Un inverno al buio per Ugento, ma è stato tutto inutile

Nel cuore della comunità di Ugento, un acceso dibattito ha preso piede sulla gestione della pubblica illuminazione, suscitando polemiche e dibattiti che hanno portato l’attenzione su questioni fondamentali di gestione municipale e responsabilità civica. Una riflessione critica su questo controverso tema diventa essenziale per comprendere a fondo le conseguenze di una decisione che ha sollevato dubbi e preoccupazioni in tutta la città, anche e soprattutto dopo il video strappalacrime pubblicato mesi fa dal sindaco di Ugento.

Nel recente post del consigliere comunale di minoranza Tiziano Esposito, emergono chiaramente le conseguenze negative derivanti dalla riduzione della pubblica illuminazione nel territorio di Ugento, una misura adottata inizialmente con l’intento di risparmiare fondi comunali. Tuttavia, la realtà sembra dipingere un quadro più complesso e meno favorevole di quanto inizialmente previsto.

La pubblica illuminazione rappresenta una componente essenziale per la sicurezza e il benessere dei cittadini, soprattutto in un momento storico segnato da sfide come la pandemia da Covid-19. La diminuzione dell’illuminazione pubblica ha generato disagi palpabili e ha aumentato il senso di insicurezza tra i residenti e i turisti, creando un ambiente poco accogliente e persino pericoloso.

La richiesta del consigliere Esposito di trasparenza e chiarezza in merito ai costi e ai risparmi derivanti dalla riduzione dell’illuminazione pubblica è una richiesta legittima, che mette in luce l’importanza della responsabilità e dell’accountability da parte delle istituzioni locali. Tuttavia, le sfide incontrate nel tentativo di ottenere informazioni e trasparenza da parte degli uffici comunali sollevano interrogativi sul processo decisionale e sulla gestione delle richieste dei rappresentanti eletti.

L’analisi delle fatture e dei costi svela un risparmio inferiore a quanto annunciato inizialmente, mentre l’importo speso per l’attuazione della misura di spegnimento e riaccensione delle luci pubbliche solleva ulteriori domande sulle priorità finanziarie del Comune. I costi operativi sostenuti dalle ditte incaricate per l’esecuzione dell’ordinanza evidenziano la complessità della questione e l’importanza di valutare a fondo le implicazioni finanziarie di decisioni simili.

Inoltre, l’assenza di rimborso da parte dello Stato per il rincaro dell’energia, in base proprio a questi ostentati risparmi, non fa che amplificare i dubbi sulla reale convenienza di tale misura, lasciando intendere che i sacrifici imposti alla comunità potrebbero essere stati vani e inutili.

È evidente che l’intera vicenda richieda una riflessione approfondita e un’analisi dettagliata delle decisioni amministrative adottate. È fondamentale che le istituzioni locali agiscano in modo trasparente e responsabile, garantendo il benessere e la sicurezza della comunità e cercando soluzioni sostenibili ed efficaci. Solo attraverso una gestione responsabile e consapevole, basata su dati verificabili e processi decisionali trasparenti, si potrà costruire un ambiente più sicuro e accogliente per tutti i cittadini di Ugento.

PUBBLICA ILLUMINAZIONE … CHI DIMENTICA E’ COMPLICE

Magari qualcuno sperava che tutto fosse finito nel dimenticatoio, ma trascorso un anno, da quando il Sindaco decise di ridurre la pubblica illuminazione sul territorio, oggi dobbiamo fare i conti (nel vero senso della parola) con una triste constatazione.

Inutile ricordare il disagio ed il forte senso di angoscia che molti cittadini e turisti si ritrovarono a dover subire, come se il recente periodo del Covid non fosse bastato.

Ma oggi voglio parlare di altro, perché sappiamo che noi Ugentini quando veniamo chiamati al senso del dovere e del sacrifico, in fondo, rispondiamo sempre presenti e così è stato. Ne sarà valsa la pena??

