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Dieci domande al comitato no Burgesi

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Il Comitato No Burgesi risponde alle domande poste dalla nostra redazione sull’annosa questione della discarica, sollecitando un impegno più concreto da parte dell’amministrazione comunale e dei rappresentanti politici salentini.

Il Comitato, in risposta ai quesiti posti, ha espresso un giudizio cauto sull’operato del comune di Ugento nella gestione della vicenda Burgesi, pur riconoscendo l’indizione di un consiglio monotematico e il ricorso al TAR contro la delibera regionale n. 130 del febbraio 2025. Tuttavia, lamenta la mancanza di ulteriori “passi tangibili”. In merito alla consulenza tecnica di poco più di 5.000 euro, il Comitato non si esprime sulla sufficienza della somma, ma sottolinea la necessità di “perizie ed analisi fatte per diverse discipline”, data la complessità del settore.

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La questione terminologica sulla “riapertura” della discarica è liquidata con pragmatismo: “Non consideriamo quale termine sia più appropriato per definire il collocamento di rifiuti a Burgesi. Ci concentriamo sui fatti: rifiuti continuano ad essere conferiti in una discarica già sovraccarica, aumentando il rischio per la salute pubblica e l’ambiente”. Il Comitato No Burgesi si appella alla “coscienza ed il coraggio DI TUTTI GLI ELETTI SALENTINI” affinché lavorino insieme, al di là degli schieramenti politici, per tutelare la salute pubblica.

Il Comitato mantiene un rapporto di “interlocuzione da semplici cittadini” con l’amministrazione comunale, auspicando la creazione di una consulta ambientale intercomunale. Sul fronte delle iniziative future, si prepara l’udienza dell’11 febbraio per il ricorso al TAR di Bari e si punta alla creazione di una struttura permanente del Comitato, dotata di competenze tecniche, e alla realizzazione di una “memoria storica di Burgesi“.

In merito alla bonifica del sito, il Comitato ribadisce che si tratta di un obiettivo cronologicamente successivo alla cancellazione della delibera e alla chiusura definitiva della discarica, demandando a istituzioni ed enti pubblici la stima dei costi e i piani di fattibilità. Infine, il Comitato No Burgesi lamenta la “mancanza di coraggio e solidarietà di quelli che si girano dall’altra parte o che sminuiscono il sacrificio fatto da pochi a favore di tutti”, sottolineando la propria indipendenza da logiche partitiche.

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L’intervista completa

1. Come giudicate, complessivamente, l’azione dell’amministrazione comunale di Ugento nella gestione della vicenda Burgesi fino ad oggi?

Il Comitato :
L’azione e l’attenzione necessaria in una vicenda come quella di Burgesi non è mai abbastanza. L’amministrazione comunale di Ugento ha indetto un consiglio monotematico nei primi giorni della vertenza ed intrapreso il ricorso al TAR contro la delibera 130 della Regione di febbraio 2025. Oltre a questi atti non sono stati fatti ulteriori passi tangibili.

2. Il Comune ha investito poco più di 5.000 euro per una consulenza tecnica finalizzata all’opposizione contro la riapertura della discarica. Considerate questo intervento adeguato rispetto alla complessità del problema?

Il Comitato :

Non possiamo giudicare se tale somma sia sufficiente per una consulenza tecnica non avendo nessun elemento di valutazione in dettaglio dei singoli incarichi tecnici da attribuire. Sicuramente sono necessarie perizie ed analisi fatte per diverse discipline, in ambito legale, sanitario, geologico, ingegneristico. In un settore complesso come quella della gestione di discariche, più analisi e dati sono presentati meglio è.

3. La discarica, di fatto, ha già ripreso ad accogliere rifiuti, ma il sindaco e alcuni esponenti della maggioranza sostengono che non si possa parlare di “riapertura” in senso tecnico. Non ritenete che questa distinzione possa risultare fuorviante o essere percepita come una presa in giro nei confronti dei cittadini?

Il Comitato :

Non consideriamo quale termine sia più appropriato per definire il collocamento di rifiuti a Burgesi. Ci concentriamo sui fatti, ossia la realtà : rifiuti continuano ad essere conferiti in una discarica già sovraccarica, aumentando il rischio per la salute pubblica e l’ambiente.

4. Dopo le risposte fornite dagli assessori regionali Capone e Minerva, cosa vi aspettate concretamente come prossimi passi istituzionali?

Il Comitato :

Non ci aspettiamo miracoli da singoli, ma una presa di coscienza da parte di TUTTI GLI ELETTI SALENTINI : Stefano Minerva (Pd), Paolo Pagliaro (FdI), Loredana Capone (PD), Silvia Miglietta (Decaro Presidente),  Sebastiano Leo (Per la Puglia), Cristian Casili (MS5), Dino Basile (FdI), Paride Mazzotta (FI) e Gianni De Blasi (Lega). Che candidati abbiano risposto o no alla nostra lettera aperta singolarmente, conta la coscienza ed il coraggio DI TUTTI GLI ELETTI SALENTINI a lavorare insieme per rappresentare LA COMUNITÀ oltre gli schieramenti politici e di agire a tutela della salute di tutti, anche per il futuro dei figli di chi siederà al Consiglio Regionale, in coerenza con le singole dichiarazioni pubbliche.


5. Quale ruolo attribuite all’assessore all’Ambiente del Comune di Ugento, Massimo Lecci, in questa vicenda? E qual è oggi il rapporto tra lui e il vostro comitato?

