La bandiera è blu ma il porto è nero: il caso Torre San Giovanni

Sono iniziate da poco e continuano in questi giorni le operazioni di disostruzione della bocca del Porto di Torre San Giovanni, interessata dal fenomeno dell’insabbiamento, che aveva reso il porto praticamente inutilizzabile. Si tratta di un’iniziativa tampone che, per il secondo anno consecutivo, permetterà almeno la fruizione minima del porto peschereccio di Torre San Giovanni, al costo di 35mila euro.

Questi lavori infatti non risolveranno il problema di un porto che è biologicamente morto già da tempo. Le foto dall’alto testimoniano una realtà che i residenti hanno già ben chiara, dato gli insopportabili miasmi che, soprattutto nei giorni di scirocco, sono costretti a subire.

Una situazione causata da un errore progettuale dell’attuale porto che con lo spostamento del molo di sottoflutto, ha causato l’insabbiamento dell’insenatura. Il problema principale sembra essere l’altezza del nuovo molo, a cui mancherebbero almeno 2 metri per poter svolgere al meglio il suo compito.

Un errore progettuale che, oltre all’insabbiamento del porto, sta causando la sparizione delle spiagge di Fontanelle, ridotte ormai a una sottilissima fascia di sabbia a ridosso dei pini marittimi, nonostante le costosissime operazioni di ripascimento che hanno coinvolto queste zone negli anni passati. Una questione che avevamo già trattato alcuni mesi fa con un articolo che descriveva la critica situazione che si sta verificando in località Fontanelle.

Eppure prima dei lavori qualcuno aveva già paventato questa situazione, prevedendo nel dettaglio i fenomeni al quale stiamo assistendo. Lo dicevano gli esposti presentati da Italia Nostra, ma lo dicevano anche diverse osservazioni presentate da privati cittadini. Osservazioni completamente ignorate dall’amministrazione di allora, che aveva la priorità di spendere i milioni di euro serviti al rifacimento totale dell’attuale porto, che in più fasi è costato oltre 7 milioni di euro.

Una soluzione che si è tradotta nel tempo in un tragicomico paradosso: mentre prima il porto veniva dragato annualmente per permetterne la corretta fruizione, dopo gli ultimi lavori non sono stati più previsti questi tipi di interventi. Questo ha fatto sì che nel porto oltre che alla sabbia e alla posidonia, si posassero anche tutti gli inquinanti prodotti dalla normale attività del porto.

Una foto satellitare del porto nel 2004
Una foto satellitare del porto nel 2009

Questo combinato disposto di fattori determina che il materiale prelevato all’interno del porto sia di difficile smaltimento, essendo classificato come rifiuto speciale anche in base alle analisi svolte dall’arpa all’interno del porto.

Non è quindi più possibile utilizzare questo materiale per il ripascimento delle spiagge come fu per le migliaia di tonnellate asportane nell’ultimo pesante restyling del porto di Torre San Giovanni. Un problema non da poco che sta causando l’enorme ritardo nella progettazione dell’intervento di bonifica del porto, già finanziato per un importo di quasi 5 milioni di euro, che in questo momento non si riesce a spendere, con il serio rischio di vedere buttate in discarica tonnellate di pregiata sabbia di cui la pineta di Fontanelle ha un disperato bisogno.

Tutti problemi che erano già ben chiari 10 anni fa, quando ci occupammo del problema con il mini reportage ” a chi importa il porto”, che vi riproponiamo.

https://www.youtube.com/watch?v=d8ILsuPDDnI&t=828s

Senza gestore ma con prezzi certi: la velostazione di Ugento

In un mondo sempre più digitale e iperinformatizzato l’umanità continua a cercare delle risposte a domande fondamentali per la natura umana: c’è vita dopo la morte? Siamo soli nello spazio? A cosa diavolo serve una velostazione a Ugento?

Domande alle quali qualcuno prima o poi forse riuscirà a dare una risposta, nel mentre l’amministrazione di Ugento contribuisce a questa ricerca fissando le nuove tariffe per il noleggio delle bici che, nel frattempo, rimangono chiuse nel triste gabbiotto adiacente alla stazione fs di Ugento.

