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La stenotipia del consiglio comunale di Ugento del 28 novembre 2009

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PUNTO 3 O.D.G.

MODIFICA PROGRAMMA DELLE OPERE PUBBLICHE DEL TRIENNIO 2009-2011 E DELL`ELENCO ANNUALE 2009.



PRESIDENTE – Prego, assessore Scarcia.
ASSESSORE SCARCIA – Buongiorno a tutti. Premesso che con delibera della Giunta comunale n. 231 del 9 dicembre 2008 veniva adottato il programma triennale dei lavori pubblici per il triennio 2009 /2011 e l’elenco annuale dei lavori da realizzare nell’anno 2009, così come richiesto dal D.M. del Ministero delle Infrastrutture e trasporti del 9 giugno 2005, con delibera della Giunta Comunale n. 94 del 20 maggio 2009, veniva rettificato il suddetto programma, al fine di renderlo compatibile con il quadro delle risorse disponibili e i conseguenti stanziamenti previsti nello schema di bilancio.
Con delibera del Consiglio comunale n. 18 del 15 giugno 2009, veniva approvata relazione previsionale e programmatica per il triennio 2009/2011 e il bilancio annuale di previsione per l’anno 2009, come allegato, ai sensi dell’Art. 172 del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267, il programma triennale dei lavori pubblici per triennio 2009/2011.
Dato atto che con delibera della Giunta comunale n. 14 del 5 febbraio 2009, al fine di inoltrare al competente ufficio territoriale di governo apposita istanza di accesso ai fondi previsti dal PON sicurezza… (Legge proposta di delibera agli atti).
………… omissis ………..
PRESIDENTE – Grazie, consigliere Riso. Prego, consigliere Corvaglia.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Grazie, Presidente. All’ordine del giorno abbiamo una modifica del programma delle opere pubbliche per il triennio 2009 /2011 e dell’elenco annuale 2009. Ci vengono proposte, in questa sede, due variazioni, una riguardante la ristrutturazione di un immobile in località Fontanelle, sede del parco, e un’altra riguarda la tele gestione e il risparmio energetico su impianti di pubblica illuminazione.
Ora, la mia intenzione punta su quest’ultimo punto, perché questa è l’unica occasione che abbiamo per discuterne in Consiglio comunale di questo problema.

