OzanTalk: A scuola da Mino Conte

6° puntata di OzanTalk: a scuola da Mino Conte.

25 anni di carriera come lottatore, oggi il maestro Mino Conte fa l’allenatore e si “batte” per il proprio territorio: Ugento, a cui è molto legato.

Il suo idolo è stato Bruce Lee e comincia la sua carriera allenandosi a Casarano.

Un ragazzino sovrappeso il maestro Conte che a 18 anni pesava 104 Kg. Il disagio sociale lo ha spinto a fare palestra. Dopo un anno perde ben 24 Kg, rendendo il suo fisico tonico. Da qui la passione prima per la pesistica e successivamente per le arti marziali.

Parte da Karateka e subito migra verso la kickboxing, la sua vera passione, dal maestro Antonio Monsellato.

Dopo solo sei mesi il primo match, seguito subito da campionati regionali ed interregionali.

Nel 2009 il titolo di Campione italiano dilettanti ad Ancona.

Mino con il titolo europeo.

Poi il professionismo e gli allenamenti a Lecce.

Poi arriva la proposta: combattere per il titolo Europeo, categoria 80kg, che sarebbe dovuto disputarsi al nord, ma Mino consiglia il palazzetto di Ugento che cattura l’organizzatore e acconsente a disputare l’incontro a Ugento.

1300 spettatori a combattere con Mino Conte che, nonostante un infortunio alla mano, vince il titolo. Mino vanta 39 incontri, 38 vinti e 1 perso.

Finisce l’agonismo e comincia l’avventura di cui va più orgoglioso: l’allenamento.

Poi mi sono cimentato ad allenare ed è stato bellissimo, guidare i ragazzi è una sensazione indescrivibile, non solo nei match ma soprattutto in palestra: parlare con loro, tramandargli positività, cercare di strapparli dalle grinfie della strada, questo è ciò che mi preme di più e che mi spinge ogni giorno a fare quello che faccio.

Rispetto, autocontrollo e autostima, questi i cardini del mio modo di vedere le arti marziali.

Cos’ Mino parla di cosa significhi per lui allenare.

Un uomo spontaneo e genuino, Mino Conte, che ci racconta di come faccia attenzione affinché la sua arte non diventi uno strumento offensivo da strada ma più “un’arma” educativa che fortifica la personalità, lo spirito, prima del corpo.

Continuando la chiacchierata ci racconta del mondo in cui allena.

Attualmente svolge i suoi allenamenti a Gemini, nel palazzetto. Non è molto attrezzata ma riesce comunque a svolgere la sua attività. Chiede alle istituzioni una maggiore collaborazione, sia a livello di infrastrutture sia a livello di sensibilizzazione sociale:

L’importante, nello sport, è ciò che riusciamo a trasmettere. Bisogna cominciare nelle scuole. Molto spesso ci vado per degli stage. Prevenire la violenza sulle donne e gli atti di bullismo. Bisogna parlare ai bambini, formarli in tale senso e dargli strutture adatte. I ragazzi hanno bisogno di contesti sani che si rifletteranno nei loro comportamenti futuri.

Strutture e dialogo, le armi contro l’abbandono dei giovani.

Mino alle telecamere di OzanTalk.

L’altra grande passione del nostro maestro è il mare.

Legatissimo a Torre San Giovanni, ci parla orgogliosissimo della sua terra natale. Traspare l’attaccamento viscerale ad Ugento che è per lui la terra perfetta, esprimendo un pò di rammarico sul problema della stagionalità che non è giustificata viste le magnifiche ricchezze geografiche di cui disponiamo.

La nostra intervista si conclude con l’invito all’assessorato dello sport di organizzare una maggiore quantità di eventi per poter aggregare la maggior parte di ragazzi possibile.

Ogni tipo di sport è ben accetto. Ugento forma molti piccoli campioncini in varie discipline. Questo è lo spirito da perseguire per aiutare le nuove leve:

Colpevolizzarli (i giovani) di meno e cercare di mettersi nei loro panni, invece di giudicarli. Dobbiamo parlare con i ragazzi per risolvere i loro problemi. Io per esempio mi prendo del tempo, con i miei allievi, prima e dopo ogni lezione. Mi piace aiutarli, è meglio di una vittoria sul ring!