Allora oggi, proverò io a rispondervi a tale quesito, visto e considerato che dal mese di giugno ho chiesto e richiesto agli uffici tutta la documentazione necessaria che mostrasse sulla base di preventivi, determine e fatture, quanto realmente il “gioco” spegni e riaccendi fosse costato a noi cittadini.

Interrogazioni senza risposta, richiesta di incontri per trovare insieme possibili soluzioni del tutto ignorate, atti richiesti e mai ricevuti (chissà perché) nonostante i numerosi solleciti che poi mi hanno costretto a rivolgermi a S.E. il Prefetto per far valere il mio diritto di consigliere comunale.

Dalle fatture messe a confronto un risparmio c’è stato, ma anziché di circa 500.000, euro come annunciato dal sindaco alcuni mesi fa, è stato “solo” di 200.000 circa.

Ma secondo voi, le ditte incaricate per mettere in pratica l’ordinanza del Sindaco e quindi spegnere e riaccendere la pubblica illuminazione, hanno lavorato gratuitamente?

Ovviamente NO!!!

Parliamo di una spesa che si aggira intorno ai 150.000 e se a questi sommiamo anche i tanti risarcimenti danni riconosciuti ai cittadini dal comune per le cadute e sinistri causati dal buio, non sarei tanto sicuro che il sacrificio a cui è stata costretta un’intera comunità sia servito a qualcosa!

Se poi aggiungiamo che lo Stato riconosceva ai Comuni Italiani, per il rincaro dell’energia, dei contributi ed il Comune di Ugento non ha ricevuto nessun rimborso sulla base di questo “teorico” risparmio, allora l’intera imposizione subita dagli ugentini sa proprio di beffa!

Qualcuno avrebbe dovuto chiedere scusa ma anche in questo caso la colpa è stata totalmente riversata sugli uffici, chiamati poi a dover trovare le soluzioni.

Era doveroso fare “luce” su una vicenda che ha visto coinvolti tutti i cittadini di Ugento.

L’improvvisazione dei nostri Amministratori, ancora una volta, ha contribuito ad incupire ancora di più il nostro paese!

Alla prossima e buona visione!!!

il post di tiziano esposito

Conflitto di Interessi, Traffico di Influenza e Voto di Scambio: il potere a Ugento

Il Conflitto di Interessi, il Traffico di Influenza e il Voto di Scambio: il Caso di Ugento, e la Connessione con l’Economia Turistica e lo Sfruttamento del Lavoro Nero

Nel pittoresco scenario del Salento, dove il fascino delle tradizioni si mescola con la bellezza della costa e la cucina mediterranea, un’ombra lunga si proietta sui piccoli comuni, tra cui Ugento. Questa ombra è fatta di conflitti di interessi, traffico di influenza, sfruttamento del lavoro nero e voto di scambio, elementi che mettono a repentaglio la democrazia e minano il tessuto economico e sociale di queste comunità.

Il Conflitto di Interessi nell’Economia Turistica e non solo

Il Salento è una delle gemme turistiche dell’Italia, ma questo status di attrazione per i visitatori può diventare una maledizione per i piccoli comuni, quando il conflitto di interessi si insinua nell’industria turistica. Come sottolineato dall’ex presidente degli Stati Uniti, Jimmy Carter, “I conflitti di interessi fanno parte della natura umana, ma dobbiamo affrontarli con decisione.”

In molti comuni, i politici o i funzionari locali possono essere coinvolti nella gestione di attività turistiche private, come hotel, ristoranti o agenzie di viaggio. Questo crea la possibilità di influenzare le decisioni pubbliche a proprio vantaggio, come l’assegnazione di licenze o l’organizzazione di eventi turistici. In alcuni casi, ciò potrebbe portare all’incremento della speculazione edilizia e al degrado delle risorse naturali, a scapito dell’ambiente e del bene pubblico. Senza dimenticare i casi di assunzione di parenti di primo grado di politici ancora in carica o di dirigenti che firmano provvedimenti a beneficio di loro parenti prossimi.

