É Settimo, ma solo di cognome!

2 titoli nazionali e 9 regionali.

“Uno sport che ha appassionato mio nonno prima, mio padre poi e adesso ci sono io. La possiamo considerare una “malattia” di famiglia. Ci sono nato nelle piste, a due anni e mezzo ero già un addetto ai lavori. Adesso sono sedici anni che faccio parte del mondo dei kart e mi sembra una cosa bellissima. Tutto è partito all’età di due anni. Io su un kart piccolissimo legato con una corda a mio padre. Il destino ha voluto che quella corda si rompesse e ho cominciato a guidare da solo. Allora mio padre ha già intravisto il mio potenziale”.

Il padre, Fausto, è un ottimo maestro e crede molto sul figlio, il nonno è più comprensivo ed entrambi collaborano alla crescita del giovane pilota, che dal canto, suo si lascia guidare con diligenza.

“Nessun programma! O si vince o si vince!”

Nel 2021, primo anno nella categoria KZN Junior, Marco è deciso a portarsi a casa il titolo, e così fa. A Sarno è campione nazionale dopo aver dominato la gara. Non sono bastati un layout ridisegnato della pista e il poco tempo per allenarsi a fermare il nostro campione.

Emerge, dalla nostra chiacchierata che Ugento è provvista di una delle migliori piste del sud, la Pista Salentina, nella quale si gareggiava anche per i mondiali.

Una grande “fortuna” di Marco è l’azienda e gli sforzi, soprattutto economici, che sostiene il padre.

TiesseKart, nome dell’azienda del padre, si occupa di kart a 360 gradi, affitta motori e li mette a punto, allena giovani piloti e permette al giovane karter di poter vivere il proprio sogno!

“Gli investimenti di papà hanno reso la nostra azienda di un certo livello, facciamo tutto da soli e questo ci inorgoglisce molto”

Ogni domenica Marco è in pista, ad Ugento! Questa è la sua casa, la nomina con orgoglio e spera di rimanerci per poter portare in alto il nome del nostro paese.

Marco che sfreccia in pista.

“Abbiamo l’oro tra le mani e non ce ne rendiamo conto. Abbiamo qui il Team, qui la pista, perché dobbiamo spostarci? STIAMO BENE! ”

 

Marco è molto giovane è aspira al mondiale, ma ancora non vuole fare programmi sul suo futuro. Vive gara per gara cercando sempre di dare il massimo.

Noi gli auguriamo di vincere molti altri titoli e di portare a casa un mondiale finalmente! L’età è dalla sua parte ed è circondato da persone competenti che credono in lui!

Corri veloce Marco e non ti fermare mai!

Di seguito Marco Settimo si racconta negli studi delle Officine Multimediali.

http://youtu.be/ncQ8B0ZerQc

Via Verona, dove ogni giorno “urla” un tir

Un autoarticolato rimasto incastrato

Immaginate di abitare su una delle strade più trafficate del vostro paese, una strada che prima era diversa e che, a seguito di un cambiamento del piano traffico, diventa improvvisamente un inferno che non vi permette più di dormire sogni tranquilli.

Immaginate di aver trovato la soluzione per salvare il vostro sonno, a caro prezzo, rifacendo tutti gli infissi della vostra casa.

Immaginate poi lo sconforto di scoprire un giorno che tutto questo è stato inutile, a causa di un divieto di sosta “fantasma”. 

E’ esattamente quello che succede in via Verona ad Ugento, dove ogni giorno si sentono “urlare” le trombe dei mezzi pesanti che, puntualmente, rimangono incastrati in un angolo a causa delle vetture parcheggiate. 

Una situazione al limite del paradossale che, in circa 10 anni, ha provocato diversi danni alle abitazioni del posto. In un caso si è dovuto provvedere già 3 volte a ricostruire l’angolo del muro di cinta, letteralmente sradicato dai grandi articolati costretti a manovre da funamboli. 

Ma ogni problema ha infondo una soluzione, anche se comporta qualche fastidio. Per questo c’è chi si è rivolto ai vigili urbani per segnalare il problema e ricordare che, in quella strada, una volta ci fosse un divieto di sosta, messo apposta per evitare queste situazioni.

