Taurisano si prepara ad accogliere la prima edizione di forE Festival, in programma domenica 21 settembre in Piazza Unità d’Italia. L’evento, promosso dalla Città di Taurisano in collaborazione con l’associazione So What APS, nasce con l’obiettivo di unire musica, cultura e partecipazione sociale in una giornata aperta a tutta la comunità.
Ospite d’eccezione sarà Frankie hi-nrg mc, rapper, DJ, autore, regista e scrittore che ha segnato la storia dell’hip hop italiano. L’artista porterà a Taurisano il suo progetto dj set “L’Alto Parlante Gira Dischi”, un viaggio di 90 minuti tra hip hop, elettronica, grandi hit, perle underground e incursioni live nei suoi brani più iconici.
Il programma prenderà il via alle 17.30, con le esibizioni dei Piccoli Indiavolati e delle studentesse e studenti di OdA. Parallelamente, per i più piccoli, l’Associazione Nuvole proporrà attività ludiche e creative con il progetto “Il cielo è di tutti”, tra giochi, laboratori e incontri di pace. L’Associazione Tebe dalle sette porte, invece, presenterà Handala, il fumetto del disegnatore palestinese Naji al-Ali, divenuto simbolo di resistenza e libertà.
A partire dalle 20.00, spazio ai DJ set di Those Funky Guys e Beppe Vivaz, che accenderanno la piazza con musica e divertimento fino a tarda sera. Non mancheranno inoltre l’area street food, birra alla spina e drinks per rendere la festa ancora più coinvolgente.
L’ingresso è gratuito e aperto a tutti: un’occasione per vivere insieme un momento di festa e riflessione, con la musica come filo conduttore.
Una vicenda che lascia sgomenti e che continua, a distanza di oltre due anni, a non trovare risposte chiare: chi ha autorizzato i fotografi ad entrare nel cimitero comunale di Ugento per realizzare un fotoromanzo poi pubblicato sulla rivista nazionale Grand Hotel?
Il caso risale al maggio 2023, quando sul settimanale comparvero scatti tratti dal fotoromanzo La canzone del sole nascente, con protagonisti volti noti come Antonio Zequila e Matilde Brandi. Le foto, diffuse anche sui social da alcuni professionisti di Ugento, erano state realizzate tra una nota struttura ricettiva di Torre San Giovanni e, soprattutto, all’interno del cimitero comunale, in un giorno di chiusura e senza alcuna autorizzazione.
La vicenda assunse subito contorni drammatici quando si scoprì che tra le immagini pubblicate figurava anche la tomba di una giovane concittadina scomparsa tragicamente. I genitori, attraverso il proprio legale, presentarono formale protesta al Comune, chiedendo spiegazioni e annunciando eventuali azioni legali.
L’amministrazione comunale, chiamata in causa, dichiarò di essere a sua volta vittima inconsapevole di un episodio “triste e disdicevole”, in violazione del regolamento di polizia mortuaria che vieta espressamente fotografie e riprese senza l’autorizzazione dei familiari interessati e del responsabile della custodia.
Da allora si sono susseguiti atti, lettere e diffide: il Comune ha contestato la condotta alla casa editrice milanese Edizioni Del Duca Srle alle società coinvolte nella produzione (Photostudio Srls e Fileraw Srls), chiedendo chiarimenti e scuse ufficiali. Ma ad oggi – come riportato nella recente determinazione n. 629 del 27 agosto 2025 – nessuna risposta puntuale è mai arrivata.
Per tutelare la propria immagine e i diritti dei cittadini, l’ente ha conferito incarico legale all’avv. Sergio De Giorgi, con mandato a procedere in sede giudiziaria. Una mossa necessaria, ma che non cancella l’amarezza di una comunità che ancora si interroga:
Chi ha permesso l’accesso a un luogo sacro come il cimitero?
Perché nessuno ha vigilato?
C’è forse qualcuno, tra i consiglieri comunali, che conosce più dettagli su questa vicenda ma che, fino ad oggi, non è intervenuto per chiarire?
