OLEOTURISMO, UNA NUOVA OPPORTUNITÀ PER CONOSCERE E DEGUSTARE LA PUGLIA

Da giovedì 30 gennaio EVOLIO a Bari con Pugliapromozione mette insieme la filiera del turismo dell’olio

In un mondo dove la scoperta e l’apprezzamento del patrimonio culinario sembrano avere un ruolo sempre più fondamentale, la Puglia offre un nuovo modo di conoscere, amare e valorizzare il territorio: l’Oleoturismo. Secondo quanto riportato dal sito ufficiale della Regione Puglia, si tratta di un modo originale e innovativo di viaggiare alla scoperta di sapori, saperi, tradizioni che si intrecciano con la storia, la cultura, l’arte e gli scenari naturali di un territorio unico.

L’oleoturismo è una tipologia di turismo enogastronomico che porta i visitatori alla scoperta dell’olivicoltura e della produzione di olio extravergine d’oliva, vero e proprio emblema del Salento, seppur in un momento di crisi legata alla xylella.

La Puglia, seconda solo alla Spagna tra le principali produttrici di olio d’oliva nel mondo, offre un’opportunità per conoscere e degustare una delle eccellenze della gastronomia locale: l’olio extravergine d’oliva. Qui, passeggiare tra gli oliveti secolari, le storiche frantoiane e le aziende produttrici di olio non è solo un viaggio gustativo, ma diventa un’immersione nel cuore della tradizione e della cultura pugliese.

“L’apertura della fiera Evolio Expo a Bari è un’occasione imperdibile per celebrare il legame indissolubile tra la Puglia e il nostro olio extravergine d’oliva, un vero e proprio ambasciatore della nostra meravigliosa terra nel mondo – ha detto Gianfranco Lopane, assessore al Turismo della Regione Puglia – . Il turismo enogastronomico, in continua crescita, rappresenta una risorsa fondamentale per lo sviluppo sostenibile e per la valorizzazione dei nostri prodotti tipici. Con eventi come questo, rafforziamo il nostro impegno, nella sinergia tra assessorati della Regione Puglia e accanto alle nostre imprese, nel promuovere una Puglia autentica e innovativa, con l’obiettivo di costruire una destinazione sempre più internazionale e attrattiva”.

Così, il turista diventa protagonista di un viaggio emozionale e sensoriale, in cui il contatto con la natura e le persone che vivono quotidianamente nel rispetto di antiche tradizioni diventa un momento di insostituibile apprendimento e condivisione.

La Puglia, con i suoi oliveti ancestrali e le sue tradizioni culinarie radicate, diventa pertanto un esempio lampante di come patrimonio gastronomico e rispetto per la natura si fondano insieme, per creare un’esperienza turistica di valore, in grado di attrarre ogni anno migliaia di visitatori.

“Per la Puglia l’enogastronomia è molto più di un giacimento culturale, visto che da tre anni è stato individuato come uno dei cinque Prodotti Turistici che possono spingere a visitare la nostra regione tutto l’anno. Evolio, a Bari, rappresenta un altro tassello verso la consapevolezza da parte dei turisti e della ristorazione del valore identitario nonché salutistico e gustativo dell’olio extra vergine di oliva pugliese – ha detto Luca Scandale, direttore generale di Pugliapromozione -. Noi stiamo investendo già da anni sulle potenzialità dell’enogastronomia, anche per il turismo oltre che per lo sviluppo economico dell’agroalimentare. A supporto di tutto ciò ci sono i dati del più recente Rapporto Turismo Enogastronomico Italiano, voluto da Roberta Garibaldi che in Evolio sarà ospite di un talk sull’oleoturismo. Al secondo posto dopo il vino (38,1% delle preferenze) nell’immaginario collettivo nazionale delle icone enogastronomiche del Belpaese c’è l’olioextravergine di oliva (24%), ben prima di pizza (22%) e pasta (15%)”.

 

Il Salento sogna l’indipendenza dei cieli

“Liberi dalla sudditanza barese”. Con queste parole, cariche del peso di undici anni di battaglie, il consigliere regionale Paolo Pagliaro torna a scuotere gli equilibri della politica aeroportuale pugliese. Una mozione presentata in Consiglio regionale riaccende i riflettori su un progetto ambizioso quanto controverso: la nascita di AdS, Aeroporti del Salento, società autonoma che mira a strappare il controllo dei cieli salentini dalla gestione di Aeroporti di Puglia.

