Pugilato: assegnati a Ugento i titoli tricolori

(ANSA) – UGENTO, 09 DIC – Il Pugilato Italiano Olimpico ha i suoi nuovi Campioni, ben 23, 13 uomini e dieci donne, che quest’anno, insieme agli Ambassador Fpi e super Champ Francesco Damiani, Patrizio, Oliva, Roberto Cammarelle, Clemente Russo e Giuseppe Carafa, sul ring del PalaOzan di Ugento, hanno festeggiato il Centenario degli Assoluti Maschili, mentre i femminili sono giunti alla 21/a edizione.

Era il 1920 quando suonò la prima campanella a Milano e da allora la manifestazione più importante del panorama pugilistico nazionale della boxe olimpica ha lanciato in campo internazionale molti giovani talenti.

Le giornate dei Tricolori di Ugento hanno visto salire sul ring 256 atleti, di cui 197 uomini e 63 donne, sotto gli occhi attenti degli osservatori e tecnici delle nazionali Gennaro Moffa e Massimiliano Alota Indetti dalla Federboxe e organizzati dall’ASD Beboxe Pugilistica Copertinese e dal Comitato Regionale Puglia/Basilicata, in collaborazione con l’ASD Boxe Terra d’Otranto e con il Media Advisor Artmediasport, i Campionati Italiani Elite hanno goduto del patrocinio e il sostegno del Comune di Ugento, della Regione Puglia e della vicinanza e del contributo del Dipartimento per lo Sport-Presidenza del Consiglio dei Ministri, grazie al Ministro Andrea Abodi.
    Questi i nuovi campioni italiani: – Uomini: Leonardo Esposito (48 kg), Nicolino Platania (51 kg), Tommaso Sciacca (54 kg), Francesco Iozia (57 kg), Daniele Salerno (60 kg), Giacomo Giannotti (63.5 kg), Gianluigi Malanga (67 kg), Francesco Magrì (71 kg), Remo Salvati (75 kg), Gerlando Tumminello (80 kg), Vincenzo Lizzi (86 kg), Vincenzo Bortone (92 kg), Diego Lenzi (+92 kg).
    – Donne: Erika Prisciandaro (48 kg), Lucia Ayari (50 kg), Silvia Bignami (52 kg), Olena Savchuk (54 kg), Biancamaria Tessari (57 kg), Daniela Golino (60 kg), Angela Zappoli (63 kg), Angela Carini (66 kg), Melissa Gemini (70 kg), Andrea Gomiero (75 kg). (ANSA)

Lieto fine per Kristofer. Arrivata la sedia speciale

Ci fa piacere segnalare la fine della lunga querelle del piccolo Kristofer, il bambino di Ugento che da mesi aspettava l’arrivo dell’ausilio a lui indispensabile per poter iniziare il suo primo anno di asilo.

Oggi infatti è stato il primo giorno in cui il bimbo ha potuto frequentare l’asilo dove ad attenderlo ha trovato gli operatori già da tempo messi a sua disposizione, così come detto nel primo articolo su questa faccenda, a cui poi seguì l’intervento del consigliere regionale Paolo Pagliaro in rappresentanza della fondazione Cuore Amico

https://www.youtube.com/watch?v=BDTUfeQ7zNw&t=2s

Un lieto fine che arriva anche grazie alla tenacia di una mamma davvero speciale come Deborah, che assieme al marito Stefano mai hanno smesso di lottare per poter far valere i diritti del loro bambino, con la giovane madre che ha voluto raccontare tutta la sua storia proprio ai microfoni di OzanTalk Live.

Arriva così a conclusione una faccenda che, come ascoltato anche nei video, è stata anche discussa animatamente in consiglio comunale, con il consigliere di minoranza Ezio Garzia che ha provato a farsi portavoce delle perplessità della famiglia raccolte dalla sua collega Laura De Nuzzo.

Fino ad arrivare ad una settimana fa, quando dopo l’invio del documento da parte degli uffici del Comune di Ugento alle Officine ortopediche, ditta incaricata della costruzione dell’ausilio per il piccolo Kristofer, è potuta finalmente arrivare la tanto attesa sedia per il nostro piccolo amico. Il primo a poter prenderne visione è stato proprio il sindaco Salvatore Chiga, che non ha perso l’occasione per poter testimoniare l’evento.

