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Consiglio comunale del 22 luglio, le prime reazioni: Lisi invoca dimissioni

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si invocano dimissioni a ugento giulio lisi

A poche ore dalla conclusione di un acceso consiglio comunale, registriamo le prime reazioni ufficiali, con il comunicato stampa appena pervenuto da parte della lista “Uniti verso il futuro” per via del suo capogruppo Giulio Lisi:

Giulio Lisi durante il consiglio comunale di oggi

Il nostro Gruppo Consiliare, in seguito alla celebrazione del Consiglio Comunale in data 22 luglio 2022, esprime profondo e deciso disappunto per l’esito negativo della proposta di Delibera di Consiglio n. 63/2022 – Oggetto : Mozione a firma dei Consiglieri di opposizione Lisi, Garzia, Musarò, Esposito e De Nuzzo, avente ad oggetto : “Presunto sversamento illecito di percolato dai mezzi adibiti alla raccolta dei rifiuti della Ditta Appaltatrice nel territorio del Comune di Ugento. Interventi urgenti di verifica e monitoraggio”.
La mozione, a cui si rimanda, a causa dei PRESUNTI sversamenti di percolato in alcune zone del territorio chiedeva, tra l’altro, l’impegno dell’Amministrazione Comunale, ad eseguire controlli PREVENTIVI consistenti in “analisi chimico-fisiche-batteriologiche di suolo ed acque al fine di valutare eventuali provvedimenti temporanei di sospensione degli emungimenti dai pozzi superficiali e profondi”.
La maggioranza in spregio a qualsivoglia legittima tutela del cittadino ha, con arroganza (verificabile dalla registrazione dei lavori), bocciato la mozione mortificando con improperi e offese dirette tutti i consiglieri di opposizione firmatari della stessa.
La dialettica politica in ogni consesso è la regola ma le offese e i modi sgarbati devono trovare assolutamente fine. Se il Presidente del Consiglio non vuole, non sa o non può assicurare la serenità dei lavori si dimetta! Stessa decisione assuma il Sindaco se non è in grado di “governare” i suoi assessori e di dare risposte ai suoi cittadini.

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La mozione presentata dai gruppi di minoranza di Ugento: il testo

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la mozione delle opposizioni

Dopo la pubblicazione dell’articolo che riportava la notizia delle denunce di 3 persone coinvolte nel presunto sversamento di percolato nelle campagne di Ugento, i gruppi di opposizione cittadina hanno deciso di convergere su un’unica mozione che potesse permettere al consiglio comunale di affrontare il grave problema che preoccupa tutti i cittadini di Ugento.

Vi riportiamo il testo intero della mozione a firma dei 5 consiglieri di minoranza.

Premesso che:

Gli organi di stampa hanno riportato la notizia di un gravissimo episodio verificatosi nella giornata dell’8 luglio 2022 nel territorio di Ugento. La Polizia Provinciale di Lecce avrebbe colto in flagrante alcuni operatori addetti al servizio di raccolta dei rifiuti che erano intenti a sversare nei campi il percolato presente nell’autocompattatore utilizzato nel Comune di Ugento. Gli stessi organi di stampa informano che l’episodio parrebbe non essere isolato, bensì più volte ripetuto in passato in distinte aree così indicate:

  • zona industriale di Via Racale;
  • vicinanze ecocentro di Torre San Giovanni, nei giorni di raccolta umido e indifferenziato;
  • capannone del cantiere, via delle industrie;
  • Zona Burgesi

Considerato che:

  • Il fatto risulta avere una notevole gravità, laddove effettivamente accertato, in quanto avrebbe messo a serio rischio la salute dei cittadini di Ugento, la salubrità ambientale e la stessa credibilità delle istituzioni ugentine, di cui la Ditta appaltatrice della raccolta rifiuti rappresenta il diretto strumento sul territorio di svolgimento di un servizio pubblico alla collettività;
  • E’ in corso l’indagine da parte della Magistratura inquirente sui fatti accaduti ed ovviamente vige la presunzione di innocenza sino a condanna passata in giudicato, ma non si può restare inerti di fronte a delle notizie del genere;
  • Ai sensi del vigente contratto in essere tra l’ARO e l’ATI Ecotecnica/AXA, tutti i mezzi devono essere dotati di sistema GPS di tracciamento dei percorsi. Pertanto, il Comune di Ugento, in base alle clausole contrattuali, alla normativa in materia e avendo a disposizione gli agenti della Polizia Locale – Sezione Ambiente- deve porre in essere tutte quelle azioni tese ad un maggiore controllo del servizio (a titolo esemplificativo e non esaustivo: monitorare tutti i movimenti effettuati sia in passato che in futuro dei mezzi adibiti alla raccolta rifiuti , tramite il GPS);
  • Benché la Magistratura inquirente dovrà procedere ed accertare gli eventuali illeciti commessi, è necessario, sin da ora, verificare, sempre nell’ambito dei poteri dell’Amministrazione Comunale, se vi siano stati danni causati all’ambiente da eventuali comportamenti illeciti ed eventualmente se vi siano potenziali rischi per la salute pubblica e ambientale;
  • Recenti cambiamenti normativi dettati dalla disciplina Arera impongono al Comune di aggiornare immediatamente il progetto per poter essere in linea con gli obblighi di legge sin dal prossimo 1° gennaio 2023.