È possibile che su una questione tanto delicata nessuno abbia ritenuto di dover dare spiegazioni alla cittadinanza?
A due anni di distanza, la ferita resta aperta. E la domanda più grande continua a rimbombare: c’è chi ne sa di più su questa storia?
Un nome salentino risuona sulle pagine del più importante quotidiano cinese. Il People’s Daily Online, portale ufficiale del Quotidiano del Popolo, ha pubblicato nei giorni scorsi un approfondimento sulla robotica applicata all’assistenza agli anziani, settore in forte crescita in Cina e a livello globale. Tra le voci autorevoli citate nell’articolo figura quella del professor Massimiliano Zecca, originario del Salento e docente alla Loughborough University, nel Regno Unito.
Come la nostra testata aveva già riportato in un precedente articolo, il professor Zecca ha preso parte alla 10ª Conferenza Mondiale sulla Robotica, svoltasi a Pechino lo scorso agosto, dove aziende e ricercatori hanno presentato robot in grado di supportare la vita quotidiana degli anziani: dai compagni da tavolo con schermi interattivi e comandi vocali, fino agli assistenti mobili capaci di muoversi in autonomia nelle abitazioni e nelle strutture sanitarie.
Nel pezzo del People’s Daily Online, pubblicato il 4 settembre 2025, Zecca sottolinea come i robot umanoidi destinati all’assistenza agli anziani possano svolgere tre funzioni fondamentali: aide sanitario, assistente personale e compagno di vita. Una visione che, partendo dall’osservazione dei trend demografici mondiali, mette in luce la sfida comune a molte società: affrontare l’invecchiamento della popolazione attraverso soluzioni innovative.
Il contesto non è di poco conto. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, entro il 2050 gli over 60 nel mondo saranno 2,1 miliardi, di cui ben 426 milioni con più di 80 anni. Un dato che spiega l’interesse crescente per la cosiddetta “silver economy”, l’insieme delle attività economiche e tecnologiche rivolte agli anziani.
L’articolo del People’s Daily Online sottolinea inoltre come la Cina stia guidando la definizione di standard internazionali per la robotica applicata all’assistenza, con l’obiettivo di rendere queste tecnologie sempre più affidabili, sicure e vicine ai bisogni reali delle persone.
Un aspetto da rimarcare è che non si ricordano altri salentini che abbiano avuto l’onore di essere citati dallo storico organo d’informazione cinese: un riconoscimento che rende ancora più significativa la presenza del professor Zecca in un contesto così prestigioso.
Il suo intervento mette in risalto un concetto chiave: la robotica non deve sostituire l’uomo, ma affiancarlo con strumenti empatici e centrati sulla persona, capaci di migliorare la qualità della vita degli anziani e alleggerire il peso dell’assistenza sulle famiglie e sui sistemi sanitari.
Un risultato che conferma come il sapere salentino, attraverso figure come il professor Zecca, sappia farsi spazio nei grandi temi globali: innovazione, cura e futuro delle società che invecchiano.
Paura nel tardo pomeriggio di oggi, intorno alle 18.30, sulla rotatoria che conduce a Torremozza, lungo l’arteria che collega Lido Marini a Torre San Giovanni.
Una Fiat Panda bianca a noleggio, proveniente da Lido Marini, è arrivata a forte velocità e, probabilmente per non aver notato la rotatoria, ha impattato violentemente contro l’alto cordolo del rondò. L’urto ha provocato il ribaltamento della vettura, che dopo un lungo salto è terminata all’interno di un vecchio locale abbandonato ai margini della carreggiata.
A bordo del mezzo si trovavano due turisti svizzeri, che fortunatamente sono riusciti a uscire con le proprie gambe dall’abitacolo, nonostante la dinamica impressionante dell’incidente facesse temere subito il peggio.
Sul posto sono intervenuti i Vigili Urbani di Ugento e gli operatori del 118, che hanno provveduto a prestare i primi soccorsi. I due feriti sono stati trasportati in ambulanza presso l’ospedale di Casarano, accompagnati anche da una pattuglia della Polizia di Taurisano, intervenuta per supportare le operazioni di sicurezza e i rilievi.
