Editoriali
Ricordando Marco Pedone: un monito di pace in tempi difficili

Oggi, 9 ottobre 2025, ricorre il 15° anniversario della morte di Marco Pedone, caporal maggiore del 7° Reggimento Alpini di Belluno, originario di Patù. Nato nel 1987, Marco aveva solo 23 anni quando, durante la sua prima missione in Afghanistan, perse la vita insieme ad altri tre commilitoni. Oggi avrebbe avuto la mia stessa età, e pensare a lui giovane come noi rende ancora più doloroso il ricordo della sua perdita.
Marco aveva scelto di servire il proprio paese in nome della pace e della sicurezza internazionale. Il 9 ottobre 2010, mentre scortava un convoglio di camion civili nella valle del Gulistan, provincia di Farah, il suo veicolo blindato Lince fu colpito da un attacco a sorpresa. I nemici avevano preparato un ordigno esplosivo improvvisato e, subito dopo, aprirono il fuoco contro il convoglio. L’esplosione e i colpi di arma da fuoco causarono la morte di Marco e dei suoi commilitoni: Gianmarco Manca, Francesco Vannozzi e Sebastiano Ville. L’attacco, tragico e improvviso, colpì non solo le famiglie dei militari, ma l’intera comunità italiana, che ancora oggi ricorda quei giovani caduti lontano da casa
Marco Pedone ha scelto di servire il suo paese per un ideale: credere nella pace anche dove sembra impossibile. La sua morte, tragica e prematura, non è stata vana. Il suo sacrificio resta un monito per tutti noi, un invito a riflettere sul valore della libertà, della responsabilità e del coraggio.
Il ricordo di Marco assume oggi un significato ancora più profondo. Viviamo un periodo in cui la guerra sembra tornata vicina, e le notizie di conflitti fanno percepire il pericolo più reale e prossimo. In questa realtà, dimentichiamo troppo spesso cosa significhi davvero il dolore della guerra, cosa comporti perdere la vita e l’innocenza dei giovani, cosa significhi vivere sotto il peso di un conflitto. Marco Pedone ci ricorda tutto questo: che la pace non è scontata, e che va difesa ogni giorno, con ogni mezzo a nostra disposizione.
Onorare Marco oggi significa impegnarsi a custodire i valori per cui ha dato la vita. Significa educare a non dimenticare, a riflettere sul costo della guerra e sull’importanza di scegliere sempre la pace, anche nei contesti più difficili. Il suo esempio resta una guida e una sfida: ricordare il sacrificio di chi ha perso la vita per gli altri è il modo più concreto per combattere l’indifferenza e per lavorare a un futuro più giusto e sicuro.
Anche il comune di Patù ha voluto ricordare Marco, con degli appuntamenti solenni lungo la giornata odierna.