Il sindaco e la dirigente alla consegna della sedia

Tutto bene ciò che finisce bene dunque, con un finale reso ancor più bello dalla catena di solidarietà partita dopo il primo articolo apparso sulla nostra testata, grazie all’impegno concreto dell’associazione Sorriso di Ugento che anche quest’anno ha rinnovato l’iniziativa che coinvolge lo chef Lucarelli e i suoi premiati panettoni, in vendita con parte del ricavato che andrà devoluto proprio alla causa di Kristofer. Ma non solo, è in corso l’attivazione di diverse raccolte fondi e sottoscrizioni che hanno visto attivi ASD Falchi Ugento, Juventus Club Ugento, Asd Ugento Calcio, Coppola Servizi assicurativi di Loredana Pierri e la sottoscrizione di 107 persone che proprio attraverso all’associazione rappresentata da Piero De Maria potranno devolvere una piccola cifra per aiutare la famiglia ad affrontare le spese che la condizione del piccolo Kristofer pretendono.

OzanTalk: A scuola da Mino Conte

6° puntata di OzanTalk: a scuola da Mino Conte.

25 anni di carriera come lottatore, oggi il maestro Mino Conte fa l’allenatore e si “batte” per il proprio territorio: Ugento, a cui è molto legato.

Il suo idolo è stato Bruce Lee e comincia la sua carriera allenandosi a Casarano.

Un ragazzino sovrappeso il maestro Conte che a 18 anni pesava 104 Kg. Il disagio sociale lo ha spinto a fare palestra. Dopo un anno perde ben 24 Kg, rendendo il suo fisico tonico. Da qui la passione prima per la pesistica e successivamente per le arti marziali.

Parte da Karateka e subito migra verso la kickboxing, la sua vera passione, dal maestro Antonio Monsellato.

Dopo solo sei mesi il primo match, seguito subito da campionati regionali ed interregionali.

Nel 2009 il titolo di Campione italiano dilettanti ad Ancona.

Mino con il titolo europeo.

Poi il professionismo e gli allenamenti a Lecce.

Poi arriva la proposta: combattere per il titolo Europeo, categoria 80kg, che sarebbe dovuto disputarsi al nord, ma Mino consiglia il palazzetto di Ugento che cattura l’organizzatore e acconsente a disputare l’incontro a Ugento.

1300 spettatori a combattere con Mino Conte che, nonostante un infortunio alla mano, vince il titolo. Mino vanta 39 incontri, 38 vinti e 1 perso.

Finisce l’agonismo e comincia l’avventura di cui va più orgoglioso: l’allenamento.

Poi mi sono cimentato ad allenare ed è stato bellissimo, guidare i ragazzi è una sensazione indescrivibile, non solo nei match ma soprattutto in palestra: parlare con loro, tramandargli positività, cercare di strapparli dalle grinfie della strada, questo è ciò che mi preme di più e che mi spinge ogni giorno a fare quello che faccio.

Rispetto, autocontrollo e autostima, questi i cardini del mio modo di vedere le arti marziali.

Cos’ Mino parla di cosa significhi per lui allenare.

Un uomo spontaneo e genuino, Mino Conte, che ci racconta di come faccia attenzione affinché la sua arte non diventi uno strumento offensivo da strada ma più “un’arma” educativa che fortifica la personalità, lo spirito, prima del corpo.

Continuando la chiacchierata ci racconta del mondo in cui allena.

Attualmente svolge i suoi allenamenti a Gemini, nel palazzetto. Non è molto attrezzata ma riesce comunque a svolgere la sua attività. Chiede alle istituzioni una maggiore collaborazione, sia a livello di infrastrutture sia a livello di sensibilizzazione sociale:

L’importante, nello sport, è ciò che riusciamo a trasmettere. Bisogna cominciare nelle scuole. Molto spesso ci vado per degli stage. Prevenire la violenza sulle donne e gli atti di bullismo. Bisogna parlare ai bambini, formarli in tale senso e dargli strutture adatte. I ragazzi hanno bisogno di contesti sani che si rifletteranno nei loro comportamenti futuri.

Strutture e dialogo, le armi contro l’abbandono dei giovani.

Mino alle telecamere di OzanTalk.

L’altra grande passione del nostro maestro è il mare.