Non nascondo le mie perplessità su questa operazione, su questo progetto. Per capirne qualcosa, ho richiesto i documenti e mi sono fatto un’idea.
Allora, preliminarmente vorrei chiedere: siccome sull’offerta della Telecom, a un certo punto si dice che “le suddette quantità possono variare in funzione di problemi tecnici e/o motivate esigenze dell’amministrazione, eventuali configurazioni di computo dovranno tenere conto dell’allegato prezzi”. Ora io mi chiedo: c’é un visto di legittimità dell’ufficio preposto su questo?
Cioè non si tratta di un caso di un contratto indeterminato? Noi non sappiamo a quali spese andiamo incontro, visto e considerato che non sappiamo di cosa stiamo parlando, perché lo dobbiamo verificare? E questa è una prima cosa.
ASSESSORE SCARCIA – Ingegnere, scusami, puoi riformulare la tua perplessità?
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Me mie perplessità riguardano l’oggetto. Cioè, siccome nell’offerta della Telecom si evince chiaramente che le quantità, che poi sono specificate nell’offerta stessa, possono variare a causa di problemi tecnici o motivate esigenze dell’amministrazione, quindi si dovrebbero fare delle confutazioni di computo di costi.
Ora, questo che ci state presentando oggi, ha avuto un visto di legittimità da parte dell’ufficio competente?
ASSESSORE SCARCIA – L’offerta è stata formulata sulla base dell’incontro tra l’ufficio tecnico e Telecom, cioè inteso nella pattuizione del prezzo, che arriviamo a 1.307.000,00 euro. Perché, praticamente, hanno fatto uno studio sul territorio di quali sono le nostre esigenze. Poi, è normale, quello si riferisce, se durante l’esecuzione nascono dei problemi che non sono prevedibili oggi, è normale che ci dovrà essere la modifica. Ma tutti i prezzi sono già stati stabiliti a monte. Voi potete chiedere all’ufficio…
CONSIGLIERE CORVAGLIA – I prezzi, ma non le quantità.
ASSESSORE SCARCIA – Allora, sono state stabilite sia le quantità che i prezzi, di tutto quello che noi abbiamo bisogno, non re nello studio che è stato fatto dall’ufficio. Se poi ci sono degli imprevisti, è normale che va bene quella dizione. Però oggi il progetto è finito, secondo le esigenze dell’ufficio che ha ben elencato e in modo dettagliato ha detto: “Io ho bisogno di questo, di questo e di questo”. E quindi, su questo è stata fatta la somma di 1.307.000,00 mila euro.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Io ho qualche perplessità, comunque…
ASSESSORE SCARCIA – Può chiederle all’ufficio queste cose, consigliere.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Quindi, l’offerta della Telecom, vediamo di cosa si tratta. Diciamo che l’avete separata in due parti, perché quello che stiamo affrontando oggi è una prima parte. L’offerta riguarda cinque punti, oggi stiamo affrontando quello che riguarda il primo punto solamente. Gli altri sarebbero opzionali per quanto poi nella delibera di Giunta avete dato atto di indirizzo al dirigente per poter andare a fare successivi punti.
Praticamente, i punti sono:
1 – fornitura, installazione, attivazione e assistenza per dieci anni, per l’importo di 1.307.850,00 euro. Opzionali, ma, a quanto ho capito, si sta provvedendo a andare.
2 – Controllo del territorio e videosorveglianza, con la fornitura di n. 18 telecamere da installare su 7 siti, per un importo, comprensivo di Ivi, di 68 mila euro circa.
3 – Un pannello multilinea per esterno a Led, con stazione meteo, per un complessivo, IVA compresa, di 15 mila euro;
4 – Ampliamento di 250 lampioni, completi di armatura, etc. etc.., da installare in parte su armadi stradali esistenti o nuovi, per un compressivo di 329 mila euro.
5 – Una scorta di n. 50 pali, più armature, più lampade.
Ora, si vede benissimo che l’offerta, l’impegno del Comune è ben oltre quello che affrontiamo oggi. E comunque, quello che affrontiamo oggi è l’importo netto, se noi paghiamo sull’unghia questo. Perché di questo si tratta: noi stiamo pagando queste cose, le paghiamo, facciamo un mutuo, lo chiediamo alla Cassa Depositi e Prestiti o un leasing con altri istituti e lo facciamo.
Quindi, già questo significa che noi andremo a sostenere delle spese, che sono ben maggiori del 1300.000,00.
Comunque, vorrei un po’ descrivere a tutti sommariamente quello che è l’impianto, e soprattutto preliminarmente vorrei dire che questa cosa non mi convince, per una semplicissima questione: questo è un servizio avanzato, che corre sui pali della pubblica illuminazione, dove opzionalmente abbiamo anche un risparmio energetico, che descriverò più avanti come si attua.
Non risolve alla radice i problemi che sono del nostro impianto di pubblica illuminazione. Non solo non li risolve, perché la Telecom lo dice da ogni parte che lei è responsabile solo di quello che è di sua competenza, non interviene sull’esistente. E qui vi chiedo: ci si occuperà dell’esistente? La Telecom no di certo. Dovremmo comunque intervenire con altri soggetti, e quindi altre spese.
Quindi, vado a descrivere sommariamente l’impianto, perché è anche giusto che i cittadini che ci stanno e i consiglieri che non l’hanno visto, sappiamo come è costituito: c’è un’unità centrale, il cosiddetto Server, con personal computer. A questo si collegano… anzi, prima di descrivere l’impianto, diamo dei numeri sul nostro impianto di pubblica illuminazione attuale, quelli che vengono forniti dai documenti.
Quindi, è costituito da n. 3.500 punti luminosi, di cui n. 20, i cosiddetti fari, quelli di potenza superiore, e gli altri 3.480 da lampadine di varia potenza, con 61 quadri elettrici.
Allora, ripeto, questo era il quadro del nostro impianto.
Questo sistema consiste in un server centrale, collegato a un personal computer, dal server centrale si parte una linea telefonica dedicata, che si collega alle cabine elettriche esistenti.
Già a questo punto avrei un piccolo dubbio, perché mi sono letto le carte e questa linea dedicata la Telecom dice che la dobbiamo fare noi.
È una linea telefonica dedicata, che non può passare per le normali linee telefoniche, e è a carico del committente . Quindi per me questo è un costo nascosto.
Arriviamo agli armadi elettrici. Negli armadi elettrici, dal server centrale, negli armadi elettrici la Telecom installa, in quelli esistenti, o se per caso in quelli esistenti non c’è spazio, si dovrebbero costruire degli armadi appositi per questi dispositivi, e li dobbiamo costruire noi. I dispositivi Angros sono dei dispositivi che servono a controllare a livello di quadro tutta una serie di cose e a comunicare. Questi dispositivi hanno dei modem interni, che comunicano col server centrale, e con il di dispositivo, quindi, da ogni quadro poi va a vari punti di illuminazione, dove c’è un altro dispositivo, detto “il sira 2“, che è il dispositivo che palo per palo dà l’informazione.
Anche dal quadro centrale al Sira abbiamo bisogno di un modem.
Allora, mi sono letto, ripeto, le carte: abbiamo questi modem, che ci vengono forniti dalla Telecom, però dobbiamo comprare le Sim, che sono a nostro carico, l’attivazione e il traffico dati e quant’altro che corre su queste linee.
Quindi, altri costi che andiamo a affrontare.
Mi sono dimenticato una cosa fondamentale: la comunicazione, attraverso questi cavi di corrente elettrica, avviene attraverso il metodo cosiddetto delle onde convogliate. Sono delle onde che ci permettono, nello stesso quadro elettrico, di mandare, perché hanno una frequenza diversa dalle altre, di mandare delle informazioni senza nessun disturbo per quanto riguarda la rete elettrica.
Quindi, praticamente, in tutto questo sistema di comunicazione passano dei dati che riguardano l’impianto, ma possono passare anche altri tipi di dati, perché la Telecom poi parla di implementare diversi servizi, di cui, francamente, non è che ne vedo su tanti la convenienza per il cittadino.
Cioè, Internet e rete civica. Ma l’internet ce lo fa pagare, non è che ne abbiamo un guadagno. Sicuramente la sicurezza, la localizzazione delle chiamate d’emergenza, quella è una buona cosa. Le soluzioni del controllo del territorio. Là ci sarebbe anche un altro… mi scuso per la frammentarietà, ma di fatto la delibera e tutto il resto è frammentario, quindi, per forza di cose, lo sono anche io.
Quindi, dicevo, la soluzione del controllo del territorio. Ma perché stiamo andando a prevedere opzionale, ma comunque lo stiamo facendo, una soluzione di videosorveglianza per il territorio di Ugento? Se non sbaglio, non è che me ne sia informato più di tanto, ma c’è in corso, con il progetto “Salento sicuro”, una nostra richiesta in tal senso.
Quindi, abbiamo tutta una serie di costi nascosti che, a parte il costo, quello dichiarato, non vedo la nostra convenienza.
Come avverrà il risparmio?
Il risparmio avverrà in due maniere: prima con la sostituzione di 1353 lampade, da quelle che abbiamo adesso, vapori di mercurio, a quelle a alta efficienza, le Sap, al sodio. Non è che sia proprio un esperto.
Questo comporta un risparmio complessivo su tutto l’impianto del 23%.
Allora, una piccola osservazione: fermiamoci qua. Compriamo noi le lampade. Se già cambiando le lampade al mercurio e mettendo queste risparmiamo il 20%, non impelaghiamoci in questa situazione e riflettiamo meglio. Le compriamo e le facciamo mettere dalla ditta Mengoli, che risparmiamo sicuramente.
Quindi, c’è un primo 23%, che è dovuto solamente alla sostituzione delle lampade.
Poi, il risparmio energetico, con questo sistema, ripeto, che non risolve il problema del nostro impianto, perché poi la Telecom, in diversi passaggi, dice che comunque condiziona i risultati alle condizioni della rete. Scusate, dovrei andare a trovarlo. A un certo punto dice: Con un corretto utilizzo del sistema, quindi secondo il modello proposto e in assenza di carichi spuri sull’impianto, a esempio dispersioni, derivazioni per cantieri stradali, derivazioni per impianti di illuminazione aggiuntivi etc., è quindi possibile ottenere una riduzione sui consumi totali dell’energia elettrica, stimata fino al 50%”.
Ma il problema, caro assessore, all’innovazione tecnologica, ai lavori pubblici, non lo so, è proprio questo: il nostro impianto sta così. Penso che giriate per Ugento, per Gemini, vedete le condizioni del nostro impianto. Che non è una questione di lampadine, è una questione proprio dei cavi. Quindi, sarebbe bene prima, o comunque inserirsi a un discorso, compreso anche questo. Cioè, il cambio dei cavi che sono vecchi, della maggior parte dei quadri, che sono fatiscenti.
Solo dopo andare a operare, se lo vogliamo, in questo senso. Ma farlo con un unico operatore che ci possa garantire tutto questo.
Poi, finiti i dieci anni, sempre che siano dieci anni, perché poi nell’ipotesi di come è finanziato da questo, si parla di un mutuo trentennale, quindi questo mi lascia capire che si potrebbe anche andare oltre… Stavo dicendo, come avviene il risparmio con questo sistema?
Tramite questo meccanismo di telecontrollo, di tele gestione, dal Comune, dal server, dal computer centrale si possono gestire i singoli punti luminosi. Allora, avremmo una potenza piena per circa l’8% nelle ore notturne, se stimiamo 10 ore, sarebbero 48 minuti, per il resto delle ore notturne la potenza verrà ridotta al 70%.
Ora, basta farsi un giro e vedere nel paese che ci sono delle situazioni per cui già adesso sono deficitarie come illuminazione pubblica, come lux. Non so questo cosa comporterà. Comporterà sicuramente delle problematiche per i cittadini. Perché penso che qua non stiamo dando un servizio, lo stiamo togliendo. Noi diamo un servizio e facciamo qualcosa di utile, quando noi continuiamo a dare quel servizio, risparmiando.
Noi, praticamente, gli stiamo togliendo parzialmente quel servizio, per arrivare poi allo spegnimento, il terzo punto di come verrà ottenuto, dopo il 60% delle ore notturne, delle lampade grosse, quelle da 400watt. Cioè, in pratica, siamo parlando di 6 – 7 ore.
Quindi, facciamoci un piccolo conto: se alle 8 di sera… 8, più 6, sono le 2 di notte. Dopo le 2 di notte noi ci troveremo i fari del rondò, la piazza stessa San Vincenzo e altri li troveremo spenti. Ma quale servizio stiamo dando?
Ma ci rendiamo conto? Ripeto: noi abbiamo un progetto che è sicuramente vantaggioso per la Telecom, non è per noi. Perché noi, dopo i dieci anni, se sono dieci anni, ci ritroveremo con un impianto vecchio e fatiscente più di prima. E se non sarà tale, sarà solo perché avremmo speso altri soldi nel frattempo.
Non sarebbe stato meglio optare per un project financing, in cui dare in carico alla ditta tutto l’impianto?
Quindi, ripeto, per sintetizzare, perché poi interverranno anche gli altri consiglieri, il 23% di questo 50% che farebbe la Telecom, lo farebbe solo sostituendo le lampade. Lo potrebbe fare chiunque.
Dimenticavo: nell’arco di dieci anni, sull’offerta della Telecom, sulla delibera, etc. etc., si parla della sostituzione di 1353 lampade, poi dell’aggiunta di 150 pali, e della scorta di 50 lampade e armature.
Ma scusate, noi per dieci anni, se si rompono le altre lampade, o quando si finiscono questa cinquantina di lampade, che facciamo? Non sarebbe più logico prevedere una sostituzione graduale nel tempo, che sia di tre anni, che sia di dieci?
Per adesso finisco qui, grazie.
PRESIDENTE – Grazie, ingegnere. Prego, assessore.
ASSESSORE SCARCIA – Volevo giusto replicare, perché vedo che ci sono problemi di fondo. Io vorrei fare una domanda all’ingegnere giusto per capire, e anche chi ci ascolta è giusto che abbia chiarezza su questo.
Quindi, lei, consigliere, nonché ingegnere, sta consigliando a questa amministrazione di fare un affidamento all’esterno, uguale: dare in mano ai privati, tipo Global Service, perché questo è il termine tecnico in materia, di modo che diamo tutto in mano ai privati? Vorrei solo che lei mi chiarisse questo concetto, dopo di che le posso rispondere.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Questa era una considerazione: si poteva andare tranquillamente a seguire il metodo classico, fare un bando, prendere le nostre esigenze, impostare le nostre esigenze, fare un capitolato e mettere a bando. Perché, in una situazione del genere, sicuramente avremo delle condizioni più vantaggiose.
ASSESSORE SCARCIA – Va bene, mi è chiaro. Allora le rispondo in modo chiaro: questa amministrazione ha deciso una cosa diversa, forse è la prima e unica nella sua storia. Ha deciso non di fare il risparmio energetico, perché, ingegnere, lo vedo riduttivo rispetto a un progetto così come è stato illustrato.