Ma è davvero l’alba di una nuova era per il trasporto aereo nel Tacco d’Italia?

Il progetto, emerso dalle ceneri della vecchia proposta SEAS del 2014, si presenta oggi con un nuovo nome ma con la stessa visione rivoluzionaria: liberare Brindisi, Grottaglie, Lecce-Lepore e Galatina dalla “visione Bari-centrica” che, secondo Pagliaro, ha relegato il Salento al ruolo di comprimario nel panorama aeroportuale pugliese.

I numeri, d’altronde, parlano chiaro. Nel silenzio assordante delle piste brindisine, risuona l’eco dei 6,4 milioni di passeggeri che nel 2023 hanno scelto Bari, mentre lo scalo salentino si è dovuto accontentare di 3,1 milioni di viaggiatori. Una disparità che si fa ancora più marcata sul fronte internazionale: 45 destinazioni contro 21, in un confronto impari che costringe migliaia di salentini all’esodo verso il capoluogo barese.

La denuncia non è nuova. Come già documentato nell’inchiesta “Ozan Doc” della nostra testata, il sistema dei trasporti salentino appare oggi come un gigante dai piedi d’argilla: una rete ferroviaria inadeguata, collegamenti su gomma insufficienti, l’assenza di una vera intermodalità.

Ma è proprio Antonio Maria Vasile, presidente di Aeroporti di Puglia, a gettare ombre sul progetto. Chiamato in audizione in Commissione Trasporti del Consiglio regionale esattamente un anno fa, ha già risposto con un secco “no” alla proposta di cofinanziamento della continuità territoriale per l’Aeroporto del Salento, misura inserita nella legge di bilancio 2025.

La visione di Pagliaro è ambiziosa: Brindisi come hub internazionale, Grottaglie per i collegamenti nazionali, Galatina per i voli charter, Lecce-Lepore per l’aviazione leggera. Un sistema integrato che promette di ribaltare decenni di marginalizzazione.

Ma le sfide sono titaniche. La sostenibilità economica del progetto, la necessità di investimenti infrastrutturali massicci, le inevitabili resistenze politiche: sono questi gli ostacoli che AdS dovrà superare per trasformare il sogno dell’indipendenza dei cieli salentini in realtà.

In gioco non c’è solo il futuro del trasporto aereo, ma l’intero sviluppo economico e turistico di un territorio che, come sottolinea Pagliaro, “non può più permettersi di restare isolato”. La partita è appena iniziata, e il Salento attende di scoprire se questa volta il vento del cambiamento sarà abbastanza forte da spazzare via anni di immobilismo e disparità.

Nel frattempo, mentre la politica discute e i progetti si accavallano, migliaia di viaggiatori salentini continuano il loro pellegrinaggio verso Bari, in attesa che il loro territorio possa finalmente spiccare il volo verso un futuro di vera autonomia aeroportuale.

Ugento: l’analisi dei numeri dopo la stagione estiva

Nel cuore del Salento, affacciata sulle acque cristalline del Mar Ionio, Ugento si erge come un faro del turismo pugliese. Con le sue spiagge dorate e il fascino mediterraneo, questa piccola gemma ha saputo catturare l’immaginazione di vacanzieri da tutta Italia e oltre. Ma dietro la facciata di un paradiso balneare, si cela una realtà più complessa, un microcosmo che riflette le sfide e le contraddizioni del turismo moderno.

I numeri parlano chiaro: nel 2024, Ugento ha accolto oltre 114.000 visitatori, che hanno generato più di 758.000 presenze. A prima vista, questi dati potrebbero far brillare gli occhi di qualsiasi amministratore locale. Tuttavia, scavando più a fondo, emergono sfumature che meritano una riflessione più attenta.

Il rapporto tra visitatori e presenze rivela una storia interessante. Con una media di quasi 7 notti per visitatore, Ugento si afferma come destinazione di villeggiatura per eccellenza. Le famiglie arrivano, si installano e rimangono, godendosi lunghe vacanze al mare. Questo modello turistico ha indubbiamente portato benefici economici, creando un flusso costante di entrate per l’economia locale durante la stagione estiva.

