Ancora un errore nella promozione del patrimonio storico ugentino

Molto attiva negli ultimi giorni la pagina Facebook della lista Uniti verso Il futuro dal quale abbiamo appreso di un errore che assomiglia molto a quanto successo quest’estate, quando la torre di Torre Mozza prese magicamente nuove forme nella locandina pubblicitaria di uno degli eventi legati al calendario della bandiera blu.

Questa volta a essere storpiata è la mappa del centro storico del comune di Ugento, in cui magicamente il Museo, la Biblioteca e la sala dell’ex chiesa di S.Filomena assumono nuove locazioni. Un errore provocato probabilmente con la scarsa familiarità con il nostro comune di chi ha realizzato fattivamente la grafica con il quale l’amministrazione di Ugento ha pubblicizzato la riapertura del museo, arrivata a quasi 4 anni dalla sua chiusura avvenuta in seguito al rinnovo del bando di gestione disegnato dall’ultima amministrazione guidata da Massimo Lecci.

TROVA LE DIFFERENZE!

.

Dopo lo strafalcione della scorsa estate con la Torre Mozza sbagliata, ora, chi si occupa della comunicazione ufficiale del Comune ha deciso di deliziarci con questo classico passatempo… dimostrando ancora una volta di non conoscere il nostro territorio! Se la gestione dei Beni e della comunicazione ufficiale fosse “Ugentina” probabilmente tutto questo non sarebbe accaduto!

Ugento spende 23 mila euro per un terreno agricolo in via Casarano

Una storia che parte da lontano quella dei campi da tennis di via Casarano, vicenda che parte nel 206, quando i Carabinieri di Ugento in seguito ad un apposito sopralluogo, accertavano che su un terreno agricolo ubicato in prossimità della S.P. n. 72 Ugento – Casarano, di proprietà della Sig.ra Antonaci Delia, erano stati eseguiti, abusivamente, perché in totale assenza di titolo abilitativo edilizio, diversi lavori di costruzione all’interno di una vasta area recintata con conci di tufo, sul cui cancello di ingresso veniva collocato un cartello con la scritta “Circolo amici del tennis – Scuola Tennis”.

In quell’occasione i carabinieri accertarono come, entro la suddetta area recintata, erano stati realizzati alcuni campi da tennis in terra battuta (due già utilizzabili, altri ancora incompleti, ma perimetrali da recinzione in muratura), dei locali igienici in muratura e solaio in latero – cementizio, costituiti da otto docce, n. 2 wc e due disimpegni, un locale bar della superficie di mq 43 già completato, alcune superfici pavimentate, un viale d’accesso ed una zona parcheggio a servizio delle strutture sportive ed altre opere pertinenziali.

Fu così che la sentenza derivante dal procedimento avviato dal controllo dei militari, vide la proprietà soccombente e condannato all’ammenda di 21 mila euro, senza considerare che la sentenza di condanna in questione disponeva, altresì, la demolizione del complesso edilizio abusivamente realizzato nel termine di 90 giorni dal suo passato in giudicato a cui l’interessata non ottemperava.

Un procedimento che comunque non impedì all’allora sindaco Massimo Lecci di presenziare ad un evento proprio all’interno di quel circolo che si sapeva già abusivo.

Il comune di Ugento accertato che le opere non erano state demolite, ha proceduto dunque ad acquisire l’intera area, inglobandola nel proprio patrimonio e con delibera di Consiglio Comunale n. 15 del 25.05.2020 si dichiarava l’esistenza di prevalenti interessi pubblici al mantenimento dei suddetti manufatti abusivi e si disponeva la trascrizione nei registri immobiliari delle opere edili in questioni insistenti presso l’unità immobiliare situata in Contrada “Parati” sulla S.P. n. 72 Ugento/Casarano.
con delibera di Giunta Comunale n. 132 del 13.06.2022, ai fini della partecipazione al PNRR, Missione 5, Componente 3, Linea di intervento 1.1.1, è stato approvato, in linea tecnica, lo Studio di fattibilità tecnica ed economica dell’intervento di messa a norma, riqualificazione e rifunzionalizzazione dell’impianto sportivo ubicato sulla S.P. 72 Ugento – Casarano in Ugento, redatto dall’Ing. Luigi ROSSETTI, dell’importo complessivo di € 370.000,00.

Proprio questo progetto ha individuato l’utilità di questo terreno, che oggi il Comune di Ugento ha provveduto ad acquistare per l’importo di 23 mila euro dal sig. Casciaro Marino. Una decisione affrontata anche in consiglio comunale e che non ha mancato di sollevare alcuni dubbi, riferiti soprattutto al prezzo del suolo e alla convenienza dell’acquisto di un’area che molto probabilmente verrà espropriata per l’allargamento della sp 72, da tanti auspicato da ormai anni.