Noi stiamo andando verso una città intelligente o digitale. Stiamo facendo forse ben altro.
Da tener presente: vogliamo conseguire, attraverso la città intelligente o la città digitale, il risparmio energetico. Tutto ciò lo stiamo facendo direttamente. Direttamente significa che nel momento in cui io vado a ridurre il risparmio di quella lampadina, che lei dice al 70%, cioè riduco del 30%… Attenzione, ingegnere, nelle Global service funziona così: il risparmio energetico previsto dalla Legge, dalla Legge Regionale si consegue in questo modo. Non vanno nelle tasche dei privati, va nella tasca del Comune, direttamente nelle casse comunali. È questo il concetto che vorrei che si capisse bene.
Oggi l’amministrazione sta facendo questo, solo questo: vuole risparmiare direttamente.
Nella riunione che abbiamo avuto ultimamente in Giunta, è passato anche un altro discorso. Questo non è certezza, lo preannuncio: che stiamo lavorando affinché anche la manutenzione lo faccia direttamente il Comune e non i privati. Stiamo andando forse in controtendenza.
Io, rispetto a questo progetto, l’ho visionato personalmente, sono andato anche a rapportarmi con un Sindaco che è stato premiato da Brunetta, che è San Giovanni in Marignano, che è un paese di Sinistra.
Lei, ingegnere, doveva venere con che orgoglio questo signore, questo Sindaco parlava di questo progetto. Ma era orgoglioso perché era direttamente, era il Comune che gestiva. Che per me era una cosa quasi da sogno, utopia, per loro era una realtà, per loro era una cosa normale.
Questo è quello che mi ha stupito di questo progetto. E rispetto al Globalservice, io lo voglio dire, una delle mie preoccupazioni (lo dico molto sinceramente)… Global service, penso che sappiamo che cosa significa. Diamo al privato che gestisce, noi paghiamo quella somma per tanti anni, 15 – 20 – 25 anni, a secondo come ne esce fuori questa cosa.
Dice l’assessore Pacella che già paghiamo tipo 500 mila euro.
Mi sono posto il primo problema, ingegnere: se la ditta mi dice: “C’è un guasto tecnico nell’alla nord di Ugento” mi tiene spenta un’alla per 15 giorni. I soldi a chi vanno? Al Comune o al privato.
Se dovesse succedere a noi, caro ingegnere, i soldi ci vanno nelle tasche del Comune, perché li abbiamo tenuti 15 giorni spenti.
Veniamo…
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Perciò state facendo questa metodologia adesso? Perché diverse zone del paese sono per lo più spente. Lo state sperimentando?
ASSESSORE SCARCIA – Sto dicendo altro, ingegnere, non si fossilizzi alla critica spicciola.
Oggi la spesa di 500 mila euro occupa, nel nostro bilancio, se non sbaglio la terza voce delle nostre spese. Quella stiamo andando a toccare, ingegnere. Quando lei mi dice: “Ma i fari, quelli a 500watt, a 1000 watt a mezzanotte, alle 2 li spegniamo, non diamo un servizio”, io le faccio questa domanda, ingegnere: ma lei vede morto un servizio alle 2 di notte, sparare verso un monumento tanta luce? Visto che c’è, attenzione, una Legge Regionale alla quale dobbiamo adeguarci.
O forse quello è un risparmio? Non è un mancato servizio. Quello è un risparmio. Alle 2 di notte, chi ti va a guardare la cattedrale di Ugento? Alle 3 di notte, chi te la va a guardare?
CONSIGLIERE CORVAGLIA – A guardare probabilmente nessuno, a saccheggiare magari qualcuno sì.
ASSESSORE SCARCIA – Scusami, ma non è il faro che te lo toglie il saccheggiamento. Tanto è vero che ci sono le telecamere, c’è in progetto la videosorveglianza. È chiaro?
Scusatemi, c’è una chiesetta qua vicino, alle 2 di notte…
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Scusa, io potrei anche non interromperti, ma se stai facendo una replica generale, è un discorso.
ASSESSORE SCARCIA – In linea generale sto parlando, sul risparmio. Perché lei ha detto che non è un servizio quello di spegnere i fari. Ma di grazia, la chiesetta qua vicino, che viene illuminata solo la facciata, alle 2 di notte, ingegnere, che saccheggiamenti vengono fatti se io non illumino la facciata? Mi spieghi, perché forse sono io che non…
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Mi dovrebbe spiegare lei gli altri costi chi li tiene. Ripeto, la Telecom è responsabile solo per la parte che fa…
ASSESSORE SCARCIA – Scusami, ritorno nel concetto. Qua c’è una gestione diretta da parte del Comune. È una cosa innovativa per il Comune. Ripeto: di solito abbiamo dato sempre tutto all’esterno. Qua stiamo direttamente gestendo.
Io mi meraviglio, perché sul principio pensavo, io lo confesso, di avere pieno appoggio da parte vostra, perché lo gestiamo direttamente. Avessimo fatto la Globalservice, qualcuno avrebbe detto: “Sempre ai privati”.
Ma queste sono situazioni che… Per carità, l’impianto è vetusto, nessuno dice che non è vero. Su questo partirà un contratto a parte di manutenzione o di interventi straordinari su questo fatto. È normale che l’ufficio, se si è reso conto… Perché questa è scelta politica, ma è collegata alle esigenze anche dell’ufficio. È l’ufficio che ha redatto e ne è convinto di questa cosa, che sono possibili le due cose. Sia chiaro, però, e rispondo anche a salvatore Riso che dice di opere e non opere: quest’opera si autofinanzia. Non stiamo andando a toccare le tasche dei cittadini o le casse comunali. Paghiamo 500 mila euro, con questo sistema cerchiamo di pagare il mutuo per 50 anni. Perché l’atto di indirizzo è aperto tra dieci e 30, che lo dà l’amministrazione, però in realtà per quanto riguarda il mutuo, è stato deciso da parte degli uffici solo a dieci anni. Quindi, a dieci anni noi ammortizziamo questi costi. Che, ripeto, stiamo andando a fare “città intelligente o digitale” comprensiva di risparmio energetico.
Questo deve essere il principio.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – I più sono luci, fuochi d’artificio. Città intelligente e digitale è quando è riferito al risparmio dovuto al fatto che ci sia una comunicazione e quindi si possa individuare il guasto, etc. etc., e si risparmia su quello. Gli altri punti di vista, sono solamente dei vantaggi per la Telecom, non certo per noi.
Non sono dei servizi che il cittadino ne usufruisce. Ne usufruisce se li paga.
PRESIDENTE – Mettiamo un po’ d’ordine adesso.
ASSESSORE SCARCIA – Scusami. Telecom, sia chiaro, ci fornisce il sistema. Dopo di che, ci presta solo assistenza. Telecom non ha gestione diretta, non ha nessun vantaggio Telecom. Non ha gestione diretta su di noi. Non stiamo facendo un favore alla Telecom.
Io posso capire, e sono d’accordo con voi, forse questo ha bisogno da parte vostra di maggiori chiarimenti. Però, se lo ritenete opportuno, l’ufficio è a disposizione. Ma non per parlare con l’ufficio, perché poi, i consiglieri di apposizione, al di là dell’atto di indirizzo, è giusto che si rendano conto del sistema. Convochiamo Telecom. E a me fa piacere se lei fa delle opposizioni o delle eccezioni che siano a favore del Comune.
Sono tranquillamente con te, carissimo ingegnere. Però vediamoci. Non ci sono problemi rispetto al problema. Lei deve pensare che Venezia che viene gestita con questo sistema da 15 anni. Non è un sistema ancora in via di sperimentazione. Cioè, tutta l’Emilia Romagna è illuminata da questo sistema. Quindi, non vedo perché in Emilia Romagna va bene questo sistema, a noi non ci dovrebbe andare bene.
PRESIDENTE – Un attimo solo. Fermiamoci qui. Prego, consigliere Giannuzzi.
CONSIGLIERE GIANNUZZI – Grazie, Presidente. Io, sinceramente, debbo esserle onestamente grato, assessore Scarcia, perché il suo obiettivo è assolutamente condivisibile, è auspicabile. Cioè, lei intende trasformare Ugento in una città intelligente. Il che è già in sé un progetto molto ambizioso. Quindi, politicamente non posso che esserle abbastanza vicino in questo obiettivo. È arduo, però già volerlo fare sicuramente è meritorio. Questo era giusto per dare un incipit meno tragico di quello che apparirà successivamente.
A dire la verità, io capisco poco e quasi nulla di risparmio energetico, quindi non entro nel merito, come ha fatto l’ingegnere Corvaglia, come farà l’ingegnere Cavalera, nel merito delle questioni tecniche. Oltre, a impanare e spanare una lampadina, normale, non ci vado. Quindi, non mi azzardo in percorsi rispetto ai quali non riuscirei a mantenere la marcia.
Secondo me, quello che oggi dovrebbe interessare questo Consiglio comunale, dal mio punto di vista, ovviamente, è essenzialmente la procedura. Sapete, mi affascinano le procedure, forse sarà una deformazione professionale. Però, quello che dovrebbe interessare questo Consiglio comunale è la procedura seguita per addivenire oggi alla discussione di questo argomento. Perché poi sostanzialmente, quello che andiamo a discutere oggi, è, tra virgolette, una ratifica dell’operato della Giunta comunale. Dico a me stesso che è un termino improprio, perché in realtà stiamo andando a modificare lo strumento di programmazione triennale delle opere pubbliche, e l’elenco annuale, che è un atto di competenza di questo Consiglio comunale, successivamente, per essere coerenti, introdurremo anche nella programmazione economica, una variazione al bilancio, nell’atto che affronteremo successivamente.
Però in realtà il nocciolo della questione è questo: noi siamo oggi chiamati a discutere di questo progetto di risparmio energetico, che la Giunta, con un azzardo, ha inteso approvare qualche tempo fa.
È corretto quello che è stato fatto, al di là del merito di quello che è stato fatto?
La forma è corretta? La Giunta ha correttamente operato? Io, sinceramente, ho delle forti perplessità.
E quindi, questo sarà il tema di svolgimento del mio intervento. Per una serie di ragioni: debbo però rilevare preliminarmente che lei non è un buon papà politico di questa proposta. Perché ha dimenticato di festeggiare oggi il compleanno della Legge Regionale sul risparmio energetico. Perché, guarda caso, la Legge sul risparmio energetico produce, proprio oggi, 28 novembre 2009, i suoi effetti dirompenti su questo Consiglio comunale che all’appuntamento si trova impreparato.
La Legge sul risparmio energetico è del 2005, la n. 15, prevedeva una scansione temporale per l’adozione da parte dei Comuni di alcuni strumenti di pianificazione generale in tema di risparmio energetico entro 4 anni dall’entrata in vigore della Legge.
La Legge è entrata in vigore proprio il 28 novembre 2005. Entro oggi, quindi, il Comune si sarebbe dovuto dotare di una pianificazione sul risparmio energetico.
ASSESSORE PACELLA – Tutti i Comuni.
CONSIGLIERE GIANNUZZI – Tutti i Comuni, sì. Lei ha una dimensione provinciale, quindi capisco che ragiona in termini di più Comuni, io mi limito soltanto a parlare del nostro Comune.
Entro oggi, quindi, doveva avvenire quello che non è avvenuto.
Quindi, i parametri per esaminare l’operato della Giunta comunale sono quelli stessi che la Giunta Comunale si è autoimposta nella delibera del settembre 2009. Quindi dice: “Approviamo questa proposta, vista la Legge Regionale n. 15 del 2005 e il Regolamento Regionale n. 13 del 2006 e visto il Decreto Legislativo 163 del 2006”. I parametri rispetto ai quali analizzare la legittimità del procedimento posto in essere, sono proprio quelli che la Giunta ha richiamato nella parte narrativa della proposta di deliberazione, prima di dare l’avvio a questa proposta stessa.
Allora, che cosa dice la Legge Regionale 15? Che occorre effettivamente introdurre criteri di risparmio energetico.
Quindi, ciò di cui stiamo discutendo oggi, non è una stravagante invenzione di qualcuno, dell’assessore o della Giunta, ma è sicuramente una imposizione di Legge, una necessità di Legge, un obiettivo che la Legge affida ai Comuni e verso il quale dobbiamo tendere sicuramente.
E che cosa dice poi, a proposito delle competenze dei Comuni, questa Legge Regionale? Dice che compete ai Comuni l’adozione del Piano comunale per il risparmio energetico e la riduzione dell’inquinamento luminoso. Addirittura, l’adeguamento del Regolamento edilizio, proprio per raggiungere quegli obiettivi, e poi dice anche: “La pianificazione dei provvedimenti del caso, affinché l’incremento annuali dei consumi di energia elettrica per illuminazione esterna, notturna, pubblica e privata nel territorio comunale, non superi l’1% etc. etc.”. Quindi, pone degli obiettivi di riduzione, ma reca con sé anche degli obblighi di adozione di strumenti di pianificazione generale.
Quando occorreva porre in essere questi provvedimenti? Ce lo dice poi il Regolamento Regionale del 2006, il 13, che ha dato attuazione a quella stessa Legge e dice: “I Comuni si dotano, entro 4 anni dalla data di entrata in vigore della Legge Regionale 15, di piani per l’illuminazione a basso impatto ambientale perché il risparmio energetico”.
Quindi, stranamente proprio entro oggi i Comuni, e quindi il nostro Comune, si sarebbe dovuto dotare di una programmazione, di una pianificazione di settore, proprio sul risparmio energetico.
Questo, perché? Perché evidentemente lo spirito del legislatore regionale era non soltanto quello di tendere a una riduzione dei consumi energetici, ma era evidentemente anche quello di far conseguire agli atti, riguardo questa direzione, questi risparmi attraverso uno strumento di pianificazione. Quindi, evidentemente esaminare, come avviene per tutti gli strumenti di pianificazione, analizzare il territorio, conoscere la realtà del problema illuminazione energetica, e quindi dotarsi di uno strumento anche tendente a ridurre questi consumi energetici, indicando con quali forme, con quali modalità.
La strumentazione, la pianificazione, l’assessore al bilancio e alla programmazione, la pianificazione strategica è molto competente da questo punto di vista, perché ormai si procede per progetti perché programmi.
Quindi, io credo che prima di andare oltre, e quindi addivenire, sostanzialmente, a una approvazione di un strumento esecutivo di quella che doveva essere la programmazione sul risparmio energetico comunale, la Giunta comunale si sarebbe dovuta dotare, o questo Consiglio comunale si sarebbe dovuto dotare prima di questo strumento di pianificazione e poi porre in essere le procedure di appalto, attuative anche attraverso un appalto di questo tipo.
Non entro nel merito, ripeto. Però quello che manca, sostanzialmente, è proprio la pianificazione a monte. Che non ci sia in questo Comune, che non ci sia anche negli altri, su questo siamo d’accordo. Però, siccome le Leggi dicono questo, e voi le avete messe in bella mostra queste Leggi, io sono andato a leggere quello che dicevano questi Leggi.