IMPEGNA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE DI UGENTO

A. a voler procedere all’inserimento della discussione della presente mozione nell’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio Comunale al fine di consentire all’Assise, mediante propria Deliberazione, ad attivare l’amministrazione comunale, immediatamente, per quanto di sua competenza, ad effettuare le dovute verifiche e garantire la salute dei cittadini ugentini. In particolare:

  • Il Sindaco, in qualità di Autorità Sanitaria Locale, nei siti in cui si suppone sia avvenuto lo sversamento, deve attivare, sin da subito, anche per il tramite di Arpa Puglia o laboratori accreditati, analisi chimico-fisiche-batteriologiche di suolo ed acque al fine di valutare eventuali provvedimenti temporanei di sospensione degli emungimenti dai pozzi superficiali e profondi; in ogni caso mettere in atto tutto quanto necessario per tali accertamenti;
  • Controllare i sistemi di depurazione delle acque dei centri comunali di raccolta, gestiti dalla Ditta Appaltatrice, verificando l’attuazione delle corrette procedure e tenuta della documentazione in materia, verificare il corretto avvio a smaltimento dei fanghi, l’effettuazione delle analisi sulle acque in uscita dai sistemi di trattamento ed il rispetto complessivo delle prescrizioni presenti nelle Autorizzazioni provinciali allo scarico e/o previste dal R.R. 26/2013 . In particolare, porre in essere tutti i controlli che l’Ente può effettuare anche e soprattutto sullo smaltimento del percolato.
  • Attivare l’iter per l’immediata risoluzione del contratto visto l’esito della sentenza del Consiglio di Stato n.4243 del 03.01.2021;
  • Conseguentemente (invece di procedere allo scorrimento della graduatoria), indire un nuovo bando con la redazione di un progetto più attinente alle reali esigenze del territorio, alla luce di tutte le problematiche che si sono riscontrate, di tutti i disservizi patiti dalla cittadinanza a fronte di una TARI sempre crescente, tenuto conto che il progetto attuale risale al lontano 2014 ed è necessario uno nuovo che sia più confacente alla attuali esigenze, individuando le soluzioni transitorie nelle more della redazione del nuovo piano e della predisposizione di un nuovo bando di gara.
  • Procedere, nel caso di accertamento di inadempimenti contrattuali da parte della Ditta appaltatrice, a porre in essere tutte le azioni consequenziali nell’interesse del Comune, con attivazione di fideiussioni, polizze e quant’altro.
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La mozione verrà discussa nel consiglio comunale di domani.

