tentano di dare fuoco ad escavatore, indagini in corso

Momenti di paura nella notte ad Alliste, nel Basso Salento, dove intorno alle 00.30 un incendio di probabile natura dolosa ha interessato un escavatore cingolato parcheggiato in via 18 Novembre.

Le fiamme hanno avvolto rapidamente il mezzo, danneggiando in maniera significativa la cabina interna. L’escavatore appartiene a una ditta di Ugento attualmente impegnata in lavori pubblici sul territorio. Privo di copertura assicurativa, il mezzo è stato reso inutilizzabile, anche se i danni complessivi sono stati valutati come non gravi.

Sul posto sono intervenuti i carabinieri, che hanno immediatamente avviato le indagini. Particolare attenzione è rivolta alle telecamere di videosorveglianza presenti nella zona, le cui immagini potrebbero fornire elementi utili per risalire agli autori del gesto.

L’episodio ha destato forte preoccupazione nella comunità locale, che ora attende sviluppi dalle forze dell’ordine.

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Missione scientifica: la nave Fugro Arctic a Ugento

Questa mattina, intorno a mezzogiorno, la nave Fugro Arctic ha navigato al largo delle coste di Ugento, nel Salento, come parte del progetto nazionale di mappatura delle praterie di Posidonia oceanica e Cymodocea nodosa. L’unità, specializzata in rilievi batimetrici e indagini geofisiche, è impiegata su incarico dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nell’ambito del programma MER (Marine Ecosystem Restoration), finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La Fugro Arctic è una nave da ricerca costruita nel 1987 nei cantieri navali Krögerwerft di Rendsburg, Germania. Con una lunghezza di 51,41 metri e una larghezza di 11,4 metri, ha un tonnellaggio lordo di 950 tonnellate. Attualmente, la nave è registrata nei Paesi Bassi e naviga sotto la bandiera olandese. Nel corso della sua carriera, ha operato in diverse missioni scientifiche e ambientali, sia in acque europee che internazionali.

Oggi, la nave ha attraversato la zona costiera di Ugento, un’area di particolare interesse per la presenza di praterie di Posidonia. Questo passaggio rientra nelle attività di mappatura previste per la regione Puglia, che seguiranno quelle già completate in Sicilia e Calabria. La missione proseguirà lungo l’Adriatico, con l’obiettivo di completare la mappatura entro la fine del 2026.

La Posidonia oceanica è una pianta marina endemica del Mar Mediterraneo, fondamentale per la biodiversità marina. Le sue praterie offrono rifugio e nutrimento a numerose specie marine, contribuiscono alla stabilizzazione dei fondali e proteggono le coste dall’erosione. La mappatura dettagliata di queste praterie è essenziale per monitorare la loro salute e pianificare interventi di conservazione efficaci.

La nave Fugro Arctic utilizza tecnologie avanzate come il sonar multifascio e il LiDAR batimetrico per rilevare con precisione la distribuzione delle praterie. I dati raccolti vengono poi analizzati per creare mappe dettagliate degli habitat marini.

Dopo il passaggio al largo di Ugento, la nave proseguirà lungo la costa pugliese, coprendo le aree costiere fino al confine con l’Adriatico. Le operazioni sono programmate per proseguire nei prossimi mesi, con l’obiettivo di completare la mappatura di tutta la costa italiana entro la fine del 2026.

Bravo Assessore Meli!

Nell’era dei social network, le notizie di ogni tipo corrono più velocemente della luce. A rischio di essere ripetitivo, intendo tuttavia continuare ad esserlo perché ne sono convinto, e talvolta frainteso (ci sta anche questo!), esprimere, valorizzare, sentire sulla propria pelle l’orgoglio della propria identità e appartenenza ai luoghi in cui si è nati ritengo siano obblighi e doveri di ogni ugentino e geminiano. Specie quando si rivestono cariche politiche perché l’esempio stimola lo spirito di emulazione. È da qui che bisogna ripartire come “popolo in cammino” direbbe Gioacchino Volpe, verso un nuovo inizio sociale e politico – amministrativo. Come tutti, ho avuto modo di vedere i lavori effettuati attorno alla Chiesa dei SS. Medici. E di vedere anche il video postato dal nostro assessore ai lavori pubblici accompagnato dal sindaco. Ci sono tre elementi che mi hanno colpito, che provo a spiegare disquisendo anche sulle ragioni. 