Poi, il secondo punto: è un’analisi di quello che la Giunta ha deliberato. Perché quella delibera di Giunta è sostanzialmente un atto complesso. Una prima parte di quella delibera approva un progetto preliminare. Avvia una realizzazione, un’attuazione pilota e di fatto autorizza il responsabile dell’area lavori pubblici, a conclusione di questa fase di pilotaggio, a sottoscrivere un contratto, qualora il progetto pilota dimostrasse effettivamente che quelle che sono le indicazioni e le premesse del contratto, in realtà possano effettivamente realizzarsi.
Ora, è stato corretto procedere in queste forme, sostanzialmente di trattativa privata? Perché questa è una trattativa privata.
Tant’è che mi risulta già in essere in contenzioso. Cioè, è già pervenuto un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale, che ancora non ho letto, che riguarda proprio la procedura seguita. E qui stiamo al secondo visto della Giunta municipale. Cioè, il codice dei contratti Pubblici.
Che cosa dice il Codice? Che sostanzialmente agli appalti, ai contratti occorre giungere attraverso una fase di negoziazione, previa pubblicazione di un bando. Quindi, una procedura aperta. Questa è la regola generale, di origine europea, trasmigrata nell’ordinamento italiano.
Però poi effettivamente parla della trattativa privata, cioè di una procedura negoziata ristretta. E dice: “La trattativa privata è assolutamente una procedura eccezionale, a cui fare ricorso quando vi sono particolari esigenze di natura tecnica, anche, a esempio, quando si tratti di privativa industriale.
Cioè, che cosa dice? Quando occorre acquistare, ottenere un bene o un servizio rispetto al quale sussiste un brevetto univo, quindi una privativa industriale, sicché l’obiettivo dell’ente appaltante lo si può raggiungere, lo si può ottenere soltanto rivolgendosi a quel particolare fornitore, a quel particolare prestatore di servizio, allora in quel caso queste ragioni di privativa industriale, che rientrano in una cornice di normativa europea, consentono di poter trattare privatamente e o sottoscrivere un contratto, senza procedura negoziata. Al più, magari, si fa precedere alla trattativa privata una indagine di mercato.
Però, che cosa dice poi sostanzialmente la giurisprudenza a proposito della procedura da seguire? Dice che l’indagine di mercato deve precedere la trattativa privata, perché nel momento in cui segue la trattativa privata, in realtà l’ente appaltante che procede a indagine successivamente le a delibera di trattativa privata, cerca di formarsi un proprio convincimento, quindi ricerca le qualità dell’oggetto, identificandole già con quelle proposte dal contraente privato. Sicché, in realtà, mira effettivamente a ratificare il proprio operato a trattativa privata, quindi a giustificare il proprio operato.
Dove sta l’errore? Purtroppo qui non è stata fatta una indagine di mercato a monte, si è andati a trattativa privata, convinti della privativa industriale. Ci troviamo di fronte un opponente, un ricorrente che dice: “Io posso fare le stesse cose, che in realtà vi ha proposto la Telecom”, adesso non ricordo come si chiama il titolare del brevetto. Quindi c’è un errore di fondo, rispetto al quale non è soltanto qualche Tribunale amministrativo che si è pronunciato, ma anche il Consiglio di Stato a proposito della trattativa privata su privativa industriale.
È questo il discorso. Cioè, oggi noi ci troviamo nella impossibilità di andare in autotutela per annullare quegli atti, perché sappiamo benissimo che pende un ricorso al Tar, per cui nella pendenza del Ricorso al Tar non è possibile procedere all’annullamento. Ma nemmeno procedere a una indagine di mercato. Poi noi in realtà, con quella indagine di mercato, andremmo sostanzialmente a trovare le giustificazioni, come dice il Consiglio di Stato, delle quantità del progetto, poste a base della trattativa privata. Sicché, sostanzialmente, andiamo a ratificare la nostra scelta, in violazione dei principi di libera concorrenza e del mercato aperto.
Sostanzialmente è questo. Quindi è un cane che si morde la coda.
Secondo me la procedura è nata proprio male. Il problema è che ci sta esponendo a questo contenzioso.
È chiaro? Ripeto, io non entro nel merito se questa proposta è condivisibile o meno nei termini tecnici, perché non sarei in grado di dare in mio giudizio personale, perché non me ne intendo. Però posso effettivamente consigliarvi Assolutamente, che purtroppo questa procedura, iniziata male, proseguirà peggio. Perché andremo a fare il passo del gambero. Cioè, noi adesso stiamo facendo una procedura a ritroso, per tentare proprio di andare a giustificare le scelte fatte finora. E troveremo sicuramente una cassazione da parte del Tar., da questo punto di vista.
Perché la regola è talmente evidente, talmente semplice nella sua lettura e nella sua portata, che siamo caduti proprio in errore macroscopico.
Quindi, quello che io propongo oggi, che formalizzo oggi è di estrapolare questo provvedimento dal programma triennale delle opere pubbliche. Oppure comunque, nel momento in cui la maggioranza intendesse procedere ugualmente nell’approvazione, di non andare a contrarre mutui o quant’altro. Perché siamo sub iudice in tutti i sensi.
Per cui, ripeto, avete sbagliato la procedura. Proprio chiaro, senza giri di parole intorno. Potevate ottenere gli stessi risultati che avete ottenuto oggi, però ponendo in essere una procedura corretta. Questo non è successo.
Mi meraviglio, anche perché poi la delibera è sostanzialmente ben motivata.
Però si è prodotto questo risultato amministrativo, che è seriamente difficoltoso da leggere, e soprattutto da non infliggere con un giudicato di Giudice amministrativo, con tutte le conseguenze che ci possono essere. E poi, ripeto, i contenziosi che si possono aprire, la durata del contenzioso. Perché il Tar è veloce, il Consiglio di Stato di meno, anche se qui ci sono procedure semplificate per gli appalti, che hanno dei termini sostanzialmente dimezzati.
Consentitemi, in fine, una valutazione di tipo politico: cosa avrei fatto io? Mi sarei posto questo problema. Cioè, visto che c’è la possibilità di studiarci un piano per il risparmio energetico, perché non partire da uno studio preliminare, dalla pianificazione generale di questo problema? E poi pensare anche a un tipo di appalto, e questo è il consiglio che vi do, che riguarda anche, magari, la sostituzione della linea dell’impianto, dell’impiantistica, perché sennò corriamo seriamente il rischio, con questa proposta, di andare a costruire una bella carrozzeria da Ferrari testa rossa su un motore di una 500. Cioè, il motore della 500 sono attualmente i pali e il sistema di illuminazione pubblica, che fa acqua da tutte le parti. Noi poi ci andiamo a mettere dei sensori intelligenti su questa linea, che in realtà è vetusta e vecchia.
Allora, perché non pensare proprio a un progetto che sostituisca tutta la linea pubblica di impiantistica, che frutti, magari, le fonti alternative?
Il mio sogno (l’ho sempre detto, da quando sono in quest’aula) sarebbe quello di illuminare la strada Ugento – Torre San Giovanni. Sarebbe ipotizzabile con le fonti alternative di energia.
A esempio, vedevo i nuovi emettitori dei ticket per i parcheggi, funzionano tramite il fotovoltaico, i pannelli.
Cioè, perché non pensare a una grande opera di a rivisitazione complessiva dell’impiantistica pubblica?
Ripeto, secondo me, dal mio punto di vista, è poco sensato andare a mettere questi sentori intelligenti su un’impiantistica che fa acqua da tutte le parti. Non lo so, credo che non sia proprio il massimo che ciò che potremmo fare. Quindi, cerchiamo di tendere al massimo.
Poi, per il procedimento amministrativo, rimangono in piedi tutte le mie perplessità. Cerchiamo di inguaiarci oltre nel procedimento, ripeto. Secondo me è bene fermarsi un attimo, verificare come stanno le cose e poi, soprattutto, evitare di azzardarsi su percorsi così angusti. Grazie.
PRESIDENTE – Cinque minuti, consigliere Riso.
CONSIGLIERE RISO – In concreto, vorrei dire, come Verde, prima ho spento i termoventilatori qui nella sala di questa stanza. Vorrei sapere dall’assessore Scarcia: è suo interesse accorato per questo progetto di illuminazione del nostro territorio, ma soprattutto vorrei da parte dello stesso e di tutti noi l’illuminazione divina non solo a emendare tale progetto, ma di ritirarlo in toto dal programma pluriennale 2009/2011, a favore del risparmio energetico. Anzi, suggerisco, come promozione, l’adesione alla giornata nazionale “Mi illumino di meno” che sarà prossima, nell’anno nuovo, o la trasformazione del Biogas, scusate se insisto, per questa illuminazione. E infine, come a Casamassima, sfruttare l’illuminazione fotovoltaica e eolica. È proprio di questi giorni.
Il mio voto è contrario per questo progetto, che i miei colleghi chiederanno poi di emendare. Cittadini presenti e assenti, come dice l’assessore Scarcia: stiamo lavorando per voi, per aumentare le tasse.
Allora, finisco nel dire che qui dobbiamo essere costruttivi. Tuttora nei centri storici permangono i pali di luce elettrica. Scempi affianco ai campioni che sono stati messi. Quando li rimuoveremo completamente?
Ma qui veramente vogliamo parlare di luna, quando non stiamo né in cielo né in terra?
PRESIDENTE – Consigliere Riso, queste cose le devi dire con le interrogazioni, non c’entra l’argomento che stiamo discutendo.
CONSIGLIERE RISO – Ministro finito, ho finito.
Allora, i sensori intelligenti che diceva… io le dico quando le devo dire.
I sensori intelligenti che diceva il consigliere, collega. Vogliamo continuare a così? Vi ho detto, vi ho fatto l’esempio, e finisco, che qui andiamo subito in crisi, basta che si spengano le luci, basta che un topo rosicchi l’impianto, basta che si fulmini un lampione, una lampadina. Ma veramente vogliamo ancora continuare su questo argomento.
Quindi il mio voto è contrario. Grazie.
PRESIDENTE – Prego, consigliere Cavalera.
CONSIGLIERE CAVALERA – Grazie, Presidente. Intanto io devo portare all’attenzione, credo che ne è già a conoscenza, però lo voglio portare all’attenzione di tutto il Consiglio comunale il disagio di interi isolati di Ugento, tra via Modena, via Bolzano, via Acquarelli e via Giannuzzi, dove sembra che… Anzi, il natale è arrivato a settembre, perché è dal mese di settembre che tutti quegli isolati, tutte le lampadine di quegli isolati si accendono e si spengono, fanno dieci minuti di accensione e tre quarti d’ora di buio.
Quindi, chiedo un impegno specifico dell’assessore, perché veramente… Anche io ho collaborato con l’ufficio, so che stanno avendo difficoltà a trovare il guasto. Però è pure ora.
Questo è uno degli indici della qualità degli impianti che teniamo adesso. Perché, per quanto ne possa capire io, a meno che non hanno interrotto i cavi con qualche scavo in particolare, se ci fossero stati i pozzetti con i giunti per ogni palo, come si stanno facendo gli ultimi impianti, invece questi sono impianti di vecchia data, senza giunto singolo ogni palo, a quest’ora il guasto sarebbe già stato trovato. Questo è uno degli esempi.
Poi, caro consigliere Corvaglia, qui dice, perché bisogna pure leggerle le parole, non riduzione del 70%, non c’è una riduzione del 30%, c’è una riduzione del 70%.
ASSESSORE SCARCIA – No. Meno male che ti sta smentendo il tuo collega.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Comunque sulla delibera dà questo dubbio. Poi io mi sono guardato le carte e ho visto. Però sulla delibera si può capire così.
ASSESSORE SCARCIA – È la riduzione del 30%.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Però sulla delibera dà questo dubbio.
CONSIGLIERE CAVALERA – Allora bisognerebbe correggere quello che dice sulla delibera, perché io il progetto non l’ho guardato, sinceramente. Perché qua dice: “Potenza ridotta di circa il 70% per un tempo pari al 92% “. Quindi, sulla delibera c’è scritto così.
Comunque, io su questo argomento devo esprimere la mia completa delusione, prima di tutto dal punto di vista come cittadino, come rappresentante istituzionale. Perché di queste cose, di questo argomento se ne sta parlando forse da dieci anni. Io ricordo che in ogni bilancio di previsione, nelle relazioni dell’assessore Pacella, è nominato sempre il risparmio energetico. Il progetto “Esco”, collegato sempre al risparmio energetico. Purtroppo dobbiamo dire che dopo tanta attesa o tanta … discissione, no, perché non ce n’è mai stata. La montagna ha partorito un topolino.
Io già nell’intervento sull’assestamento di bilancio, ho definito il contenuto della delibera di Giunta, da cui nasce poi questo ordine del giorno, uno scempio amministrativo e un altro attentato alle casse comunali.
Intanto ricordo solo al Presidente che nella delibera è stato omesso il parere della commissione, della terza commissione, nella quale io ho chiesto di stralciare dal programma delle opere pubbliche, già in quella sede, una delle due opere inserite nella modifica che stiamo esaminando, che comprende anche, come abbiamo visto, la ristrutturazione di un immobile in località Fontanelle, per il quale, tra l’altro, io vorrei sapere che si sono scadenze, per proporre poi o il ritiro completo, oppure, come diceva il consigliere Giannuzzi, un emendamento per stralciare solo il sistema di tele gestione e risparmio energetico.
Di cosa si tratta l’ha spiegato benissimo l’ingegnere Corvaglia. Tra l’altro, anche in conferenza dei capigruppo abbiamo chiesto, come opposizione, di soprassedere dal portare in Consiglio l’ordine del giorno, viste le perplessità emerse, appunto sulla delibera di Giunta comunale n. 151 del 10 settembre.
In commissione io ho detto che era necessario e opportuno, per un’opera del genere, valutare preventivamente tra i vari sistemi di risparmio energetico sulla pubblica illuminazione presenti sul mercato, per scegliere quello più adatto alla situazione e alla peculiarità del nostro territorio. Una scelta possibilmente condivisa, per poi formulare un capitolato, un bando di gara di evidenza pubblica e quindi valutare le offerte tramite una commissione.