Un problema che, soprattutto con gli animi surriscaldati dalla calura estiva, rischia di diventare anche di ordine pubblico. Non è raro infatti assistere a sceneggiate che possono sfociare in violenza, tra i turisti in coda e gli autisti esasperati da una situazione che dura da tempo.

Quokka Nano, semplice come un sorriso!

“Il Quokka è l’animale più felice al mondo… da li l’idea di chiamarla Quokka Agency”.

Ecco spiegata, con le parole di Roberto, la storia del nome di un’altra storia di successo del nostro territorio.

Roberto Rosafio è un imprenditore e programmatore informatico di Taurisano che, molto caparbiamente, ha scelto di investire nel nostro territorio dopo un’esperienza a Faenza per Diennea Magnews, agenzia di digital marketing, e la precedente laurea in informatica applicata a Urbino.

Coltivata la sua passione sin da bambino, ci investe sopra laureandosi in informatica e cominciando sin da subito a lavorare. Dopo la breve parentesi per Diennea Magnews, prima azienda in Italia nel campo del digital marketing, Roberto, “che non era fatto per essere dipendente”, apre la sua attività nel 2017, denominandola Apulia Web.

Bisogna sempre stare al passo, se non un passo avanti

Il naming Apulia Web connotava l’attaccamento alla propria terra ma non aveva molto appeal, perciò, dopo aver visto il Quokka con il suo sorriso contagioso, rinomina la sua azienda Quokka Agency affiancata ad un nuovo CMS proprietario, Ovvero un software user friendly per la gestione di siti web ed ecommerce.

Proprio per stare un passo avanti, ecco l’ennesima innovazione, il mini computer di Roberto, presentato a Miggiano, fiera regionale EXPO 2000 industria artigianato agricoltura del Salento, presente con un proprio stand.

Quokka nano è un minicomputer tascabile e multifunzionale. l’idea nasce dalla necessità di avere un PC in grado di replicare scenari: working, smartworking, screen mirroring, multimedialità e domotica. Con possibilità di programmarne dei nuovi, il tutto condito da una particolarità, un sistema operativo che ne garantisce l’immunità ai virus, grazie ad un sistema di permessi di root.

Una full immersion nel futuro dove le recenti necessità dell’IoT (internet of things, l’internet degli oggetti), ossia la possibilità di avere tutti i dispositivi interconnessi tra loro in modo costante e che possano comunicare tra loro, rappresenta una chiave di lettura del mercato informatico moderno.

Dopo vari fallimenti, Roberto non si è mai arreso, e il 21 marzo del 2020 riesce finalmente ad avere in risultato positivo nei test del proprio sistema operativo, Sofia OS, che prende il nome dalla nipotina nata proprio in concomitanza con il successo restitutivo dal compilatore.

Un frame dall’ultimo spot di Quokka Nano

Nasce così hardware e software di proprietà di Quokka Agency.

Nella nostra chiacchierata, negli studi delle Officine Multimediali, traspare una voglia coriacea di innovare nella propria terra, un orgoglio delle proprie roots (radici), nella ricerca, tutt’altro che semplice, di portare lustro ad un territorio che spesso fa muro ai giovani che provano a fare imprenditoria.

Consapevole del gap che affanna le vecchie generazioni nella rincorsa all’evoluzione digitale, Roberto sembra essere convinto che le nuove generazioni stiamo contaminando i propri genitori e che la digitalizzazione stia lentamente prendendo piede anche al Sud.

“Una coscienza digitale in corso” la definisce.

Coscienza semplificata da dispositivi semplici e funzionali come il Quokka Nano e Sofia OS di Roberto

Questo di Quokka è un esempio virtuoso di imprenditoria, convinzione nei propri mezzi e amore verso la propria terra che amalgamati insieme producono eccellenze che hanno bisogno di essere raccontate.

Ci lasciamo con le famosissime parole di Steve Jobs, nel celebre discorso all’università di Stanford “Stay hungry! Stay foolish!”