È utile far notare come il progetto da 370 mila euro per la riqualificazione di quest’area è in questo momento meramente sulla carta, dovendo attendere il conferimento di un finanziamento PNRR che ha davvero poche speranze di poter andare in porto.

La domanda che tutti si pongono è dunque la solita: si tratta di una spesa davvero irrinunciabile o dell’ennesimo regalo all’amico di turno?

acquisto-suolo-via-casarano-campo-da-tennis

In consiglio comunale l’assessore Lecci così si è espresso:

Prendo la parola anche perché, come si ricorderà se non altro il Consigliere De Nuzzo e la Consigliere Musarò, per quel bene ce ne occupammo nella precedente consiliatura con non poche polemiche. In quella fase, nella ricostruzione storica di quella procedura, il Consiglio Comunale approvava con Delibera n. 15 del 25 maggio 2020 l’interesse pubblico al mantenimento di quegli edifici che erano stati costruiti abusivamente, cioè anziché demolirli abbiamo acquisito il mantenimento. Prima di andare in Consiglio Comunale noi approvammo, anzi insieme a quella Delibera approvammo lo studio di fattibilità dell’Ingegnere Rossetti che era stato appositamente incaricato per fornire gli elementi all’Assise per determinarsi in merito, quindi con quella approvazione dello studio di fattibilità, che era funzionale alla dichiarazione dell’interesse pubblico e al mantenimento di quei manufatti, approvavamo anche la stima dei terreni. Naturalmente, che cosa è accaduto? Che nel frattempo con Delibera n. 132 del 13 giugno 2022 la Giunta Comunale approvava in linea tecnica e candidava ad una apposita linea di finanziamento del PNRR il più volte richiamato intervento per l’importo di 370 mila Euro, quindi diciamo che c’è pendente una richiesta di finanziamento nell’ambito di una delle linee del PNRR. Proprio perché conosciamo le tempistiche il Consiglio Comunale il 31 maggio del 2022 aveva approvato un primo stanziamento di 15 mila Euro funzionale all’acquisto di quel terreno, quindi non c’è nulla di nuovo sotto il sole, l’acquisto di 15 mila Euro della particella 293 era stato regolarmente previsto nel Bilancio di previsione, quindi è tutto lineare e documentalmente a posto. Come fa sempre l’Ufficio Lavori Pubblici, in questo caso, prima di arrivare ad avviare una procedura di esproprio che è dispendiosa per tutta una serie di elementi contatta il proprietario per cercare di redigere un accordo bonario, accordo bonario che naturalmente partiva da quella stima che era stata approvata due volte, prima Città di UGENTO – Cod. Amm. c_l484 – Prot. n. 0031061 del 14/11/2022 09:51 – ARRIVO Comune di Ugento Seduta Consiliare del 08 Novembre 2022 Redatto da: SiS – Servizi Integrati Stenotipia – 3 dal Consiglio e poi dalla Giunta, sulla base di pareri tecnici, quindi rispettivamente dei referenti di tutti i Responsabili di Settore coinvolti. Quindi, diciamo che sulla congruità espressa in più riprese abbiamo l’ingegnere progettista, abbiamo i Responsabili dei vari Settori che si sono susseguiti e quindi diciamo che viene assorbito, perché qui non si tratta di non acquistare, quando il Consiglio Comunale ha deciso di mantenere quell’impianto aveva previsto l’acquisto di quel terreno, quindi noi stiamo dando attuazione ad uno studio approvato nel 2020. Cosa è successo? Che nella trattativa il proprietario ha detto: “Guardate, nulla osta, però vi faccio presente che ho anche la particella 293 che tutta insieme potrei vendervi a 23 mila Euro”. Questo che cosa determinava, e quindi doveva essere oggetto di una valutazione? Che l’importo a metro quadro scendeva, da 3,28 Euro a metro quadro andava a scendere a 2,47 Euro a metro quadro, siccome è un’area interessante perché se dovesse sorgere un Circolo Tennis con aree di svago e parcheggio le aree sarebbero utili, anche perché noi andremo ad incidere, quell’impianto si trova su una strada provinciale, la Ugento – Casarano, dove per ottenere i vari pareri della Provincia abbiamo bisogno di spazio per poter accedere perché fino adesso era pericolosissimo entrare e uscire da quell’impianto e tutti, siccome so che molti lo hanno frequentato, era pericoloso e forse fuori Legge, nel senso che lì autorizzazioni della Provincia per entrare e uscire non le ha mai chieste nessuno e nessuno mai le ha ottenute. Siccome siamo reduci da tante altre opere dove la Provincia è molto rigorosa, le valutazioni che sono state anche di natura economica è che acquistare i metri quadri in più, che fa scendere in proporzione in modo anche significativo il valore, è stato considerato dall’Ufficio anche positivo. Quindi, siccome il soggetto proponente di questa proposta è l’Ufficio, che mi sembra ci sta sottoponendo una questione importante altrimenti non sarebbe arrivata da noi, da quanto emerge non credo che ci siano elementi ostativi ad un acquisto che proprio perché sono raddoppiati i metri quadri si rende ancora più conveniente, con 8 mila Euro in più andiamo ad acquisire al patrimonio dell’Ente 4.738 metri quadri rispetto alle stime, rispetto ai pareri e tutto quanto il resto. Ripeto, il prezzo scende da 3,28 Euro al metro quadro a 2,47 e nella parte narrativa ed espositiva della Delibera si evince, recita il soggetto proponente, quindi l’Ingegnere Toma, come: . Venendo invece all’eccezione sollevata in ordine alla stima, anche qui bisogna scindere. Generalmente cosa succede? Come abbiamo fatto con l’Alberghiero dove lì è partito tutto un iter un po’ particolare, e anche in altre circostanze, generalmente quando ci si trova dinanzi ad una proposta che arriva ci si esprime in termini di congruità, quindi non si chiede una perizia di stima ma è l’Ufficio che in seguito ad una nota del Presidente della Commissione per la verifica di congruità delle valutazioni tecnico-economico-estimative del 29 gennaio 2020, protocollo n. 8821, comunicava l’abrogazione dell’obbligo a decorrere dall’anno 2020 dell’acquisizione della congruità del prezzo da parte della stessa Agenzia del Demanio ai sensi e per gli effetti dell’Art. 57, comma 2, della Legge 157 del 19 dicembre 2019. Quindi, la congruità sull’importo viene assorbita dal tecnico progettista, dai Responsabile di Settore e teniamo presente che non vi è più alcun obbligo di chiedere la valutazione di congruità perché è sopravvenuta questa abrogazione che era stata messa dal Decreto Monti nel 2014 che voleva paralizzare tutti gli acquisti dell’Ente e in parte ci era riuscito. Grazie.