Ma ogni medaglia ha il suo rovescio. Il successo di Ugento come meta turistica sta paradossalmente minando il tessuto sociale della comunità. Il fenomeno del caro affitti, alimentato dalla proliferazione di case vacanze, oltre ad innescare fenomeni di concorrenza sleale, sta rendendo sempre più difficile per le giovani famiglie stabilirsi in città. Ugento rischia di trasformarsi in una sorta di Disneyland del mare: vivace e affollata d’estate, ma quasi spettrale nei mesi invernali.

Questo trend solleva domande cruciali sul futuro della città. Cosa significa per una comunità quando le sue abitazioni si trasformano principalmente in alloggi turistici? Come può una città mantenere la sua identità e vitalità quando i residenti permanenti vengono gradualmente spinti fuori dai confini urbani?

Il calo del 10,4% nelle presenze rispetto all’anno precedente potrebbe essere un campanello d’allarme, un segnale che il modello attuale sta raggiungendo i suoi limiti. Forse è il momento di ripensare la strategia turistica di Ugento, cercando un equilibrio più sostenibile tra le esigenze dei visitatori e quelle dei residenti.

Le sfide sono molteplici, ma non insormontabili. La destagionalizzazione potrebbe essere una chiave di volta, creando opportunità di lavoro e di visita durante tutto l’anno. Investire in infrastrutture e servizi che beneficino tanto i turisti quanto i residenti potrebbe rendere la città più vivibile e attraente per entrambi i gruppi.

Inoltre, politiche abitative mirate potrebbero aiutare a preservare spazi per la comunità locale, garantendo che Ugento non diventi solo una città-cartolina, ma rimanga un luogo vivo e autentico.

Il futuro di Ugento è a un bivio. Da un lato, c’è la tentazione di cavalcare l’onda del successo turistico, massimizzando i profitti a breve termine. Dall’altro, c’è l’opportunità di intraprendere un percorso più sostenibile e inclusivo, che valorizzi tanto l’esperienza del visitatore quanto la qualità della vita dei residenti.

La vera sfida per Ugento nei prossimi anni sarà quella di reinventarsi, non solo come destinazione turistica, ma come comunità resiliente e dinamica. Dovrà trovare modi innovativi per accogliere i visitatori senza alienare i propri cittadini, per celebrare la sua bellezza naturale senza compromettere il suo tessuto sociale.

In questo delicato equilibrio tra tradizione e innovazione, tra ospitalità e sostenibilità, Ugento ha l’opportunità di diventare un modello per altre destinazioni turistiche. Può dimostrare che è possibile prosperare economicamente senza sacrificare l’anima di una comunità.

Il cammino non sarà facile, ma con una visione chiara e un impegno condiviso, Ugento può aspirare a un futuro in cui il turismo arricchisce la città senza sostituirne l’essenza. Solo allora potrà veramente definirsi un paradiso – non solo per chi viene in vacanza, ma anche per chi chiama questa terra casa.

Ugento, crisi del turismo: calo del 10,4% nelle presenze estive 2024

A certificarlo i dati dell’osservatorio regionale del Turismo presentati al Ttg Travel Experience di Rimini

La stagione turistica 2024 si è conclusa con un bilancio preoccupante per Ugento, storica meta balneare del Salento. I dati ufficiali dell’Osservatorio regionale del Turismo confermano le peggiori previsioni: le presenze turistiche sono crollate da 846.000 nel 2023 a 758.000 nel 2024, registrando un calo del 10,4%. È il peggior risultato degli ultimi dieci anni per questa rinomata località costiera in una classifica che vede Vieste regina delle presenze: il comune garganico fa registrare oltre 1,7 milioni di presenze, piazzandosi davanti a Bari (1,2 milioni) e Ugento (758mila).

Questo declino significativo solleva interrogativi sulla capacità di Ugento di mantenere la sua posizione nel competitivo mercato turistico pugliese. Le cause di questa crisi sembrano essere molteplici e interconnesse, come analizzato in tanti approfondimenti già apparsi su questa testata.

Il meteo avverso ha sicuramente giocato un ruolo, ma sono le carenze strutturali e strategiche a destare maggiore preoccupazione. L’assenza di un efficace piano di marketing territoriale emerge come uno dei principali fattori critici. Ugento non dispone di un’agenzia di promozione turistica dedicata, né di una piattaforma online ufficiale per valorizzare le proprie attrattive. Persino sui social media, strumenti ormai essenziali per la promozione turistica, la presenza del comune è praticamente inesistente.