Non si può assegnare, per quanto mi riguarda, un appalto di 1.307.350,00 euro, IVA compresa, a trattativa privata, né ci si può giustificare con la esclusività di brevetti. Cosa molto opinabile, come ha esposto anche il consigliere Giannuzzi. Perché qua credo che non si stia parlando, per esempio, di un farmaco salvavita, prodotto esclusivamente da una sola casa farmaceutica. L’assessore Scarcia anche in commissione riferiva di sentenze del Tar, che consentivano questa procedura. Ma, a parte tutto questo, chi ci garantisce e chi garantisce le tasche dei cittadini, che questo sistema scelto sia il più adatto per Ugento?
Io, per quanto riguarda i numeri, ho fatto soltanto un semplice conticino. Perché la prima parte di questo appalto riguarda il telecontrollo e il risparmio energetico per 1.188.500,00 euro più IVA. Con il tele-leasing, così lo chiama sulla delibera, che vale per dieci anni, e come confermato dall’assessore Scarcia, che sembra che sia il periodo scelto ormai verso cui si orienta l’amministrazione, viene un costo di 180 mila euro all’anno che dobbiamo pagare: 25 mila euro ogni bimestre per 6 bimestri. Fa 180 mila euro all’anno.
Non voglio parlare della seconda parte, dei servizi aggiuntivi, quelli che descriveva il consigliere Corvaglia, che comportano 386.250,00 altri più IVA., se scegliessimo di applicare anche quei servizi aggiuntivi.
L’appalto si fonda, in poche parole, la proposta che ha fatto la Telecom è: su 3500 punti luce totali che ha il Comune di Ugento, la sostituzione di 1353 lampade, l’installazione di questo sistema, di questi aggeggi su ogni palo, poi modem, come descriveva il consigliere Corvaglia. Quindi, la Telecom si impegna solo a sostituire queste 1353 lampade, a fornire il sistema di telecontrollo e forse la manutenzione del sistema di telecontrollo, non si capisce nemmeno tanto bene. Ma diamola per scontato.
Tra l’altro, l’assessore sembra che miri anche a fare questa gestione da soli, così ha detto anche in commissione, cioè di formare dei dipendenti comunali per gestire da soli il servizio.
Pero io dico una cosa: anche se si dovesse arrivare al risparmio del 45%, perché quello è quello che richiede l’impegno che prenderebbe la ditta affidataria, vale a dire anche se dovessimo risparmiare 250 mila euro sui 500 mila che paghiamo adesso, tolti i 180 mila euro, resterebbe un risparmio di 70 mila euro all’anno.
Per rimanere però, alla fine dei dieci anni, con un impianto più vecchio di quello di adesso, che è già obsoleto, almeno in buona parte.
In ogni caso, cosa che io non avevo letto, perché non avevo visto il progetto, però per quello su cui ha relazionato il consigliere Corvaglia, questo risparmio di 70 mila euro, da quanto ho capito, sarebbe annullato praticamente dai costi nascosti che benissimo ha evidenziato nell’esposizione.
Quindi, continueremmo… Non vedo veramente proprio spazio per una convenienza.
Altri Comuni, invece, con bando pubblico, hanno spuntato condizioni molto molto più interessanti e vantaggiose di quelle descritte in questa delibera. Porta l’esempio di Racale e Taviano. Racale, per esempio, ha 3000 punti luce e, a parità circa di costi come quelli che stiamo sopportando noi, si ritroverà però dopo i dieci anni non le lampade nuove, ma si ritroverà tutte le armature nuove, tutte e 3 mila armature nuove. E non, ripeto, con un terzo di lampade sostituite e basta.
Poi c’è anche un altro punto interrogativo, di cui non ho visto traccia nella delibera di Giunta. Perché non si fa riferimento all’illuminazione della zona industriale, per esempio, né si fa riferimento su un problema che teniamo a Ugento, dei pali dell’Enelsole. E se ne sono ancora diverse strade illuminate con i pali dell’Enelsole, a cominciare da via Giannuzzi, Via Taurisano, se non mi sbaglio pure via Ripamonti. A Gemini ci sono ancora pali dell’Enel sole su via Pietro Micca. Questo problema, per esempio, non è stato proprio posto.
E l’Enel sole non tanto facilmente rinuncerà anche a quei pochi spiccioli che deve ricavare dal Comune di Ugento per la manutenzione di quei pali.
Anche se si tratterà di pochi soldi, però non credo che rinuncerà tanto facilmente.
Quindi, veramente non riesco a vedere quale convenienza ci possa essere per i cittadini.
Per questo io avevo pensato si potesse richiedervi… Ora il consigliere Giannuzzi diceva che forse nella situazione attuale, con un ricorso al Tar, che si è già verificato, forse questo non è possibile, però io avevo pensato di consigliare l’annullamento in autotutela di questa delibera, forse attaccandosi e facendo riferimento alla previsione di un progetto pilota preventivo, che richiama prima del vero e proprio affidamento.
Quindi, siccome si potrebbe anche pensare che un vero e proprio affidamento non c’è stato, si potrebbe pensare all’annullamento in autotutela di questa delibera, in modo veramente da fare questa indagine di mercato per confrontare i vari sistemi di risparmio energetico preventivamente e quindi scegliere il più adatto al territorio di Ugento.
Seguendo altre strade, secondo me, rischiamo, come al solito, come si è fatto tante altre volte, purtroppo, di aggiungere danni su danni. Se vi sentite di prendere questa responsabilità, come vi abbiamo pregato tante volte di riflettere su tanti argomenti, vi chiediamo anche di fermare questa procedura e di riflettere anche su questo. Grazie.
ASSESSORE SCARCIA – Posso, Presidente?
VICE PRESIDENTE – Prego.
ASSESSORE SCARCIA – Ritorno sul concetto. Ingegnere Cavalera, e lo dico un po’ per tutti: adesso noi parliamo della variazione del Piano triennale delle opere pubbliche. La stiamo inserendo solo come variazione. Per quanto riguarda l’autotutela, ingegnere, le ha già risposto Giannuzzi.
Sia chiaro a tutti: l’amministrazione non farà un passo, visto che è tutto sub iudice. Di questo le posso dare garanzia, a nome della maggioranza. Poi, ho sentito più volte da quel banco: “Le casse comunali e le tasche dei cittadini”. Evidentemente, ingegnere, lei non si è letto attentamente la delibera di Giunta. Gliela leggo io, di modo che lei possa essere tranquillo su questo. La nostra delibera di Giunta, oltre a essere subordinata a un progetto pilota, che deve dare le garanzie, e questa è garanzia per la pubblica amministrazione, c’è una subordinata che gliela leggo: “Alla certificazione contrattuale da parte del soggetto affidatario della circostanza per la quale, in virtù di quanto garantito ai precedenti punti, il Comune di Ugento potrà recuperare i costi sostenuti per la realizzazione del sistema di tele controllo, attraverso i risparmi di spesa relativi ai consumi di energia elettrica per la pubblica illuminazione che il predetto sistema di telecontrollo permetterà di realizzare al Comune stesso, in un periodo complessivamente inferiore e comunque non superiore a quello di funzionamento garantito dall’impianto realizzato. La predetta circostanza dovrà essere garantita dal soggetto affidatario a pena di risoluzione espressa del contratto di affidamento, con rivalsa integrale a carico del medesimo affidatario, di ogni spesa sostenuta e conseguente, o con altra forma di garanzia, che dovrà essere ritenuta idonea dal Comune di Ugento”.
Quindi, come vede, ingegnere, la delibera di Giunta è stata fatta in modo tale da mettere al archi paro l’amministrazione comunale da qualsiasi situazione.
Penso che ci sono varie subordinate. Quindi, quello che ho detto lo ripeto e lo sottolineo: l’amministrazione comunale non farà nessun passo, se non prima il Tar chiarisce la sua posizione.
E quindi, se il Tar dice: “Guardate signori miei, che noi dobbiamo andare in appalto”, si va in autotutela e si va in appalto. E lo ripeto: noi stiamo andando verso la città digitale, non solo risparmio energetico. Grazie.
CONSIGLIERE CAVALERA – Dico, solo perché vi siete messi in queste condizioni, a questo punto? Visto che è da dieci anni che se ne parla di questa cosa, si sarebbe potuto fare tutto con più regolarità. Scusa, Presidente.
ASSESSORE SCARCIA – Ingegnere, non ci siamo messi in nessuna parte. Abbiamo solamente accennato che vogliamo fare il risparmio energetico con la città digitale in questo modo. Punto.
PRESIDENTE – Votazione. Chi è favorevole?
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Presidente, posso? Mi era rimasta una domanda in gola l’altra volta. Quindi, in pratica, mi sta dicendo l’assessore che questo sistema permette al Comune di Ugento di gestire dati e servizi? O li gestisci la Telecom? Perché, sinceramente, questo non l’ho capito.
ASSESSORE SCARCIA – No, noi direttamente. Noi gestiamo tutto noi direttamente. La Telecom non gestisce niente.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – No, i servizi.
ASSESSORE SCARCIA – Tutto noi gestiamo.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Io non sto dicendo la gestione dell’impianto.
ASSESSORE SCARCIA – Anche dei servizi.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Dei servizi accessori.
ASSESSORE SCARCIA – Gestiamo tutto noi, non diamo niente a Telecom. È questo il principio, ingegnere, un po’ innovativo rispetto a tutto il resto. Gestisce direttamente tutto il Comune, non diamo nulla ai privati.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Quindi questo vorrebbe dire fornire ai cittadini, quanto meno a prezzi non di mercato, ma sociali, determinati servizi?
ASSESSORE SCARCIA – Quelli previsti nel progetto, certo. Poi, bisogna ritornare in Consiglio per determinare tutte queste tariffe. Ove mai, per esempio, noi optassimo, te ne dico uno di servizio, tipo la carica per la bicicletta elettrica, è normale una cosa del genere. Te ne dico uno dei servizi. Per la ricarica della bicicletta elettrica, è normale che in questo senso viene stabilito il prezzo dal Comune.
CONSIGLIERE CORVAGLIA – Avevo questo dubbio.
ASSESSORE SCARCIA – Questa è l’innovazione e la particolarità di questo progetto.
PRESIDENTE – Prego, assessore Pacella.
ASSESSORE PACELLA – Volevo solo intervenire per specificare soltanto un aspetto dell’argomento in discussione oggi. Al di là degli aspetti che avete già sollevato sulla bontà o meno della proposta, del progetto, noi oggi non stiamo discutendo il progetto, stiamo dicendo: “modifica del piano triennale delle opere pubbliche”, dove nell’ambito del piano triennale delle opere pubbliche 2009/2011 stiamo inserendo un intervento di risparmio energetico, più l’intervento del risanamento dell’immobile confiscato, grazie a un finanziamento che ci è pervenuto.
Tutto ciò che è stato detto, sollevato anche dal consigliere Giannuzzi, dai vostri interventi, etc., è una questione che si vedrà nel momento in cui si dovrà andare in maniera operativa a capire come muoverci su questo intervento, e basta. Siccome c’è questo ricorso, l’ha sottolineato anche il consigliere, non è detto che si seguirà questa strada. Per cui oggi stiamo discutendo semplicemente dell’inserimento di un’opera del risparmio energetico nell’ambito del Piano.
Come voi sapete, i piani poi vengono modificati di volta in volta. Adesso che andiamo a approvare il bilancio nuovo, se questo intervento lo porteremo avanti, rimarrà tale, altrimenti si viene a modificare.
Per cui, questa mattina stiamo discutendo di un inserimento di due opere all’interno del Piano e basta. Questa è la delibera. Poi, avete fatto bene a entrare nel merito, visto che forse non si è parlato nemmeno in commissione della bontà o meno del progetto. Però volevo sgombrare il campo che stiamo discutendo semplicemente di inserimento di due interventi nel piano triennale delle opere. Questo è l’oggetto della delibera in discussione oggi.
CONSIGLIERE CAVALERA – Presidente, posso chiedere all’assessore quali esigenze ci sono per modificarlo in questo Consiglio comunale il Piano delle opere pubbliche? Cioè, sia per questo punto, che per la ristrutturazione dell’immobile in località Fontanelle. Per i PON sicurezza scade qualcosa? Si deve fare per forza oggi perché scade qualche richiesta, qualcosa?
ASSESSORE PACELLA – Il motivo è perché stiamo attendendo, per il PON sicurezza, comunicazioni entro quest’anno. Per cui andava previsto entro il 2009 per poterlo poi portare avanti come intervento.
CONSIGLIERE CAVALERA – Per il secondo punto. Però per il punto controverso, per quanto ci riguarda, c’è qualche esigenza immediata, che si deve fare per forza oggi?
ASSESSORE PACELLA – L’esigenza è perché c’è un atto di Giunta che ha approvato questo progetto. Questo è. E quindi, dovevamo inserirlo nel Piano.
CONSIGLIERE CAVALERA – Perché a questo punto noi proponiamo un emendamento per stralciare la parte che riguarda il primo punto dalla delibera di oggi. Poi, se in viene votato…
Quindi, Segretaria, proponiamo un emendamento, dove nella parte narrativa, dove dice “dato atto che” venga stralciato il secondo capoverso, dove dice: “Con delibera della Giunta…”, cioè venga lasciato solo il primo e il secondo venga stralciato completamente, dove dice: “Con delibera della Giunta comunale n. 151 veniva approvata la proposta…” fino “a un massimo di 30”. Tutto quel capoverso.
Poi, successivamente, dove dice “considerata l’esigenza di modificare ulteriormente il programma triennale opere pubbliche, approvato con delibera di Consiglio comunale n. 18 del 15 giugno 2009, con l’inserimento” non “dei due sotto elencati nuovi interventi” ma “del sottoelencato nuovo intervento”. E quindi togliere il punto 1, dove dice “Tele gestione e risparmio energetico”. Lasciare solo il punto 2 che a questo punto non ha ragione di esistere come punto 2, diventa soltanto “il sottoelencato nuovo intervento”. Rimane solo “ristrutturazione immobile in località Fontanelle, sede del parco, dell’importo complessivo…”, etc..
Quindi, poi nella parte dove dice “Ritenuto pertanto necessario modificare il programma triennale opere pubbliche 2009/2011 e elenco annuale dei lavori 2009” , “con la modifica di cui sopra” non “con le modifiche di cui sopra”.
E poi, nel deliberato, “delibera di modificare, per tutto quanto riportato in narrativa, il programma triennale opere pubbliche, del triennio 2009/2001 e l’elenco annuale 2009, con gli adeguamenti riportati nella scheda predisposta dal settore lavori pubblici allegata al presente atto, per formarne parte integrante e sostanziale di seguito elencata”. A quel punto, togliere di nuovo il punto 1 e lasciare solo l’oggetto del punto 2, senza il numero 2, che non ha significato di esistere.
Quindi, proponiamo questo emendamento, non so se è stato chiaro, in modo da riparare a questo guasto, secondo noi.
PRESIDENTE – Votazione dell’emendamento presentato dal consigliere Cavalera. Chi è favorevole?
VOTAZIONE
PRESIDENTE – Votazione della proposta di delibera. Favorevoli?
VOTAZIONE
PRESIDENTE – Per l’immediata esecuzione.