Un bene costato 230mila euro e mai usato ad oltre due anni dal suo completamento. Con delibera della Giunta Comunale n. 35 del 13.02.2018 è stato approvato il progetto esecutivo dell’intervento di Realizzazione di velostazione presso la stazione ferroviaria di Ugento, redatto dall’Arch. Sergio CISTERNINO, appositamente incaricato con determina n. 1943 del 21.12.2017, dell’importo complessivo di € 230.000,00, finanziato per € 216.000,00 dalla Regione Puglia a valere sui fondi POR Puglia FESR – FSE 2014/2020, Asse IV – Azione 4.4 e per €14.000,00 quale quota di cofinanziamento a carico del Comune di Ugento, con il seguente quadro economico di spesa:

Il bando di gara per la sua realizzazione ha visto la partecipazione di due ditte e ha visto vincere la Damiani Costruzioni di Ugento, con un’offerta giudicata da una commissione di 3 tecnici del comune di Ugento.

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In totale, fra velostazione e piste ciclabili, 830mila euro per favorire la mobilità sostenibile sul territorio

Massimo lecci, piazzasalento ottobre 2018

Peccato che questo bene non sia mai entrato in funzione in quanto non si è mai riusciti a identificare qualcuno che sia in grado di gestirlo. L’ultimo bando è andato deserto e oggi ancora non sappiamo se questo bene sarà aperto.

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Oggi però abbiamo una novità: le tariffe per il noleggio delle bici. E’ stata infatti pubblicata la delibera con la quale la giunta comunale di Ugento fissa i prezzi per il servizio di noleggio e guardiania delle bici che il nuovo gestore sarà tenuto a rispettare.

Per quanto riguarda il servizio di custodia:

Biglietto per un giorno € 2,00
Abbonamento settimanale € 5,00
Abbonamento mensile € 20,00

Per quanto riguarda il noleggio invece:

Noleggio giornaliero di bicicletta tradizionale € 5,00
Noleggio giornaliero di bicicletta con pedalata assistita € 8,00
Noleggio settimanale di bicicletta tradizionale (settimanale) € 30,00
Noleggio settimanale di bicicletta con pedalata assistita € 50,00
Servizio di manutenzione/riparazione/pulizia € 10,00

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Il campo di padel di Ugento rimane chiuso

Era febbraio 2019 quando si apprendeva dalle colonne di Ausentum, la testata giornalistica dell’amministrazione ugentina, del progetto di ristrutturazione del Palaozan e della costruzione ex-novo di un campo di padel per l’investimento complessivo di 430mila euro.

Peccato che da allora solo in pochissimi hanno avuto il piacere e l’onore di poter giocare sul campo in questione, come testimoniato dalle ripetute segnalazioni giunte in redazione.

Sì perché oltre i noti problemi di agibilità e regolarità del campo, tema già trattato in un presente articolo raggiungibile a questo link, il problema principale sembra essere il tappeto del campo, più volte reinstallato nel corso della breve e tribolata vita dell’impianto.

Di fatto oggi il campo è chiuso, anche se è stata rinnovato l’accordo per la sua gestione in deroga da parte del Comune di Ugento e dell’associazione che già gestiva il bene.

Un problema non da poco visto l’esoso investimento pubblico. Per questo abbiamo provato a contattare l’assessore allo sport del Comune di Ugento Vincenzo Ozza, in diversi modi, sia per mail che telefonicamente, ma purtroppo l’assessore è risultato sempre irraggiungibile.

Per questo cari lettori, nonostante le vostre segnalazioni e il nostro impegno, non ci è possibile ancora dirvi quando avremo la possibilità di utilizzare questo bene del nostro comune.

