La lettera dei turisti al sindaco di Ugento, che purtroppo non risponde

Una coppia di turisti che passa due settimane da sogno nelle nostre marine e che, per amor della nostra terra, scrive una mail a sindaco e ufficio dei lavori pubblici per chiedere di rendere Torre Mozza almeno ai minimi degli standard turistici che dovrebbero competere a questa marina, resa impraticabile da strade colabrodo e marciapiedi fatiscenti.

Buongiorno,

Siamo stati 15 giorni in vacanza a Torre Mozza, fino a 10 giorni fa.

Abbiamo trascorso un bellissimo periodo tra la splendida spiaggia e il meraviglioso mare, ed il bel tempo, e la gentilezza e la cortesia e la disponibilità dei gestori di strutture, ristoranti e negozi.

Mi permetto però di suggerirvi di intervenire per sistemare le strade; in un piccolo agglomerato come Torre Mozza non esiste una strada o stradina o strada di collegamento alla provinciale che sia a posto:
buche anche enormi, segnali stradali collocati male, marciapiedi cadenti….

Eravamo quasi tutti turisti, penso che con le nostre vacanze contribuiamo all’economia del borgo e non solo, se le cose funzionassero meglio torneremmo tutti molto volentieri gli anni prossimi.

Grazie per l’attenzione sicura che coglierete il buon fine di quanto segnalato

Il testo della mail inviata dai turisti al sindaco di Ugento

Purtroppo il sindaco di Ugento Salvatore Chiga non ha ancora risposto a questa coppia che pur con le loro idee, ha trovato un modo civile e pacato per segnalare dei disservizi al primo cittadino, che almeno un ringraziamento poteva riservaglielo.

Il Salento non è più la meta più desiderata dai turisti

Era nell’aria già da un po’ di tempo ma ora iniziano ad arrivare i primi numeri a confermarlo: Il Salento sta perdendo appeal nei confronti del grande turismo di massa, sempre di più attirato da nuove mete come quelle albanesi.

Si è appena concluso luglio e la sensazione è quella di un mese che non ha lasciato soddisfatti gli operatori economici della zona di Ugento e, più in generale, del basso Salento, con le presenze che iniziano a flettere rispetto a quelle dei passati anni. Un fenomeno del tutto prevedibile e figlio anche di numeri dopati dal lockdown e dalle varie emergenze covid in tutto il mondo.

A questo si aggiunge una profonda incertezza sul futuro legata alle previsioni di uno di quelli che potrebbe essere il peggior autunno da tantissimi anni a questa parte. In quest’ottica non è un caso che la maggior parte degli italiani che partiranno nei prossimi giorni ha prenotato soprattutto a ridosso della vacanza: più del 30% ha bloccato voli e alloggi a luglio, un altro 28% non prima di giugno 2022. Emerge da un’analisi fatta eDreams sulle abitudini di viaggio dei loro utenti.

Tra le mete più desiderate dagli italiani per queste settimane salgono sul podio Catania, seguita dall’ambitissima Tirana e da Palermo. In particolare, Catania è la prima scelta per i viaggiatori provenienti dal Piemonte, Tirana è in testa alle preferenze di prenotazione per chi parte da ben 7 regioni italiane, Emilia Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria e Veneto.

L’altra città siciliana in vetta, Palermo, è luogo di villeggiatura per chi sarà in partenza da Lazio, Lombardia e Marche, mentre la prima destinazione sarda in classifica, Olbia, conquista in primis i viaggiatori che partiranno dal Veneto. Ma gli italiani che partono dalle meravigliose isole nazionali, Sicilia e Sardegna, invece, dove sono diretti in agosto? Scelgono su tutte le storiche città d’arte, una tendenza che li accomuna ai viaggiatori stranieri. Dalla Sardegna si parte soprattutto alla volta di Milano, Roma e Napoli. Dalla Sicilia le prime tre destinazioni sono Roma, Malta e Milano. Quasi la metà, il 46% degli italiani in vacanza ad agosto, viaggerà per un periodo dai 7 ai 13 giorni, il 18% si concederà un break di 5/6 giorni, mentre un 11% staccherà per un periodo più lungo, dai 14 ai 20 giorni.
Top 10 destinazioni preferite dagli italiani agosto 2022

1) Catania 2) Tirana 3) Palermo 4) Olbia  5) Barcellona 6) Cagliari  7) Ibiza  8) Napoli  9) Malta 10) Bari.