Il presidente dell’associazione extralberghiera di Lecce e Salento, Raffaele Bitetti, aveva già espresso grande preoccupazione sulla tendenza del settore on tutto il Salento: “Il calo del 30-35% nelle prenotazioni delle strutture extralberghiere è un segnale allarmante. Non ci aspettavamo una contrazione così drastica del mercato.”

L’impatto economico di questo calo è significativo. Con una diminuzione di 88.000 presenze rispetto all’anno precedente, stimando una spesa media giornaliera per turista di circa 100 euro, si può calcolare una perdita diretta per l’economia locale di almeno 8,8 milioni di euro. Questa cifra non tiene conto dell’effetto moltiplicatore del turismo sull’economia dell’indotto, che potrebbe portare la perdita totale a superare i 15 milioni di euro.

La situazione è aggravata dalla mancanza di servizi moderni essenziali per una destinazione turistica di primo piano. Nonostante gli investimenti per ottenere la Bandiera Blu, Ugento non dispone di un sito turistico funzionante, manca un sistema di bike sharing, e strutture come la velostazione rimangono inutilizzate. Il trasporto pubblico, limitato a tre mini bus spesso semivuoti, è inadeguato alle esigenze di mobilità dei turisti.

La promozione degli eventi estivi, già scarsi, attraverso le pagine personali degli amministratori locali ha trasformato iniziative pubbliche in strumenti di consenso politico, alienando parte della popolazione e dei potenziali visitatori.

Per invertire questa tendenza negativa, è necessario un cambio di rotta deciso che sfrutti appieno le potenzialità economiche di Ugento. Gli esperti del settore concordano sulla necessità di un approccio integrato che parta dalla creazione di un’agenzia di promozione turistica professionale. Questa potrebbe fungere da catalizzatore per lo sviluppo di una strategia di marketing digitale all’avanguardia, capace di proiettare l’immagine di Ugento su scala nazionale e internazionale.

Tale iniziativa, se accompagnata da investimenti mirati in infrastrutture e servizi moderni per i turisti, potrebbe generare un significativo effetto moltiplicatore sull’economia locale. Un potenziamento del trasporto pubblico, ad esempio, non solo migliorerebbe l’esperienza dei visitatori, ma creerebbe anche nuove opportunità di lavoro e stimolerebbe l’indotto. La chiave di volta per massimizzare questi benefici economici risiede in una collaborazione più stretta tra settore pubblico e privato, che potrebbe sbloccare risorse e competenze complementari.

Implementando queste soluzioni in modo sinergico, Ugento potrebbe aspirare a un aumento delle presenze turistiche del 15-20% nei prossimi tre anni (tornando ai livelli toccati nel periodo post covid), con un impatto economico stimato di oltre 25 milioni di euro. Questo rilancio non solo rivitalizzerebbe il settore turistico, ma creerebbe un circolo virtuoso di investimenti e miglioramenti infrastrutturali, trasformando Ugento in un modello di sviluppo turistico sostenibile per l’intera economia locale che dipende in larga misura dal settore turistico.

La sfida per Ugento è chiara: rinnovarsi per rimanere competitiva in un mercato turistico sempre più esigente e globalizzato. Solo attraverso una pianificazione strategica e investimenti mirati sarà possibile invertire questa preoccupante tendenza e riportare Ugento al centro del turismo salentino.

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Estate a Ugento: calo di turisti italiani e mancanza di marketing territoriale

Ugento, storicamente una delle mete turistiche più ambite del Salento, vive un’estate difficile, segnata da un sensibile calo delle presenze turistiche e dalla chiusura anticipata di diverse strutture rispetto all’anno scorso, complici il meteo avverso e la mancanza di una strategia di promozione territoriale efficace. A fine stagione, il bilancio è tutt’altro che positivo, con un settore turistico locale in sofferenza che fatica a recuperare terreno rispetto ad altre destinazioni del Salento.

I dati raccolti dalle strutture associate ad Assoturismo-Assohotel (Confesercenti), offrono un quadro preoccupante. Il segmento mare, da sempre il punto di forza di Ugento, ha registrato una contrazione delle presenze italiane compresa tra il 10% e il 20%, con punte negative ancora più accentuate rispetto ad altre località della regione.

Le marine di Ugento, tra cui Torre San Giovanni e Torre Mozza, hanno visto lidi semivuoti e case vacanza rimaste sfitte anche nei periodi tradizionalmente più affollati. Questa situazione rappresenta un campanello d’allarme per l’intera economia turistica locale, che dipende in larga parte dalle presenze estive.

