La Mannoia passa, i rifiuti no: la situazione un anno dopo

L’estate di Ugento sta lasciando dietro di sé un sapore dolce-amaro: il concerto di Fiorella Mannoia, che lo scorso anno aveva sollevato non poco clamore e polemiche, sembra essere solo uno sbiadito ricordo.

L’amministrazione comunale, con un generoso contributo di 15 mila euro e biglietti venduti a oltre 100 euro l’uno, aveva descritto l’evento come un grande passo per rilanciare l’immagine turistica di Ugento, promettendo una rinascita che avrebbe dovuto attrarre turisti e rivitalizzare l’economia locale.

Oggi, a distanza di un anno, la realtà del territorio sembra non aver subito cambiamenti significativi. Le marine di Ugento, invece di essere adornate da una nuova luce di prosperità, sono rimaste sommerse dai rifiuti. Le spiagge, un tempo fiore all’occhiello del nostro comune, sono invase da sacchetti di plastica, bottiglie e altri detriti che contrastano fortemente con l’immagine patinata di un litorale pulito e accogliente. I dati turistici, per giunta, confermano un calo delle presenze, smentendo le promesse di un’impennata di visitatori grazie al tanto decantato evento.

Un cumolo di rifiuti a T.S.Giovanni

Ma il problema non è solo il disastro ambientale. Quello che emerge con chiarezza è un modello di gestione pubblica che sembra favorire sempre le stesse realtà esterne, piuttosto che investire direttamente nella nostra comunità. Il concerto della Mannoia, sebbene apparisse come una grande opportunità, ha in realtà sollevato interrogativi su come vengono spesi i soldi pubblici. I benefici, infatti, sono sembrati circoscritti a pochi e non hanno prodotto i risultati sperati per la collettività.

Un esempio eclatante di questa dinamica è rappresentato dalla Festa dello Sport di Ugento, organizzata con una cifra di 5 mila euro (totalmente coperti dal Comune di Ugento) da un’associazione di Taurisano. Ancora una volta, i fondi pubblici hanno alimentato eventi gestiti da enti esterni, mentre le realtà locali rimangono spesso escluse da tali opportunità. Questo modello di gestione solleva domande fondamentali su chi realmente beneficia degli eventi finanziati con denaro pubblico e se tali investimenti producano risultati tangibili per la comunità. Tutto questo mentre storiche società sportive del luogo soffrono la totale mancanza di contributi pubblici nonostante le importanti manifestazioni organizzate a Ugento.

Il grande evento della Mannoia, quindi, sembra essere stato un esempio di come la pianificazione estemporanea, vista più come una vetrina per pochi piuttosto che come una reale opportunità di sviluppo, possa non risolvere i problemi strutturali. Le promesse di rinascita sono rimaste tali e il problema dei rifiuti, lungi dal risolversi, è diventato un simbolo della scarsa efficacia delle azioni intraprese.

Nel contesto di un investimento di tale entità, è lecito chiedersi se l’amministrazione comunale non avrebbe potuto orientare le risorse verso iniziative con un impatto più diretto e duraturo. Azioni concrete, come il miglioramento della gestione ambientale e investimenti in progetti locali, potrebbero non solo avere un impatto più significativo, ma anche contribuire a una visione a lungo termine per il nostro territorio.

Mentre la Mannoia è passata e le polemiche si sono smorzate, la spazzatura resta una realtà tangibile e costante. È tempo di rivedere le strategie e chiedersi se l’attenzione a eventi di grande richiamo possa essere sostituita da una gestione più oculata e sostenibile. Solo con una pianificazione adeguata e un vero impegno verso la cura del territorio si potrà garantire un futuro migliore per Ugento, lontano dai rifiuti e dalle illusioni.

PEF 2024: per Esposito è l’emblema del fallimento

Ugento, 20 luglio 2024 – Il consigliere comunale di minoranza Tiziano Esposito ha lanciato un duro attacco all’amministrazione comunale di Ugento, definendo il Piano Economico Finanziario (PEF) 2024 come l’emblema di un fallimento nelle politiche ambientali e nella gestione dei servizi essenziali. In un post pubblicato sui social media, Esposito ha evidenziato diverse criticità che, a suo dire, sono sotto gli occhi di tutti da anni.

Esposito non usa mezzi termini:

“Il Comune di Ugento ha dimostrato ancora una volta di non conoscere nemmeno gli importi dovuti al gestore del servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti”.