Il Traffico di Influenza: Sotto la Superficie dell’Economia Turistica

Il traffico di influenza è un fenomeno che prospera nelle comunità in cui le reti di potere sono intricatamente intrecciate con l’industria turistica. L’uso delle connessioni per ottenere favori personali o per influenzare le decisioni dell’amministrazione pubblica può danneggiare gravemente l’integrità del settore turistico.

Un esempio concreto è il caso di un imprenditore turistico ben collegato politicamente che ottiene un trattamento di favore per il suo stabilimento balneare, come l’occupazione illegale di spiagge pubbliche. Questo non solo danneggia l’equità tra gli operatori turistici, ma può anche portare a una sovrappopolazione delle coste, compromettendo la bellezza naturale che attira i visitatori.

Lo Sfruttamento del Lavoro Nero nell’Industria Turistica

L’industria turistica spesso offre opportunità di lavoro stagionale, ma purtroppo, in molti casi, queste opportunità sono associate allo sfruttamento del lavoro nero. Come affermato dal filosofo Albert Camus: “Lo schiavo è convinto che la sua schiavitù sia giustificata perché ha lavorato per essa.”

Nel Salento, come in altre regioni turistiche italiane, è comune che i lavoratori stagionali, spesso stranieri, vengano sottopagati e costretti a lavorare in condizioni precarie, senza alcuna protezione sociale. Questo fenomeno è favorito da imprenditori senza scrupoli e da una mancanza di controlli efficaci da parte delle autorità locali, che molte volte chiudono tutti e due gli occhi in cambio di consenso.

Il Voto di Scambio e le Associazioni Compiacenti

Il voto di scambio è una macchia sulla democrazia, e il suo collegamento con le associazioni compiacenti rende la situazione ancora più grave. In alcune situazioni, i soldi pubblici vengono dirottati verso associazioni che non dovrebbero avere scopo di lucro, che in realtà servono a formare bacini elettorali comprati a suon di denaro.

Un esempio è quello di associazioni che organizzano eventi culturali o ricreativi finanziati con fondi pubblici, ma in realtà, questi eventi hanno lo scopo di guadagnare consensi elettorali. Ciò distorce gravemente il processo democratico e rende difficile per i cittadini esprimere la propria volontà in modo libero ed equo, oltre che rappresentare un grave economico per l’ente che si trova a spendere per fatture gonfiate e servizi mai erogati.

Nonostante queste sfide, ci sono molte persone oneste e impegnate nel Salento che stanno cercando di combattere il conflitto di interessi, il traffico di influenza, lo sfruttamento del lavoro nero e il voto di scambio. La soluzione richiede un impegno collettivo per la trasparenza, l’etica e la giustizia.

È fondamentale che le autorità locali intensifichino i controlli e applichino rigorosamente le leggi contro lo sfruttamento del lavoro nero. Inoltre, è importante promuovere l’educazione civica e l’informazione sulla corruzione e i suoi effetti negativi sulla società.

Ugento, con la sua ricchezza culturale e naturale, merita un futuro migliore. Solo attraverso uno sforzo congiunto delle autorità, delle organizzazioni della società civile e dei cittadini stessi, è possibile preservare la bellezza della regione e garantire un’industria turistica sostenibile e equa, che beneficia tutti e non solo pochi privilegiati. Come disse Mahatma Gandhi: “Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo.” È ora che Ugento diventi il cambiamento che desidera vedere, un faro di integrità e prosperità che passi innanzitutto dal cambiamento radicale di volti e modi di pensare.

Il piano del verde fantasma nel comune di Ugento

Ci eravamo già occupati della questione, ma oggi grazie al consigliere Tiziano Esposito apprendiamo che nel 2018, il Comune di Ugento ha adottato un ambizioso Piano del Verde al costo di quasi 10.000 euro, un investimento significativo per il paese. Questo piano, inizialmente presentato come uno strumento per definire il “profilo verde della città” e per migliorare il territorio, oggi sembra essere rimasto solo su carta, deludendo le aspettative dei cittadini.