Uno dei fattori critici individuati dalle associazioni di categoria è l’assenza di un marketing territoriale efficace. Nonostante le potenzialità di Ugento, che potrebbe essere promossa come una delle perle del turismo pugliese, il comune sembra essere gravemente in ritardo in questo campo. Attualmente, Ugento non dispone né di un’agenzia di promozione turistica né di una piattaforma online ufficiale per la promozione del territorio. Manca perfino una pagina social dedicata agli eventi locali e alle attrazioni turistiche, il che rende difficoltoso comunicare con un pubblico più ampio e attrarre nuovi visitatori.

Questa carenza viene accentuata dal fatto che molti degli eventi estivi, già scarsi, vengono promossi attraverso le pagine personali degli amministratori locali, trasformando iniziative pubbliche in strumenti di consenso politico piuttosto che in eventi di promozione del territorio. Tale approccio ha reso le attività pubbliche divisive e percepite da parte della popolazione come schierate politicamente, piuttosto che focalizzate sulla valorizzazione del comune e delle sue bellezze naturali e culturali.

La mancanza di una gestione professionale del marketing territoriale si riflette anche nella scarsità di servizi moderni a disposizione dei turisti. Il comune, nonostante gli ingenti investimenti fatti per ottenere la Bandiera Blu, non dispone di un sito turistico aggiornato e funzionante. Servizi essenziali per una località che ambisce a essere una destinazione turistica di primo piano, come un sistema di bike sharing, sono del tutto assenti, mentre infrastrutture come la velostazione, già costruita, rimangono abbandonate e inutilizzate. La promozione del territorio è affidata a volontari di pro loco sovvenzionate, ma gli info point gestiti da queste organizzazioni si sono rivelati inefficaci, incapaci di fornire un supporto adeguato ai turisti.

Ad aggravare ulteriormente la situazione è la scarsità di infrastrutture di trasporto adeguate. Durante l’estate, l’unica linea di trasporto pubblico disponibile per i turisti è composta da tre mini bus, che per la maggior parte del tempo circolano semivuoti. Questo servizio, insufficiente a coprire le reali esigenze di spostamento sul territorio, non è in grado di compensare le gravi lacune infrastrutturali e promozionali che affliggono la località. Le difficoltà logistiche rappresentano un ostacolo significativo per i visitatori, che spesso scelgono destinazioni meglio collegate e dotate di servizi più efficienti.

«È incredibile che una località come Ugento, con un patrimonio naturale e culturale di tale rilievo, sia così carente in termini di marketing territoriale e servizi», commenta un operatore turistico locale. «La mancanza di strategie promozionali adeguate e l’assenza di servizi moderni stanno penalizzando gravemente l’intera economia turistica della zona. Senza un marketing professionale e mirato, siamo destinati a perdere terreno rispetto ad altre destinazioni più organizzate e meglio promosse».

Le conseguenze di queste problematiche si riflettono direttamente sulle presenze turistiche. Nonostante un incremento delle presenze straniere, soprattutto nella prima parte della stagione estiva, Ugento non è riuscita a compensare il calo dei turisti italiani. Le strutture ricettive, in particolare quelle extralberghiere come i bed and breakfast, hanno registrato un calo delle prenotazioni compreso tra il 30% e il 35% rispetto agli anni precedenti. Questo calo ha colto di sorpresa molti operatori del settore, che avevano sperato in una stagione più positiva dopo le difficoltà legate alla pandemia.

Raffaele Bitetti, presidente dell’associazione extralberghiera di Lecce e Salento, ha espresso la delusione di molti colleghi: «Non ci aspettavamo un calo così drastico», ammette. «La realtà è che questa stagione sta deludendo le aspettative di molti operatori. Senza una strategia chiara e servizi adeguati, diventa sempre più difficile attrarre turisti, soprattutto italiani, che sono il nostro principale bacino di utenza».

Il calo delle presenze e la chiusura anticipata delle strutture rappresentano segnali di un problema strutturale che non può più essere ignorato. La carenza di un marketing territoriale efficace, la gestione non ottimale delle risorse turistiche e la mancanza di servizi adeguati stanno penalizzando gravemente Ugento, rischiando di marginalizzare sempre di più la località nel panorama turistico pugliese.