Massimo Lecci in consiglio comunale

Alleghiamo l’intera stenotipia del consiglio comunale, con tutti gli interventi integrali, tra cui quello di Tiziano Esposito, il primo a tornare sull’argomento facendo notare come il Comune di Ugento anche in questa occasione abbia avuto due pesi e due misure, accettando senza controbattere la stima del valore .

Grazie, Assessore, per questo chiarimento. Io ho posto ovviamente il dubbio, il beneficio del
dubbio penso che sia lecito, anche perché stiamo qui proprio per discutere, perché andando ad
acquistare oggi quasi un ettaro di terreno agricolo improduttivo il valore di mercato si aggira al
massimo proprio su 12 mila Euro, giustamente andare ad impegnare 23 mila Euro per un terreno
che sarà poi rifunzionalizzato, per carità, benissimamente, però oggi il valore di mercato prendendo
il valore agricolo medio, fermo al 2015 addirittura, perché se lo andiamo ad aggiornare ancor di più
visto anche la causa della Xylella i terreni risultano pari a zero. Ancor di più, andiamo a creare
anche un precedente per quanto riguarda anche la cosiddetta “stima comparativa” perché un domani
l’Agenzia delle Entrate potrebbe utilizzare questo importo, questo parametro anche per valutare
ulteriori terreni che altri privati andranno ad acquistare creando un precedente, quindi il dubbio è
proprio questo, non è l’utilità del bene, ci mancherebbe, saremo favorevoli, siamo i primi a dire
okay, va bene, però dato che stiamo parlando di finanze pubbliche e se non sbaglio anche di avanzo
di amministrazione impegnato ad acquistare questi due lotti, quando ne richiede soltanto uno, va
bene, magari ci allarghiamo con il progetto, facciamo qualcosa di migliore, però perché andare a
spendere quasi 10 mila Euro in più quando il valore di mercato dice altro? Questa era la mia
domanda iniziale. Ovviamente, poi si cerca di girare dicendo come se fossimo contrari all’opera,
assolutamente no, l’opera ben venga.
Poi ricordiamoci anche l’ultimo aspetto, e poi concludo: c’è una Provinciale, l’avete detto tutti
quanti, domani la Provinciale potrebbe essere allargata e quindi i geometri, gli ingegneri sanno che
c’è anche la possibilità di esproprio, visto e considerato che un lotto ricade proprio a ridosso della
Città di UGENTO – Cod. Amm. c_l484 – Prot. n. 0031061 del 14/11/2022 09:51 – ARRIVO
Comune di Ugento Seduta Consiliare del 08 Novembre 2022