Questione Ecotassa. Ugentini battete un colpo

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Non sono in molti a sapere che con i recenti provvedimenti adottati dalla Regione Puglia, ogni ugentino sarà chiamato a sborsare dalle proprie tasche 30,98 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica. Al tributo base di euro 25,82 è stato aggiunto il 20% (euro 5,164) per non aver raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. Con la D.G.R. n. 718 del 19.05.2020 la Giunta Regionale ha adottato le linee guida per la determinazione del tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi urbani. Come si è arrivati a determinare una tale cifra per l’anno 2022? Intanto l’ARPA provvede alla validazione delle percentuali di RD raggiunte dai Comuni. Da una verifica sul sito dell’Osservatorio Regionale sui rifiuti se per l’anno 2021 per il nostro comune risulta una raccolta differenziata del 62,44%, ma non sono stati comunicati i dati relativi all’ultimo trimestre per cui il dato è certamente falsato o in eccesso o in difetto; per il corrente anno non vi è alcun dato, a dimostrazione della potenziale inadempienza dell’Ente, sul quale, così come sugli altri comuni, ricade l’obbligo di comunicare i dati sulla raccolta della propria “spazzatura”. La domanda nasce spontanea ovvero su quali dati l’ARPA avrebbe espresso la propria validazione? L’ AGER – Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti successivamente trasmette alla Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche l’attestazione relativa allo stato corrente dell’impiantistica in esercizio sul territorio regionale (l’impianto di Ugento tratta il rifiuto indifferenziato in assetto di “biostabilizzatore”) e dei Comuni che conferiscono i propri rifiuti urbani presso la suddetta impiantistica. La Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche determina il tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi, sulla base della documentazione ricevuta dall’ARPA Puglia e dall’AGER. Sulla base di quanto stabilito dalla legislazione nazionale e disciplinato dalla Regione Puglia, avendo il nostro Comune raggiunto una percentuale di raccolta differenziata inferiore al 65%, attualmente attestata e certificata al 56,10% dagli Organi prepositi (ARPA), ecco che ogni tonnellata di rifiuto smaltito in discarica costerà 30 euro rispetto ai 18,07 euro che pagheranno Taurisano ed Acquarica – Presicce che hanno registrato una percentuale di raccolta differenziata rispettivamente del 65,13% e del 65,01% e quindi una riduzione del 30 % del tributo base. Ma che cos’è l’ecotassa e perché viene o deve essere pagata dai cittadini? E’ stata introdotta dall’art. 3, comma 24 e ss. della Legge n. 549/1995. E’ un tributo speciale istituito per il deposito in discarica dei rifiuti solidi al fine di favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di materia prima e di energia. In buona sostanza, tenuto presente che è stata individuata già dall’Unione Europea (art. 4 della Direttiva 2008/98/CE) una gerarchia nella gestione dei rifiuti, che stabilisce l'ordine di priorità delle azioni nei processi della stessa gestione dei rifiuti, tutti, cittadini e Pubblica Amministrazione hanno l’obbligo di seguire i seguenti passaggi: prevenzione (riduzione), preparazione per il riutilizzo (riutilizzo), riciclaggio, recupero (incluso il recupero per fini energetici), intendendosi la realizzazione dei termovalorizzatori che sono cosa tecnicamente ben diversa dagli inceneritori, smaltimento. La stessa direttiva pone come ultima operazione proprio lo smaltimento che dovrà essere fatta qualora non siano possibili le precedenti inclusa l'operazione di recupero ai fini energetici (termovalorizzazione). Le direttive europee hanno introdotto i principi del pacchetto sull'economia circolare. La nuova normativa introduce l'obbligo di raccolta differenziata anche dei rifiuti tessili, dei rifiuti pericolosi e dei rifiuti organici. Le 4R devono essere i principi cardine di ogni contratto e capitolato di appalto del servizio di igiene ambientale: riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero. La riduzione comprende tutte le azioni volte ad evitare che i rifiuti siano prodotti. Alcuni esempi sono: la riduzione degli spessori di un contenitore, minimizzazione degli imballaggi, scelta di tipologie di imballaggi facilmente riciclabili azioni che iniziano con la progettazione dei beni. Il riutilizzo comprende tutte le azioni in cui il bene o le componenti del bene sono riutilizzate per lo stesso scopo per cui erano nate. Alcuni esempi sono il riutilizzo di abiti di un bambino cresciuto per il fratello minore, l'utilizzo infinito dei contenitori del vuoto a rendere, il riutilizzo di componenti elettroniche derivanti da smontaggio di un bene non riparabile in altri beni. Il riciclaggio consiste nel recupero di un materiale per riutilizzarlo dopo averlo lavorato e trasformato facendolo diventare materia prima seconda. Esempi di questa azione sono il riciclo degli scarti di lavorazione, il classico riciclo dei materiali raccolti con la raccolta differenziata, l'uso di segatura e scarti di lavorazione delle segherie per produrre pellet da usare come lettiere per animali o pannelli di legno. Infine il recupero comprende le azioni il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di sostituire altri materiali vergini e svolgere un ruolo utile. Alcuni esempi sono la rigenerazione o altri impieghi degli olii, l'utilizzo dei materiali come combustibile, le lavorazioni di rifiuti da costruzione e demolizione per trasformarli in altri materiali (es. come sottofondi stradali o di sentieri). Noi cittadini siamo gli attori principali nella filiera della raccolta differenziata. Dalle nostre azioni dipende sia la riduzione alla fonte dei rifiuti che la qualità dei materiali differenziati raccolti e quindi un loro facile ed economico avvio alle procedure di riciclo. Gli ugentini devono essere i veri protagonisti della gestione dei rifiuti, sia nella prevenzione, sia soprattutto nell’esercitare il diritto a controllare e pretendere che i propri soldi non vengano sperperati. Specie in questo tempo di vacche magre.