Secondo il consigliere, l’amministrazione ha inizialmente creduto di dover riconoscere un aumento del canone di ben 252.816,37 € in un solo anno, per poi accorgersi dell’errore macroscopico. “È una dimostrazione lampante di gestione confusa e incompetente”, ha aggiunto Esposito, domandandosi provocatoriamente come sarebbero stati gestiti i fondi se fossero stati soldi propri.

Il quadro dipinto da Esposito non è rassicurante. Il consigliere di minoranza denuncia una negligenza evidente nella gestione delle aree pubbliche, con erbacce sui marciapiedi che hanno raggiunto il metro di altezza, caditoie trasformate in aiuole e contenitori sul lungomare stracolmi di rifiuti. “Il Comune non conosce nemmeno quali servizi sono previsti nel contratto”, ha dichiarato Esposito, criticando l’amministrazione per tentare di correre ai ripari solo in piena stagione estiva, quando il degrado è ormai evidente a tutti.

Un altro punto cruciale sollevato da Esposito riguarda l’aumento dei costi previsti dal PEF 2024, che passano da 4.180.501 € a 4.560.289 €, un incremento di circa 400.000 €. “Questo aumento è il risultato di una gestione pessima, con una raccolta differenziata al di sotto dei limiti di legge e alti costi di smaltimento in discarica”, ha affermato Esposito. Egli accusa l’amministrazione di utilizzare 400.000 € di avanzo di amministrazione per coprire queste inefficienze, soldi che, a suo dire, avrebbero potuto essere destinati a decoro urbano, manutenzione delle aree verdi e miglioramento delle infrastrutture stradali.

La critica di Esposito si fa ancora più severa quando parla degli obiettivi mancati. Ugento è stato inserito nella lista nera dei comuni della Puglia che non raggiungono gli obiettivi di raccolta differenziata. “Mentre i comuni vicini superano il 70% e ricevono contributi economici, Ugento rimane fermo, senza nemmeno un euro”, ha osservato Esposito.

Esposito ha concluso il suo post con una promessa:

“Continueremo a vigilare per evitare ulteriori sprechi di denaro pubblico e per garantire che le opere promesse vengano finalmente realizzate”.

Il consigliere ha ribadito che l’amministrazione deve rispondere delle proprie inefficienze e dei danni arrecati alla comunità. Il dibattito sul PEF 2024 è destinato a continuare, con l’opposizione pronta a tenere alta la guardia sulle scelte dell’amministrazione comunale di Ugento.

IL MANIFESTO SULL’ECOTASSA APPARSO IN QUESTE ORE

Ecotassa al massimo per il Comune di Ugento: un grido di protesta dalla minoranza consiliare

Nell’ormai consueto susseguirsi di note e comunicazioni ufficiali, il Comune di Ugento si trova nuovamente al centro di un dibattito acceso e controverso. Questa volta, è il consigliere comunale di minoranza Tiziano Esposito a porre sotto i riflettori una questione che tocca da vicino i cittadini: l’ecotassa.

Con una percentuale di raccolta differenziata che non raggiunge l’obiettivo del 65% previsto dalla Legge, il Comune di Ugento si attesta al 63,53%, anche se una revisione attenta rivela che la percentuale reale è ancor più bassa, fermandosi al 62,77%. Questo dato, sebbene possa sembrare marginale a prima vista, ha conseguenze rilevanti per tutti i residenti.

Il motivo? La Regione applica ad Ugento l’ecotassa massima, considerandola uno dei “paesi cattivi” che non rispettano gli standard stabiliti. Ciò significa una tassa più pesante per i cittadini nel 2024, senza che ciò si traduca in un miglioramento tangibile dei servizi comunali o della qualità dell’ambiente.

Il manifesto redatto da Esposito non manca di evidenziare le potenzialità inespresse nel migliorare la gestione dei rifiuti. Si citano esempi eloquenti di investimenti pubblici che, pur essendo stati realizzati, non hanno mai visto la luce operativa. Il centro del riuso presso l’ecocentro, il sistema di pesatura dei conferimenti dei rifiuti e il centro di compostaggio elettromeccanico di Torre San Giovanni sono solo alcuni dei progetti costosi e rimasti inutilizzati nel corso degli anni.