Anzitutto la felicità. E già, potrebbe sembrare strano (l’assessore potrebbe smentirmi!), ma io ho percepito in lui una grande felicità. Credo non tanto perché abbia restituito bellezza a dei basolati che proprio quest’anno celebrano i cento anni dalla loro prima posa in opera. In fondo mi si potrebbe obiettare che abbia fatto il proprio dovere di amministratore locale. Quanto piuttosto perché ha inteso trasmettere sue emozioni e sentimenti ai propri concittadini, indipendentemente da chi l’abbia o meno votato. Una sorta di invito alla ricerca della felicità, a rivivere con propositi partecipativi un luogo storico della nostra tradizione ugentina. 

La semplicità. In effetti, a chi come me, non è competente di edilizia, è stata resa facile la comprensione dei lavori che sono stati appena ultimati, del come e del perché. E, forse, non è un caso l’aver citato la Soprintendenza perché un lavoro di tal portata deve restituire, evidentemente nelle forme moderne, la bellezza architettonica e identitaria di un tempo. Un ricamo tecnologico dall’intreccio antico. Non nascondo che attraversando quelle strade pullulanti di persone ho provato una bella emozione. Un senso di felicità e di orgoglio! Un video senza autoreferenzialità, privo di quella supponenza e tracotanza troppo spesso constatata in tempi che necessiterebbero di umiltà e disponibilità. Men che meno di superiorità intellettuale e morale (solo presunta!) che taluno pavoneggia per sembrare il profeta del nuovo inizio che in realtà è un ritorno ad un modo di fare politica disvelatosi fallimentare.

È stato opportunamente spiegato trattarsi di “un’azione sostenuta per riscoprire, salvaguardare e rilanciare, antiche Tradizioni e i forgianti Valori propri di questi luoghi … affinché questi vengano custoditi e tramandati alle future generazioni, sempre pronte a rinnovarsi, ma mai a rinnegare le proprie radici”. Ed ecco, a mio avviso, il punto cruciale attorno al quale ruota tutto il suo merito di amministratore e di politico di quella “destra sociale” che in Ugento dovrebbe costituirsi seguendo l’impronta di Cavour e Quintino Sella prima e di Giovanni Gentile dopo, solo per citarne i più autorevoli.

Qui sta il terzo elemento ovvero la responsabilità politica. Mi pare peraltro quanto mai opportuna la citazione di Guido Dorso, politico meridionalista ed antifascista, che nel suo saggio Dittatura, classe politica e classe dirigente, sottolinea quanto la classe dirigente abbia dei doveri sociali a cui adempiere, il cui senso di responsabilità dev’essere sintesi e coordinamento di interessi particolari e generali.

Si è dato conto di ciò che si è fatto a chi conta, spiegandolo ai cittadini che hanno il diritto di essere informati per farsi una propria idea, di essere o meno d’accordo. Potrebbe sembrare quasi una novità perché si è poco abituati a ricevere spiegazioni “politiche” da un amministrator in un tempo in cui ci si autoassolve o, peggio ancora, ci si convince di sapere tutto, arroccandosi in un becero autoreferenzialissimo marketing personalistico.

