “Management
    delle imprese culturali” presso il Dipartimento di Economia – Università della Campania “Luigi
    Vanvitelli” (Corsi di laurea magistrale) e Docente di “Turismo e beni culturali” presso il
    Dipartimento di Economia – Università della Campania “Luigi Vanvitelli” (Corso di laurea
    triennale). – in qualità di Presidente
  • Dott. Francesco Palumbo – Direttore di Toscana Promozione Turistica, Esperto designato dalla
    Conferenza Stato-Regioni nel Gruppo di lavoro previsto dall’Accordo per lo sviluppo degli
    strumenti e delle infrastrutture digitali per il turismo in Italia – in qualità di Commissario
  • Arch. Vincenzo Corrado – Funzionario Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
    le provincie di Brindisi, Lecce e Taranto – in qualità di Commissario 
  • Dott. Alessandro TRESCA – Responsabile del Settore Affari generali ed istituzionali – in qualità
    di Segretario verbalizzante

La commissione così composta aggiudica la gestione alla società “studio di consulenza archeologica” con un punteggio di 84.8 rispetto ai 76 della Orione s.r.l., che aveva comunque presentato l’offerta economica più vantaggiosa.

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A questo punto arriva il covid e la descrizione dei fatti certi si interrompe ed entriamo nel campo delle ipotesi e dichiarazioni delle parti tirate in causa.

Sappiamo solo che il museo chiude dopo le imposizioni ministeriali del primo lockdown per poi non riaprire più.

La posizione ufficiale dell’amministrazione blu è quella espressa prima in una determina del 22 ottobre 2021 e poi nel comunicato stampa del 21 dicembre 2021.

In pratica l’amministrazione di Ugento giustifica il proprio operato spiegando come la responsabilità della chiusura prolungato del museo sia da attribuire all’aggiudicatario, reo di non aver finalizzato l’accordo stipulato in seguito al bando d’assegnazione. Gli uffici avrebbero atteso mesi e dopo innumerevoli richiami si è arrivati alla decisione della revoca dell’aggiudicazione, con la conseguente riassegnazione alla seconda classificata, la Orione srl.

A questo punto non resta che aspettare l’evento che potrebbe mettere un punto fermo in questa storia. Il prossimo 16 febbraio il TAR di Lecce dovrebbe pronunciarsi definitivamente in merito.

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Tar e museo: l’amministrazione vince il primo tempo

E’ arrivato ieri il comunicato stampa dell’amministrazione comunale di Ugento, che commenta il primo pronunciamento del Tar di Lecce che si doveva pronunciare sulla lunga querelle tra il Comune di Ugento e il gestore del museo di Ugento.

Come sottolineato nel comunicato, il Tar accoglie le indicazioni fornite dall’avvocato Marco Lancieri, rinviando la decisione definitiva al prossimo 16 febbraio

Nello specifico l’amministrazione spiega tecnicamente come la situazione sia figlia di una illegittima pretesa da parte del concessionario del museo di Ugento, motivo per cui sarebbe legittima la revoca della concessione, passata poi alla seconda classificata Orione srl, come già spiegato nei precedenti articoli.

L’amministrazione comunale vince dunque il primo tempo, anche se non tutti i giochi sono fatti: il 16 febbraio il Tar potrebbe anche ribaltare la situazione, concedendo la sospensiva al gestore e congelando, di fatto, per altri lunghi mesi i beni del sistema museale di Ugento.