Ma la questione non si esaurisce qui. Esposito denuncia un’assenza di volontà politica nell’Assessorato all’Ambiente, che sembra non considerare la gestione dei rifiuti come una priorità. Questo atteggiamento, secondo il consigliere, si traduce in un perpetuarsi delle inefficienze amministrative, con i cittadini costretti a pagare il conto attraverso le proprie tasse.

In chiusura, Esposito richiama alla mente una celebre battuta di Totò, l’indimenticabile attore napoletano, adattandola al contesto attuale: “ed io pago! ed io pago!!!” Una frase che, sebbene carica di ironia nel suo contesto originale, qui acquista una risonanza amara e tragica, poiché mette in luce la frustrazione e l’impotenza dei cittadini di fronte ad una gestione amministrativa che sembra non tener conto dei loro interessi primari.

Il manifesto di Esposito rappresenta un grido di protesta e di denuncia nei confronti di un’amministrazione comunale che sembra negligere i doveri verso i cittadini e l’ambiente, relegando la tutela del territorio e la gestione dei rifiuti a un ruolo secondario. Resta da vedere se questa voce solitaria riuscirà a catalizzare l’attenzione e a innescare un cambiamento concreto e positivo per la comunità di Ugento.

ECOTASSA AL MASSIMO PER IL COMUNE DI UGENTO
TASSA PER I CITTADINI SEMPRE PIU’ CARA!!!
Anche per l’anno 2023 il Comune di Ugento, come certificato con la nota inviata dal Sindaco ad Arpa Puglia il 31 gennaio scorso, non ha raggiunto l’obiettivo di raccolta differenziata del 65% previsto dalla Legge. Ugento si ferma al 63,53% (anche se la percentuale reale è del 62,77% perché hanno sbagliato a fare il conteggio e lo faremo presente agli uffici preposti). Questo cosa vuol dire?? Che la Regione ci penalizza applicando ad Ugento la cosiddetta ECOTASSA massima, ossia la tassa riservata ai “paesi cattivi” che non rispettano la Legge. Tutti noi cittadini pagheremo una tassa ancora più salata nel 2024, senza poi avere nemmeno i servizi che ci spettano da contribuenti e con situazioni di enorme degrado sull’intero territorio!! Eppure gli strumenti per aumentare la percentuale di raccolta differenziata non mancherebbero, ma ad Ugento succede questo.
Alcuni esempi? • Centro del riuso presso l’ecocentro. Anno di realizzazione 2018 SPESA PUBBLICA: 166.670,36. MAI APERTO (FOTO 1) • Sistema di pesatura dei conferimenti dei rifiuti presso l’ecocentro di Ugento per l’attribuzione di premialità ai cittadini virtuosi. Anno di realizzazione 2013 SPESA PUBBLICA: 101.328.68. MAI ENTRATA IN FUNZIONE (FOT02) • Centro di compostaggio elettromeccanico di Torre San Giovanni. Anno di realizzazione 2015/2016 SPESA PUBBLICA: 226.995,05 MAI APERTO (FOTO 3)

L’Assessorato all’Ambiente, a quanto pare, non ritiene che la gestione dei rifiuti rientri tra le sue competenze e così il nostro paese continua a non rispettare la Legge e tutti noi a pagare dalle nostre tasche le inefficienze di una Amministrazione!!
E come diceva Totò (l’attore): “ed io pago! ed io pago!!!” Anche se qui c’è poco da ridere, ma solo da piangere.

il testo completo del manifesto

Ciclostazioni e biciclette nuove per Ugento. Ma le vecchie?