Come da prassi, verranno effettuati i controlli di rito, compresi quelli tossicologici e alcolemici, per chiarire le condizioni del conducente al momento dell’impatto.
L’auto, risultata noleggiata da una società di Gallipoli, ha riportato gravi danni. Le operazioni di rimozione e messa in sicurezza della zona hanno richiesto l’intervento di mezzi specializzati.
Un episodio che, per la sua spettacolarità e per la violenza della dinamica, ha attirato l’attenzione di numerosi passanti e automobilisti, ma che si è concluso con il sollievo generale per le condizioni non gravi dei due occupanti.
La questione del tributo 630 torna prepotentemente al centro del dibattito politico pugliese. Dopo mesi di polemiche e proteste del mondo agricolo, il consigliere regionale Paolo Pagliaro (Forza Italia – gruppo La Puglia Domani) ha annunciato che nel prossimo Consiglio regionale verrà nuovamente presentato il suo emendamento per lo stop al balzello, finora ostacolato in aula dal governatore Emiliano, dall’assessore Pentassuglia e dalla presidente Capone.
Pagliaro punta il dito contro il Partito Democratico, accusato di “testacoda elettorale” dopo aver inserito la sospensione del tributo tra i punti del proprio programma per le regionali di novembre:
“Li inchioderemo a questa promessa elettorale – ha dichiarato –. La sospensione deve avvenire prima e non dopo il voto, altrimenti sarà l’ennesimo tentativo di raccogliere voti del mondo agricolo, finora calpestato e umiliato dal centrosinistra”.
Un tributo contestato da anni
Il tributo 630 è legato al Consorzio di Bonifica Centro Sud Puglia, responsabile della manutenzione idraulica e territoriale. Secondo Pagliaro, però, “quelle cartelle non dovevano essere emesse, perché il Consorzio è inadempiente e non garantisce i servizi dovuti”. Da qui la linea del consigliere azzurro: “Senza benefici, il tributo non è dovuto. Quindi stop immediato alle cartelle”.
L’ombra della Corte dei Conti
Il tema assume ulteriore rilevanza dopo che la Corte dei Conti ha inviato, l’8 settembre, una richiesta di chiarimenti alla Regione Puglia con scadenza 3 novembre. Otto i punti sotto osservazione: organizzazione del Consorzio, attività istituzionali e negoziali, gestione finanziaria, vigilanza regionale, contributi pubblici, indebitamento e piani di riequilibrio. “Le carte faranno emergere molti punti oscuri – accusa Pagliaro –: dalle spese legali fuori controllo agli incarichi a legali esterni, come quello da 52mila euro all’avvocata Camerlengo, originaria del Beneventano come il dirigente del Dipartimento Agricoltura della Regione. E ancora: la nomina di un biologo a direttore dell’Area Agraria e il doppio ruolo del commissario del Consorzio, che è anche direttore dell’Arif”.
Una battaglia politica e sociale
La vicenda del tributo 630 non riguarda solo i conti del Consorzio, ma tocca direttamente la vita di migliaia di agricoltori pugliesi, che da anni denunciano di pagare senza ricevere servizi in cambio. Per Pagliaro, questa è “la prova del fallimento politico e gestionale della Regione Emiliano, incapace di vigilare e contrastare le anomalie del Consorzio”.
Il prossimo Consiglio regionale si preannuncia dunque cruciale: la promessa di sospensione del tributo, rilanciata in campagna elettorale, dovrà essere tradotta in atti concreti.
C’è una differenza sottile ma enorme tra informazione e propaganda. La prima è ricerca dei fatti, indipendente dai poteri, uno strumento che rende i cittadini consapevoli. La seconda è un racconto costruito, piegato a interessi precisi, usato per orientare le masse. In teoria, due concetti distinti. In pratica, ad Ugento la propaganda ha preso il posto dell’informazione a suon di soldi pubblici.