IL COMUNICATO STAMPA DELL’AMMINISTRAZIONE

E’ legittima la revoca, disposta dal Comune di Ugento, dell’aggiudicazione della concessione per la gestione dei beni museali allo Studio di Consulenza Archeologica, ex concessionario uscente.
Con Ordinanza n. 716 del 20 dicembre scorso, il TAR di Lecce ha messo un importante punto sulla vicenda, respingendo il ricorso con cui l’ex concessionario aveva impugnato la revoca della propria aggiudicazione, dopo che si era rifiutato di stipulare il nuovo contratto se non si fosse preventivamente proceduto ad una sua rinegoziazione.
Ad avviso della società, il presunto ritardo del Comune nel provvedere alla stipula e l’esigenza di disporre un apposito piano di misure anti covid per la fruizione del sistema museale avrebbero stravolto a un punto tale l’originario piano economico finanzario da imporre un suo riequilibrio a favore dell’aggiudicatario prima della stipula.
La società in questione eccepiva, altresì, che la pretesa del Comune di imporre comunque la firma del contratto alle originarie condizioni, denotasse un comportamento scorretto e in mala fede dell’amministrazione.
Il Comune, difeso in giudizio dall’avv. Marco Lancieri, ha invece sostenuto che non vi fosse alcuno stravolgimento delle condizioni di gara, che anzi il ritardo aveva preservato gli interessi dell’aggiudicatario, dal momento che per lungo tempo i beni culturali sono rimasti chiusi al pubblico per i provvedimenti del Governo sull’emergenza sanitaria, e che nel frattempo, con la sola eccezione del Museo Colosso, tutti gli altri beni museali erano ormai fruibili.
In ogni caso, ove pure si fosse reso necessario il riequilibrio, ciò si sarebbe potuto fare solo in corso di contratto e non prima ancora che lo stesso fosse firmato dalla società.
In accoglimento delle tesi del Comune, Il TAR Lecce ha ritenuto, in particolare, che il meccanismo di revisione del piano economico-finanziario, per come previsto dall’art. 165, comma 6, del D. Lgs. n. 50/2016, presuppone l’intervenuta costituzione del rapporto concessorio, sicché detta norma disciplina eventi che si verificano nel corso del predetto rapporto e non prima del suo inizio, come invece sostenuto dalla ricorrente.
Inoltre, il TAR ha rilevato che la temporanea indisponibilità di alcuni degli immobili oggetto di concessione era già nota alla ricorrente al tempo in cui essa ha formulato la propria offerta e che quindi rispetto a tale momento l’attuale situazione è per giunta migliorativa, atteso che tutti i beni sono ora disponibili tranne il museo Colosso.
Il TAR ha quindi giudicato pienamente legittima la revoca dell’aggiudicazione, ritenendo immotivato il rifiuto alla stipula opposto dalla Società.
L’udienza conclusiva si terrà il 16 febbraio del prossimo anno.

Al via lo studio di fattibilità per la ristrutturazione della chiesa del Casale

Si avvia l’iter che potrebbe portare al restauro e la valorizzazione delle chiese di S.Maria del Casale e S.Lorenzo.

Con delibera n°336 del 14.12.2018, la Giunta Comunale ha approvato uno schema di convenzione da perfezionare con il signor Adolfo Colosso, proprietario della Chiesa dedicata a “Santa Maria del Casale; prteecdentemente con delibera n°94 del 12 aprile 2017, la Giunta Comunale aveva approvato uno schema di convenzione con la parrocchia “Maria SS. Assunta in Cielo”;

Per questo è volontà dell’Amministrazione dare seguito alle attività di recupero, restauro e valorizzazione dei beni in argomento e al fine di avviare l’iter di attuazione dell’intervento in questione, è necessario dare seguito preliminarmente all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura dei lavori in argomento;

Vista l’impossibilità oggettiva di espletare i suddetti servizi tecnici utilizzando le risorse umane disponibili all’interno dell’Ente, per il notevole carico di lavoro che grava su di esse dovuto alla predisposizione di numerosi bandi di gara per l’appalto di ulteriori opere pubbliche compresa l’istruttoria di tutte le altre procedure attualmente in corso di esecuzione e VISTO che per l’intervento in oggetto le competenze tecniche sono state stimate in € 3.000,00, compresi oneri previdenziali ed IVA;

Per questo è stata inviata ad un professionista la richiesta di offerta da esprimere su un importo a base d’asta di in € 3.000,00, compresi oneri previdenziali ed IVA per l’incarico di redazione di uno studio di fattibilità volto al RECUPERO, RESTAURO E VALORIZZAZIONE DELLA CHIESA DEDICATA A “SANTA MARIA DEL CASALE”;

VISTA l’offerta economica pervenuta tramite PEC, con cui l’Arch. Gianfranco PREITE si rendeva disponibile ad eseguire per l’importo complessivo di € 3.000,00 oneri compresi, sia lo studio di fattibilità della chiesa “Santa Maria del Casale” sia lo studio di fattibilità della chiesa dedicata a “San Lorenzo”, volti al recupero, restauro e valorizzazione dei beni in argomento;

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si specifica poi che:

L’iniziativa rientra tra gli interventi in materia di turismo finanziabili con i proventi dell’imposta di soggiorno, ai sensi del comma 1, lettera c, dell’art. 9 del Regolamento per l’applicazione dell’Imposta di Soggiorno, che prevede: 1. Il gettito dell’imposta è destinato a finanziare i seguenti interventi in materia di turismo: … c. interventi di manutenzione e recupero dei beni culturali, paesaggistici, ambientali e portuali ricadenti nel territorio comunale rilevanti per l’attrazione turistica, ai fini di garantire una migliore ed adeguata fruizione …;

Ricorso al tar: il museo di Ugento resta chiuso

Nonostante gli annunci dell’amministrazione cittadina, non sembra chiudersi la questione legata all’appalto di gestione del sistema museale di Ugento. Dopo la revoca infatti arriva il ricorso al tar del precedente gestore Paolo Schiavano.