Un titolo roboante, si potrebbe dire anche curioso, quello letto su Lecceprima – “Mobilità green a Ugento, le vecchie postazioni di bike sharing torneranno a pedalare”, di cui si ostenta l’effetto mediatico sugli stati social di qualche amministratore. La nostra comunità tornerà a pedalare con le nuove piste ciclabili e le ciclostazioni che verranno completate grazie al protocollo d’intesa per la costituzione della “Green Community Ionico-Adriatica”. Fondi dal Pnrr per 457 mila euro di cui 340 mila da investire per sette ciclostazioni e la dotazione di 35 biciclette elettriche e tradizionali. Si legge sull’articolo che “nel territorio di Ugento si è rilevata la presenza di un certo numero di ciclostazioni risalenti ad un precedente progetto di bike sharing (chi le avrebbe utilizzate? utilissime certamente solo alla propaganda elettorale!), ma ormai dismesse da tempo (per quale motivo sono state dismesse e soprattutto dove sono andate a finire?), di cui però ha senso valutare il recupero almeno delle piazzole che sembrerebbero già avere la predisposizione degli appositi impianti elettrici e che saranno sottoposte alla relativa verifica. Grazie a questa progettualità “il nostro primo cittadino riabiliterà e rimetterà a regime almeno sette vecchie ciclostazioni presenti tra il centro cittadino, la frazione di Gemini e le marine”. La domanda nasce spontanea direbbe il buon Lubrano: ma quelle del vecchio progetto che fine hanno fatto, considerato che è amministra con ruoli diversi da più di dieci anni? Le postazioni che saranno restaurate sono quelle di piazza Pietro Colonna nel centro cittadino, quelle del lungomare Japigia e lungomare Ionio a Torre San Giovanni, quella di Corso Vittoria in località Fontanelle in area del parco naturale, quella di via D’Amato a Gemini ed ancora quella di via Giovanni Battista per Torre Mozza e di piazza Tirolo per Lido Marini.

L’obiettivo (il condizionale è d’obbligo visto i precedenti!) sarebbe quello di raccordare nuovamente il servizio per la mobilità green anche la velostazione del piazzale della stazione ferroviaria di Ugento-Taurisano, sulla quale ci si limita ad un secco “no comment”. Proprio sulla stazione occorrerebbe chiedersi come mai a fronte di un’approvazione e liquidazione di uno stato finale dei lavori, con certificato di regolare esecuzione, la velostazione si trovi in uno stato di degrado. Non serve il fumo negli occhi, perché svanisce nell’aria. Urgono chiarimenti sul perché a fronte di 230.000 euro spesi, gli ugentini e i geminiani, senza contare i turisti che vorrebbero ma non possono, hanno una struttura fatiscente, indegna per un paese a vocazione turistica come il nostro. Eppure, il vecchio stato finale ed i lavori di regolare esecuzione sono stati approvati nel 2020! Siamo nel 2024!

Tornando al nuovo progetto, si apprende ancora che sarebbe prevista la fornitura e la posa in opera del sistema di bike sharing elettrico composto da almeno sette ciclo-stazioni interattive e automatiche, da 6 attracchi comprensivi di presa per la ricarica delle auto, di 14 city bike elettriche e di 21 city bike tradizionali. Cittadini e turisti disporranno di un sistema basato su ciclostazioni intelligenti dotate di pensiline fotovoltaiche attrezzate per la mobilità sostenibile ed e-bike localizzate in posizione strategica rispetto ai principali itinerari escursionistici. Ogni ciclo-stazione avrà una pensilina, adatta ad ospitare almeno sei stalli modulari, con sovrastante un impianto fotovoltaico dotato delle funzioni previste, perfettamente funzionante (l’auspicio è che non diventino come quelle attuali, alcune delle quali inservibili ed inutilizzabili, peraltro occupate da attività commerciali!). Per alcune piazzole dovrà essere prevista anche la dotazione di un impianto di videosorveglianza, con la speranza che una volta installate le attrezzature non scompaiano pezzo per pezzo, come avvenuto in passato secondo un’equazione semplice: ruote, manubrio, sella, telaio. Non facciamo finta di non vedere e di non sapere dietreggiandoci ad atteggiamenti ipocriti!

Dovremmo evidentemente felicitarci per questo ennesimo traguardo conseguito dall’Amministrazione comunale, la cui azione politico – amministrativa sembrerebbe non avere eguali alla luce degli strabilianti successi ottenuti per quanto attiene soprattutto il numero delle presenze estive nel nostro territorio (primo comune della provincia di Lecce nel 2023!). Ma non si può pensare di lavorare solo 3 mesi l’anno! Durante i restanti 9 mesi che cosa fanno i giovani e le famiglie?

Le nuove piazzole creeranno una capillare rete di attrezzature al servizio della mobilità sostenibile, anche per valorizzare le potenzialità del nostro parco naturale? Sarebbe utile comprendere le ragioni per cui a fronte dei soldi spesi negli anni passati quel servizio di bike sharing non abbia mai funzionato? Chi dovrebbe risponderne dello stato comatoso in cui versa? Tutto il lavoro e le risorse economiche spese, anche nella mobilità sostenibile, come sostiene il nostro Assessore al turismo, sono servite e serviranno a sviluppare gli asset turistici che sono trainanti per l’economia? 