All’assessore Meli va riconosciuto il merito di aver spiegato con carta ed evidenziatore verde in mano il risultato del suo lavoro “politico” di amministratore. Del resto, non vi è chi non veda alcune differenze sostanziali, si direbbe quasi di “approccio comunicativo”, tra costui e talaltri. Una differenza che unisce una tradizione politica, legata alla destra ugentina, l’essere nato in un centro storico che a mio avviso merita ancora maggiori attenzioni, con le competenze tecnico – professionali che in talune mansioni politico – amministrative si disvelano fondamentali. A proposito di centro storico, mi permetto di evidenziare quanto lo stesso possa favorire occasioni di crescita per la nostra comunità attraverso l’individuazione di adeguati finanziamenti e interventi che possano metterlo “a sistema” sia con la restante parte della città, sia con il centro storico di Gemini, meritevole di attenzione e rivitalizzazione, seguendo una strategia a medio – termine che veda presenti forum e consulte di cittadinanza attiva.

Ugento e Gemini, non hanno bisogno di carità, ma di democrazia e giustizia; non devono chiedere aiuto, ma libertà (in tutti i sensi!). Dobbiamo distruggere le cause della nostra inferiorità da noi stessi, con la responsabilità culturale, sociale e politica e la libera iniziativa. Non è piaggeria gratuita ma indubitabile realtà. Bravo assessore Meli! 

Ugento tra ricchezza e rischio overtourism

Il turismo è da tempo il motore principale dell’economia italiana. Secondo l’ultimo rapporto La ricchezza dei comuni turistici 2025 curato da Antonio Preiti per Sociometrica, il settore ha generato oltre 117 miliardi di euro di valore aggiunto nel 2024, con più di 545 milioni di presenze complessive tra quelle ufficiali e quelle “non osservate”, cioè legate soprattutto agli affitti brevi e non registrati.

Un’economia in crescita, che tuttavia mette in luce una frattura: da un lato le grandi città — Roma, Milano, Firenze, Venezia — che assorbono enormi flussi e moltiplicano il loro indotto; dall’altro le località balneari del Sud, come il Salento, che crescono rapidamente grazie a un modello basato quasi esclusivamente sulle case vacanza. È un modello che porta ricchezza, ma che nasconde insidie per chi in quei luoghi ci vive tutto l’anno.


I dati del rapporto e il “caso Ugento”

Ugento, con le sue marine di Torre San Giovanni, Torre Mozza e Lido Marini, è una delle destinazioni simbolo del turismo balneare pugliese. Già inserita nel ranking nazionale di Sociometrica, la città si colloca stabilmente tra le prime cento destinazioni turistiche d’Italia per valore economico prodotto dal settore.

Secondo le stime più recenti, il turismo a Ugento vale circa 252 milioni di euro l’anno, con oltre un milione di presenze turistiche nel 2024, in netta crescita rispetto alle 845 mila dell’anno precedente. Numeri impressionanti se rapportati a una popolazione residente di poco superiore alle 12.000 persone: significa che in media il territorio accoglie ogni anno più di ottanta volte i suoi abitanti.

Il dato, però, va letto con attenzione. Ugento — come molte località costiere del Mezzogiorno — si appoggia in larga parte sugli affitti brevi. Una forma di ricettività che porta entrate immediate, ma che genera meno occupazione stabile rispetto al modello alberghiero e tende a ridurre il ritorno economico sul tessuto locale.


L’altra faccia del turismo: la crisi della casa

Dietro il boom, infatti, si nasconde un problema che rischia di trasformarsi in emergenza sociale: la carenza di abitazioni disponibili per i residenti.

Oggi a Ugento il mercato immobiliare mostra un dato eloquente: su circa 600 annunci complessivi, solo una quindicina riguardano affitti a lungo termine. Tutto il resto è destinato alla vendita o, soprattutto, agli affitti stagionali e turistici.

Per chi vive qui tutto l’anno, per i giovani che vogliono costruirsi una famiglia, per chi cerca indipendenza abitativa, la risposta del mercato è spesso un muro. Gli appartamenti si liberano solo nei mesi invernali, e con l’arrivo della stagione estiva il residenziale viene spazzato via dall’offerta turistica.