Eppure il campo di padel di Ugento rientra tra quelle opere tanto pubblicizzate, anche in campagna elettorale, dall’amministrazione uscente, che non ha però tenuto in conto l’impegno per poter portare a compimento un’opera che aspettano in tanti, soprattutto i più giovani.

il campo visto da fuori
il campo nelle poche settimane fa
i vari “tappeti” sostituiti nel tempo

Tutta la storia del museo di Ugento

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Una foto del museo dopo i diversi lavori di ristrutturazione

Il Museo Civico Di Archeologia e Paleontologia ha sede all’interno dell’antico Convento dei Francescani di S. Maria della Pietà, nel centro storico di Ugento.
La struttura venne fatta edificare nel 1430 per volere di Raimondello Orsini del Balzo, Conte di Ugento e fu per lungo tempo luogo di rifugio e preghiera per i Frati Minori Osservanti.
Nel 1866, all’indomani dell’Unità d’Italia e in virtù della legge sulla soppressione delle congregazioni religiose, il monastero viene devoluto al Demanio dello Stato. Nello stesso anno il Comune di Ugento richiede alla Regia Prefettura la concessione dei locali dell’ ex convento da destinare a nuova sede della Caserma dei Reali Carabinieri.
In seguito i locali del cinquecentesco complesso monumentale si trasformano in aule scolastiche e uffici della nuova sede Municipale.
La destinazione d’uso cambia di nuovo nel 1968, anno in cui viene istituito il Museo civico di Archeologia e Paleontologia intitolato a Salvatore Zecca, colui che più di tutti volle la realizzazione del museo. Fu lui a rinvenire fortuitamente la statua dello “Zeus stilita” (a Ugento nel 1961 lungo via Fabio Pittore) e a battersi per il riconoscimento ufficiale dell’opera che in seguito sarebbe stata l’icona del nostro paese.
Fino ad arrivare agli anni 2000, quando direttore del Museo a gestione comunale era Walter Zecca, figlio di Salvatore.

Questo fino a febbraio 2011, quando il comune pubblica un bando di gara del valore di 80mila euro e mette al bando il nome di Salvatore Zecca, che da questo momento in poi non apparirà più in nessun riferimento del museo. La gara riguarda l’intera gestione del patrimonio archeologico e storico-culturale del Comune di Ugento: Il nuovo museo di archeologia, il museo Colosso, il complesso monumentale della Cripta del Crocefisso e della Chiesa della madonna di Costantinopoli con annessa area archeologica, il Castello, Palazzo Rovito (bibliomediateca, archivio storico e biblioteca).

Per aggiudicarsi la gestione del patrimonio archeologico, il bando prevedeva che i privati versassero al Comune 10mila euro (più iva) l’anno, per quattro anni. La convenzione fu definita come rinnovabile e poteva durare in tutto otto anni. Il Comune stimò introiti per tre milioni di euro (precisamente 2.960mila euro). Parliamo dunque di un canone di 80mila Euro a fronte di un fatturato previsto di 3 milioni di euro

L’unica ditta a partecipare al bando è lo “Studio di consulenza archeologica” di Paolo Schiavano, a sua volta editore del giornale locale “Lo Scirocco”, da anni vicino agli ambienti del vicesindaco Massimo Lecci.

Sulla gestione del patrimonio archeologico, sono anche state svolte delle indagini da parte della magistratura, a seguito della denuncia proprio dell’ex direttore del museo Walter Zecca. Sull’ultimo bando, si aggiungono poi altri due esposti alla magistratura.

Uno è a firma del comitato “Io Conto”, che tra le tante anomalie riscontrate, si chiede anche a che cosa si riferisca la clausola di risoluzione del contratto, che recita: “Il mancato rispetto dell’indicazione dell’Amministrazione di sostituire personale ritenuto idoneo”. Cioè l’Amministrazione si riserva il diritto di decidere chi dovrà lavorare con la ditta vincitrice del bando, senza che il personale scelto dal Comune passi da graduatorie pubbliche di merito. ‘Io conto’ sottolineava anche, tra le tante stranezze, la perfetta corrispondenza tra i requisiti richiesti dal bando e le attività svolte in sette anni dalle persone che hanno presentato l’unica proposta.

Le attività a cui si riferiva il comitato erano anche quelle di restauro di alcuni beni storici del nostro comune, tra cui il lavori di restauro della cripta del crocefisso, che innescarono una serie di polemiche e denunce che portavano a conoscenza lo stato dei luoghi, a loro dire, peggiorativi rispetto a prima dei lavori.

Furono molti i tecnici a pronunciarsi sul problema dovuto all’umido naturale presente nella cripta che rendeva i suoi affreschi particolarmente brillanti, perchè sempre coperti da una leggera patina d’acqua. Patina che scomparì una volta aperto il passaggio dell’aria ostruito da secoli.