Giovani salentini SIATE AFFAMATI! SIATE FOLLI!

https://youtu.be/jUoGryOzBjk

Nuova segnalazione di incendi di rifiuti nocivi

Continuano le segnalazione dei nostri lettori, dopo l’ultima riguardante l’impianti sportivi di Ugento, questa volta si tratta del solito problema legato all’abbandono dei rifiuti.

Il nostro lettore è stato colpito dall’odore acre di uno “strano” rogo mentre passeggiava in una zona di Ugento, precisamente in una vasta area che si pone tra il paese e la marina di Torre San Giovanni.

A dire del nostro lettore, quello che più lo ha colpito era la natura dei rifiuti bruciati: in gran parte batterie e materie plastiche.

Questo ha determinato lo sprigionamento di una piccola nube dal forte odore in una zona che, a quanto pare, non è nuova a questi tipo di problemi. Sono molti, infatti, i cumuli di rifiuti che si trovano a bordo strada e che periodicamente vengono bruciati da incendi più o meno voluti.

Una situazione che sta diventando una vera e propria emergenza, mentre da più parti si leva la richiesta dell’attivazione di fototrappole per arginare questo preoccupante ed odioso fenomeno.

“Il campo c’è ma non è regolamentare” Nuova segnalazione

Non ci sono strutture adatte ai giovani..

Per giocare a calcetto bisogna andare fuori paese. A ugento non ci sono campi adatti.

Hanno costruito due campi da calcetto che fanno schifo. Troppo piccoli e non andato a giocare a calcetto 5 contro 5.

Hanno costruito un campo da PADEL. Altra storia non regolamentare. Perché non conforme alle regole del gioco ..

Se devono fare una cosa che la facciano per bene .. che ci siamo stancati ..

Ecco il testo pervenuto sulle nostre pagine social da parte di un nostro lettore. Per questo oggi ci siamo recati presso il campo di Padel di Ugento, realizzato all’interno del cortile adiacente agli spogliatoi del Palaozan “Tiziano Manni”, dove abbiamo effettivamente verificato la veridicità di quanto denunciato.

Oltre alla tenuta del campo di padel, interessato per la seconda volta da lavori di adeguamento, infatti, sono sotto accusa gli scalini che portano ad esso, fatto che renderebbe il campo “irregolare”.

In realtà abbiamo potuto constatare come il campo di padel sia stato omologato con “limitazioni“, riferite appunto al fatto che sia rialzato rispetto al piano strada, rendendo vana la regola del gioco che prevede il poter uscire dal campo per recuperare la palla.

le scale incriminate

Ma come è possibile che un campo realizzato solo 3 anni fa sia stato protagonista già di 3 interventi di ripristino di cui nessuno servito a migliorare la sua agibilità? Questo sembra essere il quesito fondamentale, ricordando le tante opere realizzate e poi abbandonate nel nostro paese.

Politiche giovanili significa anche dare la possibilità ai giovani di avere un’alternativa, avendo a disposizione spazi adeguati per farlo. Cosa dire allora della seconda parte del messaggio, che si sofferma sui campi di calcetto, realizzati da pochi anni e che sembrano versare in uno stato di abbandono perenne, dovuto anche al fatto della loro grandezza non regolamentare.

Il senso del discorso è sempre quello che torna da anni: che senso ha spendere i soldi in questo modo?

Opere inutili, fatte male e delle volte addirittura controproducenti o pericolose, che contribuiscono al disagio dei giovani del nostro territorio, costretti a dover andare fuori paese anche e solo per una semplice partitella a calcio tra amici. La nuova amministrazione è corsa ai ripari assegnando la delega alle politiche giovanili al neo eletto consigliere Vincenzo Scorrano, di cui attendiamo un commento in merito.

O vinco o imparo, Giuseppe Carafa si racconta a OzanTalk

“O vinco o imparo”, questo è Giuseppe Carafa, boxer di 27 anni cresciuto a Ugento, ospite negli studi delle Officine Multimediali

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare Giuseppe Carafa, che può vantare ben quattro titoli, due nazionali e due internazionali, si è mostrato come un ragazzo comune che fa del sacrificio il suo punto di forza.

Giuseppe Carafa con le quattro cinture vinte nel corso della sua carriera.