Redatto da: SiS – Servizi Integrati Stenotipia – 6
Provinciale saremo costretti a cedere parte di quel terreno che oggi stiamo comprando a 2,47 Euro
al metro quadrato alla Provincia per un futuro allargamento. Questi sono i dubbi e le perplessità che
penso l’Ufficio avrebbe dovuto porre in essere, sono soldi pubblici, di avanzo di amministrazione
che magari quei 10 mila Euro che saremmo riusciti a risparmiare li avremmo destinati
all’illuminazione natalizia o altro, altri servizi importanti, servizi sociali, eccetera-eccetera. Grazie.

Tiziano Esposito in consiglio comunale
2097342_ATT_000047660_34863

Ugento riaccende le luci, anche di giorno

A più di dieci giorno dall’entrata in vigore dell’ordinanza per il risparmio energetico del Comune di Ugento non si accennano a placare le polemiche sull’illuminazione pubblica.

Alle numerose foto giunte in redazione che raffigurano i diversi angoli completamente oscuri del nostro paese, fanno da contraltare le foto pervenute poche ore fa, che fanno vedere diversi lampioni accesi in pieno giorno.

Sarà forse a causa di questi disservizi che continuano da diversi giorni che il comune ha deciso di cambiare la ditta che fino ad oggi si è occupata della manutenzione della rete di pubblica illuminazione, affidando l’incarico in assegnazione diretta ad una ditta di Gagliano Del Capo con la durata di 9 mesi impegnando l’importo di 21 301.20€.

2050765_ATT_000047354_34531

Esposito scrive al sindaco: situazione insostenibile

Siamo arrivati al quinto giorno di contenimento delle spese legate all’illuminazione pubblica del Comune di Ugento. Come abbiamo precedentemente scritto, il Comune di Ugento ha deciso di emettere un’ordinanza firmata dal sindaco Salvatore Chiga per spegnere gran parte dell’illuminazione pubblica di Ugento, al fine di contenere la spesa per l’energia elettrica che potrebbe velocemente passare dagli attuali 325mila euro ad oltre un milione.

Una decisione che però si sta scontando con il malcontento dei cittadini e con i continui problemi tecnici che stanno lasciando intere zone al buio. Per questo è intervenuto ieri il consigliere di minoranza Tiziano Esposito, che in rappresentanza del gruppo “Uniti verso il futuro” ha ieri protocollato un’interrogazione urgente, da cui si può leggere:

  • l’art. 3 della costituzione cita: Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali
    davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
    opinioni politiche, di condizioni personali e sociali ; motivo per cui si potrebbe
    richiamare una disparità di trattamento tra i cittadini che godono di un servizio
    pubblico e quelli che vengono privati dalla stessa, nonostante entrambi paghino le
    tasse;
  • la sicurezza dei cittadini è una delle priorità che un’amministrazione comunale deve
    perseguire nell’espletamento del proprio mandato;
  • L’illuminazione urbana ha avuto fin da sempre il compito principale di rendere sicura
    la guida dei veicoli e di prevenire la criminalità;
  • Una lampadina può avere il potere di scoraggiare la commissione di un delitto.
  • L’illuminazione delle aree critiche come parchi combinata a un sistema di
    videosorveglianza intelligente sono importantissimi per alimentare la sensazione di
    sicurezza.
  • L’illuminazione di strade e altri luoghi pubblici contribuisce al benessere collettivo
    da più punti di vista. Una buona illuminazione partecipa alla sicurezza di
    automobilisti, motocilisti, ciclisti e pedoni aumentando la visibilità dei percorsi così
    riducendo le possibilità di incidenti. Oltre ad assicurare una maggiore sicurezza negli
    spostamenti, permette di scongiurare atti di microcriminalità e contribuisce al senso
    di sicurezza e di benessere di ognuno.
  • L’illuminazione può dunque alimentare la fiducia dei cittadini verso la città e verso
    le persone che la abitano. Nei casi in cui il progetto dello spazio urbano è pensato
    per la l’incontro e la sosta, l’illuminazione può contribuire potenziando l’esperienza
    dell’immagine notturna, incentivando così la permanenza nel luogo,
    l’interazione tra gli individui e la socializzazione all’interno della comunità urbana.