Mino sui giovani.

Così si conclude il racconto dell’ennesima storia di successo e di legame con il territorio.

In questo caso lo sport come mezzo di evasione e strumento educativo, raccontato dal lato opposto all’atleta ovvero il maestro.

Il nostro personale in bocca al lupo al maestro Mino Conte, augurandogli tante vittorie sia per lui che per i suoi ragazzi.

Alla prossima puntata di OzanTalk. Se hai perso qualche puntata clicca QUI

https://www.youtube.com/watch?v=ZxEE1TE0W3M

L’appello: bombardamenti in via Verona.

L’appello dei lettori: i ” bombardamenti” in via Verona creano disagi a non finire.

Su segnalazione di una nostra lettrice parliamo di via Verona e del DIS-impegno del Comune di Ugento.

Prima della segnalazione al nostro giornale sono state numerose quelle fatte direttamente al comune, in particolare all’assessore ai lavori pubblici Alessio Meli, rispetto ad un angolo di paese, via Verona, molto trafficato e colpito da ingenti danni di diversa natura.

Già prima del 2018, lo stato della strada di via Verona era in uno davvero pietoso.

Causa erosione dovuta alle intemperie ed un piano traffico che impone il passaggio di numerosi veicoli, soprattutto nei periodi estivi.

https://ozanews.it/wp-content/uploads/2021/12/Alessandro-De-Giorgi-fdown.net_-1.mp4
Video del 2018, un ruscello che oggi è peggiorato.

Gli abitanti della zona avevano “tappato” le buche con del cemento a spese proprie, dato che nessuno aveva preso in carico la loro richiesta.

Ecco come appare oggi via Verona:

Un pericoloso trampolino sia per i molti ragazzini che utilizzano i motorini e rischiano di farsi davvero male, sia per gli automobilisti che intenti a evitare una buca ne beccano un’altra provocando danni all’auto, proprio quello che lamenta la nostra lettrice, costretta a cambiare i supporti del motore a tutti e due i mezzi in suo possesso.

La pioggia, altro grosso problema.

Ne basta una scrosciata per avere non più una strada ma un ruscello, che nasce da via Puglia e investe le zone circostanti, tanto da superare il livello del marciapiede.

La nascita del ruscello è dovuta, in parte, al ripristino della corrente elettrica che ha sì rimesso in funzione l’elettricità dei residenti nella zona, ma ha anche abbassato il livello del manto stradale, ricostruito poi in malo modo, che permette all’acqua di scorrere senza freni.

Numerose sia nel tempo che di cittadini le segnalazioni al comune sono sempre state affrontate con “contentini” e promesse mai mantenute.

Qualche giorno fa alcune buche, le più piccole sono state tappezzate, creando un carnevalesco effetto arlecchino che di certo non ha fatto ridere coloro che abitano sulla strada.

Ma non finisce qui!

Girando l’angolo ci troviamo su via Genova, – strada chiusa che oltre ad essere insensatamente senso unico – a detta dei residenti, che non è nemmeno completamente asfaltata pur avendo abitazioni che usufruiscono di tutte le utenze.

Tuttavia sulla strada in questione c’è un problema di informazioni, poiché non è ben chiaro se si tratti di strada pubblica o privata.

Allo stesso modo di via Verona essa è sempre stata “riparata” da privati cittadini, che generosamente hanno provveduto come meglio potevano.

Le risposte ricevute, di fronte alle denunce, sono state spesso o “provvederemo il prima possibile” o “stiamo riparando prima le strade che hanno più di 50 anni” o, nel peggiore dei casi, “non ho visto le chiamate”.

Così la nostra lettrice parla delle proprie segnalazioni all’assessore ai lavori pubblici.

Cosa è necessario fare perché qualcuno si muova? Aspettiamo che qualcuno si faccia male? Le auto possono essere riparte ma le persone no!

Segnaliamo questi disagi affinché qualcuno possa intervenire a risolverli e garantire il diritti di nostri concittadini a non essere danneggiati dalla “cosa pubblica”.