“Voglio il mondiale”. Determinato a raggiungere i suoi obiettivi Carafa punta sempre al massimo e non nasconde la sua voglia di voler puntare ad un titolo mondiale, rafforzato dal fatto che la sconfitta nel suo ultimo incontro gli ha permesso di capire di avere tutte le carte in regola per ottenere questo titolo. 

“Da un lato hai a che fare con la tua famiglia, dall’altro è il tuo coach”. Nella vita privata Giuseppe condivide la sua passione con tutta la famiglia, che ruota tutta intono a questo sport. Il padre Salvatore, ex-pugile, allenatore e mentore, insieme ad Antonio, fratello, collega e mental coach sono i suoi inseparabili compagni di viaggio. Ci ha raccontato di come sia difficile ma possibile scindere i ruoli e rapportarsi in modo costruttivo in tutti e due i campi.

Con entrambi gode di un ottimo legame, grazie, appunto, alla grande forza d’animo che lo contraddistingue e l’intelligenza che lo porta a diversificare le figure a casa e sul ring.

É uno sportivo e come tale segue con regolarità allenamenti e dieta, ma, come tutti, si concede qualche bicchiere di vino, solo in off season. “Sono una persona a cui piace festeggiare”

Traspare inoltre come non sia solo un combattente poco informato, Giuseppe infatti, raccontandosi, rivela le sue conoscenze scientifiche nel campo motorio, implementandole nei suoi allenamenti per migliorare lo sviluppo del proprio corpo e della sua tecnica personale. 

Il nostro amico ha anche altri sogni nel cassetto. Oltre a voler vincere un titolo mondiale ha espresso la volontà di voler un giorno allenare, “Voglio aprire un Bullet Team a Ugento”.

Noi abbiamo le palestre nel Salento. Il mio sogno è aprire un Bullet Team a Ugento, perché ho visto i contesti che vive la palestra, i disagi, i problemi, i ragazzi che cercano rifugio nella palestra di pugilato, e sono convinto di poter dare il mio contributo non solo a questo sport ma anche alla comunità! Aprendo una palestra nel mio paese e curando tante piaghe, che affliggono tanti paesi, ma Ugento in modo particolare.

Il forte rapporto con la propria terra natia, il Salento e in particolare Ugento, lo stimolano a migliorare se stesso e ciò che lo circonda. Infatti, Giuseppe crede fortemente nello spirito educativo dello sport, in particolare degli sport da combattimento, “Ti porta all’equilibrio”. A suo modo di vedere migliorano il benessere psicofisico e sociale di chi lo pratica. Gli allenamenti costanti, la dieta ferrea e la necessaria determinazione a raggiungere dei risultati, portano i giovani che si approcciano a questo tipo di sport, a gestire meglio i propri impulsi, permettendogli di gestire  con più controllo le proprie emozioni. 

I colpi duri sul ring insegnano ad affrontare quelli ancor più duri della vita!

Il sogno di trasmettere alle future generazioni le sue conoscenze e la sua esperienza attraverso l’allenamento e l’insegnamento della boxe e della pratica sportiva è forte e siamo sicuri che raggiungerà anche questo obiettivo.

Giuseppe è un vincente in tutti i sensi, un uomo, un atleta e un vero salentino, che porta in alto il nome della sua terra. Orgoglioso e determinato, è un esempio da seguire. 

Siamo convinti che ci e si regalerà altre vittorie ed emozioni attraverso i suoi guantoni e la sua voglia di essere protagonista per sé e per chi lo circonda.

Buona fortuna Giuseppe!

https://youtu.be/SovU2IkjrRE

A ripetizione di geografia dall’arma dei Carabinieri

Curioso errore da parte della pagina Instagram dell’arma dei carabinieri (https://www.instagram.com/armadeicarabinieri/) che poco fa ha postato una foto che ritrae due carabinieri in piazza San Vincenzo ad Ugento, ma con una geolocalizzazione alquanto “anomala”. Si legge infatti RUFFANO. Fortunatamente anche molti utenti hanno segnalato questo errore al profilo, che però non ha ancora rettificato il post presente sulla sua bacheca.

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