Considerato altresì che:

  • L’attuazione dell’ordinanza ha ingenerato nella collettività una profonda sensazione di malessere; Dopo la pandemia e l’assoluta mancanza/ assenza di rapporti sociali per l’intero periodo si assisteva ad un timido ritorno alla normalità, l’applicazione dell’ordinanza ci ha inesorabilmente riportati indietro di due anni, periodo in cui stare a casa era sicuramente più sicuro che uscire…
  • nella serata di sabato 01.10.2022 alle ore 20:05 gli anziani presenti nella piazza Pompeo
    Colonna discorrevano seduti sulle panchine al buio più totale, considerato che le uniche
    aree in cui la visibilità è accettabile sono quelle nei pressi delle attività commerciali non
    presenti nel luogo.
  • I ragazzi, minorenni soprattutto, che solitamente circolavano nei pressi del “quadrilatero
    del museo” passeggiavano con le torce dei telefonini accese;
  • Sempre più sono le persone che nelle ore serali passeggiano con i loro animali da affezione;
  • Le strade non dotate di attività commerciali non sono praticabili a piedi, considerato che i
    marciapiedi sono pressoché inesistenti o malconci;
  • La scarsa visibilità può essere causa di incidenti, anche gravi…per i quali l’ente locale
    potrebbe essere chiamato in causa;
  • Dalle ore quattro l’intera illuminazione pubblica è SPENTA;
  • Nella fascia notturna non può essere lasciato un intero territorio completamente al buio. È
    pericoloso per le persone che rientrano da lavoro (basti pensare ai giovani che lavorano nei
    pub e\ ristoranti), per chi si reca a lavoro ad Ugento e non a piedi la mattina presto non
    avendo un mezzo;
  • Le difficoltà riscontrate personalmente dagli operatori ecologici nell’espletare il servizio
    di raccolta dei rifiuti costretti al buio totale;
  • Le piste ciclabili terminate sono prive di segnaletica verticale e le piste ciclabili ancora
    cantiere non in completa sicurezza;
interrogazione-urgente-Ordinanza-del-Sindaco-Salvatore-Chiga-n.-138-del-28.09.2022-signed

Esposito con quest’atto prova dunque a farsi portavoce delle centinaia di persone che hanno manifestato dubbi e perplessità sull’attuazione di questa contestata ordinanza, con più cittadini che hanno proposto raccolte firme e class action per chiedere il ripristino dell’illuminazione e il risarcimento per i danni provocati dal buio in questi giorni.

L’illuminazione pubblica e i nodi che iniziano a venire al pettine

Dopo le polemiche raccontante nel servizio video di ieri, è arrivata la reazione da parte del Sindaco che ha ammesso i disagi, scusandosi con i cittadini che in queste ore stanno subendo dei disagi a causa dell’ordinanza sul risparmio energetico, che ha comportato, tra le altre cose, lo spegnimento pressoché totale del cimitero di Ugento.

Ma non solo, sono in tanti infatti a continuare a inviarci foto delle strade nel buio, al quale si oppongono altre che ritraggono tratti illuminati a giorno.

Una situazione grottesca, figlia della mancata programmazione di un passato che non ha mai pensato all’ordinaria manutenzione dei corpi illuminanti, figuriamoci ad una loro eventuale sostituzione in vista di un forzato ridimensionamento energetico.

Ed è così che i nodi iniziano a venire al pettine, con un impianto di illuminazione pubblica che sconta improvvisamente i mancati investimenti per poter attuare quella tele illuminazione che tante volte abbiamo ascoltato nominare nei consigli comunali di Ugento. Ad oggi purtroppo una rete composta da corpi illuminanti a led e controllabili da remoto rimane solo e soltanto una prospettiva, per non dire una chimera.

Un tema di cui si parla già da tempo, fin dal contestato consiglio comunale del 28 novembre 2009, ma che mai si era reso così urgente e impattante, rilevando negligenze e sottovalutazioni legate al passato, ma che oggi assumono il carattere di notizia, se non addirittura dello scandalo.

Tornando a leggere le stenotipie di quel consiglio comunale, si scopre che il comune di Ugento nel 2009 impegnava più 2 320 000 euro per un contratto stipulato con Telecom che secondo l’allora assessore Carlo Scarcia:

Va bene, mi è chiaro. Allora le rispondo in modo chiaro: questa amministrazione ha deciso una cosa diversa, forse è la prima e unica nella sua storia. Ha deciso non di fare il risparmio energetico, perché, ingegnere, lo vedo riduttivo rispetto a un progetto così come è stato illustrato.
Noi stiamo andando verso una città intelligente o digitale. Stiamo facendo forse ben altro.
Da tener presente: vogliamo conseguire, attraverso la città intelligente o la città digitale, il risparmio energetico. Tutto ciò lo stiamo facendo direttamente. Direttamente significa che nel momento in cui io vado a ridurre il risparmio di quella lampadina, che lei dice al 70%, cioè riduco del 30%… 