VOTAZIONE

Da guadagno a perdita netta: la soluzione per il museo di Ugento

riapre il museo a ugento

Arriva finalmente la soluzione per la gestione del museo di Ugento, affidata per 9 mesi anche non consecutivi con la formula dell’affidamento diretto ad una cooperativa con sede a Lecce al costo di 105mila euro, per l’esattezza, come si può leggere nella determina n°716:

con lettera di invito del 06.09.2022, trasmessa tramite piattaforma di E-Procurement “TUTTO GARE” del
Comune di Ugento, veniva inviata richiesta di offerta economica al suddetto Operatore Economico da
esprimere sul citato importo a base d’asta pari ad euro 105.655,00, oltre Iva nell’aliquota di legge, per
l’affidamento dei servizi analiticamente descritti nella lettera di invito e nel capitolato per un periodo di nove mesi anche non consecutivi e comunque sino alla concorrenza del monte ore poste a base dell’affidamento (2.700 ore), con decorrenza dalla data stipulazione del contratto;

Cambia dunque totalmente il paradigma in base al quale venivano assegnati i beni che tanti milioni di euro sono costati alle casse comunali, passando da un bando che prevedeva il versamento di una quota di gestione pari a 10mila euro annui, mai pagata dal vecchio gestore e per il quale più volte si è chiesto spiegazioni al precedente sindaco, ad un sistema che prevede un pesante esborso economico per il comune di Ugento, pari a circa 14 mila euro al mese, per un importo totale di € 125.676,63 per 9 mesi di gestione.