Se dobbiamo rallegrarci per questo traguardo delle nuove ciclo stazioni e le nuove biciclette, dovremmo anche chiederci che fine abbiano fatto quelle vecchie. Quanto meno per non farci berteggiare dalla politica politicante, perché Ccà nisciuno è fesso!

Provaci ancora MAX. A Ugento ancora fondi pubblici per il bike sharing

Un’altra vittoria, un altro bando pubblico conquistato dal Comune di Ugento, questa volta destinato a promuovere la mobilità sostenibile attraverso l’implementazione di un sistema di bike-sharing elettrico e che noi abbiamo scelto di celebrare con un simpatico fotomontaggio ad hoc (in copertina). L’iniziativa prevede la realizzazione di sette ciclo-stazioni interattive automatiche, fornite di sei attracchi ciascuna, completate da una presa per la ricarica auto, e la fornitura di un totale di 35 biciclette, di cui 14 elettriche e 21 tradizionali, per un costo di 323mila euro da spendere tra Ugento e Gallipoli.

Questo progetto, inserito nell’ambito della green community ionico-adriatica, di cui Nardò è capofila, si propone di incentivare l’uso della bicicletta come mezzo di trasporto alternativo e sostenibile. Tuttavia, riflettendo sulle esperienze passate, sorgono legittime preoccupazioni riguardo alla reale efficacia e utilità di queste nuove infrastrutture.

Infatti, scrutando nel recente passato, emerge un quadro poco confortante: oltre 600 mila euro di fondi europei già spesi per la realizzazione di piste ciclabili contestate e poco utilizzate, una velostazione costruita ma abbandonata costata 230mila euro, stazionata come un monumento al fallimento amministrativo, e quasi mezzo milione di euro investiti in stalli mai entrati in funzione. Si aggiungono poi ulteriori 100 mila euro per un percorso cicloturistico, anch’esso apparentemente caduto nel dimenticatoio, per un totale di un milione e mezzo di soldi pubblici spesi per opere mai effettivamente entrate in funzione, riconducibili tutte all’azione di un’unica amministrazione comunale, condotta dall'(ex) sindaco Massimo Lecci.

La velostazione di Ugento giace abbandonata fin dalla sua costruzione.

Il totale di questa spesa sconsiderata è sconcertante, soprattutto se si considera che tutte queste infrastrutture non hanno mai contribuito in modo significativo alla promozione della mobilità sostenibile nel territorio di Ugento. È evidente che l’implementazione di nuove iniziative, come il sistema di bike-sharing elettrico, non può prescindere da un’analisi critica delle esperienze passate e dalla messa in atto di azioni concrete per garantirne l’effettiva utilità e sostenibilità nel lungo periodo.

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In questo contesto, diventa cruciale un approccio olistico e responsabile alla gestione delle risorse pubbliche, mirato non solo alla realizzazione di nuove infrastrutture, ma anche alla manutenzione e all’effettivo utilizzo delle stesse. È necessario che il Comune di Ugento adotti strategie efficaci di monitoraggio e gestione delle infrastrutture esistenti, al fine di evitare sprechi e garantire un impatto positivo sul territorio e sulla comunità locale.

Ancora una volta, quindi, sembra essere un finanziamento mirato a spendere soldi e fatturare, piuttosto che rispondere ad un vero e serio bisogno di un territorio che da anni sta gridando aiuto.

L’auspicio è che questa nuova iniziativa possa segnare una svolta, aprendo la strada a una gestione più responsabile e attenta delle risorse pubbliche, e che finalmente si possa assistere a un utilizzo concreto e diffuso delle infrastrutture destinate alla promozione della mobilità sostenibile nel territorio di Ugento. Solo così potremo davvero aspirare a un futuro più verde e sostenibile per le generazioni a venire.

Il Centro del Riuso di Ugento: un’opportunità sprecata

Recentemente, il consigliere comunale Tiziano Esposito ha sollevato un importante punto riguardante il Centro del Riuso di Ugento, una struttura che, purtroppo, è rimasta inutilizzata nonostante le promesse di beneficio ambientale ed economico per la comunità.

Situato nell’ecocentro di Ugento, in via Taurisano, il Centro del Riuso è una struttura in legno, visibile sul lato opposto del portone d’ingresso. L’apertura di questa struttura è stata annunciata più di due anni fa, precisamente il primo novembre del 2021, con l’intento di offrire un servizio utile ed essenziale per ridurre la produzione di rifiuti e promuovere un consumo più consapevole.