#Segnalato da voi la rubrica do Ozanews che da voce a chi non ne ha!

Consigli per la dieta di Natale

I consigli per la dieta di Natale sono necessari poichè è arrivato dicembre e con esso le festività.

Quante volte ci sentiremo chiedere il classico “Cosa fai per capodanno?” oppure “Organizziamo il cenone?”.

Cenone, solo a sentirlo ci sentiamo sazi e visto il periodo potremmo parlare di …..dieta, si l’ho detto davvero… DIETA!

Anzi provo a dirlo in una maniera meno traumatica, alimentazione corretta.

Ed è proprio di questo che vi vorrei parlare cari lettori.

Fonte: https://www.lilt.it/prevenzione/primaria/corretta-alimentazione

Alimentazione corretta che è sinonimo di dieta sana ed equilibrata, la quale prevede poche e semplici accortezze quotidiane.

Prima fra tutte è il bere circa 2 litri di acqua al giorno, dalla quale avremo molteplici benefici:

  • la prevenzione del mal di testa, favorito invece dalla disidratazione;
  • l’aiutare il nostro corpo nella rigenerazione dei tessuti e l’eliminazione delle tossine;
  • favorire il transito intestinale e quindi la digestione;
  • contribuire in maniera importante allo sviluppo muscolare.

A questa segue il NON bere bevande zuccherate in quanto innescano un brusco aumento della glicemia seguito da una sensazione di sazietà, ma solo momentanea, e questo contribuisce al consumo del cosiddetto “junk food” una volta tornata la fame.

Non dimentichiamoci poi di limitare l’uso del sale da cucina, che consumato in maniera eccessiva causerà ritenzione idrica e rischi più alti di ipertensione.

Infine consumare più frutta e verdura, preferire i legumi o il pesce alla carne rossa e scegliere i grassi “buoni”.

Noi siamo quello che mangiamo

diceva il filosofo Ludwig Feuerbach.

E come dargli torto visto che mangiare bene aiuta a prevenire patologie croniche quali ipertensione, obesità e diabete, ci fa sentire più energici e rafforza il nostro sistema immunitario.

Care mamme e care nonne non siate tristi.

Accontentare il palato non significa eccedere. Si può mangiare con gusto senza abbuffarsi. piccole e semplici accortezze per una dieta senza rinunce eccessive.

La Grande Guerra del Salento

La grande Guerra del Salento e il prof. Bruno Contini sono i protagonisti della quinta puntata di OzanTalk, ospite negli studi delle Officine Multimediali.

Letteratura e cinematorgrafia intersecati al cospetto della storia.

La grande Guerra del Salento è un romanzo storico, riguarda i fatti accaduti nel 1949 tra Ruffano e Supersano:

a causa di una partita di pallone si scatenano una serie di eventi che porteranno ad un omicidio e a segnare così la storia di questi due paesi.

L’idea del romanzo è nata da un racconto di mio padre. mi raccontò solo la fine della storia e io sono andato a scavare nelle motivazioni che hanno scatenato questa follia collettiva. è la storia di un derby calcistico, Ruffano e Supersano, che fu la goccia che determinò una vera e propria “guerra armata”. 27 e 28 marzo 1949 divisero due paesi che condividevano passioni, amori e famiglie.

Bruno Contini descrive la trama del suo libro

Il filo conduttore del libro sarà l’amore, tra due giovani, di fazioni opposte, che nulla avevano a che fare con la partita.

Un amore che diventa passione divorante follia, gelosia che sfocerà in una tragedia shakespeariana di stampo salentino.

Il prof. Contini ci racconta il duro lavoro di ricostruzione storica. Tratte dalle moltissime deposizioni giurate al processo che seguì l’omicidio.

Ci racconta, inoltre, come i due paesi, stremati dalla guerra, dovevano correre ai ripari contro fame, disoccupazione e la dipendenza dal ricco possidente locale, abbiano scatenato questa follia per motivi anche politici, legati ad un ex. generale fascista.