Legatissimo a Torre San Giovanni, ci parla orgogliosissimo della sua terra natale. Traspare l’attaccamento viscerale ad Ugento che è per lui la terra perfetta, esprimendo un pò di rammarico sul problema della stagionalità che non è giustificata viste le magnifiche ricchezze geografiche di cui disponiamo.

La nostra intervista si conclude con l’invito all’assessorato dello sport di organizzare una maggiore quantità di eventi per poter aggregare la maggior parte di ragazzi possibile.

Ogni tipo di sport è ben accetto. Ugento forma molti piccoli campioncini in varie discipline. Questo è lo spirito da perseguire per aiutare le nuove leve:

Colpevolizzarli (i giovani) di meno e cercare di mettersi nei loro panni, invece di giudicarli. Dobbiamo parlare con i ragazzi per risolvere i loro problemi. Io per esempio mi prendo del tempo, con i miei allievi, prima e dopo ogni lezione. Mi piace aiutarli, è meglio di una vittoria sul ring!

Mino sui giovani.

Così si conclude il racconto dell’ennesima storia di successo e di legame con il territorio.

In questo caso lo sport come mezzo di evasione e strumento educativo, raccontato dal lato opposto all’atleta ovvero il maestro.

Il nostro personale in bocca al lupo al maestro Mino Conte, augurandogli tante vittorie sia per lui che per i suoi ragazzi.

Alla prossima puntata di OzanTalk. Se hai perso qualche puntata clicca QUI

https://www.youtube.com/watch?v=ZxEE1TE0W3M

La Grande Guerra del Salento

La grande Guerra del Salento e il prof. Bruno Contini sono i protagonisti della quinta puntata di OzanTalk, ospite negli studi delle Officine Multimediali.

Letteratura e cinematorgrafia intersecati al cospetto della storia.

La grande Guerra del Salento è un romanzo storico, riguarda i fatti accaduti nel 1949 tra Ruffano e Supersano:

a causa di una partita di pallone si scatenano una serie di eventi che porteranno ad un omicidio e a segnare così la storia di questi due paesi.

L’idea del romanzo è nata da un racconto di mio padre. mi raccontò solo la fine della storia e io sono andato a scavare nelle motivazioni che hanno scatenato questa follia collettiva. è la storia di un derby calcistico, Ruffano e Supersano, che fu la goccia che determinò una vera e propria “guerra armata”. 27 e 28 marzo 1949 divisero due paesi che condividevano passioni, amori e famiglie.

Bruno Contini descrive la trama del suo libro

Il filo conduttore del libro sarà l’amore, tra due giovani, di fazioni opposte, che nulla avevano a che fare con la partita.

Un amore che diventa passione divorante follia, gelosia che sfocerà in una tragedia shakespeariana di stampo salentino.

Il prof. Contini ci racconta il duro lavoro di ricostruzione storica. Tratte dalle moltissime deposizioni giurate al processo che seguì l’omicidio.

Ci racconta, inoltre, come i due paesi, stremati dalla guerra, dovevano correre ai ripari contro fame, disoccupazione e la dipendenza dal ricco possidente locale, abbiano scatenato questa follia per motivi anche politici, legati ad un ex. generale fascista.

Se posso definirmi uno scrittore, ciò che ha motivato il mio lavoro è stata una voglia di cercare di far emergere una verità, caduta nell’oblio del ricordo popolare, cercando di trasmette alle nuove generazioni la voglia di scoprire il proprio passato. La grande Guerra del Salento è uno dei pochi romanzi storici che raccontano una storia del Salento, escluso il romanzo di Maria Corti, l’ora di tutti, non esistono altri romanzi storici del salento.

Le motivazioni che hanno spinto il prof. a scrivere il proprio romanzo

Da La Grande Guerra del Salento è stato girato un film.

Marco Pollini, produttore cinematografico, in vacanza nelle nostre coste, chiama il prof. Contini dicendogli cha aveva letto il libro e voleva subito scrivere una sceneggiatura. Subito approvato dalla Apulia Film Commission, il progetto è stato già girato questa estate tra i due paesi in questione, terminate nel mese di ottobre.

Il film sarà proiettato in tutte le sale cinematografiche italiane nel mese di aprile.