Tra i visitatori provenienti dall’estero per agosto si rilevano principalmente francesi (22%), seguiti da tedeschi (18%) e infine spagnoli (18%). Un’affluenza, quella proveniente dall’Europa, che per tutta la stagione estiva ha privilegiato le città d’arte rispetto ad altri tipi di destinazione. Inoltre, 4 turisti stranieri su 10 si fermeranno in Italia nelle prossime settimane per un periodo dai 7 ai 13 giorni, mentre solo il 5% visiterà il Belpaese con una permanenza molto breve, di due giorni. Top 10 destinazioni preferite dagli stranieri in Italia agosto 2022:

1) Roma 2) Milano 3) Venezia 4) Napoli 5) Palermo 6) Catania  7) Bari  8) Pisa  9) Bologna  10) Cagliari. (ANSA).

Sindaco e minoranza: botta e risposta

Questa volta non si è fatta aspettare la risposta del sindaco di Ugento alla nota pubblicata ieri da parte della minoranza guidata da Giulio Lisi.

A dimostrazione di come le risposte possano arrivare a stretto giro e a mezzo del tanto vituperato Facebook (ma allora servono i social?!?).

Dalla sua pagina Facebook il Sindaco controbatte a quanto sollevato dalla minoranza scaricando le responsabilità di quanto avvenuto sulla protezione civile e sui vigili urbani. Pubblichiamo per correttezza il testo intero riportando il post originale.

L’iniziativa oggetto di interesse da parte del gruppo consiliare di minoranza “Uniti verso il futuro” e denominata “Alla scoperta del Salento con “Il Giro dei Venti”, conclusasi nella giornata di ieri, nasceva quale competizione amatoriale internazionale finalizzata alla promozione turistica del territorio, nonché sportiva, attraverso lo svolgimento di una gara ciclistica svoltasi tra il 27 Giugno ed il primo luglio 2022 veleggiata con imbarcazioni da diporto.

In sinergia con altri enti locali, la diocesi di Ugento – Santa Maria di Leuca, l’Università del Salento, gli Istituti Superiori quali il Liceo Scientifico Banzi Bazoli di Lecce, il De Pace di Lecce, il Don Tonino Bello di Tricase, il Vespucci di Gallipoli, il Morvillo Falcone di Brindisi, l’istituto Tecnologico Enrico Fermi di Lecce, l’associazione di promozione sportiva ACSI e la Lega Navale, si rendeva possibile far godere a tutti i concorrenti provenienti da più parti, le suggestive bellezze storico – naturalistiche del territorio unitamente ad una traversata tra le acque del Mar Ionio ed Adriatico per raggiungere l’isola di Korfù in Grecia anche con la prospettiva futura di un possibile gemellaggio.

Come corollario all’iniziativa medesima, si prevedeva l’allestimento, nei pressi del Santuario di Santa Maria di Leuca di un villaggio quale punto di attrazione promozionale anche di tutti i comuni partecipanti attraverso la predisposizione di uno stand dedicato.

Proprio per la portata sovra comunale ed internazionale della manifestazione in argomento, la Giunta Comunale riteneva necessario concorrere alla realizzazione dell’ambizioso progetto attraverso la concessione del patrocinio ed il riconoscimento del contributo economico richiesto pari ad euro 10.000,00.

L’iniziativa ha avuto un ritorno mediatico molto significativo, con notizie rese note da riviste specializzate ciclo – velistiche, riprese anche da numerosi emittenti televisive regionale e nazionali.