L’allora Sindaco, ora Vice Sindaco con delega all’Ambiente, aveva promesso che questo piano avrebbe portato un cambiamento positivo al verde pubblico di Ugento. Tuttavia, la realtà attuale sembra contraddire queste promesse, e molti cittadini si chiedono se il denaro speso per questo progetto sia stato investito in modo efficace.

Il Comune di Ugento, ha approvato nel 2018 un Piano del Verde costato a tutti noi cittadini quasi 10.000 euro!

Uno dei tanti piani rimasti su carta

L’allora Sindaco ed ora Vice Sindaco con delega all’Ambiente definiva il Piano come lo strumento in grado di definire il “profilo verde della città” e dare una svolta al nostro territorio.

Forse intendeva farlo con tutte le erbacce che ricoprono i nostri marciapiedi, nonostante i tanti soldi pagati da noi cittadini con la tassa sui rifiuti per il diserbo che puntualmente non viene svolto (o solo in prossimità di processioni e/o cortei).

Invece, il vero verde pubblico oramai sta completamente scomparendo

Tanti alberi stanno seccando nel più totale voluto disinteresse (vedi piazza Immacolata, vedi gli alberi di Leccio di via M. Colosso e via Messapica).

Alberi che hanno vissuto la storia di Ugento, hanno visto le trasformazioni di strade e piazze, hanno dato riparo a tanti di noi durante le calde giornate di estate.

Nel Piano del Verde solo tante belle parole e promesse, puntualmente tutte disattese

Ne riporto solo alcune “𝐸 𝑜𝑟𝑎𝑚𝑎𝑖 𝑟𝑖𝑐𝑜𝑛𝑜𝑠𝑐𝑖𝑢𝑡𝑜 𝑑𝑎 𝑡𝑢𝑡𝑡𝑖, 𝑐𝑖𝑡𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑒𝑑 𝑎𝑚𝑚𝑖𝑛𝑖𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖, 𝑖𝑙 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙’𝑎𝑚𝑏𝑖𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑣𝑎𝑟𝑖𝑒 𝑒𝑠𝑝𝑟𝑒𝑠𝑠𝑖𝑜𝑛𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎. 𝑈𝑛𝑎 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑎 𝑓𝑜𝑛𝑑𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑎𝑙𝑒, 𝑠𝑢𝑙𝑙𝑎 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑏𝑎𝑠𝑎𝑟𝑒 𝑙𝑒 𝑠𝑐𝑒𝑙𝑡𝑒 𝑠𝑡𝑟𝑎𝑡𝑒𝑔𝑖𝑐ℎ𝑒 𝑒 𝑔𝑙𝑖 𝑠𝑡𝑟𝑢𝑚𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑔𝑜𝑣𝑒𝑟𝑛𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜”.