Il concetto era semplice ma efficace: i cittadini avrebbero potuto portare oggetti ancora riutilizzabili, come giocattoli, vestiti, elettrodomestici e mobili, mentre altri avrebbero potuto ritirarli gratuitamente, contribuendo così a ridurre gli sprechi e le spese per lo smaltimento dei rifiuti.

Purtroppo, come accade spesso con le opere pubbliche, il Centro del Riuso è stato abbandonato a se stesso. Esso si aggiunge a una lunga lista di progetti che sono rimasti sulla carta, nonostante i milioni di euro spesi. Questi includono la compostiera di comunità a Torre San Giovanni, le ciclovie e le bici elettriche, le aree fitness in località Fontanelle e altri.

La storia del Centro del Riuso è particolarmente deludente. Nonostante la sua promessa e il denaro pubblico investito, la struttura è rimasta chiusa e trascurata. Solo dopo le segnalazioni dei cittadini alle Autorità Competenti, il Comune ha deciso di intervenire, spendendo ulteriori risorse per tentare di sistemare l’opera trascurata.

Ciò che è ancora più irritante è che, durante questi due anni, i cittadini hanno pagato per un servizio che non è mai stato effettivamente offerto. Questo si tradurrà in un aumento della tassa sulla spazzatura per finanziare opere che non hanno portato alcun beneficio tangibile alla comunità.

In un periodo in cui la consapevolezza ambientale è cruciale e le risorse pubbliche sono preziose, è imperativo che le autorità locali si impegnino a rendere effettivi e funzionanti i progetti che promuovono la sostenibilità e il benessere della comunità. Il caso del Centro del Riuso di Ugento è un triste esempio di come la burocrazia e la negligenza possano vanificare i migliori propositi.

CENTRO DEL RIUSO DI UGENTO

Quanti cittadini sanno che ad #Ugento esiste un Centro del Riuso localizzato nell’ecocentro di Ugento in via Taurisano?

Per facilitarne la ricerca, si tratta di quella struttura in legno presente sul lato opposto del portone di ingresso.

Una struttura la cui apertura è stata annunciata esattamente piu di due anni fa.

Era il primo novembre del 2021 (il volantino non lascia una libera interpretazione) e si informava la cittadinanza di un nuovo servizio che avrebbe fatto molto bene al nostro #ambiente ed anche alle nostre #tasche!

Una struttura dove i cittadini avrebbero potuto portare i loro beni ancora riutilizzabili, quali giochi per bambini, vestiario, elettrodomestici, mobili ed altri cittadini li avrebbero potuti ritirare gratuitamente diminuendo, così, la produzione dei rifiuti e la spesa per il Comune nello smaltimento.

Un servizio utile ed essenziale in un’epoca in cui molti oggetti vengono cestinati prima ancora del loro effettivo consumo. Basta guardare tante altre realtà vicine di come hanno usato questo servizio per dare una seconda vita al rifiuto.

Ma ahimè al centro del riuso è toccata la stessa fine di tante altre opere comunali, lo abbiamo direttamente “rifiutato”.

È lunga la lista delle opere pubbliche nate ad Ugento negli ultimi anni ma solo sulla carta. Il centro del riuso, la compostiera di comunità a Torre San Giovanni, le ciclovie e le bici elettriche, le aree fitness in località Fontanelle, il sistema di pesatura dei rifiuti nell’ecocentro comunale e tante altre.

Milioni di euro spesi per non portare alcun beneficio alla #comunità.

Tornando al centro del riuso ed alla sua fantomatica inaugurazione di due anni fa, utilizzata anche per la candidatura alla Bandiera blu, dopo tanti soldi pubblici spesi per realizzarlo, in realtà non è stato mai aperto bensì lasciato nel totale abbandono!!

Anzi no, qualcosa è stato riutilizzato, i soldi di tutti noi cittadini.

Solo dopo una nostra segnalazione alle Autorità Competenti, il Comune si è improvvisamente ricordato di questa opera ormai nel totale degrado! E quindi altri soldi spesi per provare a sistemarlo dopo l’abbandono, lo dimostrano le opere di installazione del “cappotto” oltre ad altri interventi interni ed esterni. Ovviamente solo dopo la segnalazione.