Per quanto concerne gli aspetti organizzativi afferenti il transito dei ciclisti da Ugento, si evidenzia che, con apposita ordinanza sindacale, era stato attivato il Centro Operativo Comunale di Protezione Civile con il compito di assicurare il corretto svolgimento dell’iniziativa a tutela della pubblica e privata incolumità e non certo con l’intento di creare disagi alla popolazione che, qualora verificatasi, non abbiamo alcuna difficoltà a chiedere scusa.

Questo però, non può comportare la criminalizzazione di un evento a cui Ugento, quale seconda città turistica della Puglia, non poteva non prendervi parte.

La risposta dell’opposizione non si è fatta attendere, sottolineando come il responsabile del Centro Operativo Comunale sia proprio il sindaco stesso e rilanciando il commento di un comune turista.

BUONGIORNO CONCITTADINI,

IN QUESTA CALDA DOMENICA DI LUGLIO ABBIAMO FATTO COLAZIONE LEGGENDO UN LUNGHISSIMO POST DEL NOSTRO CARO SINDACO, INTITOLATO “COMUNICATO STAMPA”, IN RISPOSTA ALLE NOSTRE PERPLESSITA’ SULLA MANIFESTAZIONE CICLISTICA CHE HA INTERESSATO VENERDI’ IL NOSTRO PAESE.

CITIAMO: “CON APPOSITA ORDINANZA SINDACALE, ERA STATO ATTIVATO IL CENTRO OPERATIVO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE CON IL COMPITO DI ASSICURARE IL CORRETTO SVOLGIMENTO DELL’INIZIATIVA A TUTELA DELLA PUBBLICA E PRIVATA INCOLUMITA’ “ CHI E’ L’AUTORITA’ MASSIMA DI PROTEZIONE CIVILE IN UN COMUNE? IL SINDACO. CHI PRESIEDE IL COC? IL SINDACO.

COME AL SOLITO CAMBIA IL LUPO MA IL VIZIO RIMANE!

EBBENE SI’ PERCHE’ SCARICARE LE RESPONSABILITA’ DELLE PROPRIE AZIONI SU TERZI È UN VECCHIO GIOCO ORMAI CONOSCIUTO E CHE FORSE HA ANCHE UN PO’ STANCATO!

ERA COMPITO DEL PRIMO CITTADINO, QUELLO DI COMUNICARE ALLA POPOLAZIONE L’INTERRUZIONE DEL TRAFFICO, IN DETERMINATE FASCE ORARIE.

VI CHIEDIAMO CARI CITTADINI, COME QUESTA MATTINA IL SINDACO SI È SCOMODATO A SCRIVERE UNA PAPPARDELLA GIUSTIFICATIVA, POTEVA FORSE SCOMODARSI PER SCRIVERE UN MESSAGGIO PUBBLICO CHE CHIAMA “COMUNICATO STAMPA” PER AVVISARE LA POPOLAZIONE DEL DISAGIO AL QUALE SAREBBE STATA SOTTOPOSTA IL GIORNO 1° LUGLIO 2022?

FORSE NON È IMPORTANTE LA VOSTRA VITA QUOTIDIANA COSI’ QUANTO LA SUA FACCIA!

COME PUO’ UN PRIMO CITTADINO DIRE “QUALORA SI FOSSERO VERIFICATI DISAGI” DOVE VIVI SINDACO? COME FAI A NON SAPERE CHE CI SONO STATI DISAGI E LITIGI LUNGO IL PERCORSO? QUALE PAESE AMMINISTRI?

VENIAMO AI 10. 000 EURO.

A QUESTO PUNTO RISPONDEREMO METTENDO UNA FOTO DEL COMMENTO LASCIATO DA UN TURISTA SOTTO IL POST DEL CARO PRIMO CITTADINO, NON SIAMO NOI A PARLARE, NON SONO I CONCITTADINI MA I TURISTI!

QUESTO ABBIAMO CHIESTO, PERCHE’ NON UTILIZZARE LE SOMME DELLA TASSA DI SOGGIORNO PER MIGLIORARE IN PRIMIS L’OFFERTA TERRITORIALE TURISTICA?