L’esempio di Palermo: un campanello d’allarme

Il rischio non è solo teorico. A Palermo, nelle ultime settimane, i cittadini sono scesi in piazza per denunciare il caro affitti e la progressiva scomparsa degli alloggi residenziali. Anche lì, la crescita degli affitti brevi ha prodotto un innalzamento insostenibile dei canoni mensili, rendendo impossibile a molti rimanere in città.

Lo stesso copione, seppure in scala minore, si intravede a Ugento: senza case disponibili tutto l’anno, le nuove famiglie non nascono, i giovani vanno via, il centro storico rischia di svuotarsi. Una comunità che vive di turismo può ritrovarsi, paradossalmente, senza comunità.


Quando il turismo diventa overtourism

Gli effetti dell’overtourism non si limitano al mercato immobiliare. A Ugento sono già visibili in vari aspetti:

  • pressione ambientale, con spiagge affollate, erosione costiera e gestione complessa dei rifiuti estivi;
  • traffico e servizi, che collassano sotto l’ondata dei turisti nei mesi di punta;
  • identità locale, che rischia di essere soffocata da un turismo “mordi e fuggi”, sempre meno interessato alla cultura e alla storia del territorio.

Il rapporto Sociometrica avverte: laddove domina il modello degli affitti brevi, l’indotto si riduce, i posti di lavoro stabili scarseggiano e la ricchezza rischia di restare un fenomeno superficiale, incapace di costruire sviluppo duraturo.


Possibili strade per un equilibrio

La domanda che si pone oggi Ugento è: come conciliare ricchezza turistica e qualità della vita dei residenti? Alcune risposte possibili emergono dal confronto con altre città:

  • Regolamentare gli affitti brevi: limiti stagionali, registrazione obbligatoria, tasse di soggiorno mirate a reinvestire in servizi.
  • Incentivare l’hotellerie di qualità: strutture capaci di generare occupazione, con standard e servizi più elevati.
  • Pianificare l’urbanistica: riservare una quota del patrimonio immobiliare al residenziale permanente.
  • Destagionalizzare il turismo: valorizzare il centro storico, il museo, i percorsi naturalistici, gli eventi culturali per allungare la stagione oltre luglio-agosto.

Ugento oggi è “ricca di turismo” e questo nessuno lo mette in dubbio. Ma la vera sfida è non diventare “povera di comunità”. Senza un intervento lungimirante, il rischio è che la città diventi una splendida cartolina estiva, ma sempre più difficile da abitare.

Il caso Palermo è un avvertimento: il turismo non regolato può erodere le fondamenta sociali di un territorio. Per Ugento, questo è il momento di scegliere se limitarsi a contare presenze e incassi, o costruire un modello che metta al centro la vita di chi qui abita tutto l’anno.

Il turismo può essere il futuro di Ugento, ma solo se resterà un’opportunità per la comunità, non un vincolo che la soffoca.

Area cani a Ugento: c’è il finanziamento regionale

Il Bollettino Ufficiale della Regione Puglia ha reso noto l’elenco dei Comuni beneficiari dei contributi per la realizzazione di nuove aree dedicate ai cani. Tra questi c’è anche Ugento, che riceverà un finanziamento regionale pari a 20.000 euro per un progetto dal costo complessivo stimato in circa 79.000 euro, di cui 59.000 a carico del ComuneDET_270_16_9_2025 finanziamento….

Si tratta senza dubbio di un’opportunità importante: una città turistica come Ugento, frequentata ogni anno da migliaia di visitatori, meritava da tempo uno spazio moderno, sicuro e attrezzato dove i cittadini e i loro amici a quattro zampe possano incontrarsi.

Ma se la notizia è positiva, non mancano le ombre. Troppe volte, infatti, abbiamo visto progetti annunciati con entusiasmo e poi lasciati a se stessi, ridotti a opere incompiute o, peggio ancora, abbandonate all’incuria. Il rischio è che anche questa area cani, una volta realizzata, si trasformi in un “non luogo”, poco frequentato e senza manutenzione.