Non sono in molti a sapere che con i recenti provvedimenti adottati dalla Regione Puglia, ogni ugentino sarà chiamato a sborsare dalle proprie tasche 30,98 euro per ogni tonnellata di rifiuto conferito in discarica. Al tributo base di euro 25,82 è stato aggiunto il 20% (euro 5,164) per non aver raggiunto l’obiettivo del 65% di raccolta differenziata. 

Con la D.G.R. n. 718 del 19.05.2020 la Giunta Regionale ha adottato le linee guida per la determinazione del tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi urbani. 

Come si è arrivati a determinare una tale cifra per l’anno 2022?

Intanto l’ARPA provvede alla validazione delle percentuali di RD raggiunte dai Comuni. Da una verifica sul sito dell’Osservatorio Regionale sui rifiuti se per l’anno 2021 per il nostro comune risulta una raccolta differenziata del 62,44%, ma non sono stati comunicati i dati relativi all’ultimo trimestre per cui il dato è certamente falsato o in eccesso o in difetto; per il corrente anno non vi è alcun dato, a dimostrazione della potenziale inadempienza dell’Ente, sul quale, così come sugli altri comuni, ricade l’obbligo di comunicare i dati sulla raccolta della propria “spazzatura”. La domanda nasce spontanea ovvero su quali dati l’ARPA avrebbe espresso la propria validazione? 

L’ AGER – Agenzia territoriale della Regione Puglia per il servizio di gestione dei rifiuti successivamente trasmette alla Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche l’attestazione relativa allo stato corrente dell’impiantistica in esercizio sul territorio regionale (l’impianto di Ugento tratta il rifiuto indifferenziato in assetto di “biostabilizzatore”) e dei Comuni che conferiscono i propri rifiuti urbani presso la suddetta impiantistica.

La Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche determina il tributo speciale per il deposito in discarica e in impianti di incenerimento senza recupero energetico dei rifiuti solidi, sulla base della documentazione ricevuta dall’ARPA Puglia e dall’AGER.

Sulla base di quanto stabilito dalla legislazione nazionale e disciplinato dalla Regione Puglia, avendo il nostro Comune raggiunto una percentuale di raccolta differenziata inferiore al 65%, attualmente attestata e certificata al 56,10% dagli Organi prepositi (ARPA), ecco che ogni tonnellata di rifiuto smaltito in discarica costerà 30 euro rispetto ai 18,07 euro che pagheranno Taurisano ed Acquarica – Presicce che hanno registrato una percentuale di raccolta differenziata rispettivamente del 65,13% e del 65,01% e quindi una riduzione del 30 % del tributo base.

Ma che cos’è l’ecotassa e perché viene o deve essere pagata dai cittadini?

E’ stata introdotta dall’art. 3, comma 24 e ss. della Legge n. 549/1995. E’ un tributo speciale istituito per il deposito in discarica dei rifiuti solidi al fine di favorire la minore produzione di rifiuti e il recupero dagli stessi di materia prima e di energia. In buona sostanza, tenuto presente che è stata individuata già dall’Unione Europea (art. 4 della Direttiva 2008/98/CE) una gerarchia nella gestione dei rifiuti, che stabilisce l’ordine di priorità delle azioni nei processi della stessa gestione dei rifiuti, tutti, cittadini e Pubblica Amministrazione hanno l’obbligo di seguire i seguenti passaggi: prevenzione (riduzione), preparazione per il riutilizzo (riutilizzo), riciclaggio, recupero (incluso il recupero per fini energetici), intendendosi la realizzazione dei termovalorizzatori che sono cosa tecnicamente ben diversa dagli inceneritori, smaltimento. La stessa direttiva pone come ultima operazione proprio lo smaltimento che dovrà essere fatta qualora non siano possibili le precedenti inclusa l’operazione di recupero ai fini energetici (termovalorizzazione).