PRIMA DI FARE PUBBLICITA’ INTERNAZIONALE, DOVREMMO SISTEMARE IL NOSTRO PAESE PER I CITTADINI CHE CI ABITANO E POI PER I TURISTI, NON SI INVITANO OSPITI IN UNA CASA SPORCA E SENZA SEDIE!

BUONA DOMENICA A TUTTI!

Non di solo mare vive Ugento. O non dovrebbe!

Il prestigioso riconoscimento della Bandiera blu è certamente un traguardo di cui essere orgogliosi. Di cui vantarsi quando si interloquisce con i turisti o con i forestieri provenienti da altri territori. Un brand per attrarre turisti e investitori, creando come direbbero Philip Kotler e Gary Armstrong: «una risorsa più durevole dell’impresa, che vive più a lungo dei singoli prodotti e delle strutture; che identifica come valore in termini di percezione positiva dell’utente una realtà territoriale».

Nei giorni scorsi presso la ex chiesa di Santa Filomena è stata presentata una straordinaria opera titolata “Ugento Sacra”, frutto di un generoso e minuzioso impegno di ricerca storica portato avanti con competenza e passione dal nostro concittadino Luciano Antonazzo. Tra gli interventi, quello del nostro vescovo Vito Angiuli, al dì là dei richiami puramente tecnici sulla storia sacra e sulla metodologia di ricerca utilizzata dall’autore, mi è sembrato alquanto significativo per il riferimento alla necessità per il nostro territorio di “fare cultura” come strumento di progresso economico e sociale, non “essendoci in Ugento soltanto il mare”.

Prendendo quindi spunto da questa interessante e propositiva riflessione, ritengo che se da un latto sia corretto “vantarsi” di un traguardo cosi importante, dall’altro occorra concentrare tutti gli sforzi, si direbbe in un’ottica sistemica, per mantenere e continuare l’azione di miglioramento del territorio, della sua offerta culturale (che è notevole e probabilmente non ce rendiamo neanche conto!), di quei servizi ecosistemici che devono incontrare una fedeltà ed unità di intenti ormai essenziale per crescere in senso ecosostenibile. Crescita sostenibile non significa soltanto “posti di lavoro”. La sostenibilità implica un benessere che è ambientale, sociale ed economico; costante e preferibilmente crescente e la prospettiva di lasciare alle generazioni future una qualità della vita non inferiore a quella attuale. 

Occorre mettere a sistema tutti i beni culturali di cui disponiamo. Quindi l’augurio è che l’Amministrazione comunale possa quanto prima rendere fruibili i nostri beni, mettendoli a disposizione di tutti. Le sfide che abbiamo di fronte non sono facili. Proprio perché non sono facili è indispensabili approcciarsi proattivamente ai problemi con un coinvolgimento a 360° di tutti i centri funzionali della socializzazione. Occorre intervenire efficacemente in quella che un grande sociologo americano come Parsons  ha individuato come “struttura sociale”: famiglia, scuola, centri intermedi di formazione/educazione, Chiesa, associazionismo, etc. Gli interventi devono quindi essere concentrici, mirati e sistemici nel senso che devono agire insieme. Peraltro, la neuroscienza ha ormai dimostrato come ammirare un capolavoro, ascoltare della musica o contemplare un bel paesaggio attiva negli esseri umani l’area celebrale del piacere che può essere curativa per molte patologie. Alla cultura deve essere istituzionalmente riconosciuto un ruolo importante all’interno delle politiche di welfare. L’OMS identifica la salute come “uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non meramente assenza di malattia”, estendendo notevolmente i fattori che concorrono al benessere individuale e sociale. La cultura è un fattore fondamentale per la promozione del benessere e della salute dei cittadini, in strategie nelle quali convergano azioni volte a favorire la partecipazione culturale attiva, il benessere psicologico, la coesione sociale e l’empowerment individuale e sociale. 