Il secondo esposto alla magistratura invece riguardò la composizione della Commissione giudicatrice: secondo il titolare della ditta Archeo Laboratorio Beni culturali, con sede ad Ugento, i componenti della commissione erano incompatibili a giudicare l’unica proposta presentata a causa delle pregresse attività di collaborazione tra giudicanti e giudicati.

Nonostante tutto questo l’amministrazione di Ugento tira avanti e conferma la concessione dei beni alla società “Studio di consulenza archeologica” che da questo momento in poi disporrà di tutto il patrimonio storico e culturale ugentino fino ad oggi, nonostante la scadenza della concessione rinnovata nel 2015, poi prorogata nel 2019.

Un lasso di tempo in cui altre polemiche si sono abbattute sulla gestione, riguardanti il pagamento delle utenze (di competenza del gestore ma di fatto pagate dal comune) e del canone di locazione che a dire dell’opposizione cittadina non sarebbe mai stato corrisposto al Comune di Ugento. Un fatto ricordato anche da Valeria Carlucci al momento delle sue dimissioni nella passata consigliatura.

Effettivamente abbiamo potuto verificare come:

  • con determina n. 1492 del 26/10/2012 il responsabile del Settore Lavori pubblici e manutenzione del Comune di Ugento ha provveduto alla liquidazione di euro 311,60 euro  a favore della Ditta Kone Spa quale servizio di manutenzione ordinaria dell’ascensore installato presso il Museo Civico di Ugento;
  • con determina n. 1502 del 29/10/2012 il responsabile del Settore Lavori pubblici e manutenzione del Comune di Ugento ha provveduto ad impegnare per gli anni 2012, 2013 e 2014 la somma € 2.492,80 € 2.492,80 € 2.492,80€ 2.492,80 IVA compresa, necessaria al pagamento delle competenze relative al contratto di manutenzione dell’ascensore installato presso il suddetto Museo per il periodo 01.11.2012 al 31.10.2014 (in piena vigenza della concessione tra il Comune e lo Studio di Consulenza Archeologica, che prevede che la manutenzione ordinaria debba spettare al concessionario ex art. 5);
  • con determina n. 841 del 5/7/2013 il Responsabile del Settore Urbanistica e Assetto del territorio del Comune di Ugento ha proceduto a liquidare le fatture presentate dalla Società Enel Servizio Elettrico per il periodo
    marzo e aprile 2013 ricomprendendo, tra l’altro, anche quelle relative al Nuovo Museo Archeologico di Ugento sito in via Roma di Ugento per un importo complessivo di € 980,61 € 980,61€ 980,61 € 980,61 sull’intervento 1050103 CAP. 690 art. 2 “Musei e biblioteche”, del bilancio 2013 in corso di formazione, impegno n° 303/2013 assunto
  • con determina n° 314 del 13.03.2013; con determina n. 1186 del 10/9/2013  il Responsabile del Settore lavori pubblici e manutenzione del Comune di Ugento ha proceduto a liquidare le fatture presentate dalla Società Enel Servizio Elettrico per il periodo giugno e luglio 2013 ricomprendendo, tra l’altro, anche quelle relative al Nuovo Museo Archeologico di Ugento sito in via Roma di Ugento per un importo complessivo di € 3 .107,54 sull’intervento 1050103 CAP. 690 art. 2 “Musei e biblioteche”, del bilancio 2013 in corso di formazione, impegno n° 303/2013 assunto con determina n° 314 del 13.03.2013.

10 anni in cui il sistema museale di Ugento non ha certo brillato: una gestione zoppicante, molte volte improvvisata con personale scarso e con una formazione non idonea, come denunciato da alcune recensioni che si possono trovare sul web.

Sarà forse per questo che il Comune di Ugento il 20 giugno 2019 pubblica l’avviso di manifestazione d’interesse per la gestione del patrimonio museale,  smentendo tutto quello certificato nel precedente bando di gestione con un piano finanziario rivisto che prevede ricavi per 109mila euro l’anno (872mila in 8 anni) a fronte di 106 mila euro di spese annue, previste e normate nel dettaglio nel lungo capitolato d’appalto.