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Come si legge nella delibera 267 del 26/11/2021 il comune di Ugento ha dato mandato per tutelarsi nel procedimento che lo vede contrapposto al vecchio gestore, nello specifico:

DI AUTORIZZARE, pertanto, il Comune di Ugento a resistere in giudizio in relazione al ricorso promosso innanzi al Tar Puglia – sez. Lecce dallo …OMISSIS… per l’annullamento, previa sospensione cautelare, della “determinazione del responsabile del I Settore – Affari generali e istituzionali n. 838 del 22.10.2021 notificata il 25.10.2021 ad oggetto “Procedura ristretta affidamento in concessione gestione dei beni museali e culturali consistenti nel Museo di Archeologia, Museo Colosso, Complesso monumentale, Cripta del Crocefisso e Chiesa della Madonna di Costantinopoli con annessa area archeologica, Castello, Palazzo Rovito (community library), Chiesa Santa Filomena. Importo di gara € 981.000,00. CIG 80666076AD. Revoca aggiudicazione e conseguente scorrimento della graduatoria”; b) dell’ordinanza del Responsabile del settore gestione del patrimonio del Comune di Ugento n. 112/2021 del 15.11.2021 ad oggetto “Ordinanza di sgombero beni culturali e museali per occupazione abusiva”; c) di tutti gli atti connessi, presupposti e conseguenti, compresa la nota prot. 24984 del 24.9.2021 a firma del Responsabile Affari Generali e Istituzionali, nonché: a) per la declaratoria di inefficacia dell’ordinanza n. 112/2021 del 15.121.2021 del responsabile del settore gestione del patrimonio in assenza di rituale notifica alla società destinataria; b) per il riconoscimento del risarcimento del danno ingiusto subito dalla ricorrente in ragione della illegittimità della revoca e, in generale, del comportamento tenuto dal Comune di Ugento nella complessiva vicenda”;

La vicenda verte su due distinte questioni:

  • la revoca dell’aggiudicazione dell’appalto
  • l’ordinanza di restituzione delle chiavi di tutti gli immobili precedentemente assegnati alla società guidata da Paolo Schiavano.

Mentre la prima potrebbe avere tempi lunghi, la seconda questione è quella che dovrebbe chiarirsi prima, in quanto natura di una procedura d’urgenza.

Per quanto riguarda il merito delle questioni rimane ancora un’aura d’incertezza su tutto il procedimento, con la concreta possibilità di vedere il comune di Ugento soccombente rispetto alle dimostranze del gestore uscente, innescando per questo un procedimento risarcitorio nei suoi confronti.

Il nodo centrale rimane sempre il capitolato d’appalto, che ha visto arrivare seconda la società Orione srl, a cui poi è stato affidato il servizio con uno dei primi atti ufficiali della nuova amministrazione. Un fatto che potrebbe innescare una lunga serie di ricorsi e contro ricorsi che causeranno l’inevitabile allungamento dei tempi, con il perdurare di una situazione di disagio per i cittadini e i numerosi turisti che scelgono di visitare Ugento e che in molti iniziano a sospettare fosse voluta sin dall’inizio.

L’Unica cosa certa per ora, infatti, è che il sistema museale continuerà a rimanere chiuso fino alla fine dell’intera querelle amministrativa in atto. 

Opposizione all’attacco: “Il parco archeologico è sempre chiuso”

Prime schermaglie di parte dell’opposizione di Ugento, quella guidata da Giulio Lisi, che oggi ha pubblicato sulla propria pagina Facebook un duro attacco nei confronti dell’amministrazione comunale.

Il post verte sull’apertura del “Parco archeologico delle mura messapiche”, un’opera lodata dall’amministrazione anche in campagna elettorale che però, a dire della lista “Uniti verso il Futuro”, è sempre chiusa.

Un triste destino riservato a diverse opere del comune di Ugento, non ultimo il campo di padel, di cui avevamo già parlato in un precedente articolo.