Per evitare un declino irreversibile, è fondamentale che le autorità locali intervengano con decisione, investendo in strategie di promozione territoriale all’altezza delle sfide attuali. Valorizzare le bellezze naturali e culturali del territorio in modo professionale e capillare, accompagnando la promozione con servizi moderni e funzionali, rappresenta l’unica via per rilanciare il turismo a Ugento e garantire un futuro sostenibile al settore.

Il rischio, altrimenti, è che Ugento, nonostante le sue spiagge paradisiache e il suo potenziale turistico, finisca per essere superata da altre destinazioni più organizzate e meglio promosse, perdendo opportunità preziose di crescita e sviluppo economico.

Ugento alla BIT di Milano. La presentazione a Palazzo Adorno

La spettacolare cornice di Palazzo Adorno a Lecce ha ospitato recentemente una Conferenza Stampa di risonanza, dedicata alla partecipazione dei Comuni aderenti al progetto di Valorizzazione del Turismo del Sud Salento nella prestigiosa Fiera Internazionale di Milano BIT 2024. Una iniziativa finanziata dallo strumento POC Puglia 2014-2020 Asse IV – Adozione 6.8, inserita nell’ambito dell’area interna SUD SALENTO.

I Comuni coinvolti hanno aderito con entusiasmo, contribuendo a rendere unico questo progetto. Video interviste individuali e collegamenti online con giornalisti esperti di moda, eventi, turismo ed enogastronomia hanno caratterizzato la partecipazione, offrendo un’occasione unica per promuovere le bellezze e le potenzialità del territorio.

L’Assessore alla Promozione Turistica del Comune di Ugento, Anna Chiara Congedi, ha preso parte attivamente all’evento, annunciando la sua presenza in fiera dal 4 al 6 febbraio 2024, dedicati alla promozione delle meraviglie del territorio di Ugento.

Il cuore dell’iniziativa risiede nel programma del POC Puglia 2014-2020 Asse VI – Azione 6.8, centrato sulla “Valorizzazione turistica SUD SALENTO nell’ambito dell’area interna SUD SALENTO.” L’approccio strategico prevede la partecipazione attiva a tre importanti fiere internazionali del turismo.

La BIT di Milano, che si terrà dal 4 al 6 febbraio 2024, rappresenta il primo appuntamento di risonanza, con uno stand dedicato all’Area Interna SUD Salento. La presenza è programmata anche alla ITB BERLIN (5-7 marzo 2024) a Berlino e al Salon Mondial Du Tourisme (13 – 15 marzo 2024) a Parigi.

La presentazione ufficiale della partecipazione all’evento milanese è stata accompagnata da un appello ai Sindaci e ai loro delegati affinché partecipassero alla Conferenza Stampa Generale organizzata a Lecce. Il programma dell’evento del 31 gennaio prevedeva video interviste individuali dei Sindaci o loro delegati, curate dalla ditta Carmen Mancarella editore, responsabile dell’organizzazione della partecipazione alle fiere. A seguire, un collegamento via Zoom con giornalisti italiani esperti di moda, eventi, turismo ed enogastronomia ha arricchito il dibattito.

L’iniziativa ha posto in evidenza l’impegno congiunto dei Comuni coinvolti nella valorizzazione turistica del Sud Salento, offrendo un’opportunità unica di visibilità internazionale e di promozione delle ricchezze culturali e naturali di questo affascinante territorio.

diNuovo TSG: un piano per rilanciare concretamente Torre San Giovanni

La pittoresca Torre San Giovanni, perla incastonata sulla costa pugliese, si trova di fronte a sfide che richiedono soluzioni innovative. La nostra testata lancia per questo “diNuovo TSG”, un ambizioso piano in 10 punti per affrontare le criticità e rilanciare la località.

Ma iniziamo dal principio, dopo anni di attività, possiamo determinare insieme quali sono i problemi attuali che attanagliano la più grande delle marine di Ugento:

Sfide Attuali:

  • Problemi di Parcheggio: La crescente affluenza turistica ha portato a gravi problemi di parcheggio, specialmente durante la stagione estiva. La zona paludosa vicino al bacino è stata identificata come un’area problematica, in cui si dovrebbero essere concretizzati i lavori conservativi facenti parte dei “servizi costieri”, che di fatto impediscono l’accesso ai mezzi in quest’area. Per questo va completamente ripensata una decisione che sta portando la trasformazione di una zona centrale in un acquitrino paludoso.
  • Congestione del Traffico: Il piano traffico attuale mostra segni di inefficienza, soprattutto per chi arriva da Gallipoli e deve procedere lungo la litoranea. La congestione compromette l’esperienza di visita per residenti e turisti, con tutte le auto costrette a passare nel collo di bottiglia che è l’attuale strada che dal corso porta all’unica strada attualmente usata per entrare/uscire dalla marina.
  • Emergenza Ambientale al Porto: Il porto di Torre San Giovanni è coinvolto in una controversia ambientale, con segnalazioni di danni e un impatto negativo sulla natura circostante. La mancanza di azioni adeguate ha sollevato preoccupazioni e richieste di risarcimento.
  • Circonvallazione Incompleta: Il tratto finale della “circonvallazione” di Torre San Giovanni rimane incompleto, limitando la connettività interna e influenzando il flusso del traffico.
  • Commercio Lungomare:
    • Sotto-Sfruttamento della Zona: Il lungomare potrebbe beneficiare di una rivitalizzazione commerciale, specialmente dopo l’ultimazione dei lavori che estendono la sua lunghezza.
    • Bisogno di un Nuovo Approccio: Una strategia commerciale mirata potrebbe aumentare l’attrattività della zona, partendo innanzitutto dal decoro urbano e da un nuovo sistema di raccolta RSU.
  • Eventi Annuali: La stagionalità degli eventi turistici può lasciare la località inattiva durante alcune parti dell’anno. Un piano per eventi permanenti può sostenere l’attività turistica durante tutto l’anno.
  • Zona Pedonale Limitata: La zona pedonale del Corso potrebbe essere migliorata, rendendo il centro più accogliente per i pedoni.
  • Parchi e Zone Verdi: La necessità di investire in parchi e aree verdi pubbliche è essenziale per mantenere l’equilibrio tra lo sviluppo urbano e la sostenibilità ambientale. Un esempio eclatante è quella di Via Monte Sinai, dove da anni i cittadini aspettano la realizzazione di un piazza e zona verde
  • Il disastro dei rifiuti e della loro raccolta in spiaggia: la raccolta dei rifiuti e degli ingombranti è attualmente gestita in maniera schizofrenica, con la parte pubblica che prova ad accollare le colpe agli utenti che hanno a disposizione pochissimi cestini per poter smaltire i rifiuti.
  • Visibilità Nazionale: La mancanza di una forte presenza mediatica a livello nazionale impedisce a Torre San Giovanni di attirare un pubblico più ampio.

Da Tutte Queste considerazioni nasce un piano che questo giornale vuole portare all’attenzione dell’opinione pubblica, dal titolo diNuovoTSG.

1. Parcheggio Scambio Ecocompatibile: Una delle proposte più innovative è la creazione di un vasto parcheggio scambio ecocompatibile, sulla base di quello già realizzato in zona Fontanelle, nell’attuale area paludosa vicino al bacino. Questo non solo risolverebbe il problema della sosta, ma rappresenterebbe un passo avanti nella tutela dell’ambiente, oltre che riattivare intere zone attualmente abbandonate della marina di Ugento, essendo utilizzato anche durante la giornata come parcheggio per i lidi che da qui a poco dovranno rinunciare agli spazi retrodunali. L’installazione di un ponte pedonale sul canale Suddenna permetterebbe infatti di unire il parcheggio al lungomare della zona portuale, all’altezza dell’attuale Gibama, rivalutando di fatto una grandissima zona di Torre San Giovanni. Questo permetterebbe l’eliminazione tutti gli i parcheggi sul corso (al di fuori delle categorie tutelate) e l’eliminazione delle strisce blu nelle strade interne del paese, che verrebbero convertite in stalli per residenti.

COSTO STIMATO 2,5 MILIONI DI EURO

2. Revisione Totale del Piano Traffico: Il piano prevede una revisione completa del traffico, la cui novità più importante sarà una deviazione obbligatoria per coloro che provengono da Gallipoli e desiderano percorrere la litoranea. Questo miglioramento mira a rendere più agevole la circolazione, migliorando l’esperienza di chi visita Torre San Giovanni, attualmente costretti nel collo di bottiglia che rappresenta Corso Annibale. Per questo tutto il traffico di questo tipo deve essere deviato molto prima, all’altezza dell’attuale parco dei principi, o al massimo nella zona d’inizio dello spartitraffico di Corso Annibale

COSTO STIMATO 250MILA EURO EURO

3. Risanamento del Porto e Emergenza Ambientale: Un piano ambizioso per il porto di Torre San Giovanni prevede la sua revisione totale, con l’eventuale avvio di un piano di risarcimento danni e dichiarazione di stato di emergenza ambientale. Questo consentirebbe di raccogliere i fondi necessari all’innalzamento del molo foraneo nell’ultimo step di un’opera che altrimenti comporterebbe costi crescenti per la natura e i contribuenti di Ugento.