Il Comitato :

Il rapporto con Massimo Lecci, come con il Sindaco Salvatore Chiga e e con tutta l’amministrazione comunale è di interlocuzione da semplici cittadini. Rimane aperta la nostra richiesta per la creazione di una consulta ambientale intercomunale necessaria per seguire ed agire insieme per chiudere e bonificare Burgesi. Agire in comparti stagni senza coordinamento e collaborazione è controproducente in quanto si sprecano risorse ed energie.

6. Quali sono le iniziative concrete che il comitato intende mettere in campo nelle prossime settimane?

Il Comitato :

Stiamo lavorando attualmente per preparare l’udienza dell’11 febbraio per il ricorso al TAR di Bari, presentato dalle associazioni membri del Comitato. Alla luce degli impegni, abbiamo la necessità di creare una struttura permanente del Comitato con competenze tecniche, per essere presenti ed attivi nel tempo, negli anni che verranno. Dobbiamo inoltre creare una memoria storica di Burgesi a favore delle nuove generazioni, considerando il passato, gli eventi degli ultimi 30 anni dall’apertura della prima discarica, al futuro per la sua chiusura e bonifica.

7. Parlate spesso della necessità di “bonificare Burgesi”. Qual è, nel dettaglio, la vostra proposta operativa per una bonifica fisica del sito? Esiste un progetto, anche preliminare, con una stima dei costi e della fattibilità? In caso contrario, come rispondete a chi sostiene che si tratti di uno slogan privo di contenuti tecnici?

Il Comitato :

I nostri 3 obiettivi (1. Cancellazione della delibera 130, 2. La chiusura di Burgesi, 3. La bonifica di Burgesi) sono presentati in ordine cronologico. Ogni obiettivo è un ulteriore passo per andare avanti. Il primo è la cancellazione della delibera. La bonifica dovrà intervenire quando sarà sancita la definitiva chiusura. Saremo disponibili in quel momento ovviamente a sostenere e contribuire al processo di chiusura in quanto Comitato di cittadini ed associazioni. Stima dei costi, piani di fattibilità sono competenze di istituzioni ed enti pubblici e non di semplici cittadini raccolti in un comitato.

8. Finora l’azione del comitato non ha prodotto risultati tangibili. Secondo voi, quali sono le ragioni principali di questa mancanza di efficacia?

Il Comitato :

I risultati tangibili sono ancora una volta i 3 obiettivi da realizzare ed i mezzi da mettere in opera per arrivarci. Facciamo il massimo per tale scopo, con la forza di chi volontariamente partecipa e contribuisce alla nostra azione. La mancanza di efficacia è sicuramente misurabile nella assenza di coraggio e solidarietà di quelli che si girano dall’altra parte o che sminuiscono il sacrificio fatto da pochi a favore di tutti.

9. La discarica di soccorso di Burgesi è stata realizzata accanto all’ex discarica Monteco, considerata da molti un vero e proprio ecomostro. La presenza di quell’impianto ha comunque permesso all’allora amministrazione comunale di autorizzare e costruire un nuovo sito a fianco. Come giudicate quel comportamento politico?

Il Comitato :

La realizzazione di un impianto di trattamento o discarica di rifiuti è frutto di varie istituzioni a vari livelli : Regione Puglia, Provincia e comuni, sulla base di un piano regionale dei rifiuti. È ormai evidente e pacifico affermare che tali decisioni negli anni sono stati un fallimento per la Puglia e per i cittadini. La gestione dei rifiuti dal 1989, anno di inizio della storia di Burgesi, si è fatta con vari presidenti di regione e commissari (Colasanto, Bellomo Convertino, Savino, Martellotta, Distaso, Fitto, Vendola, Emiliano), vari presidenti di Provincia (Martino Caroli, Rosario Giorgio Costa, Giovanni Pellegrino, Antonio Gabellone, Stefano Minerva) e vari sindaci di Ugento (Pantaleo Provenzano, Alessandro D’Ambrosio, Antonio Congedi, Mario Miglietta (Commissario), Angelo Sorino (Commissario), Francesco Pacella, Gabriele Congedi, Antonio Andriolo (Commissario), Eugenio Ozza, Massimo Lecci, Salvatore Chiga.


10. L’attuale gestore dell’impianto risulta essere uno dei principali sponsor del giornale “Ausentum”, considerato da alcuni un organo di comunicazione vicino all’amministrazione. Ritenete che questo rapporto economico sia sufficiente per evidenziare un legame politico tra l’azienda e l’amministrazione? Cosa vi serve, concretamente, per dimostrarlo?

Il Comitato :

Il conflitto di interesse è presente ad ogni livello in ogni istituzione in Italia. Quando negli anni 90 si è deciso di non fare nulla per impedirlo, abbiamo condannato il nostro paese ad una decadenza morale senza precedenti, alla luce del sole. Oggi ne paghiamo il prezzo. Per quanto ci riguarda, coerentemente consideriamo solo atti concreti nell’ambito dell’azione del Comitato per la realizzazione dei suoi obiettivi, sola ragione di essere ed alla base della sua fondazione. Tanti hanno provato a farci diventare tifosi di una od altra parte politica ed usare la nostra causa per fini personali, che sia da una parte o l’altra. Quindi lasciamo alla libera stampa l’azione costituzionalmente riconosciuta di controllo delle azione degli eletti ed istituzioni pubbliche e fare quanto necessario per presentare e dimostrare qualunque fatto di interesse pubblico.

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