In cantiere esiste un altro romanzo storico. Sarà la storia di un antifascista che aiuta gli americani a sbarcare in Sicilia e liberare l’Italia dal fascismo, ma non aggiungiamo oltre.

Il professore mette a nudo se stesso e il suo scritto. Un lavoro caparbio, denotato dal fatto che il libro è stato autoprodotto e commercializzato in maniera autonoma, a dimostrazione del suo coraggio e la sua voglia di raccontare la verità. Una verità molto difficoltosa da ricostruire. La minuziosa e paziente ricerca della documentazione storica è un lavoro fondamentale per riuscire far emergere la verità.

Un’altra bella storia qui a OzanTalk.

Lavoro duro e passione che portano a frutti molto dolci e soddisfazioni personali, donando alle nostre terre una visibilità più ampia, grazie agli sforzi dei nostri cittadini più caparbi.

Appuntamento ad Aprile con il film omonimo del libro. Per gli amanti della lettura ogni momento è buono per immergersi in realtà storiche molto vicine a noi geograficamente ma anche così lontane nel tempo.

SeaTurtle Watcher: impegno concreto al servizio delle tartarughe.

Fauna e volontariato nella quarta puntata di Ozantalk con protagonista Simone Potenza e il progetto SeaTurtle Watcher, impegnati concretamente al servizio delle tartarughe, ospite degli studi delle Officine Multimediali.

Simone è coordinatore dell’area Jonica del progetto SeaTurtle Watcher. Ci parla del suo impegno nel salvataggio delle tartarughe in difficoltà e del monitoraggio per preservare la schiusa di uova sulle nostre coste.

é molto importante la collaborazione di tutti i cittadini, molto spesso le segnalazioni di animali in difficoltà arrivano dagli addetti al lavoro in mare.

Anche il monitoraggio delle spiagge è importantissimo e permette a noi volontari di aiutare i nidi, oltre che le tartarughe in difficoltà, le istituzioni potrebbero aiutarci coordinando queste operazioni e i bagnanti potrebbero fare un po’ di attenzione prima di poggiare l’ombrellone in spiaggia

L’appello di Simone per facilitare i lavoro dei volontari.
I volontari sulle nostre spiagge

Questo l’invito del nostro ospite che ci tiene a sottolineare che il grande sforzo dei volontari non è sufficiente a gestire in modo ottimale il monitoraggio delle coste alla ricerca dei nidi.

Ringrazia per l’aiuto ricevuto da associazioni ed enti del territorio, come per esempio la lega navale, gli appassionati di immersioni e lidi balneari, che si rivelano sempre presenti ad aiutare i volontari nel soccorrere le tartarughe.

Traspare da subito l’attaccamento al territorio da parte di Simone che nel 2019 scopre di una nidificazione di una caretta caretta e si precipita a vedere l’evento. Lì conosce Piero Carlino e lo staff del centro di recupero tartarughe marine del museo di storia naturale del Salento.

Nasce prima un’amicizia seguita poi da una collaborazione e la nascita del progetto “SeaTurtleWatcher”, sempre nel 2019: un gruppo di volontari che si occupa maggiormente di monitoraggio delle spiagge, alla ricerca di nidi di tartarughe, e di coadiuvare le operazioni di salvataggio del centro di Calimera.

Simone ci racconta, con molto orgoglio, del suo ruolo di coordinatore e le soddisfazioni che riceve dall’aiutare questi animali indifesi, in via di estinzione, che gli permette di sopportare le fatiche derivanti da questo minuzioso e paziente lavoro di ricerca.

Simone mentre recupera una tartaruga.

Le tartarughine, infatti, non lasciano tracce molto visibili sulle spiagge che devono essere controllate al mattino presto, poiché il lavoro dei mezzi adibiti alla pulizia e il successivo accesso dei bagnanti cancellerebbe quelle esigue tracce di nidificazioni.

Per questo è importante l’aiuto di tutti affinché il lavoro di questi infaticabili volontari possa essere il più agevole possibile.

Simone prosegue descrivendoci le possibili razze di tartarughe marine avvistabili nei nostri mari, ossia: la caretta caretta, la più diffusa e quella che spesso nidifica nel territorio ugentino, la kelonia vidas, detta verde e la dermokelis, esemplare avvistabile raramente.