Un’iniziativa importante da promuovere anche nella nostra piccola comunità potrebbe essere la creazione di progetti per consentire ai più giovani di prendersi cura del proprio territorio. Non meri corsi di arte, ma azioni di programmazione serie e condivise per gite, visite, immersioni virtuali, esperienze di volontariato. Purtroppo è abitudine far veleggiare la cultura, perché è divertente e piacevole, ma quando se ne parla è quasi sempre noioso.

Bisogna quindi allontanare la noia, darsi da fare con una consapevolezza che spesso sfugge agli amministratori pubblici, che hanno l’esigenza di creare convegni e stati generali che spesso però non portano ad alcuna conseguenza pratica. E’ necessario che le molte associazioni di volontariato presenti ed operanti nel nostro territorio non si limitino a singoli eventi od anche alle sole “sagre” che pure fanno cultura. Devono essere veicolo di coinvolgimento e di partecipazione alla crescita civile e morale dei propri soci e della collettività, creando un nuovo spirito di comunità.

Chissà se l’occasione di questo articolo non possa essere uno stimolo all’Amministrazione comunale (in realtà è una proposta!) per la costituzione di una “consulta della cultura” con il compito di fungere da raccordo tra la pubblica amministrazione ed il variegato mondo delle associazioni culturali. 

L’accorato appello del lettore: Torre Mozza potrebbe essere una “chicca”

Un nostro lettore che da anni villeggia Torre Mozza ha preso carta e penna per esprimere il suo punto di vista su Torre Mozza. Pubblichiamo interamente il suo messaggio.

Buongiorno, sono un frequentatore di Torre Mozza da diversi anni, soggiornando 3/4 mesi all’anno (escluso agosto), in questo grazioso borgo.
Sono venuto in possesso del vostro numero di maggio casualmente nella Tabaccheria di Ugento , via Marina , e vi faccio i complimenti per l’idea e i contenuti.
Sono pensionato, 69 anni, mi sono sempre occupato di turismo in qualità di direttore di alcuni tour operator di Milano.
Ci troviamo bene a Torre Mozza dove appunto alloggiamo diversi mesi.
Come le tutte le cose che si amano si vorrebbe sempre più che funzionassero e raggiungessero un elevato livello.
Abbiamo patito lo scorso anno il lungo periodo di disagio per i necessari lavori di fognatura…. Ma quest’anno abbiamo trovato ancora lavori non terminati e dissesto un po’ ovunque.
Preciso che non ho colore politico e mi esprimo come cittadino progressista e democratico.
Vorrei sensibilizzare, attraverso le vostre pagine, gli amministratori del comune di Ugento, al fine di rendere questo borgo una “chicca” e basta poco.

Che cosa chiederei:

  • una migliore sistemazione delle strade. Chi abita al piano terra è riempito di polvere, calce. sabbia…
  • spiagge più pulite. Aumentare i bidoni per i rifiuti e relativa raccolta.
  • maggiori cestini e bidoni CAPIENTI, lungo le strade non solo al lungomare, serve evitare lo scempio di immondizia sui marciapiedi specialmente nei week end.
  • una pulizia delle dune e delle piante in via Tiepolo per EVITARE CHE EXTRACOMUNITARI lo adoperino per wc!!! Con conseguente male odore quando si passa nelle vicinanze, dove loro tra l’altro bivaccano mangiando e dormendo nei pomeriggi estivi…..
  • vietare l’ingresso ai cani in spiaggia, liberi e senza museruola con appositi cartelli di divieto.
  • vietare il fumo in spiaggia o quanto meno raccogliere i mozziconi in un bicchiere, una scatoletta di carta, o altro ,ma non SOTTERRARLI NELLA SABBIA😨
  • durante il periodo estivo 15/6 -15/9 gli addetti alla sosta (soc. privata,) si preoccupano solo della verifica del tagliando di pagamento, tralasciando divieti che bloccano uscite dalle abitazioni, blocco di altre auto con parcheggio selvaggio, camper che non dovrebbero essere parcheggiati ecc.
  • migliorare il servizio dell’ufficio IAT per i turisti; una locazione più centrale non sarebbe male. Così pure un maggior coinvolgimento del personale addetto per consigli, escursioni, servizi auto, taxi, e non la semplice cartina del Salento che si può trovare tranquillamente alla gelateria Martinucci o da Lidomania…
    -Ugento bandiera blu 👏🏻👏🏻👏🏻 ma anche servizi igienici pubblici dislocati sul territorio, anche per i diversamente abili.