Ancora .. “𝐿𝑎 𝑠𝑐𝑎𝑟𝑠𝑎 𝑑𝑖𝑠𝑝𝑜𝑛𝑖𝑏𝑖𝑙𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑠𝑜𝑟𝑠𝑒 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑖, 𝑝𝑜𝑛𝑒 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑖𝑧𝑧𝑎𝑟𝑒 𝑖𝑙 𝑝𝑎𝑡𝑟𝑖𝑚𝑜𝑛𝑖𝑜 𝑛𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑙𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑙𝑒 𝑟𝑖𝑐𝑐ℎ𝑒𝑧𝑧𝑎 𝑑𝑎 𝑠𝑎𝑙𝑣𝑎𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑎𝑟𝑒, 𝑎𝑙 𝑓𝑖𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑖𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖𝑓𝑖𝑐𝑎𝑟𝑒 𝑢𝑛 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜. 𝐿𝑎 𝑝𝑟𝑒𝑠𝑒𝑛𝑧𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑣𝑒𝑟𝑑𝑒 𝑛𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑎𝑟𝑒𝑒 𝑢𝑟𝑏𝑎𝑛𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑣𝑖𝑒𝑛𝑒 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑑𝑒𝑟𝑎𝑡𝑎 𝑠𝑜𝑙𝑡𝑎𝑛𝑡𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙’𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑒𝑠𝑡𝑒𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑝𝑎𝑒𝑠𝑎𝑔𝑔𝑖𝑠𝑡𝑖𝑐𝑜 𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑛𝑒𝑐𝑒𝑠𝑠𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑓𝑟𝑢𝑖𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒, 𝑚𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑐𝑎𝑝𝑎𝑐𝑖𝑡𝑎̀ 𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑝𝑢𝑟𝑎𝑟𝑒 𝑙’𝑎𝑟𝑖𝑎, 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑎 𝑠𝑢𝑎 𝑎𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑑𝑖 𝑟𝑖𝑒𝑞𝑢𝑖𝑙𝑖𝑏𝑟𝑖𝑜 𝑚𝑖𝑐𝑟𝑜𝑐𝑙𝑖𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐𝑜, 𝑝𝑒𝑟 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑟𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑖𝑛𝑑𝑖𝑠𝑝𝑒𝑛𝑠𝑎𝑏𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑓𝑖𝑙𝑡𝑟𝑜 𝑝𝑒𝑟 𝑙𝑒 𝑎𝑐𝑞𝑢𝑒”.

Un’ulteriore esempio: ”La tutela delle alberature di lecci su Via Colosso”, definiti nel Piano come alberature di pregio da conservare.

Noi, invece, ad Ugento (tutto) siamo capaci di farle seccare! E non solo le piante!!!

Ci auguriamo un pronto intervento per cercare di salvare le piante non ancora seccate, prima che sia troppo tardi.

“𝐆𝐥𝐢 𝐚𝐥𝐛𝐞𝐫𝐢 𝐡𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐮𝐧 𝐜𝐮𝐨𝐫𝐞”

Il post di Tiziano Esposito

Uno dei problemi principali evidenziati è la mancanza di manutenzione del verde pubblico. Nonostante i cittadini abbiano pagato tasse sui rifiuti per il diserbo delle aree verdi, questo servizio sembra essere carente. La pulizia dei marciapiedi e la rimozione delle erbacce non vengono eseguite in modo soddisfacente, tranne in occasione di processioni e cortei, sollevando sospetti su possibili motivazioni politiche dietro tali azioni.

Il Piano del Verde, inizialmente annunciato con grande enfasi e tante parole accattivanti, sembra essere rimasto un mero esercizio di retorica. Promesse come la creazione di aree verdi pubbliche, la cura dei giardini esistenti e il preservare alberature di pregio come i lecci di Via Colosso non sono state mantenute. Il verde pubblico a Ugento è in uno stato di declino evidente, e le parole vuote nel Piano del Verde fanno infuriare i cittadini che avevano sperato in un miglioramento concreto.

La tutela dell’ambiente e del patrimonio verde della città dovrebbe essere una priorità per qualsiasi amministrazione comunale. Il verde non è solo un elemento estetico, ma svolge un ruolo vitale nella salute dell’ambiente e nella qualità della vita dei cittadini. Pertanto, è urgente che venga effettuato un intervento immediato per preservare le piante che non sono ancora seccate e per invertire questa tendenza al degrado.

Gli alberi, in particolare, sono tesori naturali che meritano il massimo rispetto e la cura. Speriamo che l’amministrazione comunale agisca rapidamente per ripristinare il verde pubblico di Ugento e onori le promesse fatte nel Piano del Verde, dando a questa importante risorsa la considerazione e l’attenzione che merita.

I cittadini di Ugento chiedono che il verde comunale non sia più trascurato e che si ponga fine a questa situazione di declino. È ora che l’amministrazione comunale agisca con determinazione per proteggere e valorizzare il patrimonio verde della città, dando così un segnale positivo per il futuro di Ugento.