Soldi che noi cittadini pagheremo con una tassa sempre più salata sulla spazzatura!!!

Ah dimenticavo, in questi anni, 2022 e 2023, abbiamo anche pagato il servizio per il suo funzionamento (su carta).

Anche questo inciderà nel prossimo salasso della #Tari. E noi Paghiamo

“Non lo sapevi?? E mo lo sai

Il testo intero del post di tiziano esposito

Museo di Ugento: la commedia delle finanze tra cifre e cultura

Il palcoscenico finanziario del Comune di Ugento offre uno spettacolo in cui le cifre ballano una danza imprevedibile, lasciando il pubblico a chiedersi se si tratti di una commedia brillante o di un dramma finanziario.

In questo teatro finanziario, il Museo di Ugento emerge come protagonista di una storia contraddittoria, incassando €7.727,00 in 3 mesi (quelli della stagione estiva), mentre il sipario si chiude su un Comune che affronta spese annuali di €160.000,00.

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Per stimare le entrate annuali basate sulla cifra di €7.727,00 incassata in 3 mesi, si può utilizzare una semplice proporzione. Considerando che i 3 mesi rappresentano un quarto dell’anno, puoi moltiplicare l’importo incassato per 4 per ottenere una stima approssimata delle entrate annuali:

�×4EntrateAnnuali =Importo Incassato in 3Mesi×4

�= €7.727,00×4EntrateAnnuali= €7.727,00×4

�= €30.908,00EntrateAnnuali = €30.908,00

Quindi, con un’incassato di €7.727,00 in 3 mesi, la stima delle entrate annuali potrebbe essere di circa €30.908,00. Tuttavia, questa è una proiezione semplice che presuppone una costanza nei livelli di visitatori e tariffe durante tutto l’anno. In pratica, le entrate potrebbero variare in base alla stagionalità, agli eventi speciali, alle variazioni del numero di visitatori e ad altri fattori. Essendo i tre mesi quelli centrali della stagione di Ugento, si tratta quindi di una stima ben più che ottimistica.

Per calcolare la perdita netta del Comune, bisogna sottrarre le spese totali dalle entrate totali.

In questo caso, abbiamo stimato le entrate annuali a circa €30.908,00. Considerando che il Comune spende circa €160.000,00 in un anno, la formula per la perdita netta ((PN)) è:

[ PN = Entrate \, Annuali – Spese \, Annuali ]

[ PN = €30.908,00 – €160.000,00 ]

[ PN = -€129.092,00 ]

La perdita netta stimata è di €129.092,00. Un valore negativo indica una perdita, il che significa che le spese superano le entrate. In questa situazione, il Comune di Ugento sta operando con una perdita netta di circa €129.092,00 all’anno.

In questo scenario finanziario, Ugento sembra sfidare le leggi della logica economica, trasformando il bilancio comunale in una sorta di commedia improvvisata. Mentre il Museo si sforza di brillare sotto i riflettori della cultura, il Comune, nelle sue spese generose, sembra disegnare una coreografia finanziaria al di fuori degli schemi convenzionali.

Il palco della cultura, purtroppo, è spesso teatro di scontri tra l’arte e le finanze, e Ugento, con la sua commedia finanziaria, non fa eccezione. La cultura, come un attore resiliente, tenta di emergere dal labirinto di numeri e bilanci, ma la realtà finanziaria sembra spesso resistere agli sforzi di una performance armoniosa.

La vera domanda che si pone è se questa commedia finanziaria sia una scelta voluta o una improvvisa deviazione dal copione. Ugento sembra intraprendere una rappresentazione che mescola con audacia le risorse culturali e il mondo finanziario, offrendo allo spettatore un’esperienza unica densa di interrogativi, che di certo non toccano la cooperativa che gestisce il patrimonio storico ugentino, unico ente che sembra trarre giovamento da questa situazione in cui il guadagno netto è garantito aldilà di risultati e prestazioni lavorative.

In un contesto in cui la parola d’ordine è “austerità”, Ugento si distingue per la sua audacia nel presentare una commedia finanziaria, dimostrando che, anche quando le cifre sembrano danzare fuori dal tempo, la cultura continua ad essere la protagonista indiscussa. Chiudendo il sipario su questa commedia finanziaria, lasciamo che il pubblico giudichi se Ugento sta scrivendo una storia di successo o se il suo bilancio è destinato a rimanere un mistero inspiegabile.

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