Le direttive europee hanno introdotto i principi del pacchetto sull’economia circolare. La nuova normativa introduce l’obbligo di raccolta differenziata anche dei rifiuti tessili, dei rifiuti pericolosi e dei rifiuti organici. Le 4R devono essere i principi cardine di ogni contratto e capitolato di appalto del servizio di igiene ambientale: riduzione, riutilizzo, riciclaggio, recupero. La riduzione comprende tutte le azioni volte ad evitare che i rifiuti siano prodotti. Alcuni esempi sono: la riduzione degli spessori di un contenitore, minimizzazione degli imballaggi, scelta di tipologie di imballaggi facilmente riciclabili azioni che iniziano con la progettazione dei beni. Il riutilizzo comprende tutte le azioni in cui il bene o le componenti del bene sono riutilizzate per lo stesso scopo per cui erano nate. Alcuni esempi sono il riutilizzo di abiti di un bambino cresciuto per il fratello minore, l’utilizzo infinito dei contenitori del vuoto a rendere, il riutilizzo di componenti elettroniche derivanti da smontaggio di un bene non riparabile in altri beni. Il riciclaggio consiste nel recupero di un materiale per riutilizzarlo dopo averlo lavorato e trasformato facendolo diventare materia prima seconda. Esempi di questa azione sono il riciclo degli scarti di lavorazione, il classico riciclo dei materiali raccolti con la raccolta differenziata, l’uso di segatura e scarti di lavorazione delle segherie per produrre pellet da usare come lettiere per animali o pannelli di legno. Infine il recupero comprende le azioni il cui principale risultato sia di permettere ai rifiuti di sostituire altri materiali vergini e svolgere un ruolo utile. Alcuni esempi sono la rigenerazione o altri impieghi degli olii, l’utilizzo dei materiali come combustibile, le lavorazioni di rifiuti da costruzione e demolizione per trasformarli in altri materiali (es. come sottofondi stradali o di sentieri). 

Noi cittadini siamo gli attori principali nella filiera della raccolta differenziata. Dalle nostre azioni dipende sia la riduzione alla fonte dei rifiuti che la qualità dei materiali differenziati raccolti e quindi un loro facile ed economico avvio alle procedure di riciclo. Gli ugentini devono essere i veri protagonisti della gestione dei rifiuti, sia nella prevenzione, sia soprattutto nell’esercitare il diritto a controllare e pretendere che i propri soldi non vengano sperperati. Specie in questo tempo di vacche magre.

Rifiuti abbandonati: la richiesta per la rimozione

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Rimozione rifiuti abbandonati: la richiesta del Comune di Ugento, con deliberazione N°. 158 DEL 18/07/2022.

L’Amministrazione Comunale intende richiedere alla Regione Puglia un contributo
finanziario pari a Euro 30.000,00 per sostenere le iniziative comunali volte alla rimozione dei rifiuti
abbandonati su aree pubbliche, procedendo anche a cofinanziare l’iniziativa mediante risorse del bilancio
comunale per Euro 7.500,00.

L’importo complessivo del progetto sarà di 37.000 euro e prevede che la Polizia Municipale e l’Ufficio Tecnico Comunale effettuino una apposita ricognizione sul territorio, redigendo una dettagliata relazione
descrittiva degli interventi di risanamento ambientale da effettuarsi con indicazione delle aree di intervento a mezzo di riferimenti toponomastici e catastali (foglio e particella), della tipologia dei rifiuti presenti, computo metrico estimativo, quadro economico di progetto e rilievo fotografico dello stato dei luoghi.

rifiuti abbandonati abusive non si fermano le segnalazioni

Il responsabile nominato per il procedimento è l’ing. Luca Casciaro, Responsabile del Settore Urbanistica, Ambiente e SUAP del comune di Ugento.

L’importo, se concesso, sarà utilizzabile per sostenere le iniziative comunali volte alla rimozione dei rifiuti abbandonati su aree pubbliche.

Ozanews si è occupata della faccenda e abbiamo online un mappa dove poter vedere alcune dei rifiuti abbandonati sul territorio. Se anche tu conosci siti abusivi condividili con noi! (CLICCA QUI)

Alleghiamo deliberazione completa:

Rifiuti

La nostra terra brucia, ma dobbiamo ricostruire

la nostra terra brucia

Qualche giorno è stata data una lettura “criminologica” degli incendi che da tempo ormai attanagliano il nostro territorio. Sottraggono giorno per giorno risorse preziose all’ambiente, al paesaggio, rilasciando nell’aria enormi quantitativi di anidride carbonica. Sono molti i Soloni di turno che attribuiscono al caldo di questi giorni la causa scatenante di questi scempi che in realtà sono atti terroristici e/o criminali contro la natura e contro l’uomo.