Il fenomeno delle nidificazioni delle tartarughe è costantemente in aumento nel Salento a causa del riscaldamento delle acque e avviene sempre in estate.

Le tartarughe depongono le uova nel posto in cui sono nate e necessitano di nessuna azione antropica che possa disturbare la deposizione poiché in caso contrario andrebbe via senza nidificare.

Un periodo, quello dell’incubazione, lungo e delicato che dura fino a 40 giorni. Anche la schiusa può durare molti giorni e l’impegno diventa 24 su 24.

Inoltre le tartarughine tendono a seguire, in natura, la luce della luna per conquistare il mare, l’inquinamento atmosferico rappresenta sicuramente un fattore in più che non permette alle piccole di raggiungere il mare.

Descrizione del “rituale” delle piccole tartarughe.

Alla fine della nostra chiacchierata ci parla di un progetto video di SeaTurtle Watcher, nel quale si racconta tutta la storia dell’impegno dei volontari.

Documentario che ora è in visione in diversi festival sparsi per il mondo e potrete vederlo restando aggiornati sui canali social del progetto. Qui i link Centro Recupero Calimera e SeaTurtle Watcher

La natura è sempre più in pericolo e questa storia ci sembrava avesse rilevanza di essere raccontata perché racconta di come ognuno di noi possa essere d’aiuto verso un mondo che ci chiede aiuto!

Fare la nostra parte non costa nulla e permette alla fauna del nostro territorio di poter splendere.

https://youtu.be/fQLQ7CQI6w8
Qui il link per rivedere le puntate precedenti!

É Settimo, ma solo di cognome!

2 titoli nazionali e 9 regionali.

“Uno sport che ha appassionato mio nonno prima, mio padre poi e adesso ci sono io. La possiamo considerare una “malattia” di famiglia. Ci sono nato nelle piste, a due anni e mezzo ero già un addetto ai lavori. Adesso sono sedici anni che faccio parte del mondo dei kart e mi sembra una cosa bellissima. Tutto è partito all’età di due anni. Io su un kart piccolissimo legato con una corda a mio padre. Il destino ha voluto che quella corda si rompesse e ho cominciato a guidare da solo. Allora mio padre ha già intravisto il mio potenziale”.

Il padre, Fausto, è un ottimo maestro e crede molto sul figlio, il nonno è più comprensivo ed entrambi collaborano alla crescita del giovane pilota, che dal canto, suo si lascia guidare con diligenza.

“Nessun programma! O si vince o si vince!”

Nel 2021, primo anno nella categoria KZN Junior, Marco è deciso a portarsi a casa il titolo, e così fa. A Sarno è campione nazionale dopo aver dominato la gara. Non sono bastati un layout ridisegnato della pista e il poco tempo per allenarsi a fermare il nostro campione.

Emerge, dalla nostra chiacchierata che Ugento è provvista di una delle migliori piste del sud, la Pista Salentina, nella quale si gareggiava anche per i mondiali.

Una grande “fortuna” di Marco è l’azienda e gli sforzi, soprattutto economici, che sostiene il padre.

TiesseKart, nome dell’azienda del padre, si occupa di kart a 360 gradi, affitta motori e li mette a punto, allena giovani piloti e permette al giovane karter di poter vivere il proprio sogno!

“Gli investimenti di papà hanno reso la nostra azienda di un certo livello, facciamo tutto da soli e questo ci inorgoglisce molto”

Ogni domenica Marco è in pista, ad Ugento! Questa è la sua casa, la nomina con orgoglio e spera di rimanerci per poter portare in alto il nome del nostro paese.

Marco che sfreccia in pista.

“Abbiamo l’oro tra le mani e non ce ne rendiamo conto. Abbiamo qui il Team, qui la pista, perché dobbiamo spostarci? STIAMO BENE! ”

 

Marco è molto giovane è aspira al mondiale, ma ancora non vuole fare programmi sul suo futuro. Vive gara per gara cercando sempre di dare il massimo.

Noi gli auguriamo di vincere molti altri titoli e di portare a casa un mondiale finalmente! L’età è dalla sua parte ed è circondato da persone competenti che credono in lui!

Corri veloce Marco e non ti fermare mai!

Di seguito Marco Settimo si racconta negli studi delle Officine Multimediali.

http://youtu.be/ncQ8B0ZerQc

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