Il termine informazione deriva dal latino informātiō, -ōnis, che a sua volta viene dal verbo informāre, ossia “dare forma”, “istruire”, “insegnare”. Originariamente, dunque, informare significava non soltanto trasmettere notizie, ma anche formare la mente, educare, rendere consapevoli.
La parola propaganda ha un’origine diversa: dal latino propagānda, gerundivo di propagāre (“diffondere, estendere”). Entrata nell’uso moderno nel 1622, quando Papa Gregorio XV istituì la Congregatio de Propaganda Fide per la diffusione della fede cattolica, nel tempo ha assunto una connotazione più ampia e spesso negativa: la diffusione di idee pilotate e manipolative a fini politici o ideologici.
Due radici opposte: l’informazione come formazione, la propaganda come espansione del potere.
Il risultato è davanti agli occhi di tutti: un paese incapace di distinguere un articolo libero da un comunicato pilotato. La propaganda ha costruito consenso, anestetizzato il dibattito, fatto apparire normale il silenzio con il quale l’amministrazione comunale continua a reagire alle critiche e le rimostranze dei cittadini. E chi oggi prova a fare informazione libera si trova davanti ostacoli enormi: sospetti, diffidenza, perfino ostilità.
A questo scenario contribuisce anche il periodico Ausentum, organo di propaganda che l’amministrazione comunale ha a sua disposizione da quasi vent’anni. Attorno ad Ausentum non sono mancate polemiche: la minoranza ha più volte sollevato dubbi e critiche, soprattutto circa la sponsorizzazione da parte dell’azienda che gestisce attualmente la discarica di emergenza di Burgesi.
La pagina con lo sponsor presente su Ausentum
Ma Ausentum non è l’unico strumento: l’amministrazione dispone infatti anche di altri canali di propaganda, alimentati da finanziamenti pubblici assegnati direttamente ad alcune associazioni. Realtà che non producono cultura, confronto o pluralismo, bensì diffondono una narrazione a senso unico, volta a sostenere chi governa.
Non è solo questione di parole. Queste associazioni reagiscono alla presenza di un’informazione libera con metodi ben precisi, primo di tutti il boicottaggio. Non c’è dialogo. Non c’è confronto. Solo il tentativo sistematico di screditare chi lavora, chi racconta, chi fa semplicemente il proprio mestiere.
E non di rado, anche sui nostri canali social, leggiamo commenti di utenti vicini all’attuale amministrazione comunale di Ugento e le sue associazioni amiche che — convinti di screditarci — sottolineano come la linea editoriale del nostro giornale sia “sempre contro” l’amministrazione (quasi sempre senza leggere neanche l’articolo commentato!). Ciò che non comprendono è che queste osservazioni non fanno altro che confermare la bontà del nostro lavoro: un giornalismo che non deve compiacere il potere, ma criticarlo, vigilarlo, raccontarne anche gli aspetti scomodi. Ma soprattutto assecondare le richieste e i bisogni dei nostri lettori, veri editori di riferimento di Ozanews. Questo è lo spirito autentico del giornalismo, ben diverso da chi è abituato a scrivere e leggere lunghi trattati pieni di elogi e ringraziamenti al ras locale, che quasi sempre è poi colui che finanzia quelle stesse persone.
Queste pratiche hanno alimentato una conseguenza ancora più grave: la paura. Perché è questa la verità: ad Ugento, da dopo l’omicidio di Peppino Basile, non si parla più pubblicamente di politica. Le opinioni esistono, eccome. Ma restano nascoste. Troppe persone hanno timore di esprimersi: paura di un commento di troppo, paura di un like, paura di finire nel mirino di chi governa.
Ci sono cittadini che sono stati contattati da consiglieri comunali solo per chiedere spiegazioni su una reazione lasciata sotto un post. Episodi che raccontano meglio di mille discorsi il clima che si respira: non di confronto, ma di intimidazione sottile, quotidiana, strisciante.