Senza scendere nel tecnicismo di come e perché si innesca un incendio, è sufficiente accennare alla croce del fuoco per capire che occorrono quattro elementi affinché questa forma di ossidazione possa verificarsi, ad oggi continuano a manifestarsi tragicamente molti aspetti che direttamente e indirettamente derivano dal fenomeno degli incendi. E che hanno natura diversa. Ci sono molti studi psico – sociali sui piromani che dimostrano e spiegano i motivi per cui un soggetto decide di appiccare il fuoco. E se accanto a queste cause “primarie”, se ne aggiungono altre “secondarie, non può sottacersi sul fatto che se da un lato c’è carenza di risorse economiche, umane e materiali nell’assetto organizzativo – emergenziale di risposta e di lotta all’incendio: dall’altro ciò che si palesa assolutamente ingiustificabile è la mancanza di un adeguato servizio di controllo e monitoraggio di tutto il territorio. Senza tralasciare l’assenza di una cultura e di un’adeguata informazione su tali fenomeni e sulle loro conseguenze. Su questi ultimi aspetti è necessario disquisire ponendo delle riflessioni.

Esistono due leggi. Una a livello nazionale, la legge 353/2000. L’altra a livello regionale, la legge 38/2016. Con tali norme sostanzialmente, lo Stato, le Regioni e gli Enti locali, inseriti nel “sistema di protezione civile”, hanno il compito di prevenire e contrastare l’innesco e la propagazione degli incendi boschivi e di interfaccia al fine di salvaguardare la pubblica e privata incolumità e gli ecosistemi agricoli e forestali, nonché di favorire la riduzione delle emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Sono dettate una serie di prescrizioni a carico dei proprietari, affittuari, conduttori, enti pubblici e privati nonché dei gestori di infrastrutture viarie e ferroviarie, di strutture ricettive e turistiche e dei conduttori di superfici agricole e forestali. Come si può facilmente constatare gli obblighi e le prescrizioni ci sono, ma la domanda nasce spontanea. Chi deve controllare? Con quali risorse economiche, umane e materiali? Ci sono poi gli obblighi in capo ai Comuni: aggiornare periodicamente con cadenza triennale (e all’occorrenza), le perimetrazioni relative al rischio incendi di interfaccia inserite nella pianificazione di emergenza comunale. Orbene, anche qui la domanda nasce spontanea. Si è provveduto a perimetrare le aree a rischio incendi? 

C’è altresì un ulteriore adempimento che è stato posto a carico degli enti locali. Ed a farlo è la legge 353/2000 allorché, nella fase di redazione dei piani e dei programmi di gestione, tutela e risanamento del territorio (quindi “Piano urbanistico generale”, “Piano comunale delle Coste”, “Piano di gestione del Parco naturale regionale “Litorale di Ugento”, etc.), il comune di Ugento tiene conto del catasto delle aree percorse dal fuoco, aggiornato annualmente. In particolare, entro il 30 settembre di ogni anno, gli Uffici comunali devono provvedere all’aggiornamento del catasto delle aree percorse dal fuoco relative all’anno precedente. Tutte le aree percorse dal fuoco, sperando che non ce ne siano altre, e quelle che lo saranno fino al 30 settembre dovranno essere inserite nel predetto catasto. Ma perché è necessario aggiornare tale strumento?

Semplicemente perché tutte le aree che vengono interessate da un incendio non possono  avere  una  destinazione  diversa  da quella  preesistente  all’incendio  per  almeno  quindici  anni. E’ comunque consentita la costruzione di opere pubbliche necessarie alla salvaguardia della pubblica incolumità e dell’ambiente. In tutti gli atti di compravendita di aree e immobili situati nelle predette zone, stipulati entro quindici anni  dagli  eventi  previsti  dal  presente comma, deve essere espressamente richiamato  il  vincolo, pena la nullità dell’atto. Tali divieti nascono per contrastare l’abusivismo edilizio, che come noto è un fenomeno piuttosto diffuso.