COSTO STIMATO 2,5 MILIONI DI EURO

4. Circonvallazione di Torre San Giovanni: Il piano include l’ultimazione del tratto originale della “circonvallazione” di Torre San Giovanni, con l’utilizzo di fondi comunali per costruire gli ultimi 100 metri necessari. Questo collegamento stradale essenziale contribuirebbe a migliorare la mobilità all’interno della località, aggiungendo di fatto un’arteria principale di accesso alla cittadina.

COSTO STIMATO 1,8 MILIONI DI EURO

5. Nuovo Piano Commerciale per il Lungomare: In concomitanza con la conclusione dei lavori, si prevede l’implementazione di un nuovo piano commerciale per il lungomare. Questo ambizioso progetto mira a rendere il lungomare più esteso, arrivando vicino all’inizio dello spartitraffico di Corso Annibale, potenziando l’attrattività della zona, con l’attivazione di nuove licenze.

COSTO STIMATO 950MILA EURO

6. Piano Eventi Permanente: Per mantenere viva l’energia della località tutto l’anno, “diNuovo TSG” propone l’implementazione di un piano eventi permanente. Questo programma prevede l’attivazione di una vera e propria consulta per gli eventi che studierà soluzioni innovative per animare Torre San Giovanni in ogni stagione.

COSTO STIMATO 200MILA DI EURO ANNUI

7. Risanamento dell’ex palazzetto dello sport con il recupero dell’attuale struttura da destinare alla costruzione del palafighting Peppino Basile. Un iniziativa di cui abbiamo già affrontato i molteplici punti di forza e le opportunità che, unito anche ad altre iniziative, può rappresentare per il nostro territorio.

COSTO STIMATO 900MILA EURO

8. Investimento e Ampliamento delle Zone Verdi: Un significativo investimento e l’ampliamento delle aree destinate a verde pubblico rafforzerebbero la sostenibilità ambientale della località, offrendo spazi verdi per residenti e visitatori. Si inizierà dal nuovo “Parco delle Erbe ” di via monte Sinai, una soluzione a bassissimo costo e alto impatto ambientale per risistemare una zona abbandonata da 20 anni, passando al parchetto di zona porto, e all’area eventi, con il verde rimanenti che versa in stato di abbandono.

COSTO STIMATO 200 MILA EURO

9. Premio Torre San Giovanni: L’istituzione del “Premio Torre San Giovanni” riconoscerebbe le strutture ricettive eccellenti, incentivando la competitività e l’eccellenza nell’offerta turistica. Un premio di eco nazionale, organizzato sul lungomare sul finale della stagione turistica, contribuendo a destagionalizzare i flussi.

COSTO STIMATO 90MILA EURO ANNUI

10. Campagna Pubblicitaria Nazionale: Per promuovere Torre San Giovanni su scala nazionale, il piano prevede la realizzazione di una robusta campagna pubblicitaria, focalizzata sull’eco-sostenibilità e le bellezze naturali della località.

COSTO STIMATO 150MILA EURO

°Le stime dei costi è stata effettuata tramite una generica ricerca su opere affini realizzate in altri luoghi.

“diNuovo TSG” è un piano concreto, completo e ambizioso che punta a rilanciare Torre San Giovanni, scommettendo su una gestione sostenibile e orientata al benessere della comunità e dell’ambiente. Nessun falso proclama, nessuna promessa irrealizzabile.

Proposte concrete numeri alla mano. La sua implementazione, stimata in una spesa di poco più di 10 milioni di euro in 4 anni (rinvenibili dall’accensione di mutui 20ennali coperti dalla tassa di soggiorno), potrebbe segnare una nuova era per questa affascinante destinazione, riportando Torre San Giovanni ai fasti di un tempo, attivando centinaia di posti di lavoro e rilanciando l’economia locale in modo lungimirante ed ecocompatibile.

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