AVVISO_MANIFESTAZIONE_DI_INTERESSE

PIANO_ECONOMICO-FINANZIARIO

CAPITOLATO

Si presentano in 2: oltre il precedente gestore presenta un’offerta la Orione s.r.l. di Maglie, azienda del ramo che ha già in gestione altri musei in provincia. Si insedia per questo una commissione giudicante composta da quattro persone, 3 esperti più un dirigente comunale in qualità di segretario verbalizzante:

  • Prof. Ludovico Solima – Professore Associato confermato in Economia e Gestione delle Imprese
    presso l’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”, Titolare della cattedra di “Management
    delle imprese culturali” presso il Dipartimento di Economia – Università della Campania “Luigi
    Vanvitelli” (Corsi di laurea magistrale) e Docente di “Turismo e beni culturali” presso il
    Dipartimento di Economia – Università della Campania “Luigi Vanvitelli” (Corso di laurea
    triennale). – in qualità di Presidente
  • Dott. Francesco Palumbo – Direttore di Toscana Promozione Turistica, Esperto designato dalla
    Conferenza Stato-Regioni nel Gruppo di lavoro previsto dall’Accordo per lo sviluppo degli
    strumenti e delle infrastrutture digitali per il turismo in Italia – in qualità di Commissario
  • Arch. Vincenzo Corrado – Funzionario Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per
    le provincie di Brindisi, Lecce e Taranto – in qualità di Commissario 
  • Dott. Alessandro TRESCA – Responsabile del Settore Affari generali ed istituzionali – in qualità
    di Segretario verbalizzante

La commissione così composta aggiudica la gestione alla società “studio di consulenza archeologica” con un punteggio di 84.8 rispetto ai 76 della Orione s.r.l., che aveva comunque presentato l’offerta economica più vantaggiosa.

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A questo punto arriva il covid e la descrizione dei fatti certi si interrompe ed entriamo nel campo delle ipotesi e dichiarazioni delle parti tirate in causa.

Sappiamo solo che il museo chiude dopo le imposizioni ministeriali del primo lockdown per poi non riaprire più.

La posizione ufficiale dell’amministrazione blu è quella espressa prima in una determina del 22 ottobre 2021 e poi nel comunicato stampa del 21 dicembre 2021.

In pratica l’amministrazione di Ugento giustifica il proprio operato spiegando come la responsabilità della chiusura prolungato del museo sia da attribuire all’aggiudicatario, reo di non aver finalizzato l’accordo stipulato in seguito al bando d’assegnazione. Gli uffici avrebbero atteso mesi e dopo innumerevoli richiami si è arrivati alla decisione della revoca dell’aggiudicazione, con la conseguente riassegnazione alla seconda classificata, la Orione srl.

A questo punto non resta che aspettare l’evento che potrebbe mettere un punto fermo in questa storia. Il prossimo 16 febbraio il TAR di Lecce dovrebbe pronunciarsi definitivamente in merito.

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Conservazione litoranea: ulteriore proroga per la fine dei lavori

Conservazione litoranea: un ulteriore proroga fine lavori è stata appena concessa dal Comune di Ugento con la delibera N°. 7 Registro Generale N°. 2 Registro del Settore DEL 05/01/2022 DEL 05/01/2022.

La proroga si riferisce ai lavori di “Interventi di conservazione e tutela degli ambienti umidi e delle dune del P.N.R. Litorale di Ugento e della R.N.R.O. Litoranea Tarantino Orientale di Manduria”.

Un progetto approvato nel 23.01.2020 a firma del Dott. For. Antonio LONGO, amministratore della SUD PROJECT Snc, appositamente incaricato con determina n. 1090 del 21.12.2018, dell’importo complessivo di € 700.000,00;

L’appalto invece è stato assegnato il 29.09.2020 per i lavori in oggetto che sono stati affidati alla ditta PERROTTAGROUP Srl con sede in Martano (LE), per un importo complessivo contrattuale di € 436.400,06 con aggiudicazione definitiva n. 442 del 16.07.2020.