Si potrebbero ora issare alte le bandiere del “facile a dirsi” o del “semplicemente inutile scrivere” da parte di coloro che sono stati investiti del compito di amministrare e che quindi dovrebbero ascoltare, accogliere critiche e suggerimenti. Dovrebbero soprattutto afferrare la mano tesa di quegli ugentini, e sono tanti, che vorrebbero e potrebbero fornire (gratuitamente!) le proprie competenze ed il proprio supporto per la crescita del territorio. Risparmiando quelle risorse che invece potrebbero essere destinate a contingenze più sensibili. Come si è già scritto, le nostre campagne non sono “regni del fuoco” ma bellezze che dobbiamo recuperare, curare e valorizzare. Un tesoro inestimabile che dobbiamo lasciare a chi verrà dopo di noi. Le mani tese ci sono, ma deve esserci la volontà di “ghermirle”, perché il tempo trascorre e non si può più aspettare.

Ugento che cambia, vuole cambiare. Ma non cambia

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ugento che non cambia

Ieri sera, come mia abitudine per addormentarmi guardo un po’ la TV, per l’anniversario di Paolo Borsellino è stata trasmessa una fiction interpretata, tra gli altri, dal bravo Giorgio Tirabassi. Il susseguirsi delle scene e lo scorrere delle immagini mi hanno da subito portato a fare delle considerazioni, riflettendo e ponendomi delle domande in una sorta di colloquio con me stesso. 

Perché gli ugentini sono silenti, mentalmente rinchiusi nel limbo di una soffocante insensibilità verso se stessi e verso gli altri; pronti alla critica a prescindere, al pettegolezzo, a dare giudizi privi di fondamento, a sproloquiare senza senso per il solo scopo di etichettare le persone? Perché dinanzi ad alcune evidenti situazioni di sperpero di denaro pubblico, di danno ed inquinamento del territorio non alzano lo scudo della protesta, della ribellione civile e dello sgomento? Perché si sono assiepati nei propri spazi di pensiero, limitandosi a scribacchiare solo sui social dove comunicano senza comunicare? Perché, da diversi anni ormai, non si aprono alla partecipazione civile e democratica della nostra comunità, non limitandosi quindi al solo mese della campagna elettorale, dove sembra di assistere più ad un’arena dove si starnazza più che confrontarsi attraverso un serio dibattito politico? Perché non esigono che i lavori di tutti gli organi comunali siano improntati ad un sano confronto democratico? Che sia trasparente e sempre disponibile?  Perché dinanzi a cotanto vuoto democratico, e soprattutto istituzionale, non è sentita l’urgenza di scendere in piazza per far sentire la loro voce e quella di quei cittadini che non hanno voce, per combattere quelle battaglie di civiltà che vanno combattute? E’ grave per il presente e lo è ancor di più per il futuro che la nostra comunità vada via via strutturandosi in quella forma antropologica che Antonio Gramsci definiva “indifferenti”. Ebbene, diceva il filosofo sardo:

“L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L’indifferenza è il peso morto della storia. L’indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l’intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?”.

Vorrei spronare la comunità messapica a porsi queste domane; a  percepire meglio, a sentire più convintamente e profondamente che noi ugentini dobbiamo iniziare a sentirci popolo. Non un oggetto da conquistare o da (ab)usare per fini personali, ma un soggetto che, semmai, pone dei limiti al potere, che ispira il principio del bene comune, che si traduce sostanzialmente nella crescita e nel progresso sostenibile di tutti. In questa cornice si innesta la libertà intesa non in senso fisico, materiale, come, ahimè, molti potrebbero pensare. Intendo libertà di scegliere, di pensare, di parlare, di confrontarsi, di avere il coraggio delle proprie opinioni. Essere liberi dalle catene del pensiero unico locale degli ultimi anni. Essere capaci di distaccarsi dal clientelismo della contiguità e del compromesso morale. Le grida mute di taluni, unite alle assenze temerarie di talaltri, che talvolta sembrano abbaiare alla luna ed altre volte si limitano a ciurlare il manico, il tutto contornato da atteggiamenti dispotici 3.0. altro non sono che il contorno di un modo per soffocare costantemente e scientemente le coscienze di ogni ugentino, fossilizzato nell’incapacità di pensare altrimenti. 

La libertà, come ricorda Don Luigi Sturzo, richiede una perenne vigilanza: i colpi di sonno sono sempre in agguato. Il popolo, a volte, sonnecchia. Purtroppo noi ugentini sonnecchiamo da anni. Forse perché ci piace o perché ci fa comodo, ma prima o poi dovremo svegliarci. E se fino ad oggi abbiamo conosciuto il prezzo di tutto, siamo ormai limitati al valore del nulla.  

Due anni di sorrisi: storia e prospettive

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Due anni di sorrisi: storia e prospettive dell’associazione Sorriso di Ugento.