Se posso definirmi uno scrittore, ciò che ha motivato il mio lavoro è stata una voglia di cercare di far emergere una verità, caduta nell’oblio del ricordo popolare, cercando di trasmette alle nuove generazioni la voglia di scoprire il proprio passato. La grande Guerra del Salento è uno dei pochi romanzi storici che raccontano una storia del Salento, escluso il romanzo di Maria Corti, l’ora di tutti, non esistono altri romanzi storici del salento.

Le motivazioni che hanno spinto il prof. a scrivere il proprio romanzo

Da La Grande Guerra del Salento è stato girato un film.

Marco Pollini, produttore cinematografico, in vacanza nelle nostre coste, chiama il prof. Contini dicendogli cha aveva letto il libro e voleva subito scrivere una sceneggiatura. Subito approvato dalla Apulia Film Commission, il progetto è stato già girato questa estate tra i due paesi in questione, terminate nel mese di ottobre.

Il film sarà proiettato in tutte le sale cinematografiche italiane nel mese di aprile.

In cantiere esiste un altro romanzo storico. Sarà la storia di un antifascista che aiuta gli americani a sbarcare in Sicilia e liberare l’Italia dal fascismo, ma non aggiungiamo oltre.

Il professore mette a nudo se stesso e il suo scritto. Un lavoro caparbio, denotato dal fatto che il libro è stato autoprodotto e commercializzato in maniera autonoma, a dimostrazione del suo coraggio e la sua voglia di raccontare la verità. Una verità molto difficoltosa da ricostruire. La minuziosa e paziente ricerca della documentazione storica è un lavoro fondamentale per riuscire far emergere la verità.

Un’altra bella storia qui a OzanTalk.

Lavoro duro e passione che portano a frutti molto dolci e soddisfazioni personali, donando alle nostre terre una visibilità più ampia, grazie agli sforzi dei nostri cittadini più caparbi.

Appuntamento ad Aprile con il film omonimo del libro. Per gli amanti della lettura ogni momento è buono per immergersi in realtà storiche molto vicine a noi geograficamente ma anche così lontane nel tempo.

Per un natale perfetto, Purciddhuzzi per tutti.

Ciao beddhazzi!!!

Con questo articolo parte oggi una nuova avventura per noi che ci porterà alla scoperta dei piatti tipici del nostro territorio.

Un viaggio emozionale fatto di profumi e sapori antichi, ritrovati e riscoperti nelle ricette di tradizione, scritte in fogli ingialliti e logorati dal tempo.

Un tempo le massaie cucinavano “a sentimento” “a recula”. Assurdo pensarlo oggi che abbiamo bisogno di precisione. Voi chiudete gli occhi e metteci il cuore. Immaginate le mani della vostra nonna, della vostra mamma che prendono le vostre e vi guidano a impastare. Se scappa un grammo in più fatevi una risata e continuate.

Buon viaggio!

Siamo nel periodo più magico dell’anno dove nelle cucine delle massaie salentine c’è fermento già dalla vigilia dell’immacolata con la preparazione delle pucce e delle pittule e tutti i giorni a seguire con i dolci tradizionali: mostaccioli, cartellate, purciddhuzzi, mandorle atterrare, cupeta.

Un momento magico per i bimbi che si divertono a infarinarsi il viso e imbrattarsi le mani nel cioccolato ma anche per i grandi che si fanno attraversare dal profumo di biscotti caldi, dello zucchero fondente e si ritrovano in un attimo nella cucina della nonna, i più belli tra i ricordi.

Il menù per eccellenza di Natale prevede come antipasto le Pittule. Come primo “ricche e minchiareddhi” e a seguire il secondo di Pezzetti di cavallo, “gnomareddhi” o “turcinieddhi” e come dolce i “purciddhuzzi”.

Il pane non è un di più per noi salentini al quale dedichiamo giornate intere per prepararlo, come la vigilia dell’ Immacolata. Signori si parla della Puccia.

Tutti piatti pregni di storia e tradizioni che meritano ognuno un articolo dedicato.

Oggi dedicherò questo articolo al re dei dolci natalizi salentini : I PURCIDDHUZZI

Perché si chiamano così? Le origini di questo dolce risalgono al periodo della Magna Grecia tra il VIII e il VI sec. a. C.
e, come in molti altri casi, sono legati alla tradizione contadina. I contadini, in quel tempo avevano l’abitudine di regalare a Natale al loro “padrone” (feudatario) il maialino più grasso per ottenere in cambio lodi e benedizione. Con il passare del tempo quest’usanza si è trasformata e quel dono è stato sostituito da un dolce fritto a forma di maialino, in dialetto “purceddhu”.