Ecco il testo del post:

Oggi vi parliamo di un altro importante investimento realizzato nel nostro amato territorio ma anche questo categoricamente CHIUSO.

IL PARCO ARCHEOLOGICO DELLE MURA MESSAPICHE.

Sono giorni che scrupolosamente monitoriamo il parco per vedere effettivamente se il parco viene reso fruibile al pubblico o meno.

Ovviamente la risposta è troppo semplice da intuire. Oltre a non essere MAI stato aperto, qualcuno ha pensato benissimamente di ricordare ai passanti, al vicinato ed ai cittadini tutti che l’intera area è una ZONA PRIVATA!

Come per dire ” non mi assillate, qui è casa mia e faccio quello che voglio”.

AVETE CAPITO BENE CARI CITTADINI.

Giustamente, perché in sede contrattuale quando ad un privato si chiedono delle condizioni ed in cambio recuperi l’intera area queste devono essere rispettate non solo sulla carta, ma soprattutto all’atto pratico. Qualcuno ha mai controllato?

Che senso ha sottoscrivere una convenzione nel 2021 (dopo anni di chiusura) per la gestione del parco, affrettarsi prima delle elezioni comunali di installare la segnaletica stradale, promuovere l’apertura del parco con tanto di orari invernali ed estivi (sempre in campagna elettorale) e poi…

PROPRIETÀ PRIVATA!!!

La convenzione recita che gli orari di apertura sono:

Inverno

dalle 10.30 alle 18.00

Estate

dalle 10.30 alle 13.00 e dalle 18.30 alle 20.30

e non parla di PRENOTARE l’ingresso, è un parco e non un museo ( ah già ancora chiuso).

Chiederemo spiegazioni a tal proposito. Una cosa è certa, i recuperi delle aree private, parco e castello in primis, sono ammissibili con una condizione essenziale richiesta dagli uffici preposti (ministero e/o regione Puglia).

FRUIZIONE PUBBLICA !!!

SOLDI PUBBLICI = FRUIZIONE PUBBLICA

per chi ancora non lo avesse compreso!

Nel frattempo ci auguriamo che al suo interno gli accessori e i beni presenti siano ancora in buono stato.

Condividiamo cittadini affinché questi tesori possono diventare realmente fruibili. Insieme possiamo cambiare le cose.

Bray risponde a Pagliaro sullo Zeus di Ugento

Dopo aver scritto dell’interrogazione del consigliere regionale del Movimento regione Salento Paolo Pagliaro, pubblichiamo oggi la risposta dell’assessore regionale Massimo Bray.

“Siamo di fronte a quello che è un capolavoro assoluto dell’arte magnogreca tardoarcaica, e anche noto per essere uno dei rarissimo originali bronzei a fusione a cera persa.

La Regione  non ha competenza in merito alla richiesta avanzata da Pagliaro, perché il prestito può derivare da una scelta del Museo MarTa di Taranto, e la responsabilità attiene non solo la direzione del museo, ma in ultima analisi al Ministero della Cultura.

Quello che ho provato a riportare  sono le tendenze e i motivi per cui normalmente il Ministero concede, o non concede, il prestito di un’opera d’arte così rara. Proprio sullo Zeus sono stati fatti molti studi che evidenziano la delicatezza dell’opera e, probabilmente, anche i limiti che il Ministero, attraverso la direzione del MarTa, ha voluto richiamare.

Però, io credo che, se da una parte c’è la scelta del Museo, dall’altra c’è la giusta e corretta richiesta di una comunità che vuole una sua identità con un bene che le appartiene e che lo vorrebbe collocato proprio ad Ugento.

Anche per altri motivi stiamo portando avanti un rapporto da una parte costruttivo, con il Ministero, con quelli che sono, ad esempio, tutti i musei che fanno capo al Ministero, per cercare di creare un clima, una sintesi del lavoro che dobbiamo fare, valutando anche di volta in volta quelle che possono essere delle forme che facilitino la valorizzazione di un bene da parte di una comunità e di un territorio”.

Una risposta che non chiude la porta ad un ritorno dello Zeus ad Ugento, ma che sottolinea come l’argomento non sia di competenza politica, ricordando come simili proposte si debbano discutere in altre sedi.

La domanda principale da porsi, a mio modo di vedere, è questa:

Dove è più valorizzato lo Zeus di Ugento? Al MarTa che è un Museo di livello Europeo con decine di migliaia di visite all’anno, o a Ugento (dove attualmente il museo è chiuso e non è dato sapere quando potrà essere di nuovo fruibile?