Turismo a Ugento: prepariamoci ad una nuova crisi del Gin Tonic

Si avvicina un’altra estate e mentre qualcuno guarda preoccupato alla presunta mancanza di personale, sono tante le strutture che hanno già aperto i battenti, in una stagione che si annuncia ancora una volta da tutto esaurito. Ugento potrebbe confermarsi la seconda meta per presenze in Puglia dopo Vieste. Ma quante persone conoscono Ugento?

…squilla il telefono….

R: pronto

C: Salve […] ma percepisco dal suo accento che lei ha origini del sud…

R: si esatto, vengo da Ugento

C: Ugento? Vicino Gallipoli?

una delle tante chiamate di quando lavoravo al nord

In realtà, come dimostrato anche da questa citazione, chi è rimasto fuori per un pò di tempo se ne era già accorto, ma ora ci sono anche dei dati ufficiali a testimoniarlo: Ugento, nonostante sia la seconda meta in Puglia, non risulta neanche tra le prime 10 mete cercate sui motori di ricerca. Un’incongruenza che ai più può sembrare banale, ma che racchiude un microcosmo ben conosciuto dagli addetti ai lavori e dagli operatori turistici.

Secondo il Summer Price Index 2022 del noto sito Holidù, infatti, certifica la classifica delle località più cercate nel 2022:

  1. GALLIPOLI
  2. OTRANTO
  3. OSTUNI
  4. TORRE DELL’ORSO
  5. PORTO CESAREO
  6. PESCOLUSE
  7. VIESTE
  8. MONOPOLI
  9. BARI
  10. LECCE

Sono queste dunque, numeri alla mano, le località più conosciute della Puglia. Un dato che deve far riflettere e che pone l’accento sull’esigenza di un’attenta politica turistica da parte del nostro comune, incentrata innanzitutto sulla promozione, fino ad ora appannaggio esclusivamente degli imprenditori più avveduti e delle strutture più esclusive del nostro territorio.

Non è un fattore da poco conto se si considera la qualità del turismo che Ugento ospita. Alla ridente località costiera sembra essersi sostituito un tranquillo dormitorio per chi vuole stare a due passi dalle località più rinomate, con la conseguenza di un’economia cittadina monca, nel quale il turista rappresenta una “perdita netta” in termini sia ambientali che economici.

Le case vacanze sono piene di ragazzini che non passeranno mai da nessuna attività di Ugento. Il loro programma è semplice: mare, super mercato, pre-serata a casa, e poi via verso Gallipoli, Leuca, Torre Suda, Pescoluse e altre località che solo vent’anni fa erano poco più che paesini di pescatori.

A questo punto sono obbligato a raccontare un aneddoto che non può che confermare questa testimonianza, in forma indiretta e forse anche un pò comica, mi riferisco a quella volta che ci fu la crisi del gin tonic.

Era Agosto scorso, e impegnati con amici nei preparativi dell’ennesimo compleanno estivo, ci recammo gaudenti come solo la calura di agosto sa renderci al supermercato. Non ne cercammo uno preciso, ci fermammo nel primo posto trovato, tanto quello che c’era da comprare era poco: degli “sgranocchi”, del ghiaccio, qualche bicchiere, del gin e della tonica. Questo spettava e noi e non ci mettemmo molto a realizzare parte della fregatura di quel compito che ci era stato assegnato.