Oggi, di quel dolce, troviamo solo il nome, per forma e condimento molto diversi.

Ecco la ricetta dei Purciddhuzzi:

  • 500gr. Farina 00;
  • 10gr. Sale;
  • 50gr. Zucchero;
  • 130 gr. Olio di oliva o di semi di girasole;
  • 60gr. Liquore anice o anisetta o sambuca;
  • Impastare con vino bianco;
  • 1 arancia;
  • Un cucchiaino di cannella;
  • Per la frittura: olio di demi di girasole o arachidi;
  • Per la mielatura: 500gr. Miele;
  • Per la decorazione: a piacere mandorle a Scaglie, pinoli, codette colorate e argentate;
Purciddhuzzi dopo la frittura.

Procedimento

  • Impastare partendo dai liquidi e finendo con la farina setacciata, il sale e gli aromi.

La ricetta tradizionale prevede l’utilizzo del succo di arancia e che la sua buccia venga fatta scaldare nell’olio (rendendolo anche così profumato) e poi tagliata a pezzettini e aggiunta nell’impasto.

Nella mia versione rivista e adattata ai nostri tempi consiglio di usare l’arancia in questo modo: frullarla dopo averne ricavato dei pezzettoni insieme ad un limone nel mixer a immersione, in modo da ottenere una “pappina” da aggiungere poi alla farina.

Consiglio anche di aggiungere una noce di burro a fine impasto.

  • Creare dei filoncini del diametro di circa 1 cm e ricavarne poi dei pezzettini della misura di circa 1 cm.
  • Consigli per la frittura: l’olio deve essere abbondante e predisposto in una casseruola alta, raggiunge il suo punto di fumo a 180′ gradi. Se non avete un termometro da cucina il trucco per sentire la temperatura dell’olio è semplice: a un certo punto noterete delle venature ed è in quel momento che potrete immergere una pallina di pasta, se risale subito l’olio è arrivato altrimenti aspettate ancora qualche secondo. Vi sconsiglio di immergere molti purciddhuzzi tutti insieme perché questo abbasserebbe la temperatura di parecchio, rovinando il prodotto.
  • Fateli asciugare bene su della carta assorbente.

Ultimo passaggio. Ci siamo.

Mielatura.

Mielatura dei purciddhuzzi.
  • Far bollire il miele in una casseruola fino a quando risale su fino ai bordi, spegnete il fuoco. Immergete i purcidduzzi e riaccendere il fuoco, fate rinvenire.
  • Aiutandovi con una schiumarola trasferite i purciddhuzzi in un’altra ciotola d’ acciaio e girare con un cucchiaio di legno fino a far assorbire il miele, vi risulterà appiccicaticcio. Versate quindi o purciddhuzzi nei piattini e decorate subito prima che il miele di asciughi del tutto.

Se non vi piacciono le cose mielose potete usare il naspro, ossia lo zucchero fondente. La stessa ricetta si usa per i mustazzoli e gli angioletti.

Ricetta:

  • 1kg zucchero;
  • 230gr. acqua (grammi dico bene.. Cercate di pesare l’acqua i questo tipo di procedimenti)

Procedimento

  • Fate bollire a fuoco medio e controllate la temp. 115 gradi e spegnete. Se non avete il termometro da cucina vi basterà fare la “prova filo”, ossia, portatevi fra le dita una goccia di liquido, aprite le dita, se rimane il filo di zucchero ci siamo.
  • Spegnete il fuoco e aggiungete 50 gr. di cioccolato bianco (servirà a farlo asciugare bene e in fretta) immergete i purciddhuzzi nel naspro e girare con un cucchiaio di legno fino al totale assorbimento. Questo movimento dev’essere velocissimo per ottenere un naspro lucido e morbido.
  • Disponete i purciddhuzzi sui piattini e decorate prima che lo zucchero si asciughi.