E’ questa una domanda che il consigliere Pagliaro dovrebbe porsi.

Dopo 10 anni di polemiche, il museo di Ugento cambia gestione

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Con determina del responsabile degli affari generali, stamani, è stato ufficializzato il cambio di gestione dell’intero sistema museale di Ugento. Il nuovo gestore sarà la società Orione srl con sede a Maglie.

RITENUTO di dover obbligatoriamente attribuire a tale ripetuto silenzio serbato dall’aggiudicatario un valore giuridico e in tale prospettiva lo stesso non può che essere interpretato alla stregua dei “comportamenti scorretti dell’aggiudicatario che si sono manifestati successivamente all’aggiudicazione definitiva” e che giustificano l’adozione di un provvedimento di revoca in suo danno. Ciò anche in considerazione di quanto disposto dall’art. 32, comma 8, d.lgs. 50/2016 che, allo scopo di tutelare l’interesse pubblico (che in tale prospettiva viene richiamato nell’avviso di avvio del procedimento) alla sottoscrizione del contratto, impedendo comportamenti non corretti e dilatori dell’aggiudicatario, prevede l’obbligo per lo stesso che, decorso il termine entro il quale deve essere sottoscritto il contratto, voglia liberarsi del vincolo assunto con la presentazione dell’offerta, di manifestare tale volontà con la notifica di un apposito atto e, quindi, in maniera espressa ed inequivocabile

DI REVOCARE l’aggiudicazione dei servizi relativi alla gestione dei beni culturali e museali dell’Ente disposta con determinazione n. 470 de1 29/07/2020 in favore del concorrente Studio di Consulenza Archeologica, con sede in Ugento alla via Piave n. 21 – P. Iva 03974430757 e la conseguente determinazione n. 472 del 29.07.2020 avente ad oggetto l’affidamento in via d’urgenza del servizio per l’esecuzione anticipata del contratto sotto riserva di legge;

Un cambiamento che arriva alla fine di un periodo tormentato dalle polemiche, non ultime quelle scoppiate nella recente campagna elettorale. Un provvedimento che non cancella le colpe della precedente amministrazione, che tanto fece per permettere la riassegnazione dei beni alla società “STUDIO DI CONSULENZA ARCHEOLOGICA” di Paolo Schiavano.

Ma l’attuale amministrazione ha ancora uno spinoso tema da affrontare per poter chiudere la partita: in questi 10 anni, infatti, la società aggiudicatrice non ha versato un solo euro nelle casse del comune, nè tantomeno ha provveduto al pagamento delle utenze degli immobili gestiti, con un danno erariale che potrebbe ammontare ad oltre mezzo milione di Euro. Chi pagherà ora questa somma?

Sarebbe anche interessante sapere in base a quale criteri la precedente Amministrazione stilò il bando di concessione e come è potuto succedere che a vincerlo sia stata una società che vanta debiti con il comune e che, a dire della società Orione, non disponeva neanche del codice ateco adatto a parteciparvi.

Un nome, quello di Paolo Schiavano, che rimane comunque legato alla bruttissima vicenda legata a Don Stefano Rocca, prete coraggio diffamato da una vergognosa pubblicità apparsa su “Lo Scirocco”, testata di proprietà dello stesso Schiavano, con direttore responsabile la sorella Chiara, che ricordiamo essere l’attuale direttore responsabile della testata comunale “Ausentum”, lo stesso Ausentum pervenuto in tutte le case degli ugentini ad un mese dalle elezioni per pubblicizzare tutte le opere e i risultati della precedente amministrazione. Collaboratrice di quella testata era anche l’attuale assessore ai beni culturali Chiara Congedi.

Una campagna stampa che ebbe come conseguenza l’apertura di un procedimento giudiziario nei confronti di don Stefano Rocca, finito con l’archiviazione. Ma la conseguenza più importante fu l’allontanamento di Don Stefano da Ugento, in un momento molto particolare della storia del nostro paese, colpito da poco dall’uccisione di Peppino Basile. Solo pochi mesi dopo si sarebbero svolte le elezioni che videro vincere Massimo Lecci.

Furono tanti ad identificare in quella vicenda i veri meriti che hanno poi portato Schiavano alla gestione del Sistema Museale di Ugento, risultata poi fallimentare, se si considera che la previsione iniziale era quella di staccare circa 35mila ticket d’ingresso all’anno: un dato che è risultato essere, nella realtà dei fatti, una chimera.

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