Entrati nel supermercato ci avviamo verso il reparto bevande che notiamo particolarmente vuoto, uno va verso gli alcolici l’altro verso le bevande gasate. Era un super mercato in cui ero stato altre volte e cercavo la tonica come nei miei ricordi, ma non c’era. Caspita – mi sono detto- l’avranno spostata altrove, cerco le bottigliette. Ma niente neanche bottigliette. Così sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla prima di ascoltare le parole che ci avrebbero aperto un mondo “Riccardo nu nc’è gin”

Come è possibile, proprio ora che stiamo pieni di turisti questi finiscono il gin e la tonica??? Non volevamo ancora crederci, ma il fatto che i bicchieri da cocktail fossero diventati come l’amuchina in pandemia ci rendeva tutto più chiaro. Andammo nel secondo, poi nel terzo, nel quarto e nel quinto supermercato prima di arrenderci all’amara verità: a Ugento era finito il gin tonic.

L’identikit dell’alcolista anonimo era sempre quello: abbronzato, in camicia e costume indossava improbabili chianelli. Non stanziale, di solito usa muoversi in branco; è caratterizzato dalla fila alla cassa che riesce a formare dietro di sé, nel lungo rito del “conteggio degli spiccioli” per verificare che il conto sia diviso al centesimo tra i fortunati bevitori.

Ed è così che capimmo qual era la realtà. Ugento era invasa da un’orda di ragazzini stipati (sottolineando stipati) nelle case vacanze pronti a imbottirsi d’alcool per la serata in discoteca. Si proprio le tanto vituperate discoteche che sono così famose in questi giorni nel nostro paese. Un dato che dimostra solo una cosa: Ugento sta perdendo milioni di euro ogni ora che passa. Sono i milioni di euro che circolano intorno alle discoteche Gallipoline, i milioni euro fatturati dai lidi di Salve, i milioni di euro incassati dai localini di Leuca. E giù tutti a ringraziarci per una politica che arricchisce, ancora una volta, qualcun altro.

Allora prepariamoci ad un’altra stagione, con un consiglio ai bevitori: non fatevi trovare impreparati, fate scorte!

La festa è finita. Con meno turisti dobbiamo tornare a lavorare davvero

La notizia è di quelle che fa tremare i polsi: è iniziata l’inversione del trend turistico in Puglia, come ampiamente predetto da più parti e non solo da esperti del settore. Fatto sta che oggi il dato è ufficiale ed è testimoniato dal 1° REPORT DI ANALISI ECONOMICO -TERRITORALE PER UNIONCAMERE PUGLIA

I numeri sembrano testimoniare una sensibile contrazione delle richieste e prenotazioni. Un fenomeno che si spiega facilmente nella voglia dei vacanzieri di tornare alle mete di un tempo, precluse da due anni di pandemia. Ma non solo.

Gli ultimi due anni hanno segnato un vero e proprio exploit del turismo in Puglia. Numeri drogati da flussi che mai torneranno e che qualcuno ha maliziosamente spacciato per turismo duraturo. Ma le bugie come si sa hanno le gambe corte ed oggi iniziamo a leggere i primi dati reali che ci riportano alla dura realtà: la Puglia e più nello specifico il Salento si sta riassestando su numeri reali, ben lontani da quanto auspicato dai più miopi, coloro che profetizzano uno sviluppo senza fine e senza regole che dovrebbe portare le nostre spiagge a competere con la riviera romagnola.

La realtà è invece ben diversa: un mercato turistico mordi e fuggi, basato su 40 giorni di pieno lavoro e la pretesa di un incasso bastevole per l’esigenze di un intero anno, passato ad aspettare a braccia incrociate la prossima stagione.

In Puglia 1 impresa ricettiva su 2 stima di avere perdite in

bilancio, in linea con la media Italia (54%).

Tale orientamento risulta coerente con quanto evidenziato

in precedenza: la concentrazione dei flussi turistici nei soli

mesi di luglio ed agosto, nonché le problematiche

riscontrate nella gestione delle misure di sicurezza imposte

dalla pandemia e nel reperimento del personale

stagionale, spingono le imprese verso pronostici orientati

alla cautela.