Carlo Scarcia, consiglio comunale 28 novembre 2009 in risposta a Luigi corvaglia

Un consiglio comunale che lasciò i sui strascichi, con la minoranza di allora che pubblicò sul periodico Ausentum questo testo:

L’AFFARE TELECOM…. COSA C’È DIETRO?
Premessa: purtroppo saremo molto sintetici per rientrare nelle 3.300 battute concesseci.
L’oggettoil telecontrollo della pubblica illuminazione

In soIdoni da un computer situato sul Comune si possono controllare tutti i pali della pubblica illuminazione sul territorio di Ugento: si può sapere in tempo reale se un palo è rotto e quindi aggiustarlo, si possono trasmettere vari servizi telematici, si può fare risparmio energetico diminuendo la potenza delle lampade (potenza piena per l’8% delle ore notturne; potenza al 70% per il restante 92%).
I numeri

Durata del contratto: 10 anni. Il progetto cosa prevede? La sostituzione di 1.353 lampade a vapori di mercurio con nuove lampade a basso consumo: da sola quest’operazione consente un risparmio del 23%. Il risparmio complessivo telecontrollando le lampade come abbiamo scritto nel paragrafo precedente e stimato a ca. il 50%. Il costo: con un leasing finanziario di 10 anni all’incirca € 2.325.779 iva compresa (e comprese 18 telecamere per la video-sorveglianza).
I problemi. 

Il nostro impianto di pubblica illuminazione è vecchio ed obsoleto. Questo progetto non centra nulla con il suo rinnovo e manutenzione che, come ognuno di noi può osservare, è sempre più urgente e inderogabile. 

Poniamo che il progetto Telecom di tele gestione si faccia. 

Ebbene, per i guasti e la manutenzione ordinaria e straordinaria, che non riguardino le apparecchiature inserite dalla Telecom, il Comune dovrà interessare un altro operatore. Quindi pagare altri soldi. 

È come avere, su un’automobile, il motore di una Fiat 500 e una carrozzeria di una Ferrari: andrà sempre come una 500. 

D’altra parte la stessa Telecom garantisce quel risparmio energetico (50%) partendo dal presupposto che la nostra rete di P.I. sia efficiente. 

Ma il punto è proprio questo: abbiamo una rete fatiscente, quadri vecchi, da cambiare o da ritarare, cavi di sezioni non adeguate e quant’altro (esistono delle stime che solo effettuando queste operazioni si arriverebbe ad un risparmio energetico del 20-25%).
Le domande

Al Comune non conviene, per prima cosa, avere una pubblica illuminazione efficiente? 

Efficienza, che da sola garantirebbe un risparmio considerevole e poi, ma solo successivamente, se il Comune lo ritiene, ma soprattutto se ha i soldi implementare anche la tele gestione dell’impianto? 

Perché per costruire una casa si sta partendo dal tetto e non dalle fondamenta? 

Noi motivi plausibili non né vediamo. Abbiamo qualche sospetto. Mah … come diceva un politico di lunghissimo corso che se ne intende: nella vita a pensar male si fa peccato, ma si azzecca quasi sempre.

Alcuni, in piazza, si divertirono esclamando: “aie rrivare a guerra cu ne manca a luce”. Oggi la guerra pare essere alle nostre porte e quel che sembrava impossibile è ormai una triste realtà. Ma amministrare la cosa pubblica non è come andare a bere al bar, esistono precisi doveri e procedure che dovrebbero permettere di poter essere preparati a tutto. Quei doveri e quelle procedure che, evidentemente, sono mancate ad Ugento negli ultimi 20 anni.

È il caso della proposta che la società EAA presentò nel gennaio 2015 al Comune di Ugento, riguardante proprio l’illuminazione pubblica del nostro paese

Proposta_stradA-1

La proposta consisteva nell’aderire al progetto stradA+ di cui si può leggere nel documento protocollato a gennaio 2015