Facile no?

Se volete vedere il video con tutti i consigli e procedimenti, seguitemi anche sui miei canali social Youtube e Instagram #quantobastalacucinadiadri e su facebook #Adriana Manco

Tanti cari auguri di buone feste beddhazzi! Vi auguro un sereno Natale e un Felice anno nuovo!

SeaTurtle Watcher: impegno concreto al servizio delle tartarughe.

Fauna e volontariato nella quarta puntata di Ozantalk con protagonista Simone Potenza e il progetto SeaTurtle Watcher, impegnati concretamente al servizio delle tartarughe, ospite degli studi delle Officine Multimediali.

Simone è coordinatore dell’area Jonica del progetto SeaTurtle Watcher. Ci parla del suo impegno nel salvataggio delle tartarughe in difficoltà e del monitoraggio per preservare la schiusa di uova sulle nostre coste.

é molto importante la collaborazione di tutti i cittadini, molto spesso le segnalazioni di animali in difficoltà arrivano dagli addetti al lavoro in mare.

Anche il monitoraggio delle spiagge è importantissimo e permette a noi volontari di aiutare i nidi, oltre che le tartarughe in difficoltà, le istituzioni potrebbero aiutarci coordinando queste operazioni e i bagnanti potrebbero fare un po’ di attenzione prima di poggiare l’ombrellone in spiaggia

L’appello di Simone per facilitare i lavoro dei volontari.
I volontari sulle nostre spiagge

Questo l’invito del nostro ospite che ci tiene a sottolineare che il grande sforzo dei volontari non è sufficiente a gestire in modo ottimale il monitoraggio delle coste alla ricerca dei nidi.

Ringrazia per l’aiuto ricevuto da associazioni ed enti del territorio, come per esempio la lega navale, gli appassionati di immersioni e lidi balneari, che si rivelano sempre presenti ad aiutare i volontari nel soccorrere le tartarughe.

Traspare da subito l’attaccamento al territorio da parte di Simone che nel 2019 scopre di una nidificazione di una caretta caretta e si precipita a vedere l’evento. Lì conosce Piero Carlino e lo staff del centro di recupero tartarughe marine del museo di storia naturale del Salento.

Nasce prima un’amicizia seguita poi da una collaborazione e la nascita del progetto “SeaTurtleWatcher”, sempre nel 2019: un gruppo di volontari che si occupa maggiormente di monitoraggio delle spiagge, alla ricerca di nidi di tartarughe, e di coadiuvare le operazioni di salvataggio del centro di Calimera.

Simone ci racconta, con molto orgoglio, del suo ruolo di coordinatore e le soddisfazioni che riceve dall’aiutare questi animali indifesi, in via di estinzione, che gli permette di sopportare le fatiche derivanti da questo minuzioso e paziente lavoro di ricerca.

Simone mentre recupera una tartaruga.

Le tartarughine, infatti, non lasciano tracce molto visibili sulle spiagge che devono essere controllate al mattino presto, poiché il lavoro dei mezzi adibiti alla pulizia e il successivo accesso dei bagnanti cancellerebbe quelle esigue tracce di nidificazioni.

Per questo è importante l’aiuto di tutti affinché il lavoro di questi infaticabili volontari possa essere il più agevole possibile.

Simone prosegue descrivendoci le possibili razze di tartarughe marine avvistabili nei nostri mari, ossia: la caretta caretta, la più diffusa e quella che spesso nidifica nel territorio ugentino, la kelonia vidas, detta verde e la dermokelis, esemplare avvistabile raramente.

Il fenomeno delle nidificazioni delle tartarughe è costantemente in aumento nel Salento a causa del riscaldamento delle acque e avviene sempre in estate.

Le tartarughe depongono le uova nel posto in cui sono nate e necessitano di nessuna azione antropica che possa disturbare la deposizione poiché in caso contrario andrebbe via senza nidificare.

Un periodo, quello dell’incubazione, lungo e delicato che dura fino a 40 giorni. Anche la schiusa può durare molti giorni e l’impegno diventa 24 su 24.