I lavori contrattuali hanno avuto effettivo e concreto inizio in data 24.09.2020, con ultimazione fissata al giorno 18.01.2021

Il 15.01.2021 è stata concessa alla ditta appaltatrice una proroga sino al 15.03.2021 del termine previsto per l’ultimazione dei lavori, per le motivazioni contenute nella richiesta avanzata dalla stessa impresa.

Con la determina n. 759 del 28.09.2021 sono stati affidati alla stessa ditta appaltatrice ulteriori lavori. Per un importo di € 46.734,92, oltre ad € 1.000,00 per oneri della sicurezza, per un totale complessivo contrattuale di € 47.734,92 oltre IVA,

Dopo un periodo di sospensione i lavori sono ripresi in data 19.10.2021 con ultimazione fissata per il giorno 31.12.2021;

Questa la ricostruzione evidenziata dalla determina del 5 gennaio.

Tuttavia lo scorso mese sia la ditta che ha in affido i lavori sia il direttore hanno espresso la volontà di una ulteriore proroga, la quale è stata concessa, ecco le cosiderazioni ufficiali:

CONSIDERATO che con nota del 23.12.2021, acquisita al protocollo del Comune n. 34399 del 31.12.2021, l’impresa appaltatrice, con riferimento ai lavori in economia, ha chiesto la concessione di una proroga sino al 31.01.2022 del termine contrattuale per l’ultimazione dei lavori per le motivazioni elencate nella suddetta nota che si allega al presente provvedimento;

VISTO che il Direttore dei lavori, Dott. For. Antonio LONGO, con nota inviata a mezzo PEC del 31.12.2021 ha ritenuto attendibili le motivazioni che hanno indotto la ditta appaltatrice alla richiesta della suddetta ed ha espresso parere favorevole alla concessione della proroga stessa

Estratto

DETERMINA

Per i motivi meglio esposti in narrativa, che qui si intendono approvati, richiamati e riportati integralmente, relativamente agli Interventi di conservazione e tutela degli ambienti umidi e delle dune del P.N.R. Litorale di Ugento e del R.N.R.O. Litoranea Tarantino Orientale di Manduria: DI CONCEDERE alla ditta PERROTTAGROUP Srl con sede in Martano (LE), Via San Giorgio n. 15, Partita IVA 02185540750, appaltatrice dei lavori in oggetto, con riferimento ai lavori in economia, una proroga sino al 31.01.2022

Estratto

Alleghiamo delibera completa

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Tar e museo: l’amministrazione vince il primo tempo

E’ arrivato ieri il comunicato stampa dell’amministrazione comunale di Ugento, che commenta il primo pronunciamento del Tar di Lecce che si doveva pronunciare sulla lunga querelle tra il Comune di Ugento e il gestore del museo di Ugento.

Come sottolineato nel comunicato, il Tar accoglie le indicazioni fornite dall’avvocato Marco Lancieri, rinviando la decisione definitiva al prossimo 16 febbraio

Nello specifico l’amministrazione spiega tecnicamente come la situazione sia figlia di una illegittima pretesa da parte del concessionario del museo di Ugento, motivo per cui sarebbe legittima la revoca della concessione, passata poi alla seconda classificata Orione srl, come già spiegato nei precedenti articoli.

L’amministrazione comunale vince dunque il primo tempo, anche se non tutti i giochi sono fatti: il 16 febbraio il Tar potrebbe anche ribaltare la situazione, concedendo la sospensiva al gestore e congelando, di fatto, per altri lunghi mesi i beni del sistema museale di Ugento.