Il progetto LED stradA+ è una specifica iniziativa di risparmio energetico promossa dalla Società Elettronica Applicazione & Automazione – Società E.S.Co. – indirizzata a tutti i comuni d’Italia, avente come oggetto la distribuzione gratuita* di armature stradali a LED per illuminazione pubblica. Le armature stradali a LED omaggiate all’interno del progetto LED stradA+, permettono alle Amministrazioni Comunali interessate di risparmiare dal 60 al 80% sui consumi di energia elettrica connessi all’illuminazione pubblica, senza che sia necessario effettuare alcun tipo di intervento sugli impianti preesistenti. Basta solo sostituire l’intero corpo lampada tradizionale esistente con la nuova armatura stradale a LED. La gratuità dell’iniziativa è resa possibile con la presenza di investitori che si sostituiscono all’Amministrazione Comunale per l’intervento di sostituzione degli attuali corpi lampada tradizionali con le armature stradali a LED e del programma d’incentivazione nazionale per l’incremento dell’efficienza energetica negli usi finali dell’energia, attuato in seguito all’entrata in vigore dei D.M. del 20/07/2004.
Aderendo al progetto gratuito* LED stradA+, la pubblica illuminazione potrà beneficiare di un consistente abbattimento dei costi energetici oltre che di un evidente ritorno d’immagine generato dalla partecipazione ad un progetto di tutela ambientale e promozione dell’efficienza energetica su scala nazionale e con visibilità europea.
Il progetto LED stradA+ è nato con il preciso intento di fornire una tecnologia ed informazione concreta in risposta alle crescenti preoccupazioni avanzate dalla comunità internazionale in tema di gestione efficiente dell’energia e conseguente riduzione dell’inquinamento ambientale. Gli ambiziosi obiettivi che si prefigge il progetto sono di fatto costituiti da:
messa in efficienza, attraverso l’utilizzo di armature stradali a LED, degli impianti di illuminazione
pubblica presenti sull’intero territorio nazionale entro il 31 DICEMBRE 2015;
informazione ai gestori e proprietari degli impianti, di adottare comportamenti virtuosi ad ampio
raggio per ridurre i consumi energetici, grazie al nostro supporto tecnico ed informatico ed al
materiale informativo distribuito;
dare inizio ad un percorso di collaborazione con le strutture aderenti per la sensibilizzazione della
collettività e l’implementazione dei principi di sostenibilità ambientale.

Un sistema adottato già in altre amministrazioni sparse in tutta Italia e che a regime avrebbe potuto portare un risparmio dal 60% fino ad arrivare nella migliore delle ipotesi al 80%, abbattendo l’attuale spesa per l’illuminazione pubblica che ammonta a circa 325mila euro annui, con la prospettiva di vedere questa cifra lievitare oltre il milione di euro.

TRIFOLDER-2015_Def

Ad oggi nessuno ha risposta alla società proponente.

Stessa ditta ma a metà prezzo: anche Taurisano affida le fototrappole

Anche il Comune di Taurisano ha scelto di affidare il delicato compito di gestire 6 fototrappole alla ditta Vitruvio, la stessa che nei mesi scorsi ha sottoscritto un accordo da 32 mila euro con il Comune di Ugento. Qui però stiamo parlando di un affidamento avvenuto alla metà dell’importo speso dai cittadini di Ugento.

determina_n_10-fototrappole-a-taurisano

Il comune di Taurisano ha quindi scelto di affidare il servizio per la gestione di 6 fototrappole al costo di 7960.00€ annui contro i 15723.36€ spesi dal Comune di Ugento per il medesimo servizio che prevede la gestione dello stesso numero di fototrappole oltre i servizi accessori.
Stesso servizio, stessa ditta ma importo diverso quindi per i due comuni messapici.

Un importo che sembra essere più attinente al mercato rispetto ad una cifra, quella di Ugento, sembrata fin da subito spropositata, come riportato nell’articolo di questa testata datato 15 luglio 2022

1972625_ATT_000046816_33914-gestione-fototrappole

Resta da capire perché una differenza di prezzo così consistente per il medesimo servizio. Una differenza che sicuramente non può essere giustificata dalla differenza territoriale tra i due comuni, trattandosi di una differenza di oltre 7mila euro l’anno.

Perché Ugento si sta trasformando in una discarica a cielo aperto?

Una situazione sfuggita di mano e di cui è impossibile ormai far finta di nulla. Iniziato tutto con l’approvazione dell’ultimo bando per la gestione della raccolta dei rifiuti, oggi il territorio di Ugento si lecca le ferite causate da una gestione scellerata del territorio e delle sue risorse.

Ma di chi è veramente la colpa di tutto questo? Possiamo davvero continuare a raccontarci la favola dei turisti sporcaccioni? Gli stessi turisti a cui poi facciamo le feste sull’altare della nostra economia turbo-turistica.

Ma la colpa, a ben vedere, è di altri e si spiega molto semplicemente nella lettura del contratto di appalto della gestione dei rifiuti dell’ARO LE/10 di cui Ugento fa parte, un bando che sembra scientificamente scritto per poter avvantaggiare e far arricchire le aziende di raccolta rifiuti a discapito del territorio e dei cittadini di Ugento.