Siamo andati a visitare gli associati, che erano a lavoro nell’area verde della nuova Ugento, per raccogliere le esperienze di due anni di attività sul territorio e parlare dei nuovi progetti in cantiere.

L’associazione Sorriso di Ugento nasce il 14 Luglio 2020 con l’intento di aiutare i propri concittadini, duramente colpiti dal difficile periodo causato dal Coronavirus, donando beni di prima necessità e contribuendo, anche economicamente, attraverso le generose donazioni pervenute.

Dapprima, un gruppo informale di cittadini volenterosi che si occupava, appunto, di donazione di pasti. Subito dopo scatta la scintilla, lo step associazionistico, per ufficializzare l’impegno.

L’obiettivo è di “non abbandonare mai gli ultimi e i bisognosi”.

Il primo progetto, presentato al comune, era quello di un orto didattico, che necessita ancora di un bando ufficiale per l’assegnazione.

Successivamente, Piero De Maria, presidente dell’associazione Sorriso, propone al direttivo di adottare l’area verde posta nella nuova Ugento.

Il geometra Mino Licchelli crea un progetto di adozione e la richiesta viene accettata molto velocemente. Grazie alla collaborazione degli Amanti della Natura l’area, che versava in stato di abbandono, è stata messa in ordine. Poi l’installazione di 7 giochi per bambini, panchine in legno e cemento, due porte da calcetto e la cassetta “Lascia un libro, prendi un libro”. Costante pulizia settimanale dell’area. In cantiere la realizzazione di una roulotte che funga da biblioteca di quartiere.

La cura del verde merita una menzione particolare.

Numerose le giovani piante che raccontano del legame tra natura e territorio. Dopo un confronto con un esperto di flora sono state mantenute, per esempio, delle piante che permettono la vita e la riproduzione delle api; la piantumazione di 7 leccini, per non dimenticare le nostre radici, quasi estirpate da un infame batterio; tra i leccini, quello posto al centro dei giochi per bambini, è dedicato al compianto Francesco Cino, presidente dell’associazione Amanti della Natura; i restanti sono tutti alberi autoctoni, querce, pini, ecc…

Le costanti donazioni delle ditte costruttrici e attività commerciali della zona hanno permesso di costruire un vero e proprio parchetto, fatto da cittadini per i cittadini, per il bene comune. L’attivismo nel suo senso più alto e sincero.

Inoltre, a giorni sarà consegnata dalla Gradim Giochi, una panca da picnic inclusiva, dotata di 8 posti, due per sedie a rotelle più sei normali. I fondi provengono dalla raccolta natalizia della vendita di panettoni.

Naturalmente gli attivisti, ritagliando tra i loro impegni lavorativi, quotidianamente mantengono in ordine la struttura, tagliando l’erba, innaffiando, protrggendo quello che di buono è già stato fatto.

Il vicinato ha accettato bene il progetto dell’associazione Sorriso e non si risparmia mai a dare una mano e aiutare, secondo i propri mezzi, i soci che lavorano al progetto area verde.

Progetti telethon, collaborazioni con FELICETTO di portatori sani di sorriso che mette a disposizione un bus per aiutare quelle famiglie che affrontano i gravi problemi di salute dei propri piccoli, offrendo, a proprie spese, viaggio e cura nei delicati giorni in ospedale.

“Il sogno sarebbe poter avvicinare tre generazioni in un unico luogo di scambio sociale: nonni, genitori e figli che attraverso il divertimento possano tramandarsi tradizioni e cultura in totale libertà e spensieratezza, in quello che ha tutti i presupposti per diventare il polmone verde di Ugento”

Piero De Maria, presidente associazione Sorriso.

Il 3 settembre l’evento ludico, prima edizione, “Il pazzo mondo del sorriso”:

“vivere immersi in un mondo digitale potrebbe far perdere il contatto con la realtà. Siamo partiti da questa idea per ricreare un mondo dei balocchi che permettesse di lasciare a casa i problemi e passera dei momenti di spensieratezza tutti insieme”.

queste le parole del presidente Piero.

Camioncini dei panini, gonfiabili e altre soprese in serbo per chi volesse condividere, con l’associazione Sorriso, l’evento.

Condividiamo il personale saluto di Piero verso Adriana, collaboratrice del nostro giornale e instancabile donatrice di sorrisi, che ha dato tanto all’associazione, pubblicizzando e condividendo il progetto.

Due anni di Sorrisi per l’associazione di Ugento e ci auguriamo che possano regalarne ancora tantissimi.

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