IL COMUNICATO STAMPA DELL’AMMINISTRAZIONE

E’ legittima la revoca, disposta dal Comune di Ugento, dell’aggiudicazione della concessione per la gestione dei beni museali allo Studio di Consulenza Archeologica, ex concessionario uscente.
Con Ordinanza n. 716 del 20 dicembre scorso, il TAR di Lecce ha messo un importante punto sulla vicenda, respingendo il ricorso con cui l’ex concessionario aveva impugnato la revoca della propria aggiudicazione, dopo che si era rifiutato di stipulare il nuovo contratto se non si fosse preventivamente proceduto ad una sua rinegoziazione.
Ad avviso della società, il presunto ritardo del Comune nel provvedere alla stipula e l’esigenza di disporre un apposito piano di misure anti covid per la fruizione del sistema museale avrebbero stravolto a un punto tale l’originario piano economico finanzario da imporre un suo riequilibrio a favore dell’aggiudicatario prima della stipula.
La società in questione eccepiva, altresì, che la pretesa del Comune di imporre comunque la firma del contratto alle originarie condizioni, denotasse un comportamento scorretto e in mala fede dell’amministrazione.
Il Comune, difeso in giudizio dall’avv. Marco Lancieri, ha invece sostenuto che non vi fosse alcuno stravolgimento delle condizioni di gara, che anzi il ritardo aveva preservato gli interessi dell’aggiudicatario, dal momento che per lungo tempo i beni culturali sono rimasti chiusi al pubblico per i provvedimenti del Governo sull’emergenza sanitaria, e che nel frattempo, con la sola eccezione del Museo Colosso, tutti gli altri beni museali erano ormai fruibili.
In ogni caso, ove pure si fosse reso necessario il riequilibrio, ciò si sarebbe potuto fare solo in corso di contratto e non prima ancora che lo stesso fosse firmato dalla società.
In accoglimento delle tesi del Comune, Il TAR Lecce ha ritenuto, in particolare, che il meccanismo di revisione del piano economico-finanziario, per come previsto dall’art. 165, comma 6, del D. Lgs. n. 50/2016, presuppone l’intervenuta costituzione del rapporto concessorio, sicché detta norma disciplina eventi che si verificano nel corso del predetto rapporto e non prima del suo inizio, come invece sostenuto dalla ricorrente.
Inoltre, il TAR ha rilevato che la temporanea indisponibilità di alcuni degli immobili oggetto di concessione era già nota alla ricorrente al tempo in cui essa ha formulato la propria offerta e che quindi rispetto a tale momento l’attuale situazione è per giunta migliorativa, atteso che tutti i beni sono ora disponibili tranne il museo Colosso.
Il TAR ha quindi giudicato pienamente legittima la revoca dell’aggiudicazione, ritenendo immotivato il rifiuto alla stipula opposto dalla Società.
L’udienza conclusiva si terrà il 16 febbraio del prossimo anno.

Ancora disagi dovuti alle piste ciclabili di Ugento

Non si calmano le polemiche a Ugento. Questa volta al centro del ciclone ci sono le piste ciclabili, tanto citate nella scorsa tornata elettorale e che tanti grattacapi stanno provocando all’attuale amministrazione, che le ha fortemente volute, redigendo e approvando il progetto nella passata consiliatura.

Per questo è arrivata la denuncia anche dell’opposizione, dopo l’ennesimo sabato di passione per tutti coloro che abitano nei pressi di Piazza Italia, che nonostante l’impiego di due agenti della polizia municipale, non hanno potuto fare altro che assistere attoniti all’enorme groviglio di auto che ha paralizzato la zona per tutta la mattinata.

Una situazione figlia anche della decisione di restringere la carreggiata per far posto a piste ciclabili senza capo né coda (la pista ciclabile di piazza Italia parte su un muro per finire sopra un altro), che fino ad oggi, qui la beffa, non è stata utilizzata da alcuna bicicletta. Non è raro infatti assistere a ciclisti che preferiscono l’utilizzo delle strade per le auto, evitando le piste molte volte allagate o impantanate nei residui vegetali dovuti alla presenza degli alberi.

Come se non bastasse a tutto questo si è aggiunta la scarsa visibilità delle piste nelle ore serali, fatto che sta portando diversi automobilisti a danneggiare le proprie auto, oltre il danneggiamento di quel che rimane delle piste. Una beffa non da poco se consideriamo che questi sinistri causeranno diverse cause risarcitorie nei confronti dei malcapitati automobilisti, naturalmente pagate con i nostri soldi.

Tutto questo mentre l’amministrazione corre ai ripari con una procedura per cercare di cambiare il progetto, che se non andrà a buon fine, vedrà il nostro comune interessato dai lavori di completamento di un’opera quanto mai inutile, costruita solo per elargire a qualcuno somme di denaro prese dall’Europa, ma che in più sta provocando non pochi danni, anche economici, a cittadini e commercianti del nostro paese.

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