Eppure, il giornalismo — quello vero — nasce per fare l’opposto. Per essere “quarto potere”, per stare in equilibrio con gli altri, per controllarli e criticarli. Non per servire il palazzo, ma per vigilare su di esso. Come diceva Lord Acton:
“Il potere tende a corrompere, e il potere assoluto corrompe assolutamente”.
Il film di Orson Welles, Quarto Potere (Citizen Kane), lo aveva già mostrato con forza: il magnate della stampa Charles Foster Kane non usa i giornali per informare, ma per dominare. “La gente crederà a tutto quello che io vorrò far loro credere”, afferma. Una frase che sembra descrivere alla perfezione gli ultimi venticinque anni della nostra comunità.
Ugento ha bisogno di uscire da questa cappa. Non con altri slogan, non con altre narrazioni costruite, ma con la forza dell’informazione libera, che emancipa, illumina e restituisce ai cittadini la dignità del pensiero critico. Perché la propaganda lega al potere. L’informazione, invece, libera.
Dopo venticinque anni di silenzi e di paura, è arrivato il momento di ricordarlo.
La Regione Puglia ha approvato la prosecuzione delle attività del Piano straordinario per la verifica ambientale nella località Burgesi, nel Comune di Ugento. Con la deliberazione n. 1171 del 4 agosto 2025, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione (BURP n. 70 del 1° settembre 2025), la Giunta ha dato il via libera a un nuovo protocollo di intesa con il Comune di Ugento, destinando risorse per 510mila euro.
Un percorso avviato nel 2017
Il piano straordinario di monitoraggio ambientale ha origini nel 2017, quando la Regione approvò una serie di interventi per verificare lo stato della falda idrica salentina, della rete di distribuzione potabile e, in particolare, dell’area di Burgesi. La zona, nota per la presenza della discarica Monteco, è stata al centro di numerosi accertamenti tecnici, con indagini geofisiche, sopralluoghi e studi idrogeologici coordinati da CNR-IRSA, ARPA Puglia, Asl e altri enti competenti.
Negli anni successivi, diversi atti regionali hanno consolidato il piano, finanziando indagini ad alta risoluzione, studi sulla falda superficiale e la localizzazione di piezometri per il monitoraggio delle acque sotterranee. Nel 2024, il CNR-IRSA ha elaborato una nuova proposta di approfondimento idrogeologico, poi discussa in tavoli tecnici con Regione e Comune di Ugento.
Le nuove risorse
Con la delibera 1171/2025, la Giunta ha disposto l’utilizzo della quota vincolata del risultato di amministrazione, attingendo a economie di spesa degli esercizi precedenti. I fondi saranno impiegati per proseguire le indagini ambientali, in particolare per:
la sistematizzazione dei dati già raccolti;
l’avvio di nuove campagne di indagine sul sito;
l’estensione della rete di monitoraggio fino all’area di Acquarica;
attività di studio e valutazione dei rischi ambientali connessi all’area della discarica.
Il protocollo approvato stabilisce inoltre modalità di collaborazione tra Regione e Comune, la possibilità per quest’ultimo di stipulare ulteriori accordi con altri enti pubblici e le condizioni di erogazione dei fondi, che saranno distribuiti per fasi, a fronte della dimostrazione dell’avvio e della rendicontazione delle attività.
Il nodo politico
Alcuni osservatori locali interpretano questo finanziamento come la prova dell’accordo con con l’amministrazione comunale di Ugento, che avrebbe accettato la prospettiva di una riapertura della discarica senza particolari opposizioni. Si tratta di una lettura che alimenta il dibattito politico, mentre la Regione e il Comune sottolineano l’importanza del percorso di monitoraggio ambientale.
Attese le reazioni del comitato “No Burgesi”
In questo scenario, cresce l’attesa per le reazioni del comitato civico “No Burgesi”, da mesi impegnato nella battaglia contro la discarica. Finora il movimento non è riuscito a incidere in maniera significativa sulle scelte istituzionali, ma il nuovo provvedimento regionale potrebbe rappresentare un banco di prova per la sua capacità di mobilitazione.
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