Ripensare il futuro del parco Ozaland Via Teano: una sfida per Ugento

Nel contesto di Ugento si staglia un’opera pubblica che dovrebbe rappresentare la promozione del territorio e la valorizzazione dei prodotti tipici, ma che al momento si trova nel mezzo di un dibattito acceso e di un degrado inarrestabile.

Il parco giochi di Via Teano, conosciuto anche come Parco Ozaland, è stato al centro delle discussioni, con il consigliere comunale di minoranza Tiziano Esposito che ha sollevato questioni cruciali riguardo al suo futuro e al suo stato attuale.

L’opera in questione, che ha richiesto un investimento di oltre 55.000 € di fondi pubblici, avrebbe dovuto rappresentare un luogo di aggregazione, svago e promozione culturale per i residenti ei visitatori di Ugento. Tuttavia, il degrado e il pericolo in cui versa il parco hanno oscurato l’obiettivo originario, sollevando dubbi sull’efficacia della sua gestione e manutenzione.

Dopo numerose sollecitazioni da parte di Tiziano Esposito e del suo gruppo politico, durante l’ultimo consiglio comunale si sono finalmente avute risposte. L’emergenza è stata affrontata e la richiesta di mettere in sicurezza l’area è stata presa in considerazione. L’erba secca, alta un metro, rappresentava un potenziale rischio sia per l’ambiente circostante che per le strutture presenti. Le foto allegate alle dichiarazioni testimoniano chiaramente la situazione di abbandono in cui il parco è stato lasciato.

L’aspetto più interessante della situazione è l’annuncio che il parco verrà affidato all’associazione “Amici di Mauro” di Ugento. Questa decisione rappresenta un passo avanti verso il recupero e il ripristino dell’area, ma solleva anche interrogativi sulla gestione futura. È noto che in una precedente procedura di gara per la gestione, l’associazione si era classificata in seconda posizione, mentre il primo classificato aveva disatteso i propri obblighi, portando la piazzetta ad affrontare il degrado attuale.

Un punto cruciale che emerge dalle dichiarazioni di Tiziano Esposito è la necessità di una vigilanza costante sulla situazione. L’assegnazione attuale avrà validità fino al 10 novembre 2023, dopodiché l’area tornerà sotto la giurisdizione diretta del Comune di Ugento. Questo significa che c’è un periodo limitato di tempo per assicurare la continuità nella gestione e per garantire che il parco giochi non torni nell’oblio.

La sfida che si prospetta è quella di rendere il Parco Ozaland Via Teano un luogo di orgoglio per la comunità. Questo non solo richiede la messa in sicurezza e il restauro delle strutture esistenti, ma anche una strategia a lungo termine per la sua gestione, manutenzione e promozione. Coinvolgere la comunità, le associazioni locali e gli stakeholder è essenziale per assicurare che il parco giochi diventi un’attrazione vivace e dinamica, in grado di attirare non solo i residenti, ma anche i turisti che visitano Ugento.

Le dichiarazioni del consigliere comunale di minoranza Tiziano Esposito gettano luce su una problematica che va ben oltre il semplice stato di degrado del Parco Ozaland Via Teano. Queste parole richiamano l’attenzione su una necessità urgente di ripensare il futuro di questo spazio pubblico, garantendo che il suo potenziale di promozione culturale, aggregazione sociale e valorizzazione dei prodotti tipici sia finalmente realizzato. La collaborazione tra le parti coinvolte, l’impegno delle autorità locali e il coinvolgimento attivo dei cittadini saranno i pilastri su cui costruire un futuro luminoso per il parco e per Ugento nel suo insieme.

PARCO (OZALAND) VIA TEANO. QUALE FUTURO? PARTE DUE

Come descritto altre volte, abbiamo portato all’attenzione dei nostri governanti, lo stato di degrado e pericolo in cui versa il parco giochi di via Teano.

Un’opera pubblica costata oltre 55.000 € di fondi pubblici che sarebbe dovuta servire per la promozione del territorio e la valorizzazione dei prodotti tipici. Ma come ben noto a tutti, la struttura versa in condizioni precarie da diverso tempo.