L’esempio più lampante è sicuramente la gestione degli eco centri di Ugento, in questo momento utili solo ad assumere altro personale a cui era stato promesso il posto in campagna elettorale, ma che sicuramente non servono a espletare la loro funzione primaria, quella cioè di raccogliere tutti i rifiuti che i cittadini più volenterosi e attenti scelgono di portare.

A chi di noi non è capitato almeno una volta di dover andare a smaltire qualcosa presso l’eco centro comunale? Un’avventura che sembra quasi una corsa ad ostacoli, tra controlli, postille ed eccezioni che di fatto, rendono impossibile il conferimento della maggior parte dei rifiuti. È infatti impossibile scaricare rifiuti se:

  • Ci si reca presso l’eco centro con un mezzo che non sia la propria auto (e solo quella essendo i mezzi commerciali vietati)
  • se i rifiuti da conferire non sono perfettamente separati ed identificabili
  • se si vuole conferire un rifiuto speciale

Con il regolamento che impone le seguenti regole:

  • richiedere, a chiunque abbia intenzione di conferire i propri rifiuti presso il Centro di Raccolta, documento di identità in modo da verificarne i requisiti per l’accesso di cui al successivo art. 6; ha, inoltre, facoltà di registrare le generalità e la targa del mezzo dell’utente che accede al Centro;
  • accertare, a seguito di un esame visivo, l’idoneità dei rifiuti conferiti, assicurando la loro collocazione in aree distinte del centro per flussi omogenei, attraverso l’individuazione delle loro caratteristiche e delle diverse tipologie e frazioni merceologiche, separando i rifiuti potenzialmente pericolosi da quelli non pericolosi e quelli da avviare a recupero da quelli destinati allo smaltimento;
  • di negare l’assenso allo scarico per quel rifiuto che non presenti caratteristiche adeguate all’avvio al recupero cui dovrà essere destinato;
  • di non consentire l’accesso ai veicoli qualora se ne ravvisi la necessità, così come specificato nel successivo art. 6;
  • fornire assistenza all’utenza al momento del conferimento e sensibilizzarla ad un corretto e maggiore conferimento differenziato di rifiuti.

Ma allora una persona che deve smaltire regolarmente dei rifiuti che non rientrino nei crismi prescritti dal regolamento come può fare? Alla precisa domanda, nell’eco centro nessuno sa rispondere, e litigandoci (anche parecchio) si finisce sempre con la solita frase: chiama il numero verde e chiedi. Peccato che questo numero , tra l’altro, non risponda più ormai da un paio di mesi.

A questo punto scatta la classica domanda: ma allora dove vado a buttare tutto questo? La risposta che ci è stata data in tutti e tre gli eco centri ugentini è sempre stata la medesima:

Dove vuoi ma non qua!

Dobbiamo quindi ringraziare per questa situazione in primis l’assessore all’ambiente Massimo Lecci, che da ex sindaco e detentore della della delega all’ambiente ormai da oltre 20 anni consecutivi, è stato colui che in prima persona ha seguito questa faccenda e il bando per l’assegnazione di un servizio che, ricordiamolo, costa ai cittadini di Ugento circa 250 mila euro al mese.

Ma perché non favorire l’accesso di tutti, indipendentemente da residenza e posizione fiscale, presso gli eco centri comunali? Non sarebbe interesse pubblico evitare il formarsi di continue discariche abusive nelle periferie dei nostri centri abitati? La risposta è no, ed è presto detto il perchè.

Come già detto in altri articoli, la raccolta dei rifiuti abbandonati lungo le strade e nelle campagne non rientra nell’appalto di gestione della raccolta dei rifiuti. Questo significa che si tratta di un servizio fatturato a parte da parte della stessa azienda che gestisce gli eco centri.

Non ci vuole un esperto di economia politica, dunque, per capire che l’azienda è economicamente spinta a non far funzionare gli eco centri, con le discariche abusive che stanno diventando un capitolo di incasso determinante nei bilanci di aziende che, sulla carta, si sono impegnate in ribassi a loro dire sostenibili.

La soluzione dunque esiste ed è totalmente appannaggio delle istituzioni pubbliche: rivedere il capitolato d’appalto, magari con la stesura di un altro ex-novo, dove vengano riviste le politiche gestionali degli eco centri e dove rientrino nella normale gestione anche gli interventi di raccolta rifiuti lungo strade e campagne. In questo modo sarebbe in primis la ditta gestire il servizio ad avere l’interesse economico a non far creare discariche abusive in tutto il territorio.

Una soluzione semplice, che richiede solo ed esclusivamente una cosa: la volontà politica di salvare Ugento dalla monnezza.

regolamento_centro_di_gestione_rifiuti

Exit mobile version