Infatti, il 31% delle imprese ricettive stima di raggiungere

almeno il pareggio (Italia 26,7%); mentre solo il 19,6%

prevede utili (Italia 19,3%).

Superiore rispetto alla media nazionale la flessione della

stima dei ricavi rispetto al 2020: pari al -13% per la Puglia

e al -9,6% per l’Italia.

un estratto dal report
Report-sul-turismo-2-1

Il dato che più preoccupa nel report è sicuramente il -13% di strutture che operano sulla piattaforma Airb&B , che se da una parte può far intravedere una crisi del settore, dall’altro mette in luce un altro odioso fenomeno del turismo salentino: l’affitto clandestino di case vacanze. Un fenomeno che uccide il mercato, abbassa la qualità e soprattutto mette in cattiva luce un intero comparto che da anni lotta per il miglioramento dell’offerta turistica del nostro paese.

Il timore è che inizino a venire al pettine problemi annosi del nostro territorio, messi sotto lo zerbino e fatti dimenticare da un’economia turistica basata sullo sciacallaggio più che sulla valorizzazione del territorio.

L’inadeguatezza delle infrastrutture, la costante carenza di personale qualificato e il dilagante fenomeno dell’evasione fiscale potrebbero presto deflagrare nel collasso di un sistema che sta tenendo in piedi l’economia di una regione intera.

Ma come porre rimedio a questa situazione e tentare di invertire un trend che sembra ormai consolidarsi? Molto difficile dirlo. Gli studi e l’attenzione sul settore continuano ad aumentare e le ricette sembrano concordare tutte su un punto: bisogna alzare l’asticella della qualità della nostra offerta turistica, puntando soprattutto sui giovani.

Il caso di Ugento è di per se quanto mai significativo: 20 anni fa si è scelto di puntare sul turismo famigliare. Oggi Ugento è la seconda meta per presenze in Puglia rimanendo l’ottavo paese più povero della provincia (dati Istat) con un pil pro-capite rimasto sostanzialmente invariato (11 896€), al contrario di altre località turistiche che hanno visto aumentare sensibilmente la ricchezza del loro tessuto sociale (Gallipoli era a quasi 16mila euro nel 2015).

i dati del 2015

L’indice di pressione turistica misura l’impatto che i flussi

turistici hanno sul territorio e sulla popolazione residente

nonché sul turista stesso. L’indicatore percentuale è

calcolato come rapporto tra le presenze turistiche diviso la

popolazione residente, moltiplicate per 365 giorni.

La Puglia registra un indice di pressione turistica pari allo

0,7, valore prossimo alla media nazionale.

A livello provinciale, Foggia e Lecce registrano valori

dell’indice (rispettivamente 1,4 e 1,2) superiori non solo alla

media regionale ma anche a quella nazionale.

Tali valori, come analizzato in precedenza, dipendono

dall’«affollamento estivo» dovuto alla concentrazione dei

flussi turistici nei soli mesi di luglio ed agosto. Infatti, se si

considerassero solo le giornate dei due mesi estivi (60),

invece che su tutto l’arco dell’anno, la pressione sarebbe più

rilevante tale da provocare, inevitabilmente, effetti negativi

sia nella percezione dei turisti che della popolazione locale.

dal report

Una realtà sotto gli occhi di tutti: Ugento in 20 anni ha visto perdere i suoi giovani, con una situazione che si è tradotta in un’economia gerontocentrica che sta portando il nostro territorio ad una lenta morte per asfissia dovuta anche ad una pressione antropico-turistica ormai insostenibile, come testimoniato anche dal report.

In quest’ottica il turismo, quello buono e ben fatto, potrebbe essere la nostra ultima occasione per mettere finalmente a frutto le competenze maturate dai nostri giovani eccellenti, costretti a emigrare da un sistema che invece di valorizzarli li svilisce con paghe da fame e metodi caporalistici.

Sembra venuto il tempo da parte delle vecchie generazioni di passare la mano. Questo non è più un auspicio, ma una reale questione di vita o di morte. Il nostro territorio grida questo, sta a noi ascoltarlo.

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