Di fatto per la cifra sopracitata la coop IMAGO avrà il compito di:

a) apertura e chiusura degli spazi oggetto di appalto;
b) biglietteria, controllo accessi, prenotazione visite (provvedere alla vendita dei titoli di accesso ai visitatori, applicando le tariffe, anche agevolate, come da regolamentazione e/o provvedimenti in merito posti in essere dal Comune, ricevere e curare le prenotazioni delle visite ai beni culturali da parte di singoli, gruppi organizzati di visitatori, scolaresche, ospiti istituzionali);
c) elaborazione proposta della carta dei servizi e aggiornamento;
d) progettazione, realizzazione e noleggio audioguide e whisper;
e) accoglienza del pubblico e visite guidate (provvedere all’accoglienza del pubblico e al servizio di prima informazione, con competenze di base relative all’offerta di informazioni di carattere generale sui singoli beni culturali, garantire il servizio di visite guidate che potrà essere svolto direttamente dall’affidatario con proprie figure professionali o per il tramite di operatori incaricati che dovranno essere in possesso di abilitazione per l’esercizio della professione di guida turistica);
f) assistenza didattica e laboratori didattici;
g) vendita, in conto terzi, di prodotti editoriali e oggettistica (gestione dei book shop);
h) supporto e collaborazione con il Comune per la progettazione, organizzazione e realizzazione mostre ed eventi (compatibilmente con gli immobili di proprietà privata), ivi compreso il Premio Zeus-Premio Internazionale di Archeologia – Città di Ugento;
i) individuazione ed organizzazione di spazi da destinare alla promozione dei prodotti editoriali sui beni culturali del Comune di Ugento e del territorio salentino;
j) assistenza al pubblico per convegni, seminari, mostre temporanee, manifestazioni, dibattiti e altre iniziative culturali, organizzate dal Comune in collaborazione con l’affidatario;
k) servizi di accoglienza e fruizione della bibliomediateca e della biblioteca;
l) promozione e valorizzazione del patrimonio (attività di valorizzazione dei beni culturali ed artistici del territorio, in modo congiunto ed integrato con il Comune, attività di promozione attraverso azioni di supporto all’Ente nell’organizzazione di iniziative culturali e ricreative, servizi di promozione della lettura e della cultura nell’ambito della COMMUNITY LIBRARY, presso Palazzo Rovito, coerentemente con il progetto esecutivo approvato con deliberazione di Giunta Comunale n. 245 dell’8 novembre 2017);
m) custodia e vigilanza dei locali e del materiale esposto, controllo delle modalità di visita;
n) rilevazione delle condizioni climatiche e ambientali;
o) azionamento e controllo impianti antintrusione, videocontrollo e antincendio;
p) pulizia ordinaria dei locali e dei beni mobili, da effettuarsi anche ad opera di terzi nel rispetto della vigente normativa in materia, al di fuori dell’orario di apertura al pubblico;
q) attività di supporto e tutoraggio per tirocini universitari e per volontari del servizio civile;
Le attività come innanzi declinate potranno essere arricchite da momenti ricreativi e di diversa natura quali:
• un servizio di rinfresco all’interno del Museo Archeologico e della Chiesa della Madonna di Costantinopoli;
• un servizio book shop all’interno del Museo Archeologico;

Ma chi è la cooperativa sociale Imago?

Cooperativa sociale con sede a Zollino, dal poco che siamo riusciti a trovare in rete possiamo riportarvi quanto scritto nel loro sito internet:

IMAGO crede nella cultura come valore di tutti e che la cooperazione sia la forma d’impresa più innovativa e funzionale alla creazione di un nuovo modello di sviluppo sostenibile, in particolare nel settore dei beni comuni e del patrimonio diffuso. Crede che partecipazione ed esperienza siano fondamentali per promuovere una fruizione ampia del patrimonio culturale e siano determinanti nei processi di inclusione sociale e che la rete sia lo strumento più appropriato per valorizzare, in forma integrata e partecipata, il patrimonio culturale su scala territoriale e che l’innovazione debba essere un principio ispiratore in ogni processo di sviluppo. Crede nelle capacità delle persone che ne fanno parte ed è impegnata nel creare in modo responsabile valore aggiunto, sociale ed economico.

Una procedura che sembra essere di carattere temporaneo e provvisorio, almeno da quanto riportato in alcune parti della determina:

il servizio di gestione dei beni ha subito uno stallo in questi ultimi anni a causa, dapprima, dei periodi di chiusura dei musei stabiliti in osservanza delle disposizioni ministeriali anti covid, e, successivamente, per effetto della decretata revoca dell’originaria aggiudicazione e della conseguente chiusura della procedura di gara per mancanza di aggiudicazione;
•nelle more dell’indizione e del perfezionamento della nuova procedura di affidamento in concessione, è intendimento dell’Amministrazione comunale procedere, con urgenza, all’affidamento di alcuni servizi connessi alla fruizione dei beni museali e culturali di cui in premessa, al fine di garantire l’espletamento del servizio pubblico e, nel contempo, di acquisire i dati tecnici necessari per la predisposizione degli atti di gara

L’amministrazione di Ugento getta dunque la spugna, riconoscendo l’esigenza di un tempo lungo per la concezione e messa a punto del prossimo bando di gestione dei beni museali di Ugento, intervenendo con una costosissima misura tampone, ancora una volta in assegnazione diretta, ancora una volta ai medesimi soggetti.

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Anche il TAR è d’accordo: più controlli a Burgesi

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La vicenda nasce nel 2016, quando, da una inchiesta condotta dalla Procura di Lecce per traffico illecito di rifiuti, seguita ad un’altra nell’ambito della quale fu acquisita una relazione tecnica sullo stato della discarica Burgesi, dal quale si evinceva che nell’impianto erano stati tombati fusti contenenti PCB.

Sulla base di quegli accertamenti, i Comuni di Ugento, Acquarica e Presicce, attraverso l’Avvocato Luigi Quinto chiesero nel 2017 alla Regione Puglia di disporre il riesame dell’Autorizzazione della discarica al fine di incrementare il livello del monitoraggio ambientale.

L’istanza dei Comuni portò all’apertura di un procedimento culminato con l’adozione di una determina di riesame che impose al gestore e ad Arpa di incrementare la frequenza dei controlli dei parametri ambientali, nonché di ampliare il ventaglio degli inquinanti da ricercare in occasione delle analisi.

Quel provvedimento fu contestato dal gestore, che propose ricorso innanzi al giudice Amministrativo, ritenendo di non essere tenuto ad eseguire quei monitoraggi e comunque di non doversi sobbarcare il relativo onere economico.

Con sentenza pubblicata nella giornata di ieri la Prima sezione del Tribunale Amministrativo Regionale di Lecce ha giudicato legittime le prescrizioni imposte al gestore per garantire un più elevato controllo ambientale.

Il Giudice ha rilevato che “indipendentemente dalla circostanza che l’Autorità giudiziaria abbia poi concluso per l’archiviazione del richiamato procedimento penale, restano in concreto prive di confutazione da parte della difesa ricorrente le circostanze in fatto riscontrate dal CTP (e in specie la ‘presenza di PCB in tutti i campioni di percolato, con concentrazioni che variano da 3,3 a 902 ng/L. In particolare, il consulente rileva come i risultati analitici dimostrano inequivocabilmente che nella discarica sono stati a suo tempo staccati dei fusti contenenti PCB che nel tempo hanno riversato parte del loro contenuto nei rifiuti e, conseguentemente, nel percolato)”.

Inoltre “la più rigorosa attività di controllo disposta: d’altronde le misure di prevenzione, non avendo natura sanzionatoria ed essendo invece motivate dal principio di precauzione, «gravano sul proprietario o detentore del sito da cui possano scaturire i danni all’ambiente solo perché egli è tale, senza necessità di accertarne il dolo o la colpa»”.

I controlli dunque si faranno e dovranno gravare interamente sulla società che gestisce l’impianto, anche se resta ancora da capire come e chi dovrà vigilare sulla correttezza e la periodicità dei campionamenti.

È curioso notare come il TAL si appelli allo stesso principio di precauzione citato nella mozione della minoranza di Ugento di soli due mesi fa, con la quale si chiedevano dei controlli per accertare lo stato dei luoghi interessati dal presunto sversamento di percolato da parte dei mezzi della nettezza urbana, una faccenda giudicata evidentemente con un altro peso dall’amministrazione comunale di Ugento che ha respinto con forza l’eventualità di nuovi controlli in quest’ambito.

Il duro attacco dell’assessore Meli ad un cittadino di Taurisano

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scoppia la polemica con l'assessore meli contrada petrosa taurisano

Continua a percepirsi un certo nervosismo che serpeggia lungo i corridoi del municipio Ugentino. Questa volta è toccato all’assessore ai lavori pubblici Alessio Meli, protagonista di un duro sfogo nei confronti di un cittadino di Taurisano, reo di aver postato una foto sui propri social, scattata in contrada Petrosa.

La foto ritrae Leonardo che spinge l’amico Antonio lungo la strada antistante la casa di quest’ultimo. L’intenzione era quella di attirare l’attenzione su un problema che per Antonio risulta essere davvero di primaria importanza, con l’obiettivo che sembra essere stato raggiunto, almeno a giudicare dalla risposta data su Facebook dall’assessore Meli:

Leonardo Riccio io invece penso che lei si sia recato a casa dell’ amico Antonio Melileo apparentemente per offrire un giro, ma sfruttando l occasione per mistificare e polemizzare. Per qsto penso che quanto al suo post, lei sia lo scarto dello scarto del perbenismo vestito. Quanto a via Petrosa, va in continuità nelle prossime settimane, con quanto già fatto per l’intera Contrada Donna Francesca (dove è residente l amico Antonio) e Contrada Tore, sulle quali i lavori sono stati completati qualche giorno fa, grazie alla rispettiva copertura finanziaria che l Amministrazione Comunale di Ugento ha prodotto e investito.

il commento dell’assessore Meli

Un commento che ha preceduto poi quello ancor più duro:

Un duro sfogo che lascia attoniti visto il tema di cui si sta parlando, cioè il benessere di una persona che a causa di un disservizio comunale è costretto a non poter uscire dalla propria abitazione.

La questione sembra però nascere più in là nel tempo ed esattamente un anno fa, quando a dire di molti l’assessore fu il primo a spendersi in promesse riguardanti proprio quel tratto di strada, così come riconosciuto da Meli stesso nei commenti che si possono leggere sotto il post, con una precisa promessa che portava la data di aprile 2022.

Le condizioni in cui si trova però ancora oggi quella strada hanno spinto Leonardo a postare questa foto, in una storia che assomiglia molto con quanto successo con il museo, con le promesse pubbliche fatte dall’assessore Chiara Congedi in campagna elettorale e poi disattese nei fatti.

Non possiamo far altro che riportare quanto successo con la speranza che il disagio del signor Antonio venga presto risolto dal Comune di Ugento e dalla sua amministrazione, che tanto deve a questa zona di paese, in cui presto ci recheremo con le telecamere per potervi testimoniare le condizioni.

Una questione di cui dovrebbe occuparsi il neo eletto garante dei disabili del Comune di Ugento, atteso subito ad una prova della sua concreta esistenza.