La vera sfida, dunque, non sarà soltanto tagliare il nastro, ma garantire una gestione costante ed efficace: pulizia, sicurezza, manutenzione degli spazi verdi e delle recinzioni, magari coinvolgendo associazioni locali e cittadini in un percorso condiviso di responsabilità.

L’auspicio è che l’Amministrazione comunale tenga conto fin da subito di questo aspetto. Perché la dignità di un’opera non sta solo nella sua inaugurazione, ma nella capacità di farla vivere e durare nel tempo. Ugento ha l’occasione di dare un esempio virtuoso: trasformare un finanziamento in un servizio reale, utile e continuativo per la comunità.

Solo così questa area cani potrà diventare un valore aggiunto e non l’ennesima incompiuta.

Disavventura alla festa: consigliere comunale soccorre signora

Poteva trasformarsi in un dramma quanto accaduto nel pomeriggio di oggi a Ugento, in via Massimo Colosso, intorno alle 18 nel bel mezzo della fiera per i Santi Medici. Una donna, vittima di una rovinosa caduta, è rimasta riversa a terra riportando una profonda ferita alla testa da cui fuoriusciva copiosamente sangue.

Sul posto, provvidenziale è stato l’intervento del consigliere comunale Tiziano Esposito, che in quel momento stava transitando in direzione del Santuario dei Santi Medici, dove era atteso per la processione. Esposito, volontario della Protezione civile e pratico di tecniche di primo soccorso, non ha esitato a fermarsi per prestare aiuto alla signora visibilmente agitata.

«Per fortuna in macchina porto sempre con me la cassetta medica»

ha raccontato Esposito. Con quel kit ha potuto prestare i primi soccorsi, tamponando la ferita e rassicurando la donna in attesa dell’arrivo dei sanitari.

Ho solo dato una alla signora aiutandola a riprendersi e tamponando la ferita con le garze e del Ghiaccio, ha aggiunto Esposito

È stato lo stesso consigliere a contattare immediatamente il 118 e la Polizia municipale, che hanno raggiunto via Massimo Colosso pochi minuti dopo per proseguire le cure e gestire la situazione.

Una volta affidata la donna alle cure mediche, Esposito si è diretto di corsa verso il Santuario per prendere parte al rito dell’uscita dei Santi Medici, dove era atteso per il rito dell’uscita dei Santi.

Un gesto di prontezza e solidarietà che ha evitato conseguenze peggiori e che conferma l’importanza di una preparazione di base nelle pratiche di primo soccorso.

Surano, abbandono di rifiuti scoperto dalla Guardia Costiera

La Guardia Costiera è intervenuta questa mattina a Surano, dove il Nucleo Operativo di Polizia Ambientale ha accertato la presenza di un abbandono incontrollato di rifiuti in un’area pubblica del territorio comunale.

L’ispezione ha rivelato una situazione preoccupante: il sito viene utilizzato sistematicamente come discarica abusiva, con accumuli di rifiuti di ogni genere, compresi speciali e pericolosi, generalmente riconducibili ad attività economico-produttive. Tra i materiali rinvenuti figurano ingombranti, indifferenziato, pneumatici, scarti edili, apparecchiature elettroniche (RAEE), oltre a contenitori di pitture e vernici.

A seguito della scoperta, la Guardia Costiera ha trasmesso un’informativa alla Procura della Repubblica di Lecce, al momento a carico di ignoti, e ha coinvolto il Comune di Surano, chiamato ad avviare immediatamente le operazioni di raccolta, trasporto e smaltimento dei rifiuti, al fine di ripristinare il decoro urbano e la sicurezza ambientale.

L’intervento rientra in una più ampia attività di monitoraggio e controllo del territorio messa in campo per contrastare fenomeni di degrado e inquinamento che danneggiano l’ambiente e deturpano il paesaggio salentino.

La Guardia Costiera, in una nota, ha rinnovato l’appello a cittadini e imprese affinché rispettino le norme sul corretto conferimento dei rifiuti, ricordando l’importanza di assumere comportamenti responsabili per la tutela delle risorse naturali.

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