Dopo due Interrogazioni, abbiamo avuto, finalmente, delle risposte nell’ultimo consiglio comunale.

Abbiamo chiesto con URGENZA, di mettere in sicurezza l’intera area, sfalciando l’erba secca ormai alta un metro e che avrebbe potuto provocare dei danni seri nel contesto urbano in cui si trova il parco e alle attrezzature presenti. Le foto in allegato dimostrano come le segnalazioni, anche se non con sollecitudine, vengo accolte.

L’amministrazione riferisce che ora il bene verrà affidato all’associazione Amici di Mauro di Ugento, che in una precedente procedura di gara per la gestione, si era classificata in seconda posizione.

Il primo classificato, invece, non aveva ottemperato ai suoi obblighi lasciando la piazzetta nella situazione di degrado in cui attualmente si trova.

Continueremo a vigilare, soprattutto perché l’attuale assegnazione avrà effetto sino al 10/11/2023, dopo di che l’area in questione tornerà nella piena disponibilità del Comune di Ugento. Pertanto è opportuno che ci si attivi sin da ora per garantire la continuità nella gestione.

il testo del post fb

Gemini come il terzo mondo. Case popolari fatiscenti ed enormi disagi

Gemini Frazione di Ugento: La disperata lotta contro il degrado delle case popolari.

La frazione di di Gemini a Ugento, più precisamente la zona delle case popolari, è stata avvolta da un manto di degrado e trascuratezza che sembra non avere fine. Le promesse di ristrutturazione da parte di Arca Sud, datate più di un anno fa, sembrano essere evaporate nel nulla, lasciando i residenti costretti a vivere in condizioni inumane e prive di dignità. La situazione delle case popolari è diventata ormai insostenibile, e il dolore e la rabbia dei cittadini crescono con il passare dei giorni.

Una palazzina di edilizia popolare sita a Gemini è diventata il simbolo di questo triste scenario. Si tratta di un luogo fatiscente, dove il riscaldamento non funziona e le infiltrazioni d’acqua rendono le scale una trappola mortale. I topi hanno preso il sopravvento, dimostrando una sorprendente capacità di adattamento all’ambiente degradato in cui si trovano. Ancor più allarmante è l’utilizzo delle cantine, trasformate in magazzini di refurtiva, simbolo della perdita di controllo dell’ordine pubblico e della sicurezza della zona.

Il sindaco di Ugento, Salvatore Chiga, sembra aver voltato le spalle ai cittadini di Gemini, almeno a giudicare dalle esperienze che abbiamo potuto raccogliere sentendo alcuni abitanti del posto. Nonostante le continue richieste di intervento, non si è mai recato sul posto per un sopralluogo e ha ignorato le grida di aiuto provenienti dalla comunità. Questo atteggiamento di indifferenza ha amplificato la disperazione dei residenti, lasciandoli con un senso di abbandono e di impotenza di fronte a una realtà sempre più difficile da sopportare.

Le infrastrutture di base rappresentano uno degli aspetti più critici di questa situazione. La caldaia condominiale è fuori uso da anni, lasciando i residenti senza un adeguato sistema di riscaldamento, soprattutto nelle gelide giornate invernali. I citofoni guasti da tempo immemore rendono difficile la comunicazione tra i residenti e gli ospiti, contribuendo ad aumentare la sensazione di isolamento. La cupola bucata che sovrasta le scale è diventata un simbolo del degrado che colpisce l’intero complesso abitativo, permettendo alla pioggia di penetrare impunemente nelle abitazioni.

La situazione peggiore di tutte è forse rappresentata da una casa murata e abbandonata. Questa immagine drammatica è la prova tangibile di quanto questa comunità sia stata dimenticata e trascurata dalle istituzioni. Mentre la domanda di abitazioni cresce a livello nazionale, vedere un edificio vuoto e inutilizzato è un colpo al cuore per i residenti di Gemini, che lottano per avere un tetto sopra la testa.