A Ugento non vota più nessuno e la politica è ufficialmente morta

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ugento che non vota alle eleziomni politiche 2022

Ancora non si conoscono i risultati esatti e l’ordine della grandezza della vittoria delle destre qui a Ugento ma un dato è già chiaro a tutti: a Ugento non vuole votare più nessuno, in una costante riduzione dei votanti che dura da circa 20 anni.

Il civismo imperante che ha sminuito il ruolo dei partiti, un livello culturale che da anni ha ripreso a cavalcare verso il basso e il virus del relativismo che dalla chiesa ha anche attaccato la società civile sono solo alcuni dei sintomi che a livello nazionale hanno deciso un dato dell’affluenza così basso, che a livello nazionale si è comunque attestato sul 64% bel lontano dal 48,5% del dato di Ugento.

A Ugento non si vota più e non lo si fa per non disturbare il manovratore, che tra una votazione e l’altra potrebbe scivolare dimenticandosi di erogare i contributi casa, gli assegni ordinari e straordinari, i buoni spesa e tutti gli altri benefit che continuano a mantenerlo in piedi.

Cosa significa votare, dunque, nel nostro paese? Un dovere prima ancora di un diritto che si sta trasformando in un mero gesto per cui riscuotere un premio, come l’addestratore consegna lo zuccherino al cane meritevole, dopo l’esercizio riuscito bene a suon di mesi di cinghiate sul muso.

Delle elezioni davvero strane quest’ultime, con una campagna elettorale di cui in pochi si sono accorti ad Ugento, mai come questa volta completamente abbandonata da big e meno conosciuti candidati, che all’inutile richiesta del voto hanno questa volta scelto la latitanza. Nessun grande evento elettorale. Nessun comizio pubblico. Solo eventi privati organizzati massonicamente negli eleganti salotti di alcuni professionisti che continuano a non voler andare in pensione. Questa è stata la campagna elettorale di Ugento.

Non vogliono più neanche i nostri voti nelle oscure stanze di partito lì a Bari, questo perché a Ugento il dato è consolidato già da diversi anni: la politica qui è morta sotto il peso dei favori fatti ad amici e parenti.

Cosa servono allora i partiti quando si può far parte del gruppo del sindaco di questo o quell’assessore? Questo è il modo di intendere la politica nel nostro paese e lo possiamo appurare con i nostri occhi, con gente che nel giro di pochi giorni abbiamo visto passare dagli scudi alle feste elettorali degli odiati ex nemici, ora amici, diventati tali a suon di promesse e dicerie. L’appartenenza, la coerenza, la passione sono così scomparse schiacciate nella tramoggia del clientelarismo e del malaffare.

Eppure non era difficile capirlo, anche leggendo i dati delle ultime comunali, quelle di un anno fa, che hanno visto, in termini di affluenza, il peggior risultato del nostro paese in epoca repubblicana. Fino ad oggi, scesi anche sotto la soglia psicologica del 50%.

Più di un ugentino su due ha scelto di non votare. Questo è il dato che ci deve far pensare, ma che più di noi deve far pensare i sindaci di Ugento, così impegnati nel dare ai loro elettori, ma che in questo continuo dare stanno continuando a svuotare quel poco che ci è rimasto nella nostra democrazia.

Prova ne sia quello successo a Ugento dove il sito del comune non ha neanche pubblicato i dati sull’esito delle elezioni. A guardare il sito oggi si direbbe che le elezioni a Ugento non ci siano mai state, un pò come sogna qualcuno in questo paese.

la home del sito di Ugento oggi

Che senso ha dunque continuare con questa storia? Che senso ha indire consulte farsa con il solo scopo di continuare a mortificare la politica? Con quale faccia uno dei sindaci di Ugento si rivolgerà ai prossimi eletti della consulta giovanile? Come farà a spiegare loro che rappresenta una minima parte degli elettori di un paese che ormai non vuole più neanche votare?

5 ore in macchina ad aspettare i vigili: finisce bene per due cani

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lieto fine per due cani a ugento

Una piccola disavventura finita fortunatamente in modo positivo. Louis, un nostro lettore, ha pochi giorni fa incrociato sul suo cammino due simpatici cagnoni bianchi che scorrazzavano pericolosamente nei pressi della sua abitazione. Spinto dal suo amore verso i cani, pensa bene di farli entrare in auto per metterli in sicurezza e chiamare i vigili urbani per segnalare la loro presenza.

Purtroppo non era possibile portarli a casa mia, avendo io già un cane da guardia molto territoriale, che avrebbe messo a rischio la sicurezza dei cani stessi. Per questo sono stato costretto a tenerli in auto per non farli fuggire via.

la testimonianza di Louis

La risposta che arriva dalla polizia municipale è una generica richiesta d’attesa, aspettando l’arrivo di un no precisato operatore.

È così che inizia la lunga attesa per i cani e per il nostro amico che ha dovuto pazientemente aspettare 5 ore fino alla soluzione di questa storia:

Dopo aver avuto delle sommarie informazioni al telefono, mi ero convinto di aspettare un incaricato della ASL che doveva arrivare da maglie, si è presentato invece un vigile con il proprietario dei cani che gli ha raccolti direttamente dalla mia auto, dove erano rimasti fino ad allora.

Una storia a lieto fine dunque, che lascia però un po’ di perplessità nel nostro lettore:

Possibile che un cittadino che ha la sensibilità di salvare due bestiole dalla strada debba essere sottoposto a questo disagio? Ore ad aspettare senza alcuna informazione e senza l’indicazione di un posto dove recarmi o una persona con cui parlare. Ma se una persona in quel momento si sta recando al lavoro o non ha la possibilità di aspettare tutto quel tempo, come sarebbe andata a finire?

Un anno di Ozanews: tempo di bilanci

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un anno di ozanews

Un anno fa tornava on line dopo 8 anni d’assenza il giornale on-line Ozanews il Salento visto dal basso. Un anno denso di avvenimenti, che hanno visto questo giornale in costante crescita, raggiungendo oltre 100mila persone, riuscendo anche a stampare un magazine cartaceo che, grazie all’apporto dei nostri preziosi sponsor, continua a essere stampato e distribuito gratuitamente su tutto il territorio di Ugento.

L’andamento delle ricerche del nostro sito nell’ultimo anno

Sono in tanti ad identificare nel nostro giornale l’unico organo d’opposizione cittadina, ma in realtà la questione è molto più semplice.

Dopo 25 anni di governo dello stesso gruppo penso sia arrivato il momento che ognuno di noi scelga da che parte stare: si può essere “governisti”, continuando a sperare che tutto quel che non si è fatto in 22 anni si possa fare nei prossimi 4. Altrimenti si può essere critici nei confronti di chi amministra la nostra cosa pubblica, ricordandoci che abbiamo di fronte l’amministrazione meno votata in tutta la storia di Ugento, che grazie ad un esiguo scarto (appena 30 voti) governa con il pugno duro sostenendo iniziative e prerogative unicamente dei loro elettori.

Un comportamento su cui riflettere che ha avuto il suo culmine con l’elezione del garante dei disabili, che ha visto l’impegno fattivo dell’amministrazione comunale nella ricerca di una persona che potesse contrastare il candidato sponsorizzato da centinaia di cittadini di Ugento ma che aveva la colpa di non essere elettore protagonista. Un dispetto fatto non al candidato, ma alle centinaia di disabili ugentini che, per l’ennesima volta, non avranno una vera figura di riferimento a cui rivolgersi per poter difendere i propri diritti.

Ma a ben vedere è forse proprio questo che ci dimostra plasticamente tutto quel che di buono a portato il nostro giornale: informazione e consapevolezza da parte dei cittadini trattati troppo a lungo come sudditi a cui chiedere il voto ogni 5 anni. Una richiesta che, molte volte, è corredata dalla famosa promessa in un comune che ha visto passare la spesa sociale da 180 mila a 970 mila euro in 10 anni.

Ma non è solo questo l’apporto positivo portato da Ozanews. Anche e soprattutto per limitare la nostra azione abbiamo visto fiorire su Facebook blog e presunte testate giornalistiche che si occupano delle questioni ugentine, tutte con gran attenzione a riverenza nei confronti di sindaco e parte della giunta comunale. Sono nati così canali di vera e propria propaganda che provano, senza riuscirci, a fare da controcanto alla nostra azione.

Tutto ciò è comunque positivo, contribuendo al dialogo e alla formazione di un’opinione ponderata da parte di tutti gli elettori del nostro paese che ora hanno a disposizione strumenti validi per poter giudicare l’azione amministrativa della giunta comunale.

Siamo quindi fieri di aver potuto contribuire all’arricchimento culturale di Ugento, un paese che da troppi anni è rimasto schiacciato sotto una cappa fatta di disinformazione e omertà, alimentata da istituzioni secolari del nostro paese, che nella verità e l’emancipazione vedono mettere a rischio la loro stessa esistenza, le stesse istituzioni che sono l’unico sponsor e finanziatore di chi si propone come alternativa al nostro giornale.

Pensate bene allora a quanto successo e saputo in questi dodici mesi, con il nostro giornale che è stato l’unico organo a informare i cittadini di Ugento su quel che succedeva intorno ai rifiuti, una questione culminata nello scoop di luglio, quando abbiamo diffuso la notizia delle denunce di alcuni operatori ecologici che stavano scaricando percolato in un posto certamente non adatto. Una questione che senza Ozanews sarebbe rimasta segreta ai più, con l’amministrazione comunale che ancora ora, nonostante tutte le evidenze e le denunce, è impegnata nel sostenere che nulla sia mai successo.

Ma ancora: le spese per la bandiera blu, la rappresentanza delle associazioni non allineate, le spese sostenute con i ricavi della tassa di soggiorno, le spese sostenute per opere fantasma e mai entrate in funzione, la gestione delle marine, le politiche turistiche che hanno portato ad un annunciata (solo da noi sulla base di dati certi) fallimentare stagione turistica sono solo alcuni dei temi che avete potuto leggere solo ed esclusivamente su Ozanews.

Oggi assistiamo finalmente all’inizio di un risveglio civico di Ugento, un’onda ormai partita e a cui non si potrà mettere freno, finendo irrimediabilmente per abbattersi con violenza su chi da un quarto di secolo regna e decide delle nostre vite. Questo un po’ anche grazie a noi e di questo non possiamo che essere fieri.

Vorrei concludere, come sempre, ringraziando di vero cuore tutti i nostri lettori, veri proprietari della nostra testata, senza dimenticare i nostri preziosi sponsor, senza la quale tutto questo non sarebbe possibile. Ma abbiamo ancora bisogno di voi e del vostro sostegno! Parlate di Ozanews, anche male, continuate a sputare veleno se non vi piace, parlatene con gli amici, con i parenti, condividete i nostri articoli, solo così Ugento potrà uscire dal torpore in cui è caduta più di vent’anni fa.

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