Inoltre le tartarughine tendono a seguire, in natura, la luce della luna per conquistare il mare, l’inquinamento atmosferico rappresenta sicuramente un fattore in più che non permette alle piccole di raggiungere il mare.

Descrizione del “rituale” delle piccole tartarughe.

Alla fine della nostra chiacchierata ci parla di un progetto video di SeaTurtle Watcher, nel quale si racconta tutta la storia dell’impegno dei volontari.

Documentario che ora è in visione in diversi festival sparsi per il mondo e potrete vederlo restando aggiornati sui canali social del progetto. Qui i link Centro Recupero Calimera e SeaTurtle Watcher

La natura è sempre più in pericolo e questa storia ci sembrava avesse rilevanza di essere raccontata perché racconta di come ognuno di noi possa essere d’aiuto verso un mondo che ci chiede aiuto!

Fare la nostra parte non costa nulla e permette alla fauna del nostro territorio di poter splendere.

https://youtu.be/fQLQ7CQI6w8
Qui il link per rivedere le puntate precedenti!

Un mare di schiuma.

Segnalata dai nostri lettori, riportiamo la presenza di una strana schiuma sulle coste del mare di Torre San Giovanni. Le immagini e il video si riferiscono alla località Pazze in data domenica 28 novembre 2021.

Questa sostanza è tristemente nota sulle nostre coste.

Ogni volta che il tempo non è benevolo questo mare di schuma si ripresenta come un orologio svizzero. La provenienza del composto non è chiara e ci limiteremo a denunciare l’accaduto ringraziando il nostro/a segnalatore.

L’occasione è un buon presupposto per invitare, indipendentemente dal ritrovamento di oggi, tutti i cittadini e le istituzioni a vigilare di più su quello che è la nostra principale fonte di reddito.

Il mare è di tutti e di tutti il compito di assolvere ai bisogni di questo.

Le attività umane sono certamente un fattore importante. Nel gennaio di questo anno questa schiuma è stata ritrovata anche sulle coste di varie regioni italiane e il WWF ha presto dato una risposta all’accaduto:

Si tratta di un fenomeno naturale ma attenzione… Tranquillizziamo, per quanto possibile, i cittadini allarmati che si sono rivolti anche a noi: gli studi su questo fenomeno, che non sta riguardano la sola costa abruzzese, condotti da diverse agenzie regionali per la tutela dell’ambiente, assicurano che si tratta di un evento naturale

La spiegazione del WWF Pescara-Chieti. invitiamo i lettori a leggere il post originale.
https://ozanews.it/wp-content/uploads/2021/11/Senza-nome.mp4

Una prima risposta che potrebbe bastare.

Preoccupa invece il seguito del comunicato che avverte sull’utilizzo di composti agricoli e molti altri prodotti utilizzati giornalmente nelle  nostre case che, in modo diretto o indiretto, si riversano nelle nostre acque.

Il fenomeno ha una spiegazione ben precisa ed è riconducibile all’aumento di una sostanza organica, derivante dalla decomposizione delle alghe, che funge da stabilizzante della schiuma prodotta del moto ondoso. Ciò spiega, dunque, la presenza di “schiuma solida” sulla battigia. Ma attenzione – avvertono gli ambientalisti – l’eccessiva presenza di nutrienti in mare è fortemente legata alle attività che si svolgono nell’entroterra: coltivazioni agricole con massiccio ricorso a fertilizzanti, eccessivo impiego di tensioattivi (tra l’altro, i detersivi per uso domestico), acque non depurate. Per questo motivo, rivolgono poi un appello accorato alle autorità locali affinché provvedano all’installazione di depuratovi per le acque marine.

Riportato da IlCentro.it, che invitiamo a leggere.

Da segnalare anche il fatto che questi eventi naturali solitamente si verificano quando fa caldo. Certamente non a novembre! Questo è sicuramente uno dei subdoli effetti del riscaldamento globale.

È necessaria una campagna di sensibilizzazione, sia per rassicurare i cittadini, sia per permettere comportamenti più virtuosi da parte di ognuno di noi!

Il mare dovrebbe essere un nostro amico da proteggere e preservare.

Non essedo, noi, biologi o scienziati non sappiamo dare una risposta scientifica certa a questo fenomeno.

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