Il quartiere di Gemini merita rispetto e attenzione. Non possono essere ignorate le condizioni disumane in cui si trovano i cittadini di questa frazione di Ugento. È necessario un intervento immediato e concreto da parte delle autorità competenti per porre fine a questa emergenza sociale e restituire dignità agli abitanti di Gemini. Ristrutturazioni a lungo termine, manutenzione delle infrastrutture, e un maggiore coinvolgimento della comunità sono tutti passi fondamentali per ripristinare un ambiente abitativo sicuro, sano e dignitoso. Solo attraverso uno sforzo collettivo e un’impegno reale delle istituzioni sarà possibile cambiare il destino di Gemini e garantire un futuro migliore per chi vi abita.

L’accusa dell’opposizione: Ozaland un parco da 55mila euro abbandonato

Il gruppo consigliare Uniti verso il Futuro ha pubblicato sulla propri pagina Facebook due foto esplicative dello stato dei luoghi attuale del parco di via Teano, noto come Ozaland, costato 55mila euro nell’ultimo intervento di recupero finanziato dal GAL Capo di Leuca.

PARCO (OZALAND) VIA TEANO: QUALE FUTURO?

Anche quest’opera pubblica, realizzata con i soldi di tutti noi contribuenti, risulta completamente abbandonata ed in una situazione di totale degrado ed incuria.

Un’opera che è costata oltre 55.000 euro (fondi del GAL Capo di Leuca) e che sarebbe dovuta servire per la promozione del territorio e la valorizzazione dei prodotti tipici, ora invece rappresenta un rischio per l’incolumità pubblica sia per la presenza di rifiuti di ogni tipo, sia per l’insistenza di strutture precarie a rischio crollo.

Uno dei tanti sperperi di denaro pubblico nella nostra Ugento!!

Ne abbiamo chiesto conto all’Amministrazione Comunale. Speriamo che abbia almeno l’attenzione di darci una risposta.

Vi terremo informati!!

il testo del post
una foto tratta da google maps di settembre 2022

Che fine hanno fatto le foto trappole di Ugento?

Sono in tanti a chiederselo soprattutto dopo aver letto i risultati pubblicati da altri comuni come quello di Galatina che solo nell’ultimo semestre ha potuto rilevare 31 illeciti sollevando altrettanti verbali, ma anche Copertino, Salve etc.

E A Ugento? Come molte volte accade nel nostro paese non è consentito conoscere i risultati di un investimento pagato a peso d’oro dalle tasche dei contribuenti, così come già scritto nell’articolo che, ormai sei mesi fa, raccontava dell’affidamento di alcune foto trappole in uso al Comune di Ugento ad una ditta di Racale, per l’importo tale di 31 mila euro.

L’accordo prevedeva la redazione di un report trimestrale che riportasse i dati e i risultati di questa gestione così onerosa. Ad oggi, però, nessuno ha avuto la possibilità di prendere visione di questi report, che qualora esistessero, il Comune di Ugento non ha provveduto a pubblicare. Proprio per questo come associazione Officine Multimediali, con la quale già ci eravamo messi a disposizione del comune per la gestione gratuita delle foto trappole, abbiamo provveduto a protocollare una richiesta per poter prendere visione di questi report. Ad oggi, però, nessuna risposta è giunta dal sindaco del Comune di Ugento

richiesta-report-fototrappole

Tutto questo mentre il territorio di Ugento continua ad essere interessato da centinaia di cumuli di rifiuti speciali che piano piano stanno diventando vere e proprie discariche abusive, nel totale disinteresse di comune e delle istituzioni che guardano al nostro territorio solo ed esclusivamente con l’arrivo della bella stagione. Eppure di legalità non basta solo parlare nei salotti a favore di telecamere, la legalità va promossa e attuata tutti i giorni con i nostri comportamenti, iniziando dal primo cittadino Salvatore Chiga, che continuando a non rispondere alle nostre legittime richieste non fa altro che vilipendere la cultura stessa della legalità.

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